8/8/16 Club Barlovento Argentina
34.26.616 S
058.31.669 W
Alzati presto per
prendere il trenino per Tigre per fare le pratiche di uscita dall’Argentina.
Per fortuna con
l’andare del tempo la nostra sopportazione alle pratiche burocratiche e’ molto migliorata,
perche’ quello che si inventano questi alle volte non ha limite.
Una per tutte ,
primo ufficio immigrazione, ufficio con 6 computer , stampanti al laser, scan e
quanto di piu’ si possa volere in un ufficio, il problema che l’addetto non
sapeva neanche fare funzionare la stampante...morale ...ci ha fatto compilare 4
moduli con i nostri dati a mano !!
Almeno ai Caraibi
ti davano anche la carta carbone , qua’ neppure questo.
Va beh , dopo
attese lunghe e perigliose , riusciamo a partire per le due del pomerigio,
l’idea e’ di fermarsi per la notte di fianco a due isole nel delta e svegliarsi
presto il giorno dopo per sciropparsi 38miglia attraverso il dedalo di fiumi
del delta per arivare a Carmelo in Uruguay.
Di fatto non
potremmo fermarci avendo gia’ epletato le pratiche di uscita, pero’ il posto e’
abbastanza fuorimano e abbiamo l’avvertenza di scollegare l’AIS un oretta prima
dell’arrivo.
E’ la prima volta
che navighiamo all’interno di un delta enorme come il Rio della Plata, e ci
sembra tutto bellissimo e nuovo.
In uscita da Barlovento
imbocchiamo il Rio Lujar poi dopo poco il Canal di Vinculacion, al trivio si
presegue per Rio Urion, che al prossimo bivio diventera’ Canal Honda,
sbocchiamo quindi sul Parana de las Palmas, 2 miglia a dritta e siamo tra
l’isola Nutria e Isla Lucha dove ancoriamo.
Arriviamo verso
le 17:00 all’ancoraggio, incuneato tra tre isole e vicino ad un vecchio relitto
di nave mezzo esposto in terra dove ci hanno costruito su una casetta.
Appena ancorato,
viene giu’il finimondo di temporale con i soliti fulmini terribili verticali
che cadono in acqua , ci chiudiamo dentro e ....speriamo nella solita gabbia di
Faraday (leggasi barca in alluminio, quando si cade dalla scala mentre si
imbianca , disperati ci si attacca anche al pennelo J).
9/8/16 Isla Nutria Argentina
34.17.739 S
058.30.302 W
Ci svegliamo alle
6:30 per partire verso le 7 con le prime luci dell’alba, per via del poco tempo
decidiamo di non accendere la stufa e facciamo colazione con 10 gradi in barca
...fuori 6/7.
Rifacciamo le due
miglia nel Parana’ in senso inverso e ci dirigiamo verso ovest per andare a
imboccare il Canal Gobernador che cambiando nome due o tre volte ci dovrebbe
portare fino al Rio Parana’ Guazu’, di li’ tornando verso est arrivare a
Carmelo attraverso un altro paio di canali.
Devo premettere
che per la navigazione all’interno del delta non esistono portolani o guide, e
le carte sono molto imprecise.
Noi abbiamo
trovato solo due riviste di nome Rumbos, dove schematizzano vari percorsi nel
delta con diversi tipi di imbarcazione, barche a vela, gommoni, lancie ecc..Il
percorso pensato lo abbiamo tirato giu’ da una di queste riviste in piu’
abbiamo fatto vedere il percorso a degli amici argentini che ci hanno
confermato la fattibilita’ del percorso....WRONG, quando siamo nei pressi per
imboccare il canale del Gobernador, scopriamo che viene attraversato da una
linea elettrica alta a 12 metri, che per le lancie e per le piccole barche a
vela che bazzicano il delta e’ piu’ che sufficente, per noi no.
Il nostro albero e’ 16.5 mt dal livello
dell’acqua, quindi a meno di non salire in testa d’albero con una scopa e
alzare i fili , non ce la possiamo fare .
