20.20 S 40.13 w
Il 13 di gennaio
decidiamo di partire per un tappone di circa 500 miglia, da Salvador a Ensenada
de Guarapary saltando Vitoria preferendo un bell’ancoraggio ai marina.Il meteo
dava venti debolissimi da nord...invece troviamo un bel venticello da N/NE che
sommato alla corrente favorevole e complice la pulizia di carena fatta fare da
un sub al marina di Salvador che probabilmente preso dalla foga di rimuovere la
foresta che avevamo sotto avra’ portato via anche il primer , e’ stato due ore
sotto a raschiare spugnare ecc.. alla modica somma di 60 euro ...un lavorone,
alla prima occasione mi immergero’ per vedere “quanto” ha rimosso.Sta di fatto
che con questi tre elementi sommati , la barca filava come il vento, tante’ che
alla fine della tappa faremo una media di piu’ di 5 nodi, con punte massime
oltre gli 8.Siamo partiti gia’ stanchi e ancora non totalmente ripresi dalla
lunga navigazione per la traversata oceanica, ma a Salvador avevevamo un sacco
di cose da fare e da sistemare, in piu’ il clima ...un po’ peso, grande umidita’,
piogge improvvise e caldo...caldo ..caldo, in particolare quando si e’ dentro
un marina che non si puo’ orientare la barca al vento per catturare le brezze
refrigeranti.Alla fine siamo partiti e dopo i soliti due giorni di adattamento
abbiamo cominciato a pedalare, provato le esche nuove...filo tranciato di netto
, solito pescecane che se’ magnato tutto, io continuo ad investire in esche ma
mi sa’ che farei meglio a rivolgermi alla locale pescheria, o passare a roba
piu’ professionale...ma allora altro tipo di budget. Come meteo fino all’arcipelago
di Albrolhos abbiamo avuto sempre venti da nord o nord est , quindi sempre alle
portanti con randa e genoa tangonato, alcune notti rinforzi fino a 30/35 nodi
sotto raffica e andavamo solo con due mani di randa senza vela di prua , e la
barca se la cavava egregiamente, abbiamo fatto anche diverse prove ad ammainare
la randa in poppa piena senza cioe’ andare al vento, e dopo qualche prova
riusciamo ora a prendere o togliere le
mani, procedendo cosi’nel caso di riduzione da prima a seconda mano, con genoa
tangonato ci mettiamo di poppa piena e cazziamo la randa al centro , io vado
all’albero e Antonella pronta al winch per cazzare la borosa della terza mano,
apro lo stopper e comincio a calare la randa...naturalmente la randa avra’ la
tendenza ad appoggiarsi alle sartie, Antonella cazzando la terza mano fa’ in
maniera che la randa si scosti dalle sartie e io ho maniera di ridurre...stessa
cosa ma inversa quando si toglie la mano.Normalmente nei rinforzi di vento
togliamo genoa e teniamo solo randa e la barca e’ molto equilibrata...meglio
che solo vele di prua.Le cose andavano molto bene fino a circa 40 miglia da
Ensenada de Gurapary, le previsioni mettevano una botta da sud ma verso le 9:00 del 17 gennaio, quindi eravamo giusti
per arrivare in baia, trovarci un posticino riparato da sud e dormire sonni
trnaquilli, ma...i grib file molto precisi in offshore ...direi quasi
cronometrici , cominciano a confondersi quando avvicinandosi a costa si crea
una linea di transizione tra gli alisei e le termiche da terra, insomma sta di
fatto che la perturbazione ci e’ arrivata addosso verso le 21:00 del 16
gennaio, di colpo il cielo si e’ oscurato...altro che Jocondor in picchiata, un
cielo veramente scarry, tante’ che avendo gia’ il motore acceso per via della
totale assenza di vento decidiamo di ammainare completamente la randa ...dopo 5
minuti ,arriva tosto 20/25/30/35 nodi sotto raffica esattamente sul naso.Dopo
un po’ il mare monta da matti, la barca sembra un cavallo impazzito,
continuiamo per un po’ solo motore, ma...dopo un po’ ci rendiamo conto che e’
una guerra persa...ci siamo piantati e andiamo massimo a 2 nodi.Vado all’albero
e issiamo randa con una mano e cominciamo a fare bordi randa e motore per poter
risalire il vento.Nel frattempo la prua entra e esce dal mare con gran fracasso
