01-Maggio - Caleta del Sebo Isla
Graciosa Canarie
29 13.6092 N 013
30.0271 W
Dovevamo partire venerdi 25 Aprile ma poi un Ovest teso ce lo ha
impedito, abbiamo quindi rimandato al giorno dopo. Sabato 26 sveglia alle 5 e
partenza alle 6 in maniera di essere alle 9 allo stretto a Tarifa, 5 ore prima
della HW di Gibilterra, quando cioè il flusso di marea sara’ uscente dal
Mediterraneo.
È ancora buio pesto, cominciamo l’uscita dall’immenso golfo di Gibilterra con centinaia di navi all’ancora, cominciamo lo zig zag...ma presto ci accorgiamo che non sono tutte all’ancora, c’è un gran movimento, navi che arrivano e navi che issano ancora per muoversi, dopo un po’ l’AIS è quasi impazzito dall’innumerevole quantita’ di incroci. Andiamo avanti, Antonella al timone io di sotto al computer a cercare di capire le varie traettorie. Siamo quasi fuori e salgo ach’io per godermi lo spettacolo, nenanche 30 secondi e un suono di sirena ci fa raggelare, la nave che stavamo passando a 200 metri ha issato e si sta muovendo già a 10 nodi continuando a suonarci addosso, mi ci vuole un po’ anche solo per capire dove sta andando, a bordo ha tutto acceso una gran luminaria che non si distinguono neanche le luci di via, alla fine mi sembra di intuirne la prua e caliamo decisamente i giri al motore per farla passare, finalmente ferma quel trombone di sirena e ci sfila sulla dritta.
È ancora buio pesto, cominciamo l’uscita dall’immenso golfo di Gibilterra con centinaia di navi all’ancora, cominciamo lo zig zag...ma presto ci accorgiamo che non sono tutte all’ancora, c’è un gran movimento, navi che arrivano e navi che issano ancora per muoversi, dopo un po’ l’AIS è quasi impazzito dall’innumerevole quantita’ di incroci. Andiamo avanti, Antonella al timone io di sotto al computer a cercare di capire le varie traettorie. Siamo quasi fuori e salgo ach’io per godermi lo spettacolo, nenanche 30 secondi e un suono di sirena ci fa raggelare, la nave che stavamo passando a 200 metri ha issato e si sta muovendo già a 10 nodi continuando a suonarci addosso, mi ci vuole un po’ anche solo per capire dove sta andando, a bordo ha tutto acceso una gran luminaria che non si distinguono neanche le luci di via, alla fine mi sembra di intuirne la prua e caliamo decisamente i giri al motore per farla passare, finalmente ferma quel trombone di sirena e ci sfila sulla dritta.
Le luci del Golfo di Gibilterra, il chiarore dell'alba, la luna.
Lo stretto, al centro, dietro l'eolico " The Rock", a destra la costa africana.
Giriamo l’angolo del golfo e ci
dirigiamo decisamente verso ovest, o almeno vorremmo, vento da ovest diretto
sul naso 15 nodi, e la corrente non ha ancora girato...un massacro. A tutto
motore filiamo alla iperbolica velocita di 1.4 nodi ...praticamente fermi,
issiamo randa e cominciamo a fare piccoli bordi , anche se non migliora
tantissimo. Andiamo avanti un oretta così poi per fortuna la corrente comincia
a girare e piano piano prendiamo un po’ di velocita’. Passiamo Tarifa sempre
con l’ovest sul naso ..siamo confidenti del meteo che prevede venti da nord
appena fuori da Tarifa, l’idea è poi di proseguire per ovest una 50 ina di
miglia per poi poggiare e andare giù di poppa piena, tutto cio’ per evitare i
famigerati pescatori marocchini e le loro reti killer derivanti.
Il faro di Tarifa.
Stiamo passando le Colonne d'Ercole!!!
Il meteo ha
toppato, continua 15/20 nodi da ovest e ci ritroviamo in mezzo a le due corsie
di traffico dello stretto che procediamo ...sig...di nuovo a 1.5 nodi, perchè
nel frattempo la marea ha girato ed abbiamo tutto contro. È un delirio ed è
impensabile proseguire così per
altre 50 miglia, anche perché piano piano il mare comincia a crescere. Non ci
sono tante opzioni, appena abbiamo acqua a sufficenza sottovento con la costa
Marocchina, purtroppo dovremo poggiare e cercare di bolina di guadagnare il
possibile per allontanarci da costa, ma sappiamo bene che ci attende una notte
infernale. Procediamo di bolina con due mani e trinchetta con un bel marone, prima dell’imbrunire vediamo
arrivare da terra una miriade di piccole imbarcazioni di legno con a bordo 4/5
persone, venendo da terra sono contro al mare e al vento, con quei barchini
fanno impressione, sull’onda si impennano quasi in verticale..ma continuano ad
andare avanti imperterriti.