Piano B
ritorniamo indietro e questa volta dobbiamo rifare il Parana las Palmas verso
est,la corrente ci aiuta e filiamo a 7 nodi, una volta arrivati al Rio della
Plata imbocchiamo il canale Emilio Mitre e lo navigheremo fino al Km 23 dove ci
arrischiremo a tagliare da ovest verso est il Rio della Plata(per via dei bassi
fondali) per dirigerci verso l’Uruguay.
Al km 28 sentiamo
“Stranizza” sul 16 VHF, pensiamo gia’ le cose piu’ turpi da parte della Prefectura
Argentina, e’ invece “Macchiavelli” un mega pontone che sta lavorando nel
canale al Km 21.5, avendoci visto via AIS ci avverte della loro presenza e che
facendo dei lavori hanno chiuso tutto il canale, dobbiamo quindi uscire dalle
boe laterali e seguire in parallelo il canale cercando di non arenarci.
Al Km 23 tagliamo
perpendicolarmente il Mitre e ci dirigiamo verso l’Uruguay con una rotta che ci
mette al limite dei bassissimi fondali , la giornata e’ bellissima, sole senza
una nuvoletta e il cielo terso d’inverno...anche se durante il giorno si arriva
a temperature di 19 /20 gradi, per poi precipitare di notte.
Arriviamo
indenni in territorio Uruguasco, sono el
16 , discutiamo se fermarci all’ancora o proseguire e fare l’arrivo di notte.
Abbiamo gia’
giocato con la fortuna la notte prima fermandoci all’ancora dopo le pratiche ,
dovremmo giocare ancora fermandoci questa volta senza avere fatto le pratiche
di ingresso...decidiamo che e’ meglio proseguire...da queste parti la
Prefectura non scherza.
Imbocchiamo il
Canale Uruguay direzione nord, ce ne stiamo fuori dalle boe laterali per dare
passo agli “spingitori” di chiatte enormi piene di legname, o di container.
Proseguiamo fino
all’Isola Martin Garcia , e’ gia’ l’imbrunire e ci si pone un dilemma, siamo
stanchi , proseguendo per il canale Uruguay mancherebbero 15 miglia all’arrivo,
se al bivio giriamo a dritta e imbocchiamo il piccolo canale Santo Domingo
sarebbero solo 11 miglia...un ora in meno di notte d’inverno fa’ la differenza,
decidiamo per il Santo Domingo ...ma dovremo stare con gli occhi apertissimi,
saremo in fondali bassissimi ...troppo bassi anche per una deriva mobile, non
ci saranno boe laterali rosse ma solo verdi e saremo a poche centinaia di metri
da terra ...di notte, di buono abbiamo una serata limpidissima piena di stelle
e piu’ di un quarto di luna...via che si va’e comincia l’avventura .
Antonella attaccata
al iPad con Navionics che si sono
riveate le carte fino ad ora piu’ correte, sul PC le CM 93...useless, delle
raster e le carte ufficiali Uruguasce...anche quelle poco precise, io al timone
e binocolo per riconoscere il “mare” di lampeggi verdi nella notte.
Procediamo con
qualche difficolta’ , ma tutto torna, le boe sono al posto giusto a parte una
che non c’e’ , ma lo veniamo sapere dalle Navionics perche’ un certo Ciorcill
ha fatto una nota sulle carte informando che la boa era sparita.
Tutto bene fino a
che arriviamo alla verde N. 13, punto critico dove da un piccolo canale
dovremmo tagliare verso sinistra trasversalmente beccare la N.14 , ritrovare la
N.15 sul canale parallelo con fondale, il passaggio e’ strettissimo...tutto
intorno fondale con 30/40 cm di acqua.
La N.14 come
scopriremo poi non e’ illuminata e anche questo scopriremo poi la N.15 non c’e’
piu’, proprio il punto piu’ critico della navigazione vengono a mancare le due
boe piu’ importanti, siamo in un canalino con 2.3 mt di fondo per una larghezza
di pochi metri, la marea spinge da matti, facciamo una prima prova a sinistra
per ragiungere la N.14 virtuale visto che non la vediamo...FERMA TUTTA,
l’allarme dei 1.9 mt comincia a urlare impazzito, marcia indietro e
...pensiamo.
