Da Dun Laoghaire a Carlingford
54 03.1364 N 006 11.3443 W
By Angelo
Foto Antonella
Guarda che ti riguarda il meteo decidiamo per la partenza a sabato 22 aprile, ma il venerdí scopriamo una pozzangherina di gasolio sotto al motore.
Mi metto in caccia e trovo il problema nel tubicino rigido di ritorno dagli iniettori, smonto le cannette degli iniettori, svito i dadi che trattengono il lungo tubicino per i tre iniettori e vedo che la parte finale dove si vá ad innestare il tubo di gomma ha una piccola cricca..
La prima pensata è di procurarsi il pezzo nuovo che a parte costare una follia sarebbe di difficile reperimento se non con una settimana a disposizione che non abbiamo.
Andiamo alla reception del marina a sentire se conoscono un saldatore che possa fare brasature di precisione, chiamano il saldatore che si fa inviare un paio di foto via Whatsapp e passati 15 minuti è giá al marina a prendere il pezzo.
Si chiama Donald e ci appare come un folletto, tutto sprint e sempre con un gran sorriso, ma quello che ci fa una gran bella impressione è che ha due manone da lavoratore del metallo.
Ci dice "no problem", tempo mezzoretta sará di ritorno e così è , una brasatura da maestro, impeccabile, forse meglio che da nuovo, gli paghiamo volentieri 60 euro, tra i viaggi in macchina e il lavoro sono davvero meritati.
Il primo problema è risolto, ora abbiamo il secondo.Tra le parti circolari che si adattano sopra all'iniettore a fare la tenuta, ci sono tre rondelle di rame con due fori da dove passa il gasolio per tornare al serbatoio. Le rondelle andrebbero messe nuove e noi non le abbiamo. Donald telefona ad un suo amico meccanico per sentire se ne ha qualcuna, ma negativo, gli insegna però un sistema che potrebbe funzionare per usare le vecchie.
Ci dice di scaldare la rondella e quando è bella calda immergerla nell'acqua fredda, a sua detta questo processo dovrebbe ammorbidire la rondella e assicurare una miglior tenuta.
Rimonto il tutto con integrato il sistema delle rondelle e sembra che tutto tenga senza ulteriori perdite.
Nel frattempo la pompa a pedale dell'acqua della cucina ha dato forfait, perde come un cesto.
Trovo nelle parti di ricambio a prua il kit per la pompa Whale Mk3 e sostituisco le membrane, e anche questa è fatta. È venerdi sera ma sono stanco come dopo una settimana di lavoro, Antonella lo stesso, anche se non ha partecipato fisicamente alle riparazioni, deve però gestire gli spazi ristretti all´interno quando si lavora e fare da mangiare e pulire le sentine, anche quello un lavoraccio.
Sabato mattina alle 08:00 partiamo prendendo la marea crescente che ci dovrebbe assicurare un buon aiuto verso nord.
Naturalmente questo funziona in alto mare, ma all' interno del golfo di Dublino le cose non sono cosí bianco e nero, infatti se al largo la marea fila diretta verso nord, nel golfo fila diretta verso il fiume Liffey. Ci troviamo quindi corrente che ci arriva un po´dappertutto e mare contro, insomma il solito turbinio.
Per attraversare il golfo, è molto complicato, bisogna chiamare il Port Control e dichiarare le proprie intenzioni, visto che ci sono da attraversare 4 TSS, dove i cargo hanno tutte le precedenze.
Chiamiamo e ci danno l´ok, dicendo di rimanere in ascolto sul 12, procediamo, finché proprio al traverso del canale di navigazione del porto c´é in uscita un traghetto lanciato a 18 nodi, CPA = 3 mt, in 8 minuti, mica tanto da pensare! Antonella ruota il timone di 90 gradi a sinistra in maniera di metterci in una rotta parallelela al traghetto e farlo passare, prontamente Port Control ci chiama e chiede conferma che passeremo sulla poppa del traghetto, confermiamo e dopo che riusciamo ad attraversare la scia di onde enormi del traghetto, finalmente ci togliamo di mezzo da sto bordello.
