Da Gran Tarajal (Fuerteventura) to Salvador de Bahia ( Brasil)
3002 NM in 29 giorni di navigazione
09/01/2016 Salvador de Bahia
Siamo partiti l’otto
di dicembre da Gran Tarajal (Fuerteventura Canarie), siamo partiti piu’ tardi
di quello che avevamo preventivato, ancora ad Arrecife vedevamo partire gli
altri italiani per l’ARC o per la semplice traversata e noi per problemi
tecnici...troppo lunghi ora da descrivere, mordevamo il freno.Poi a Gran
Tarajal siamo riusciti a sistemare un po’ il sistemabile , abbiamo fatto
cambusa prevendendo anche la possibilita’ di non fermarsi a Capo Verde e con un
bel venti nodi al lasco siamo partiti salutando gli ultimi amici in
banchina.Come da copione i primi due giorni complice anche un bel mare formato
i nostri piedi marini hanno sofferto, quindi tutto ridotto al minimo e alla
sopravvivenza.Poi d’improvviso come quando spunta il sole dalle nuvole...tutto
va’ a posto, l’equilibrio torna, gli stomaci si aprono e si apprezza tutto cio’
che circonda.In linea di massima nella prima parte fino a Capo Verde abbiamo
avuto venti deboli e abbiamo fatto i salti mortali per riuscire a mantenere la
media che ci eravamo prefissati di almeno 100 miglia al giorno.Quindi tutti i
tipi di configurazione con le vele, randa genoa tangonato, randa gennaker
tangonato .Ad un giorno dall’arrivo a Capo Verde abbiamo preso la decisione di
non fermarci e di tirare dritto, i motivi per cui ci saremmo dovuti fermare
sarebbero stati..un eventuale riposo e fare cambusa.La cambusa memori dell’anno
prima dove praticamente tutta la roba acquistata a Mindelo ne abbiamo dovuto
buttare a mare piu’ della meta’ per la cattiva qualita’ dei prodotti, riguardo
al riposo ci scocciava ormai aver preso il piede marino, doverci fermare e
ricominciare tutto da capo,,,e allora via che si va’.Fino a circa 200 miglia a
sud di Capo Verde avevamo tutti i giorni appuntamento radio con l’Italia e con
i 4/5 naviganti che stavano attraversando verso i Caraibi...poco dopo tutti
spariti per la pessima propagazione.Man mano che poi ci avvicinevamo all’equatore
era sempre piu’ difficile connetersi con la radio per i dati alle stazioni nell’emisfero
nord...per fortuna proprio in quei giorni hanno installato una nuova stazione
in Brasile che ci ha salvato davvero la ghirba , ogni sera ci collegavamo
quindi per i bollettini meteo, abbiamo avuto poi modo di sentirci via e mail con Jo , il radioamatore Brasiliano che
gestisce la stazione e fargli i complimenti.Al settimo grado nord, sono
cominciati i groppi , cieli inquietanti, botte di vento da 30 nodi seguite da
calme piatte, giorni a smotorare per cercare di non farsi prendere dalla
corrente equatoriale, abbiamo dovuto aspettare fino al grado 2 di latitudine
sud per riincocciare il vento.Piano piano e’ entrato l’aliseo da sud
,anche se debole e non costante.Comunque bolina larga e via andare, la
vita a bordo un po’ piu’ miserabile , ma contenti del vento e di filare ,Da
Maceio in poi il vento gira ancora dai quadranti nord e si torna nel
meraviglioso mondo delle portanti.A due giorni dall’arrivo una perturbazione ci
investe parzialmente , a terra ha fatto dei disastri con raffiche a 50 nodi,Jo ci dira' poi che ha dovuto chiudere la stazione di trasmissione perche' ha dovuto tirare giu' la grande antenna per paura del vento e dei fulmini,
noi vedevamo i lampi in lontananza che illuminavano tutto l’orrizonte e ci
ca....mo sotto.Per fortuna solo pioggia e qualche raffichetta a 30 nodi...ma
niente di grave, ringraziamo sentitamente l’estensione dello spray hood fatta a Trinidad l’anno scorso che ci ha
