By Antonella
La mattina del 25 luglio la luce radente dell'alba dà un
effetto ancora più surreale al panorama industriale del porto di Avilés.
Appena fuori ci rendiamo conto che
sarà tutto motore e siamo un po' avviliti perché il vento almeno oggi
ci doveva essere. La mancanza di vento, il rumore costante del motore
e la preoccupazione che si rompa qualcosa, non ci fa godere appieno
della tranquillità della navigazione e pensiamo che non vogliamo
più fare delle lunghe. Poi pian piano il maraccio residuo del giorno
prima si calma e di notte c'è lo spettacolo della luna quasi
piena sul mare poco mosso.
Se da un lato avremmo voluto arrivare
diretti a Lorient, dall'altro ci ha fatto piacere la sosta a La
Coruna e negli altri due porti, perché quei luoghi ci erano rimasti
nel cuore da quando siamo andati a prendere Stranizza ventuno anni
fa, infatti il piano originario era quello di fermarci, così questa
ultima parte del viaggio è stata caratterizzata da questi due
sentimenti contrastanti. L' impressione sottostante è sempre che sia Stranizza a scegliere in qualche modo.
A tenerci svegli, il grande traffico di
imbarcazioni: cargo, barche a vela perlopiù francesi spesso senza
AIS e pescatori che, nonostante non avessero una rotta precisa tenendoci in sospeso per le rotte all'incrocio, alla fine ci facevano
sempre passare. Molti pescherecci nelle acque francesi hanno bandiera
francese ma nome spagnolo. L'ultima sera uno di questi che era
all'incrocio e ci ha chiamato e il problema era capire in che lingua
parlasse, anche perché i pescatori di qualsiasi paese parlano un
linguaggio molto particolare, alla fine visto che ero io alle
comunicazioni ho parlato in spagnolo cercando di spiegare che eravamo
all'incorcio e questo dopo un francese stentato ha finalmente
esordito in spagnolo con un “no pasa nada, no pasa nada”
intendendo dire che ci avrebbe fatto passare e così è stato. La
gentilezza di queste persone che lavorano duramente in mare ci ha
commosso e intenerito.
L'arrivo a La Rochelle è stato molto
emozionante per vari motivi. Primo, il ritorno in un altro posto dove
ci eravamo fermati ventuno anni fa con il ricordo del passaggio in
mezzo a tantissime barche a vela e quella strana costruzione che
abbiamo poi scoperto essere la replica del faro della fine del mondo
che si trova nell'Isola de los Estados all'estremo Sud dell'
Argentina. La copia è stata costruita proprio nel 2000 quando ci
siamo passati noi – forse un presagio?- Secondo, essere finalmente
arrivati in Francia dopo un viaggio un po' tormentato. Poi l'incontro
emozionante con Maitre Coq in navigazione dopo che abbiamo seguito
assiduamente la Vendée Globe quest'inverno.
Anche La Rochelle era un luogo da
rivedere. Ci ricordavamo le tante barche all'ingresso, il marina
immenso e poco altro. Dopo il solito giro turistico dei velisti (
leggi alla ricerca dei pezzi di ricambio) per fortuna nei capannoni
circostanti, facciamo un giro nella spiaggia vicina e in città. I
posti sono bellissimi, ma siamo nel periodo delle vacanze e c'è
troppa gente in giro per i nostri gusti, riusciamo a gustarci un
croissant in una delle brasserie lungo il porto vecchio ma appena ci
addentriamo nel centro ci sentiamo soffocare e il distanziamento
sociale completamente dimenticato, praticamente un bagno di folla e
le strette vie – come ormai in tutti i centri storici- un
susseguirsi di locali per abbuffarsi. Scappiamo in cerca d'aria per
rifugiarci nella quiete della nostra barca. A parte la massa di
turisti, i luoghi sono spettacolari e ben tenuti con tanto di
cartelli di spiegazione. Anche qui antico e moderno insieme, come
l'area industriale abbandonata del Gabut vicino al vecchio porto
rivestita di graffiti e riutilizzata per eventi culturali.
La sensazione è un po un ritorno a
casa per Stranizza, anche perché in quasi tutti i porti o marina
arriva qualche velista a fare gli elogi o a chiedere informazioni su
l'OVNI. “ L'OVNI c'est formidable!”.
Questi luoghi per qualche motivo ci
riportano al nostro viaggio. Dalla partenza da Les Sables D'Olonne,
alla Patagonia con il faro della fine del mondo, i velisti di La
Rochelle che hanno passato Capo Horn, e la Guyana Francese dove i
bastimenti con i reclusi per il bagno penale arrivavano a Saint
Laurent de Maroni partendo da S.Martin de Re sull'Ile de Re di fronte
a La Rochelle.
Si respira qui l'amore per il mare e per la vela. Ci
ricordiamo anche di tutti i francesi che abbiamo incontrato lungo il
viaggio, in special modo bretoni, che ci hanno aiutato o influenzato
nelle scelte e che magari riusciremo a rivedere anche dopo anni
sempre con grande emozione.
Nell'idea di riprendere la navigazione non ci aspettavamo di scoprire una regione così affascinante senza andare troppo distanti.
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Peschereccio d'altura al largo delle coste francesi
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Il basso fondale in prossimità dell'ingresso a Le Rochelle, il vento contro marea crea una bella onda
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Il faro de l'Ile d'Oleron a Sud di La Rochelle
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Una delle due boe cardinali che delimitano il passaggio nel canale d'ingresso
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Navi all'ancora
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Che sollievo e emozione! Stiamo arrivando!!!
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Il ponte alto 30 mt.che collega l'Ile de Re alla terraferma.
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Il faro della fine del mondo- Le Phare du Bout du Monde
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Agosto 2000 Arrivo a La Rochelle con Stranizza appena uscita dal cantiere. e il faro alle spalle appena inaugurato.
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La tour Richelieu nel canale d'ingresso
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Il Marina Port des Minimes con più di 4000 posti barca.
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I numerosi capannoni per la nautica a fianco del marina
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Stranizza all'ormeggio con i guidoni e la bandiera italiana
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Passeggiata alla spiaggia di Minimes
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Roba da turisti ....un tripudio di magliette a righe
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Passeggiata in città
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Il porto in miniatura...
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E voilà Maitre Coq!!!
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Lo spazio GABUT con i graffiti !!!
Il Porto vecchio
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Bagno di folla
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Manifestazione in città
Rue St. Nicolas
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La chiesa di Saint Sauveur
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Sull'edificio dell'ufficio del turismo il manifesto con i film girati a La Rochelle, Annie Girardot al suo esordio con Lino Ventura
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