Davanti a noi
vediamo un paio di verdi ,e pensiamo che magari ci sia un errore nella
cartografia e quella che vediamo sia la N.15, decidiamo di andare avanti piano
in direzione della verde , facciamo un centinaio di metri e immediatamente dal
momento che suona l’allarme in un battibaleno ci troviamo arenati,
probabilmente c’e’ uno scalino ...fine del canale 34.02.332 S 058.16.763 W.
Provo a dare
marcia indietro, ma non c’e’ verso , siamo arenati di brutto, il profondimetro
lampeggia senza sapere che pesci pigliare , tiro fuori il profondimetro a
cordella , lancio e ....siamo in 30 cm di acqua !!!!
Provo a smotorare
a destra e sinistra , poi grazie alla corrente che ci gira la prua a 180 gradi
alla velocita’ della luce siamo liberi...ufff. che spaghetto , decidiamo di
tornare un po’ indietro per avere un po’
piu’ di fondo per ancorarci e aspettare mattina, facciamo pochi metri e
l’allarme motore ci perfora le orecchie, vado in automatico , faccio un salto e
spento il motore corro a prua per
mollare l’ancora, intanto Antonella scandisce il fondo, 2.5 mt, ora che mollo
l’ancora con una ventina di metri e fa’ testo immediatamente per via della
corrente siamo in 2.2 metri, siamo a meta’ della bassa, dovrebbe calare ancora
una ventina di centimetri...dovremmo essere a posto.Chiamiamo sul 16 Port
Control Carmelo e li mettiamo al corrente della situazione, per stanotte stiamo
all’ancora ...domani mattina vedremo.
Sono ormai le 10
di sera , siamo stanchi e un po’ sfiduciati, siamo preoccupati per il motore,
deve essere successo qualcosa alla pompa dell’acqua ...ma non so’ cosa.
Il paesaggio
intorno e’ mozzafiato, un selvaggiume e un panorama da favola, anche se stanchi
decidiamo di verificare cosa e’ successo al motore, comincio dall’inizio ed ad
un eventuale ostruzione alla presa a mare, smonto il tubo dal passascafo, ma la
presa a mare e’ libera, apro il filtro ed e’ completamente pieno di sabbia,
quando ho dato motore in 30 cm di fondo abbiamo aspirato sabbia come i
vongolari.Smonto e comincio a pulire, sono preoccupato di trovare sabbia anche
nella girante e di conseguenza anche nello scambiatore.
Finito il filtro
apro la girante e...per fortuna non c’e’ neppure un grano di sabbia, il filtro
ha trattenuto tutto.Spero che il motore non si sia preso una scottata, ma sono
passati davvero pochi secondi tra il momento dell’allarme e il momento dello
spegnimento...lo scopriremo nei prossimi giorni.
Riassemblo tutto
e mettiamo in moto, funziona tutto a dovere, lo facciamo girare per un po’ per
farlo raffreddare .
23:30 stravolti
ce ne andiamo a letto, almeno la barca e’ a posto, domani troveremo la maniera
da uscire da sto cul de sac.
10/08/16 All’ancora in 2.1 mt di fondo a 2.4
miglia da Carmelo Uruguay
34.02.521 S
058.16.665 W
Verso le 2 di
notte sale il vento e cominciamo a
sentire le ondine che sbatacchiano sullo scafo, mi alzo faccio un giro in
coperta, controllo la profondita a 2.1 mt per la bassa , ma tutto sembra a
posto, non riesco comunque a rilassarmi per dormire , anche se so’ che l’ancora
in questo tipo di fondo non spedera’ mai , mi immagino schenari catastrofici di
noi sbatacchiati su qualche riva...non a caso qua’ e’ zeppo di relitti.Dopo un
oretta tutto si calma e finalmente riesco a dormicchiare fino a mattina.