permesso di non infilarci mai la cerata e rimanere sempre all’asciutto.Il 6
gennaio insieme ai Magi siamo atterrati a Salvador al marina di BahiaMarina . E
come diceva il grande Jannacci “per tutti quelli che dietro una tastiera
pensano e sognano mondi paradisiaci immaginando i velisti quando arrivano
spaparanzati in pozzetto a bere Caipirinha e approfondire i risvolti culturali
e folkloristici di un paese “ ooooooh yeeee’, devo purtroppo dargli uno
scossone e riportarli alla dura realta’ di come noi dopo 29 giorni in mare ci si
trova a fare il check in al marina alle 10 di mattina e gli viene richiesto
ASAP le carte di ingresso .Neanche il tempo di farsi una doccia , cambiati con
vestiti adeguati e pantaloni lunghi se no’ ti cacciano dagli uffici
governativi, ci ritroviamo su un taxi senza neanche un soldo brasiliano per
pagarlo, prima sosta Banco Brasiliano dove ritiriamo un po’ di contanti con la
carta Visa, rimontiamo sul taxi e sto pirla ci porta alla dogana invece che
alla polizia federale, solo che dovrebbe tornare indietro da un senso unico lunghissimo,
quindi scendiamo e cominciamo a pompare nelle tremolanti gambe , con le bolle
nel cervello...forse e’ entrata dell’aria nella calotta cranica, sta di fatto
che ci gira la testa e la sentiamo leggerissima.Non so come ,arriviamo all’uffico
della polizia federale, che gia’ conoscevamo dallo scorso anno, dove ci attende
un poliziotto/a ,,,almeno l’anno scorso ci abbiamo messo una buona mezzora
prima di capire di che sesso era, quest’anno ha qualche segno distintivo in piu’,
si e’ tinta i capelli e ha un paio di scarpe da ginnastica rosse.Va beh, fa un
po’ la burbera all’inizio, poi finisce la farsa e ci fa’ i documenti in tempi
ragionevoli.Ci siamo un po’ ripresi passato il primo scoglio...intanto ...una
fame e una sete ..ma siamo nella zona portuale ...meglio pedalare e togliersi
da sto posto.Arriviamo a piedi alla dogana...ma e’ gia’ mezzogiorno passato,
quindi chiusa, riapre alle 14.Va beh prendiamo un taxi e torniamo al marina
dove al primo ristorantino che ci si presenta davanti pranziamo accompagnati da
una deliziosa birra dopo 29 giorni...che libidine.Alle due ripartiamo con la
forza della disperazione, la notte scorsa abbiamo dormito davvero poco o
niente, riprendiamo il taxi e torniamo in dogana...dove udite udite..hanno
informatizzato le pratiche di ingresso, mi portano in uno stanzino con un
computer lento ma lento che mi addormentavo sulla tastiera, e mi dicono di
compilare i vari campi, ogni tanto incontravo qualcosa a cui non sapevo
rispondere , chiedevo all’impiegata...ma mi sembrava una capitata li’ per caso
(probabilmente lo era) e allora dando sfogo alla fantasia cercavo di rispondere
al meglio.Bene o male in un oretta facciamo tutto,Usciamo con i nostri gia’ due pezzi di carta in mano...manca l’ultimo
atto, andare in capitaneria per regolarizzare l’entrata.Arriviamo al
cancello...chiuso , lavorano solo dalle 8 alle 12...e mica male, va beh sara’
domani mattina.Ci struscichiamo in qualche maniera in barca...dove regna il
caos, in dinette ancora il letto da disfare per sollevare il tavolo cuscini
dapertutto.Risistemiamo alla bene meglio...siamo quasi tentati di andare a
letto senza lavarci da quanto siamo stanchi, poi con sforzo enorme riusciamo a
farci una doccia decente con acqua a volonta’ dopo 29 giorni....i grandi
piaceri della vita.Il giorno dopo, mentre il solito velista virtuale dei sogni
, se ne sta’ ancora a bere Caipirinha, noi dopo colazione ribalziamo