dell’ancora...shit !!!..mi ricordo solo ora di aver dimenticato di legare l’ancora,
accendiamo le luci del ponte e legato alla safety line vado a prua per legare ,
la prua si immerge completamente nel cavo dell’onda , dopo due secondi sono
fradicio , delle ondate a secchio , Antonella in pozzetto preoccupatissima di
perdermi tra i marosi.In qualche maniera riesco a legare la Rocna e me ne torno
al sicuro nel pozzetto.Mi cambio completamente dal bagno inaspettato e
cominciamo a vestirci da guera, cerate pantaloni lunghi, berrete di lana ,
calzini ecc...l’autopilota non ce la fa’ a tenere la barca quindi siamo
costretti a timonare , e dopo un po’ il vento e la pioggia stancano .Non
abbiamo mangiato molto e dormito ancora meno...e non sappiamo quanto andra’avanti
la rumba.Chiedo ad Antonella se abbiamo qualche minestrina liofilizzata per
scaldarci un po’...”ghe pensi mi” dice lei (anche se di Bologna qui’ uso la
licenza poetica veneta.Si piomba in cucina e in quattro e quattrootto sfila
dalla cambusa degli ottimi nuddles cinesi di quelli che si cucinano in un
battito di ciglia.Non so’ come faccia a stare di sotto in cucina tutta bardata
con cerata e cintura di sicurezza indosso advanti al fornello, sotto si muore
dal caldo...sta’di fatto che dopo cinque minuti scodella i nuddle belli e
pronti, che ci mangiamo in pozzetto con Stranizza che va’ su e giu’ come un
cavallo impazzito...mangiati naturalmente “alla cinese” con incluso risucchio
dello spaghettino con la bocca ...che dopo che si e’ vissuto un po’ in estremo
oriente ci si fa’ l’orecchio.Siamo a circa 12 miglia in linea diretta da
Vitoria e 40 da Ensenada de Guarapary...la scelta e’ ovvia, si va’ dentro a
Vitoria.Rifacciamo la rotta e cominciamo il lento avvicinamento all’immenso
porto di Vitoria, andiamo piano anche per aspettare la luce...sono le 4 local
time...e si comincia a intravvedere un po’ di chiarore.Di notte e’ un
bordello...decine e decine di navi all’ancora, navi in uscita e in entrata...luci
della citta che abbagliano, e bisogna rispettare il canale di entrata piu’
altri allineamenti...rischio se no’ di finire a scogli.Al solito, io sul PC con
CM 93 e carte raster dell’istituto idrografico Brasiliano e Antonella con
Navionics su iPad, il PC scazza e posiziona la boa verde e rossa 1 e 2 molto
piu’ avanti, mentre Navionics ...per fortuna le posiziona correttamente,
cominciamo il zig zag per l’entrata che ci portera’a passare tra uno scoglio e
un reef, per poi girare a sinistra e dirigerci verso il Club Nautico.Il fondo
cala paurosamente, ma ...”l’ovni’ c’est formidable”, il club e’ stato ampliato e sono
spariti i gavitelli e la possibilita’ di ancorarsi giusto all’esterno del
Club...per fortuna...scopriremo poi parlando con i vicini di barca Brasiliani
che neanche loro si avventurano all’ancora li’ fuori , per il pericolo di
aggressioni.Poco prima di arrivare all’entrata del Club...provo a chiamare via
radio diversi canali...ma ...nisba , del resto alle 6 di mattina di domenica
non e’ che si puo’ sperare che ti aspettino a braccia aperte...e ..invece dopo
due minuti senza che neanche lo vediamo arrivare ci affianca un barchino giallo
con il marinero a bordo che sbracciandosi ci fa’ segno di spostarci sulla
dritta per via del basso fondale, ci accompagna quindi al pontile dove ci
spetta un altro marinero, boa di poppa e due cime al pontile fisso.Tanto di
cappello all’oganizzazione
...bravissimi, ci consegnano poi un foglio in inglese e portoghese con le
istruzione del caso dove si dice tra le altre cose che potremo stare solo 48
ore come ospiti del Club Nautico...che ha solo due posti per il transito..beh a
noi va’ bene ...domani in uffico per le pratiche. Doccia calda su Stranizza ,scramble
eggs amd bacon .. e il riposo dei guerrieri.Tutto sommato una notte
interessante, ci e’ piaciuto anche il cambio di programma...e’ sempre bello
arrivare in qualche porto sconosciuto e inaspettato, crew e barca si sono
comportati egregiamente.
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