Barca più grande !!!
Se pensate che abbiamo acquistato
una barca più grande ...forget about it..non c’è il cash per una tale
eventualità.
Visto che non si può allargare la barca esternamente lo abbiamo fatto
internamente, decidendo di aprire la paratia che divide la dinette con la
cabina di prua: progetto che si perde nella notte dei tempi.
Apriamo o non apriamo ...questo era il dilemma.
Abbiamo deciso di farlo a
Trinidad visto il tempo a disposizione e pensavamo che, essendoci un sacco di
cantieri, fosse facile trovare falegnami all’altezza, ma più che altro avendo
la barca con interni chiari di quercia chiara fosse facile trovare anche il
legno per fare le cornici a forcella per coprire il taglio nella paratia: WRONG!
..su tutta l’isola non si trova traccia di legno chiaro ma solo teak ...in
quanto ai valenti falegnami...meglio stendere un velo pietoso.
Fortuna vuole che abbiamo l’amico Sergio di Marina di Pisa che lavora come
falegname professionista su mega yacht, detto fatto, prese le misure delle
forcelle spedite via e mail...e dopo un tempo ragionevole compatibile con i
suoi numerosi impegni, finalmente le forcelle sono arrivate a Trinidad.
Non sono un falegname, ma non volevamo correre il rischio che sti stregoni di
falegnami qua in giro ci facessero un pasticcio, così ci siamo armati di tanta
pazienza e abbiamo cominciato a prendere e riprendere le misure.
Non c’era possibilità di errore, quando si taglia si taglia, se si sbaglia
...non si può sistemare.
Così, sudando copiosamente per la fatica di lavorare
all’interno della barca con 38 gradi, si aggiunge anche il sudore della
tensione di sbagliare qualche calcolo.
Fatto il taglio, sembra che tutto coincida, sarà da aggiustare un po’ con la
carta vetrata, le cornici non sarano esattamente uguali essendo tipi diversi di
quercia, in più i tagli, non avendo una sega elettrica, vengono fatti a mano
lasciando qualche spazietto tra le connessioni...ma alla fine il risultato non è
terribile, almeno a noi soddisfa.
Improvvisamente la barca sembra essersi dilatata
e gli spazi aumentati ...siamo impressionati dal risultato ...anche se
Antonella ne aveva disegnato il risultato finale, la realtà è meglio della
teoria.
La fase immediatamente successiva al taglio è stata l'acquisto e adattamento della tenda che sostituisce la paratia.
Anche in questo caso pensavamo di trovare in un grande negozio per la casa il tessuto e invece abbiamo trovato una bellissima tenda per la doccia che ha molti vantaggi.
Primo fra tutti costa poco e se ci stufiamo la cambiamo, secondo non necessita di particolari gancetti o cuciture perché tutto fornito nella confezione, basta mettere un'asta di legno e vai con le anelle.
Con una sola tenda ne abbiamo ricavate due, la seconda per coprire i cuscini del pozzetto che adesso sono sostenuti comodamente dal pezzo di legno tagliato dalla paratia ( della serie non si butta via niente).
Coibentazione
Abbiamo pensato tante volte al
fatto che abbiamo la barca non coibentata, e andando al freddo (ma anche al
caldo) all’interno si passa dalla ghiacciaia al forno.
Visto che non ne avevamo
abbastanza dei 2500 e passa lavori da fare, un giorno mi è venuta la bella idea
di isolare almeno il cielino.
Trinidad non è che sia proprio il posto giusto per trovare materiali atti alla
coibentazione, l’unica cosa facile da trovare è il polistirolo perché usato per
la costruzione delle celle frigorifere, fortunatamente lo spessore di 5 cm si
adatta perfettamente all’intercapedine tra celino e tuga.
Smontata mezza barca e cominciato a segare il polistirolo ...sembrava che
avesse nevicato all’interno...pallini di polistirolo dappertutto.
La sera, grazie
ai vicini che ci hanno prestato un aspirapolvere industriale, riuscivamo a dare
una parvenza di pulizia per andarci a letto. Dentro si sudava da matti, e
Antonella, saltellando tra palline di polistirolo, riusciva in qualche maniera a
cucinare senza troppo condire gli alimenti di palline plasticose.
In due giorni di durissimo lavoro siamo riusciti a fare il cappottino al
soffitto;
...ora continueremo per mesi a trovare residui in fondo a tutti i
gavoni .
Affondamento evitato.
Lo scarico del motore a mare poco
inteligentemente era stato fissato allo scafo con una piastra di acciaio a sua
volta imbullonata con bulloni di acciaio sull’alluminio. Acciaio + alluminio +
acqua salata e voilà la pila perfetta, risultato lo scafo dietro mezzo sfondato
dalla corrosione galvanica. Per fortuna mi è venuto lo sghiribizzo di smontare
e controllare, tempo un paio di mesi e avremmo imbarcato acqua a secchi, come
mi hanno raccontato di un 385 che a momenti affondava.
La riparazione perfetta sarebbe stata di tagliare tutto e risaldare una flangia
di alluminio ...ma.. dove lo trovo qua lo stesso tipo di alluminio per fare la
flangia, e un saldatore disposto a portare in cantiere la saldatrice TIC, e
costruire una copertura per ripararsi dalle correnti d’aria durante la
saldatura....mission impossible a Trinidad, quindi per il momento ho fatto una
bella rasatura con uno stucco bicomponente compatibile con l’alluminio e
l’acqua salata, poi livellato e carteggiato, infine sicoflex abbondante e
rondelle di teflon sui bulloni.
Problema risolto ? Neanche per sogno...spero di avere rallentato il processo
fintanto che non troveremo il “giusto “alluminio e bravi saldatori.
Tra i tanti lavori fatti che non ci sembra vero e non li ricordiamo neanche più tutti,
anche il nuovo tappo dello scarico del Webasto ( impianto di riscaldamento) che era stato danneggiato e risaldato a Cartagena e aveva bisogno di una sistemazione più solida, inoltre era necessario mettere un tappo più sicuro di quello di legno provvisorio che avevamo messo per evitare che l'acqua di mare entrasse.
Disegni del progetto:
Foto prima e dopo:
Prima
Misure prima del taglio
Si comincia....
RISULTATO FINALE!!!! CON TENDA!!!
Si intravede anche il tubo della stufa
con la valvola barometrica (che non si vede).
COIBENTAZIONE
.... La neve
Quasi finito
A prua
AFFONDAMENTO EVITATO
ALTRI LAVORI
Il tappo dello scarico del Webasto