Piriapolis 23/06/16 inizio inverno Australe
Dopo lo shock
termico del passaggio dall’estate europea all’inverno Uruguaiano, ci siamo rimboccati
le maniche (si fa’ per dire perche’ con 8 gradi di giorno c'e' poco da
rimboccare) e tutti e due con un raffreddorone come non ne avevamo da secoli
abbiamo cominciato I lavori su Stranizza .
L’anno scorso a Trinidad avevamo
inalzato la linea di galleggiamento di 14 cm, quindi avevamo steso il primer
nella fascia esposta di alluminio, dopo pochi mesi il primer se ne e’ sparito
portandosi dietro anche l’antivegetativa esponendo ancora l’alluminio.
Quest’anno non
trovando rivenditori International in zona siamo andati a Montevideo a
procurarci del primer bicomponente della Hempell.
Scartavetrato con
la rotorbitale la fascia eliminando ogni piccola parte del residuo e alla fine
scartavetrato con carta vetrata grossa per creare un fondo ruvido per poter far
aggrappare meglio il primer .
Tutto semplice a parole...ma nei fatti , lavorare
con 7/8 gradi non e’ proprio piacevole , in piu’ se si ha posizionata la barca
a solo 60 cm d’altezza , diventa tutto piu’ complicato.
Il motivo dei 60
cm e’ che avendo una deriva mobile senza peso ma tutto il peso in sentina il
cantiere (giustamente) prescrive di mettere le barche con deriva mobile piu’
basse possibili, per via dei famosi Pamperos che quando soffiano a 40/50 nodi
non hanno nessuna pieta’.
Le altre barche
con deriva fissa sono posizionate sulla deriva e poi sostenute da tronchetti di
eucalipto, che alla fine vengono tutti collegati tra loro con assi inchiodate
per renderli solidali...sembra che il sistema funzioni bene visto che ad oggi
non hanno mai avuto dei problemi di ribaltamento.
Date quindi 4
mani di primer...una mano al giorno , per dargli modo di asciugare, alla quarta
mano con il primer ancora appicicaticcio abbiamo cominciato a stendere l’antivegetativa
. Bene sui fianchi...ma quando e’ stato ora di andare sotto sdraiato in quel
bel pavimento freddo con il rullo a pochi centimetri dalla faccia ...non e’
stato piacevole , la sera ero un mascherone di puntini bianchi in faccia .
Assistiti un po’
dal meteo ...almeno non piove ...anche se i nostri nasi sono fontane , siamo
riusciti a stendere due mani di antivegetativa e tre sulla linea di
galleggiamento e sul primer.
Bene finito tutto
fatto informiamo il cantiere nella fattispecie del direttore Walter che siamo pronti
a varare, ok per martedi ...forse... , sti Uruguasci mi fanno impazzire,
comunque lunedi’ andiamo alla prefettura dove pagando 450 pesos inviano il
nullaosta al cantiere via fax dando il via libera per il varo.
Martedi’ tutto
pronto , provano con il travell lift ad arrivare alla nostra barca...ma non
passano, hanno fatto casino e hanno posizionato dei motoscafi in maniera che il
travell non passa, semplice si sposta uno dei motoscafi e via...ma qua’ non e’
cosi semplice, il cantiere e’ governativo, e Walter non si fida molto delle sua
capacita’ di guidatore di travell...bisogna aspettare Rene’ che arrivera’
mercoledi’, a me gia’ comincia a salirmi la pressione , gli suggerisco che
almeno il motoscafo lo possono rimuovere, ma...si...forse ...insomma nulla si
muove.
In piu’ mercoledi’
devono venire a montare un mostro di carrello trasportatore di barche
...qualcuno si e’ fatto prendere la mano e ne hanno ordinato uno da 80
tonnellate ...un mostro, tante’ che parlando poi con il tecnico americano che
lo e’ venuto a montare diceva che neanche in America hanno un siffatto mostro,
non so’ come si muoveranno in sto piazzalino, ma questi sono altri problemi, il
fatto e’ che per l’occasione vengono ad assistere di tutto e di piu’ , il
dealer che lo ha venduto dal Cile, alcuni pezzi grossi governativi, il
montatore dal Wisconsin...insomma mezzo mondo in piazzale ...proprio quando
dovremmo mettere in acqua la nostra barchetta, tra le altre cose tutta
tecnologia italiana , costruito da un certo Geminiani .
Arriva mercoledi’
e anche Rene’ tenta di passare con il travel lift ...ma non ce la fa’, nel
frattempo cominciano il montaggio del mega carrellone, provo in tutte le
maniere di parlare con Walter per muovere quel ca...zo di motoscafo...ma non c’e’
verso ..come sbattere su un muro di gomma, ho il sangue gia’ alla testa e tra
poco esplodo, ho in mente di andare in Prefettura e denunciarli per rapimento
della barca ...magari anche dalla polizia,,insomma fare un casino della
madonna, per fortuna Antonella , Diego (un bravissimo meccanico locale .che sa
come funzionano ste cose) e Mario un Italiano che vive in Uruguay da 30 anni ,
mi suggeriscono la calma e ponderazione...molto difficile per me, pero’ mi
sforzo e facendo buon viso a cattivo gioco cerco in vari momenti della giornata
di parlare con Walter in termini educati (che fatica !!!!) dopo vari tentativi
la sera prima di andarcene con Antonella lo ribecchiamo e con un sorriso ci
assicura chi il giorno dopo andremo in acqua, speregna.