Pescatori marocchini
So che li dovrei un po’ odiare
per via che a breve metteranno giù tante di quelle reti da imprigionare un
centinaio di eliche, ma non posso reprimere anche un po’ di ammirazione per il
coraggio di essere in mare in quelle condizioni, e naturalmente staranno in
mare tutta notte dormendo in sti gusci aperti a tutte le intemperie...la fame è
fame.
Poco pima del buio metto su un risotto in pentola a pressione, Antonella di guardia, paf...il GPS e AIS spariscono dallo schermo, abbiamo un cargo lanciato a 15 nodi che si avvicina in parallelo da prua.
Mi metto al computer e cerco di
capire che è successo. Dopo un po’ a stare così concentrato al computer mi
viene un po’ di mal di mare, intanto la pentola a pressione comincia a
fischiare, Antonella mi chiama su dicendo “ma cosa fa’ quello?” Spengo al volo
la pentola mi lancio su e....visione da incubo ...Stephen King non si è
inventato nulla, il cargo ha virato di brutto a circa 300 metri da noi e ci
punta dritto come un fuso! Opzioni ..lo chiamo via radio..ma l’AIS è scollegato
e non so il nominativo, mi catapulto giù e accendo motore (cosa che non
volevamo fare sotto nessuna circostanza per via delle reti) tutta a manetta e
in qualche maniera ci spostiamo dalla sua rotta, spegniamo istantaneamente il
motore, dopo neanche 10 secondi avvistiamo una rete derivante a 50 metri dritto
di prua, VIRAAAAAA... viriamo a dritta e la schiviamo per centimetri, facciamo un
po’ di strada sul bordo con mure a sinistra e poi riviriamo.
Ricostruzione della scena:
il cargo, il barchino dei pescatori di fianco,
la rete derivante con i galleggianti colorati e la bandierina al centro.
Sono sudato e con
le palpitazioni...che spaghetto, ricostruendo il fatto abbiamo pensato che
anche il cargo accortosi della rete ha fatto di tutto per evitarla...spero solo
ce ci avesse visto.
Finisco di sistemare il problema AIS, ma mi è rimasto un
gran mal di stomaco da tensione, paura...mal di mare, che purtroppo non mi
mollerà più fino all’arrivo.
Continuamo la notte di bolina, in mare una
miriade di luci e lucette, in più un sacco di cargo che risalgono l’Africa per
entrare a Gibilterra, noi tentiamo di guadagnare verso ovest, ma è un processo
lento. Dopo un po', anche memore di quando lavoravo in Congo dove hanno le
stesse tecniche di pesca ma al posto dei barchini ancora con le piroghe di
legno a pagaia, insomma comincio a dare un senso al bailame di luci, la nuttata
ha da passa’. E finalmente passa, alla fine il vento ha girato da nord, è ora di mettersi al gran lasco e
cercare di continuare verso ovest per allontanarsi da costa il più possibile.
Chiudiamo randa, su tutta deriva, apriamo genoa e via che si fila a 5/6 nodi
con 10/15 di vento. Inseriamo il timone a vento...va’, ma non ci convince
interamente, ha una rotta molto balzellante. Andiamo avanti così, facendo
continuamente aggiustamenti ... ma non funziona come dovrebbe, fino a che
lunedi sera...manco a farlo apposta il vento salito a 30 nodi onde veramente
grandi e con un periodo molto breve ...di sicuro non quelle degli Alisei, con
in più le cosidette “Talebane”, treni di onde incazzate che ogni mezzoretta ci
investivano sulla fiancata di destra con una gran violenza, tant è che un paio
di volte grazie anche alla deriva completamente issata ci hanno fatto scivolare
letteralmente di 2/3 metri sulla sinistra come fossimo una barchina di carta.
Windy, il timone a vento che fatica a tenere la rotta.
Insomma
in tutto sto po’ di casino il pilota a vento glie la da su, e non funziona più,
chiamo su Antonella che stava riposando, si mette al timone, con un buio come
la pece e un mare incrociato un po’ scary. Io intanto con la pila cerco di
capire il problema...ma non c’è nulla da fare.