Ci alziamo
prestino, ancora una giornata da sogno, fuori una meraviglia del creato,
circondati da isolette che nel mattino subiscono l’effetto Fata Morgana, navi
che passano vicino nel canale Uruguay, anche con i guai che abbiamo passato siamo
pero’ superfelici di aver preso la decisione di passare da questo canale (che
poi scopriremo , essere abbandonato e dove ormai nessuno ci passa piu’).
Facciamo
colazione e... piani di battaglia, chiamiamo Port Control, per vedere se ci
possono consigliare qualche rotta per venirne fuori, loro ci vedono via AIS, e
quindi ci possono indicare la rotta di uscita.
Rispondono in un
inglese stentato, cerco di fargli capeire la situazione, ora si che vediamo la
famosa boa N.14 col binocolo ...senza illuminazione, ma continuiamo a non
vedere la N. 15 che ci dovrebbe indicare l’entrata dell’altro canale.
Nel frattempo
visto la fatica dell’operatore in Inglese gli dico che gli passo Antonella al
VHF cosi’ puo’ parlare in Castigliano....mi sembra di sentire un gran respiro
di sollievo dell’operatore.
L’operatore cerca
di capire la problematica , poi si consulta e alla fine ci dice di aspettare
una mezzoretta che mandano un gommone della Prefectura ad indicarci il
passaggio.
Intanto
disancoriamo e piano piano torniamo alla boa N.13, nel frattempo arriva la
prefettura, con tre militari a bordo, gentilissimi ci dicono di seguire il loro
gommone che ci fanno strada, passato il passaggio di collegamento tra i due
canali, continuano di fianco a noi e chiacchierando col mio Castigliano da
galera scopriamo che la N.14 e’ senza
luce e che la N.15 e sparita da tempo...di notte era praticamente impossibile
trovare il passaggio.
Veniamo anche a
sapere che nessuno ormai usa piu’ quel canale preferendo il piu’ grande e
meglio segnalato Canal Uruguay.
Ci scortano fin
dentro il fiume Arrojo de las Vacas dove e’ situato Carmelo, appena si entra il
fiume si trova il marina governativo dell’Hidrografica, un lunghissimo muro
dove d’estate si va’ con l’ancora di prua e due cime di poppa al muro, ma siamo
in inverno ...praticamente non c’e’ nessuno, solo noi, ci mettiamo all’inglese
poco distanti dall’uffico del marina dove ci regala un potentissimo wi-fi gratis, le docce calde a pochi metri, luce e
acqua , per i fissati della telenovela ogni 3 metri c’e’ un palo con antenna
satellitare, volendo ci si puo’ collegare . 34.00.517 S 058.17.650 W
In mezzoretta
facciamo tutte le pratiche di entrata, ripassiamo dalla Prefectura per le
pratiche e li ringraziamo per la scorta, chiediamo se dobbiamo pagare qualcosa
...ci sorridono e scandalizzati ci dicono che assolutamente non c’e’ nulla da
pagare...penso infondo che si siano un po’ divertiti anche loro, Carmelo mi da’
l’impressinone di un posto veramente tranquillo e pacifico.
Siamo
contentissimi, un avventurona , ma che ne valeva davvero la pena , il posto e’
veramente magnifico...poi d’inverno ...una favola.
Abbiamo ancora un
problema da risolvere, in tutto sto trambusto la deriva e’ stata sospinta molto
in su’ e in pratica ora non scende piu’, abbiamo provato in verie maniere ...ma
nulla da fare, domani mattina facciamo un ultima prova se no dovremo chiamare
un sub che con una sbarra di ferro deve andare sotto la barca e con la sbarra
fare leva sulla deriva per farla scendere , come abbiamo gia’ dovuto fare in
Brasile quando spiaggiammo per pulire il fondo.
11/08/16 Embarcadero Carmelo Uruguay
34.00.517 S
058.17.650 W
Dopo una notte di
riposo ci alziamo presto per cercare di risolvere il problema della deriva,
alle 11 abbiamo appuntamento con il sub ...ma vorremmo evitare, visto il colore
dell’acqua e’a visibilita’ zero dovrebbe lavorare a tentoni e non conoscendo
bene il nostro sitema deriva siamo preoccupati di eventuali danni.