La mattina alle
8:30 arriviamo in cantiere ed hanno gia’ cominciato la smobilitazione del
motoschifo, bene si procede, dopo poco via anche il secondo motoschifo che
stava davanti alla nostra prua ...e verso le undici finalmente si imbraca
Stranizza, si arriva davanti alla buca a la facciamo sollevare per poter dare
gli ultimi ritocchi di antivegetativa alla deriva e ai punti dove poggiavano i
legni.In un oretta faccio il lavoro, pronti per meterlla in acqua, cerca che ti
ricerca Rene’ ...alla fine lo trovo in riunione plenaria con i pezzi grossi per
il carrello...e va beh...finira’ sta riunione, la barca e’ appesa a pochi metri
dall’acqua ...ma non si puo’ fare nulla.Passa mezzogiorno e finalmente escono
dalla riunione fiume, lo avvicino e gli chiedo se andiamo in acqua ...e
no...ora deve seguire i test del mostro - carrello..., come dei pirla ci
sediamo a guardare questi che montato il giocattolo nuovo se lo scorrazzano su
e giu’ per il piazzale facendo guidare tutti i partecipanti alla riunione...ZEN
...ZEN...provo tutte le tecniche di rilassamento concepibili, basterebbero 15
minuti e la barca sarebbe in acqua, nel frattempo sale la nebbia e il
vento...noi poi dovremmo andare all’ormeggio sempre con il sistema barbaro
della boa di poppa e prua al molo di cemento...e naturalmente vento di
traversia.Ci mettiamo visibili nel gruppetto che segue i tests...in maniera che
non si dimentichino di noi, sono gia le 14:30...questi alle 15:00 anche sotto
bombardamento smettono di lavorare...HELP !!! Forse la nostra azione di “visibilita’”
funziona perche ad un certo momento Walter semba risvegliarsi e ricordasi che
noi abbiamo ancora la nostra barca appesa al travell lift, ci chiama e
organizza con Rene’per il varo, via che si mette in moto il travel si va’ sopra
la buca e comincia a fare scendere Stranizza, la deriva e gia’ quasi sommersa
quando sentiamo uno strombazzamento e il dealer Cileno che si sbraccia dicendo
di fermarsi...che cosa vorra’ mai ora, arriva alla buca con il mostro e dice
che vuole fare una foto con la nostra barca appesa e il mostro poco
lontano....God dam..sembra un incubo...riusciremo mai a mettere sta barca in
acqua ?
Finite finalmente
le foto di pramattica , Stranizza in acqua , tempo di spurgare la cuffietta
dell’asse , mettere in moto e via che ci dirigiamo al pontile...questa volta
Antonella a fare la manovra...io a cercare di infilare due cime nella boa di
poppa e poi correre subito a prua, scendere al volo sul molo di cemento e
fissare le due cime di prua...naturalmente con 10 nodi di vento al traverso.Va’
tutto bene, e come un grande team finalmente fissiamo Stranizza all’ormeggio...non
ci sembra quasi vero, di essere di nuovo in acqua ..una bellezza.
Davanti a noi
dall’altra parte del molo incontriamo John su un barcone di legno che si e’
fatto 7/8 volte la Patagonia e South Georgia, dobbiamo portargli i saluti di
Suzanne ..la navigatrice solitaria che si e’ fatta Canarie New Zeland senza
scalo, ci ha mandato un e mail dicendo di salutare il suo amico...sti
navigatori solitari J.
Ora che siamo in
acqua e’tempo di issare qualche bandiera, a dritta la bandiera dell’Uruguay, a
poppa quella di Malta, a sinistra partendo dall’alto il tricolore italiano, sotto
il guidone ADV appartenente a un socio ADV che ci ha spedito, con l’intenzione di “fargli
respirare il salso di terre lontane”...e noi anche se al momento ancora non
siamo molto in alto di latitudine ...ma in compenso aria fresca quanta se ne
vuole ...lo accontentiamo e lo ringraziamo.
Sotto ancora il
guidone del circolo nautico G.Migliori di Giulianova che ci hanno donato in
occasione della conferenza che abbiamo tenuto al loro circolo sui nostri due
tour atlantici.
Ora riassettiamo
un po’ la barca, facciamo passare una bassa pressione e poi sperando in un
giorno senza nebbia navigheremo verso Montevideo, altri navigatori incontrati a
Piriapolis stivano le barche per l’inverno in secca , per poi tornare in
primavera e riprendere la navigazione verso sud, noi abbiamo deciso di navigare
anche nel freddo inverno del Rio della Plata e visitarci l’Uruguay e risalire
anche il fiume Uruguay fin che’ ne abbiamo voglia.Abbiamo incontrato
velocemente un altra coppia lui canadese e lei australiana che partiti una
settimana fa’ da Piriapolis stanno facendo il nostro stesso giro...speriamo di
riuscire a raggiungerli da qualche parte...non c’e’ molta gente di questa
stagione che naviga nell’inverno Australe.
Scritto da Angelo
BV Angelo e
Antonella
Stranizza posizionata a 60 cm da terra
Come vengono fissate le barche a deriva fissa
Carenaggio da contorsionista con 9 gradi di temperatura
Ci si avvia finalmente verso la buca
Immobili a pochi metri dall'acqua in "attesa"
Finalmente in acqua
Il giorno dopo si prova il "mostro" con una barca storica
Una volta in acqua si issano le bandiere di cortesia e di appartenenza
Bandiera di poppa