su un taxi (che per fortuna costano poco) e ci fiondiamo in capitaneria per le
ultime carte.Usciti decidiamo che le prime necessita’ sono le comunicazioni
...in forma di internet e un telefono Brasiliano e fare la spesa...perche’
ormai delle ultime tre mele ne e’ rimasta solo una.Troviamo uno shopping center
a Barra dove all’interno c’e’ un uffico della TIM...si’ proprio TIM che e’
venuta qua’ in brasile come gestore ed ha una rete abbastanza capillare in
Brasile, e all’esterno dello shopping center un mega supermarket.Troviamo il
negozio TIM...con difficolta’ perche’ quando chiedevamo informazioni sulla
direzione in questa mall enorme non capivano di cosa parlavamo....perche’ TIM
in portoghese si pronuncia CIM.Alla fine lo troviamo...naturalmente nessuno dei
commessi parla un minimo di una qualsiasi altra lingua se non il
potoghese.Troviamo Luis, un signore di una cinquantina di anni che lavora li’ ,
in qualche maniera riusciamo a comunicare, ci racconta che i nonni erano di
Belluno e che il suo sogno di andare a fare un giro in Italia si avverera’ l’anno
prossimo quando andra’ in ferie in Italia.Comincia ad addentrarsi nelle
pratiche per l’acquisto di due SIM , una per dati per internet e una da tenere
su un altro telefono per telefonare in Brasile.In molte parti del mondo sarebbe
una operazione semplicissima...in Brasile NO!!!Non esistono prepagate, quindi
bisogna fare una sottoscrizione a medio o lungo termine, il problema e’ che
nessuno ha pensato ai poveri turisti, quindi bisogna presentare codice fiscale
Brasiliano e fare pagamento con carta di credito Brasiliano...ma si potra’
essere piu’ dementi.Luis (Luigi) prova un po’ di tutto, ma non c’e’ verso, alla
fine intenerito dai ricordi italiani, ci presta il suo codice fiscale e mette
la sua carta di credito con pagamento per mese ogni tre mesi, noi pagheremo poi
a lui in contanti una volta attivato il tutto ...un vero gentlemen di un altra
epoca.Attivazione che non puo’ fare subito perche’ non so’ che cosa aveva con
la sua carta di credito.Ok abbiamo passato con Luis almeno due ore e dobbiamo
tornare alle tre del pomerigio per finire questa Macchiavellica pratica per l’acquisto
di due miserabili SIM. Intanto la mall si e’ riempita di milioni di persone
vociferanti...tutti che magnano urlano ecc...ci sembra un inferno dantesco,
dopo il silenzio del mare e del vento ...sto bordello.Ci sediamo due minuti,
perche’ dal casino che c’e’ non riusciamo neanche a pensare, non sappiamo se
aspettare li’ le tre’ o andare a a fare la spesa tornare in barca per poi
tornare alle tre.Anche se fino ad oggi il momento piu’ stressante e’ stato il
fare la spesa al supermercato oggi ci sembra quasi di rilassarci pur di
scappare da sto inferno di mall...ma qua’ non lavora nessuno ?In quattro e
quattro otto con ormai le nostre liste collaudate facciamo la spesa, carichiamo
tutto su un taxi e torniamo in barca, dove dopo aver messo tutto a posto ci mangiamo
un meritato pollo arrosto ...buonissimo croccante e asciutto...una meraviglia.Alle
tre torniamo alla mall paghiamo Luis e speriamo che tutto venga attivato,
torniamo in barca stremati...ci giuriamo che l’indomani non metteremo piede
fuori dalla barca ...altro che visite turistiche.L’indomani si parte con la
manutenzione ordinaria e strordinaria, Antonella si catapulta sulla biancheria,
di cui una parte lava lei a mano ma il resto tipo lenzuola asciugamani
magliette ...di un mese vanno preparati nei sacchi con lista in portoghese per
darli alla ragazza locale che li lavera’...sperando senza perdere nulla,Io