Inseriamo il pilota elettronico
incrociando le dita che ce la faccia con sto casino di mare, dapprima si stacca
un paio di volte...poi piano piano sembra prendere il ritmo.
Il prossimo
problema è come alimentare tutta ‘sta elettronica: accendere il motore può
essere pericoloso, i motori odierni delle barche sono motori marinizzati ma non
marini, sono cioè motori da autotrazione un po’ riaggiustati, c’è quindi il
serio pericolo che con troppi ondeggiamenti venga a mancare la lubrificazione
dell’olio e allora addio motore. Spegniamo tutto quello che si puo’ spegnere,
anche lo schermo del computer in stand by, nel caso sentissimo l’allarme AIS, si riaccende e via,
navighiamo per rotta bussola...di buono c’è che con 30 nodi da poppa i due
eolici ci vanno a nozze e ci tengono cariche le batterie. La notte con i suoi
turni è però saltata, arriviamo a mattina un po’ stravolti. Nel frattempo a
causa del mare, la zattera situata nel suo alloggiamento a poppa, sotto la
spinta dei marosi tenta di fuoriuscire dal suo posto.
Prima avevamo una zattera
Arimar da 6 persone con normativa italiana, vuol dire l’unico paese al mondo
che obbliga a inserire nella zattera anche acqua e cibo per una settimana, alla
fine ci si ritrova con una zattera da 54 kg...che faccio anch’io fatica a
muovere, pensa una donna.
Appena presa la bandiera maltese, ci siamo liberati
della zattera vendendola ad un pescatore e ne abbiamo acquistata una della
Zodiac da 4 persone senza nessuna dotazione all’interno risolta con una grab
bag in dinette sempre pronta. Peso totale meno di 30 kg...un po’ meglio, non
avevamo pero’ calcolato che essendo più piccola e stretta se ne sarebbe andata
a zonzo nel ricettacolo di poppa. Provato a inserire delle tanichette per
riempire gli spazi, ma le onde sollevavano le tanichette e una se ne è sparita,
legate le tanichette per non perderle ma ogni tanto bisognava scendere a poppa
legati per risistemare il tutto ... per non perdersi la zattera per strada. Dopo
un giorno di vari tentativi alla fine sono riuscito a legare la zattera almeno
in maniera di non perderla.
Gli ultimi due giorni per fortuna siamo riusciti a godercela un po’, Antonella sempre più gagliarda ormai si gestisce le due vele di prua da sola, è ormai veramente in controllo della barca, durante tutta la traversata mi ha anche curato con i suoi brodi portentosi, per via che avevo lo stomaco completamente chiuso a qualsiasi cibo solido, cuoca skipper ecc... i travestimenti continuano.
Nel frattempo vari avvistamenti, delfini e dei piccoli balenotteri con il muso tondo ...dobbiamo documentarci.
Passeggero in transito: una tortora.
Seguiranno una rondine e un passero.
Arriviamo con una grande umidita’, La Graciosa e Lanzarote si intravedono tra la nebbia da una decina di miglia, è però uno spettacolo, vedere queste isole nere avvolte dalla nebbia in mezzo all’oceano.
"quando n'apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna. (135) "
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna. (135) "
Lanzarote in vista.
Ce l’abbiamo fatta, era una
grande sfida per noi senza nessuna esperienza di oceano, per di più in una
stagione dove non c’è molta gente che ci naviga, devo dire che siamo stati
veramente bravi, ad affrontare tutti i vari problemi.
Imbocchiamo il canale tra Lanzarote e La Graciosa.
Il posto sembra veramente un
paradiso, ci infiliamo nel canale tra Lanzarote e La Graciosa, vediamo il
breakwater, dietro solo un piccolo paesino con casine bianche e infissi blu o
verdi, proviamo a telefonare ...nessuno, vhf sull’8..nessuno, sul 16 nessuno,
va bene che è il primo maggio, pero’ qualcuno ci dovrebbe essere, anche se questo è un porticciolo governativo che per accederci bisogna inviare
un modulo 5/6 giorni prima a Las Palmas.
La Graciosa
La Graciosa: il villaggio di Caleta del Sebo
Va beh..entriamo e da qualche parte ci
metteremo.
Appena passati il verde e rosso vediamo un omarino che si sbraccia
sui pontili e ci fa’ segno di ormeggiarci al secondo pontile...furbacchione ci
ha sentito al vhf, ma mica ha risposto.