L' ídea generale sarebbe di arrivare a Clingford a 50 miglia, ma non sappiamo se ce la possiamo fare per le 19:30 della sera, quando ci sarà la stanca di marea all' íngresso del grande fiordo che divide l´Irlanda dall' Irlanda del Nord.
Ci siamo dati dei WP intermedi in caso la corrente ci si giri contro impetuosa e non ci permetta di arrivare in tempo all´ingresso del fiordo.
Fino alle 13, la corrente ci assiste poi comincia la rotazione contro, considerando che siamo alle Sigizie può essere complicato, si prevedono 2.1 nodi contro.
Il primo WP è un possibile ancoraggio a Skerrie Bay, il nome una garanzia, che però è completamente aperta da nord e durante la notte il vento girerà da nord, ma piutost che gnint l'è mei piutost.
Alle 13 abbiamo al traverso Skerries e ancora siamo in orario e proseguiamo.
Alle 15 la corrente di marea sarà seriamente contro di noi, nello stesso momento saremo al traverso di Port Oriel, un minimini porticciolo di pescatori dove in teoria dovremmo andare in andana con qualche pescatore, anche se quà normalmente i pescatori non sono gentili come in Argentina e Cile dove oltre che offrirti l'andana ti riempivano poi di secchiate di pesce gratis, quà ci aspetteremmo secchiate di acqua gelata.
L'andamento della corrente di marea non è naturalmente cosí lineare come uno vorrebbe, quindi la corrente che corre al largo nel canale di San Giorgio non è la stessa che corre in questo golfo, e così arriva una corrente contro abbastanza blanda.
Conti e riconti, riusciremmo comunque ad arrivare al passaggio di Cranfield Point, l' entrata per andare a Carlingford in tempo alle 19:30.
Bene, saltiamo Port Oriel con piacere e continuiamo verso Carlingford. A tre ore dall´arrivo riduciamo uleriormente la velocitá per non arrivare troppo presto, alle 19:30 alcune tabelle correlate alla marea di Liverpool dicono alle 20:00 dovrebbe esserci la stanca, decidiamo di andare per le 19:30 perché dall´entrata al marina ci sono piú di 6 miglia e alle 21:00 fa buio e di entrare in sto mini marina di Frankestein al buio, deve essere un delirio che non vorremmo provare.
Puntualissimi alle 19:30 siamo all´entrata a Cranfiled Point, cominciamo ad entrare, ma la marea é ancora leggermente in uscita. Leggermente alle Sigizie non è un opzione, smotoriamo per addentrarci in questo lungo fiordo, all' inizio arriviamo al minimo storico di 1.9 nodi, poi, poco dopo, gira e filiamo a piú di 5 nodi. Abbiamo usato il riferimento delle HW di Dublino, ma evidentemente era giusto il tempo di Liverpool di una mezzoretta piú in ritardo.
Dobbiamo passare 18 boe laterali zig zagando in questo che sembra un enorme fiume, ma di fatto irto di bassi in ogni dove.
Alla diciottesima boa rossa dobbiamo fare quasi un dietrofront per avvicinarci al marina da Nord, sono giá le 21 e la luce sta svanendo, l´entrata è da brivido, tra due pezzi di muraglione che sembrano quasi un po' crollati, dentro ci sono 4 mini pontili e solo uno atto a ricevere visitatori in testata.
Avevamo telefonato verso le 16 e ci avevano detto che ci sarebbe stato posto in testata del pontile Charlie. Issiamo deriva e in due metri scarsi ci avviciniamo alla strettissima entrata, la barca con motore al minimo fa fatica a manovrare anche per la marea che spinge lateralmente. Entriamo tenendo la prua in direzione del muro di sinistra, ma la poppa tende a derivare verso il muro di destra.
Una volta dentro vediamo che in testata ci sono già due barche, di cui una un Ovni 435, già incontrata a Milford Haven.