Se poi in
estremis non dovesse funzionare con il sub non rimarrebbe che alare la barca
nell’unico posto dove e’ possibile in Uruguay, cioe’ a Piriapolis.
Tempo fa’ proprio
per questo tipo di eventualita’, cioe’ quando la deriva viene sospinta troppo
in su, tipo spiaggiamenti ecc.. avevo fatto un foro circolare sopra la scassa
di deriva in maniera che con un tubo con terminali in alluminio avrei potuto
smartellando aiutare la deriva a scendere.
Il sistema lo
avevamo provato gia’ un altra volta e aveva funzionato a dovere, ma ieri sera
dopo una serie di martellamenti non ne voleva sapere, era come martellare su un
oggetto fisso.
Durante la notte
avevo pensato di aprire un altro sportellino di ispezione nella scassa ...il
problema e’ che e’ situato proprio a
filo acqua e basterebbe un ondina per fare entrare copiosa l’acqua.
Comincio a
lavorare sullo sportellino di ispezione, ma vuoi che e’ in una posizione
infelice in diagonale all’interno di un mobiletto, vuoi che le teste delle viti
sono un po’ consumate, non c’e’ verso di
smontarlo.
Sono le 10, tra
un ora dovrebbe arrivare il sub, comincio a rimettere a posto la scassa di
deriva, poi penso “perche’ non fare un altra prova con il tubo a picchiare con
“l’ingegnere” (leggasi mazzetta da 5 kg) .Questa mattina vuoi per avere avuta
una notte di riposo ho unafrequenza piu’ veloce di percussione e...piano piano
comincio a guadagnare millimetri, fino a che SWAPPP !!!! la deriva scende
libera, urla di gioia varie ...ce l’abbiamo fatta, non e’ nenache per la spesa
che avremmo dovuto affrontare ma piu’ che altro il senso di potersi levare
dagli impicci da soli...e scendendo in Terra del Fuoco ne avremo davvero
bisogno.
Qualche
riflessione su tutto sto ambarabam, navigare nel delta e’ dura, considerando le
poche informazioni a disposizione ...tant’e’ che non abbiamo incontrato nessun
straniero in giro.
Il cavo elettrico
sul canale del Governador non era segnato , e anche i locali non lo considerano
avendo generalmente piccoli barchini a vela che passano agevolmente...quindi
non molto che potevamo fare.
La decisione di
prendere il canale Santo Domingo al posto del piu’ sicuro Canale Uruguay, ci siamo
fidati troppo delle carte ufficiali Uruguasce e delle Navionics ...ma del resto
se non ci si fida delle carte degli istituti idrografici di quali carte ci si
puo’ fidare ?.
La decisione di
atterrare di notte, qui essendo stranieri non e’ molto consigliato avere da
dire con le varie Prefecture molto militarizzate , da qui’ la decisione di
proseguire.
La mancanza di
due boe fondamentali per il passaggio da un canale all’altro, anche qui non si
poteva prevederlo e a chiedere in giro non ci sono risposte adeguate.
Per il resto
abbiamo reagito alla bisogna, grazie ad una grande barca che proprio oggi
compie i suoi 16 anni e piu’ di 32000 miglia navigate e ancora in gran forma,
siamo riusciti a gestire i vari problemi del momento abbiamo imparato che nel
caso di arenamento in pochissima acqua bisogna spegnere immediatamente il
motore per non aspirare sabbia o fango ...tutto questo in uno scenario
bellissimo che ci ha fatto sicuramente dimenticare tutti i vari problemi incontrati,
e ci fa’ dire senza problemi “ne valeva davvero la pena”
12/08/16 Carmelo
Ieri abbiamo fatto la spesa e comprato un vassoietto di pasticcini con una bottiglia di vino rosso, questa mattina siamo andati in Prefectura per regalarlo ai militi che ci hanno aiutato.