C’è ancora una ventina di nodi da nord
e all’ormeggio al finger prendo male le misure e mi tocca rifarlo, va beh dopo
quasi 6 giorni di lavatrice se po’ fa’. Finito l’ormeggio ci abbracciamo, una
grande emozione, una traversata “movimentata” ma ne valeva la pena, anche se
siamo stanchissimi e un po’ deperiti. Riusciamo a fare la doccia in barca,
riassettare la dinette e fare du fili aglio e olio. Improvvisamente lo stomaco
mi si è aperto e magno a quattro palmetti, piatti nel secchiaio e a letto, ci
alzeremo dopo 12 ore. Peccato che non c’era Francesco con il suo Ovni 32
Siddharta a prenderci le cime in
banchina, ci siamo mancati per pochi giorni...sarà per un altra volta.
La mattina si ricomincia subito
con i lavori e Antonella e Tatiana con il bucato, dopo aver faticato un po’ a
capire che ora era lì ci siamo recati all’ ufficio del porto per le pratiche, abbiamo
attraversato il villaggio molto bello. Il responsabile, in un ufficio una
persona gentilissima, fa’ tutte le pratiche e alla mia richiesta del costo mi
risponde 8.22 euro al giorno...whooow, qui si ragiona, è vero che non c’è luce
elettrica sul pontile, ma solo acqua e onestamente non sappiamo neanche se ci
sono i bagni o meno...ma chi se ne frega, luce siamo autosufficenti...doccia
pure, penso che prolungheremo il soggiorno. Arrivando all’ufficio avevo visto
una pescheria, chiedo quindi se è aperta o no, lui risponde che non crede perché
per via della festa i pescatori non sono usciti, ma allora gli chiedo come mai
il paio di ristoranti incontrati esponevano grandi cartelli con su scritto
pesce fresco di giornata...forse volevano intendere freddo e non fresco, fa’ un
sorriso sornione e risponde si frio e non fresco. Passiamo dalla pescheria e
uno li di fuori ci conferma che è chiusa perché non hanno pescato: prima
pescheria in assoluto che vedo chiusa perché non ha il pesce fresco, di solito
congelati e surgelati a go go.
Ora sistemiamo la barca e la crew, forse staremo 4/5 giorni, poi un altra sosta a Puerto Calero per poter visitare Lanzarote, rifare cambusa e ...pronti per il 2nd jump.
Ora sistemiamo la barca e la crew, forse staremo 4/5 giorni, poi un altra sosta a Puerto Calero per poter visitare Lanzarote, rifare cambusa e ...pronti per il 2nd jump.
Vista dal molo di Caleta del Sebo: lo stretto di mare e la costa- sempre nuvolosa- di Lanzarote.
Il 23/4, quando ancora eravate a La Linea, avevo inserito un nuovo commento felice di potervi seguire nel viaggio attraverso il tracciato dell'AIS. Purtroppo tutto si è bloccato al 26/4, cioè quando siete partiti e ancora ad oggi la vostra posizione non appare aggiornata e riporta ancora Gibolterra. Forse è perchè da quanto avete indicato, l'AIS si è spento più volte, ma la mia è solo una considerazione fatta da uno poco esperto.Comunque sono molte felice che nonostante le previsioni meteo non coincidenti con la realtà e con i vari problemi, come le reti, le rotte e l'AIS che non funzionava adeguatamente, siate arrivati. Nei prossimi giorni andrò a ricontrollare se vi trovo da qualche parte dell'Oceano. Un grosso saluto
RispondiEliminaCiao Roberto, prova questo link per l"AIS,http://www.vesselfinder.com/?mmsi=249000887 qui e' tutto regolare.Ci fanno sempre piacere I tuoi commenti, per il meteo l'avevi quasi azzeccata...peccato che il Nord sia diventato Ovest...
RispondiEliminaCiao , domain ci muoviamo su Arecife per approvigionamenti.
Ciao Alle prossime
Ottimo, invece vi cercavo con il sito della Marine Traffic che riporta come ultima posizione Gibilterra. Boh !
EliminaDovreste essere la 4a barca dall'esterno ormeggiati con la poppa. Grazie
Anche io vi seguivo su Marine traffic,
RispondiEliminabello il sito di vesselfinder.
A proposito, complimenti per l'avventurosa "veleggiata"
e anche la descrizione è bella e coinvolgente.
wow, m'hai fatto venire il mal di mare anche a me leggendo il racconto del viaggio!! buon riposo e incrocio le dita per il prossimo jump!!! besos
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