Decidiamo di metterci in andana con lei, facile a dirsi ma a farsi mica tanto, la barca sembra presa da vita propria e se ne va dove vuole, l´allarme fondo ci avvisa che siamo sui 1.9 metri e il timone pesca 1.7.
In qualche maniera riusciamo ad abbrancarci al 435, io salto a bordo per legare le cime e per la fretta il dispositivo di apertura della lifejacket si impiglia tra le due sartie del 435 e in un istante il giubbotto è cosí gonfio che non riesco neppure a muovermi.
Per fortuna nel frattempo rientra la crew del 435 e ci danno una mano, io faccio poi una fatica tremenda anche solo per sganciarmi dal giubbotto, è cosí tirato che è quasi impossibile sganciarsi.
Va beh siamo attaccati, il fondo continua a strillare e noi, non sapendo esattamente quanta acqua abbiamo sotto, solleviamo anche il timone.
Altro problema, quelli del 435, devono partire domani mattina alle 06:30 per prendere la marea giusta per uscire, non vogliamo domani mattina rifare tutto l´ambarambà.
Vediamo che ci sono un paio di finger vuoti e si decide assieme alla crew del 435 di spostarci: piú facile a dirsi che a farsi.
Provo a partire a marcia indietro con timone e deriva su, ma non ce n' è per nessuno, la barca se ne va via a granchio pericolosamente verso il muraglione infernale. Gettiamo la cima di poppa alla crew del 435 e tirando ci aiutano senza pochi problemi a ruotare la barca di 180 gradi, non c'é peró manovrabilità. A costo di far saltare il disco di sicurezza del timone, ritiro giú il timone, sempre con il basso fondale che strilla impazzito. Ormai con la prua nella giusta direzione e il timone giú riusciamo finalmente a ormeggiare al finger con l´aiuto di Austin, Paul e Mark, i tre del 435.
Maronna che situazione! Si inteneriscono anche i tre rudi marinai e ci invitano per una birra sulla loro barca e poi per la cena, che noi peró rifiutiamo perché, stanchi ammazzati, ce ne vogliamo andare a letto.
La birra è comunque piacevole e con Austin, il proprietario dell´Ovni, si chiacchiera amabilmente incrociando le varie amicizie nautiche sparse in giro per il mondo..
È proprio piccolo questo mondo della navigazione di altura, dopo un po' che si fanno i vari passaggi “obbligatori” dell' altura, vedi Azzorre, Falkland, Puerto Williams, Inghilterra ecc... ci si conosce tutti, davvero un popolo in movimento sulle lunghe distanze.
Ci fanno un sacco di domande sulle nostre navigazioni alle alte latitudini con il nostro moscerino di barca e ne rimangono davvero colpiti, quelli sono i momenti in cui ci accorgiamo davvero dell´impresa fatta.
Dopo la birretta in barca ospiti, sistemiamo un po´di cose, accendiamo le stufette, ci sono già 3 gradi e stanotte arriverà a zero, un piatto di riso e a nanna, another day in the office, senza aver fatto danni.
Il passaggio nella baia di Dublino |
Il track |
L'ingresso al fiordo |
Lo zig zag tra le boe |
Il bordello all'interno del marina col buio |
Il faro della penisola Howth a Nord della baia di Dublino |
La penisola Howth e una nave in lontananza |
Un promontorio chiamato Ireland's Eye ( l'occhio d'Irlanda) |
Ireland's Eye |
Lambay, l'unica isola privata d'Irlanda |
L'ingresso di Carlingford in vista |
Entrati nel canale d'ingresso, le prime boe a poppa |
La grande meda con AIS all'ingresso del canale di Carlingford |
A destra del canale |
Il muro infernale |
Anche questa sembra un entrata è invece una sezione del muro collassato, cosa ci sia sotto non c'è modo di saperlo |
Questa la strettissima entrata che col buio e corrente laterale è davvero paurosa |
Finalmente al finger anche se traballa come se si dovesse rompere da un momento all' altro. |