comicio con cambio filtro e olio motore, continuo con fltro e prefiltro
gasolio, preparo e porto due taniche del gas alla reception sperando che
trovino la maniera di riempirle...insomma tutto il giorno a cercare di dare una
sembianza di barca alla barca, inframezzato dall’incontro di un equipaggio
francese che scendono anche loro in Patagonia con un Doufur 35 !!! Senza stufa
al momento ...dicono che ne troveranno una in Uruguay, senza portolani...gli ho
fatto vedere io quello di Giorgio Ardrizzi, come carte ...un tablet con carte
Navionics...che tra le altre cose ha dei grandi buchi di mappatura in quella
zona.Delle volte sono completamente stranito, non so se sti francesi ammirarli
o considerarli dei perfetti pazzi.Ma in fondo li ammiro, hanno un coraggio da
leoni, e con budget risicati se ne vanno in giro con barche improbabili in
posti ancora piu’ improbabili.Domani...una lista lunghissima di altre cose da
fare per sistemare la barca ...noi ancora un po’ suonati che ci dobbiamo riprendere
il ritmo del sonno e del cibo.Non e’ che noi siamo particolarmente dedicati
alla barca...ma e’ la normalita’ di chi e’ in giro in barca...riparare riparare
riparare ...nei pochi momenti liberi si cerca di vedere qualcosa del posto...ma
non sempre riesce.Beh dopo sti racconti , spero che la gente non ci dica piu’ “oh
come vi invidio, in pozzetto a sbevazzare al tramonto “....IN YOUR DREAM, AND
ONLY IN YOUR DREAM !!!!
A parte il sopra,
per noi questa e’ stata la migliore delle nostre traversate Atlantiche ...gia’
la quarta, migliore in termini di gestione vele e andature, migliore in termini
di cambusa e di vita a bordo, in piu’ la piu’ lunga in assoluto, e a parte il
problema di infiltrazione dall’oblo nello scafo, per il resto non abbiamo avuto
altri problemi.La grande novita’ e’ stato il riuscire a panificare ogni due
giorni...e pane e ciambelle fresche tirano su il morale.La radio ci ha aiutato
assai, specialmente nella prima parte dove riuscivamo a parlare sia con l’Italia
e con i naviganti che traversavano sui Caraibi, radio che alla fine stufi dei
soliti pastrucion di tecnici ci siamo aggiustati da soli...con qualche
consiglio di un amico...e finalmente dopo due anni riusciamo finalmente a parlare in fonia,
in piu’gli amici che sentivamo regolarmente via e mail .
Il gennaker...ci ha salvato in diverse occasioni
con venti debolissimi, lui riusciva a portare , anche se tangonato.Con le
nostre 20 taniche di gasolio aggiuntive ne abbiamo consumate praticamente 16 ,
abbiamo recuperato un sacco d’acqua con il nostro bimini trasformato con dei
passascafi piccoli dove colleghiamo dei tubi che ci vanno a riempire le taniche
d’acqua piovana, insomma tutti gli escamotage di una piccola barca con piccoli
spazi di stivaggio e con piccoli serbatoi.Ora siamo contenti che non dovremo
fare per un pezzo delle lunghe traversate ma solo tratte da 4/5 giorni che se
una volta rappresentavano per noi delle lunghe ormai sono declassate a
medie.Cercheremo di pedalare ...come al solito, perche’ siamo gia’ avanti con
la stagione, avremmo dovuto essere qua’ un mesetto fa’...ma le cose non sempre
vanno come si desidera.La tappa importante e’ ora Rio de Janeiro che faremo di
tutto per arrivare e partire prima che inizi il carnevale, poi a seguire.Purtroppo
abbiamo la scadenza dei primi di Marzo per essere gia’ in Uruguay , dove subito
dopo cominceranno i famigerati Pamperos...che non vorremmo in nessuna maniera
beccare, quindi pedalare, pedalare pedalare .
BV Angelo e Antonella on S/Y Stranizza
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