Appena entrati ci accoglie un ragazzotto stile marine, uniforme mimetica azzurra, taglio di capelli a raso, mascella quadrata con cipiglio, si aspettava i soliti turisti rompimaroni arrivati con la loro ricca barca da "rich bastard" ed aveva assunto voce e sguardo da militare incazzato, poi Antonella col suo Castigliano mentre gli spiegava invece il motivo per cui eravamo li', ho potuto leggere sul viso del milite, prima stupore e incredulita' (penso che mai nessuno li abbia ringraziati in questa maniera), poi rilassamento della mascella e grandi rigranziamenti, diligentemente si e' annotato il nome della nostra barca e i nostri nomi per consegnare pasticcini e vino ai nostri tre salvatori.
Usciamo dalla Prefectura, la giornata e' bellissima con il sole e cielo blu', e i nostri cuori un po' gonfi e felici di avere in qualche modo ringraziato i militi...che anche se e' il loro "dovere" , penso faccia piacere ricevere apprezzamenti non necessari...ma graditi.
12/08/16 Carmelo
Ieri abbiamo fatto la spesa e comprato un vassoietto di pasticcini con una bottiglia di vino rosso, questa mattina siamo andati in Prefectura per regalarlo ai militi che ci hanno aiutato.
Appena entrati ci accoglie un ragazzotto stile marine, uniforme mimetica azzurra, taglio di capelli a raso, mascella quadrata con cipiglio, si aspettava i soliti turisti rompimaroni arrivati con la loro ricca barca da "rich bastard" ed aveva assunto voce e sguardo da militare incazzato, poi Antonella col suo Castigliano mentre gli spiegava invece il motivo per cui eravamo li', ho potuto leggere sul viso del milite, prima stupore e incredulita' (penso che mai nessuno li abbia ringraziati in questa maniera), poi rilassamento della mascella e grandi rigranziamenti, diligentemente si e' annotato il nome della nostra barca e i nostri nomi per consegnare pasticcini e vino ai nostri tre salvatori.
Usciamo dalla Prefectura, la giornata e' bellissima con il sole e cielo blu', e i nostri cuori un po' gonfi e felici di avere in qualche modo ringraziato i militi...che anche se e' il loro "dovere" , penso faccia piacere ricevere apprezzamenti non necessari...ma graditi.
BV Angelo
Il track dal Club Barlovento a Carmelo con la deviazione sul canale Santo Domingo
Dal Club Barlovento all'Isola Nutria e da Nutria al canale con il cavo elettrico sospeso
Punto di arenaggio e ancoraggio per la notte, poi il track con la guida della Prefectura alla N.14 e alla N.15 virtuale visto che non esiste piu'
Il track sul canale Santo Domingo, e la conclusione a Carmelo
All'uscita del Club Barlovento Argentina
Nel Canale Lujan
Si procede nel Canal de Vinculacion
Casette vacanze
Si entra nel Canal Urion
Appena si esce dal canale ci si arena
In salvataggio
Cartello in lontananza con le direzioni
Belle casette vacanziere.alcune private altre tipo resort
Arrivo all'Isola Nutria
Il temporale ci pedina
Relitto a riva con casetta sopra
I bellissimi cieli del Delta
All'ancora per la notte con il relitto di poppa
Nel Canale Uruguay , traffico degli "spingitori"
La mattina dopo esserci arenati, l'arrivo della Prefectura Uruguasca
Ci fanno strada dalla boa N.13 alla N.14
Sulla dritta la fatidica boa N.14...senza luce
Qui' da qualche parte doveva esserci la boa N.15...ma non c'e'
L'ingresso nel Canale de las Vacas per entrare a Carmelo
Sempre la Prefectura a farci strada
Appena fuori dai moli ...il delta
All'ormeggio all'Inglese nel lunghissimo molo della Hydrografia ...ci siamo solo noi, d'estate puo' ospitare fino a 140 barche.
Lo smartellamento per fare scendere la deriva
Gli stupendi tramonti nel Delta
Un posto magnifico.
Bravi, complimenti! Interessante e davvero avventuroso.
RispondiEliminaBuon vento.