By Angelo
Photos by Antonella
21 maggio 2024
Da Morgat a Aber
Ildut
48 28 17.675 N 004 45 21.089 W
Si decide la
partenza alle 07:00 con marea uscente, per poter essere verso le 11:00 all’ingresso
del Canal du Four quando comincia la marea a muoversi verso nord ed aiutarci
nella navigazione.
In teoria ci
doveva essere poco vento da nord, invece appena usciti dal marina anche se
coperti dalle colline, ci si trova il vento al traverso e via che si va’ con
randa e genoa al traverso.
Ci si aspetta che
girato Cap de la Chevre e con rotta 313 T, ci si possa trovare col vento sul
naso, invece stringi, stringi e allarga un po’ la rotta e riusciamo a
veleggiare di bolina.
Nel frattempo la
stazione di Cap de la Chevre, annuncia sul 16 avvisi ai naviganti speciali,
con prove di sottomarini nella zona, ma oltre che parlare solo e unicamente
francese parlano alla velocità della luce che è praticamente impossibile
capirne le coordinate.
Fortuna che
Antonella se la cava alla grande col francese, richiama Cap de la Chevre e per
sicurezza e non commettere errori con le coordinate li informa della nostra
rotta, dove siamo al momento e dove saremo a mezzogiorno.
Però, mi chiedo,
ma un povero cristo che non parla francese, come fa’ a districarsi con questi
avvisi ?
Ma non lo
potrebbero ripetere anche in inglese, possibilmente tradotto con voce
elettronica, perché quando i francesi parlano inglese sembra sempre che
comunque continuino a parlare francese.
La tipa ci mette
in stand by, si consulta, dopo poco ci richiama e ci informa che le
esercitazioni cominceranno nella zona verso l’una UTC, noi per quell’ora
dovremmo già essere all’ormeggio.
Nel frattempo,
l’AIS si riempie di bersagli. Stanno transitando a Pointe du Raz i partecipanti
della regata Mini En Mai della classe mini 650, una settantina, partiti da
Trinité sur Mer, attraversamento del Pointe du Raz, poi su verso nord est
fino a doppiare la boa cardinale sud Base du Lis di fianco a noi, per tornare
giú di gran carriera sotto gennaker, rifare Pointe du Raz, doppiare Île de Re
di fianco alla Rochelle e arrivare a Trinité sur Mer dopo 500 miglia.
Vediamo un mare
di barche intorno, ma solo uno fa’ un bordo abbastanza lungo da impensierirci e ce lo troviamo all’incrocio, numero 979
Experience Immobilier.
Noi mura a dritta
con falchetta in acqua, lui mure a sinistra falchetta in acqua, CPA 6 mt
…gulp!!
Regata o non
regata, abbiamo la precedenza e per non combinare casini teniamo la rotta,
anche se pronti a poggiare nel caso le cose si mettano male.
Anche lui tiene
la rotta e, beh la regata è regata, alla fine ci incrocia davanti davvero a 6
metri, grandi saluti e grandi complimenti al regatante, fila per un po’, vira
con mura a dritta e tiene un angolo al vento che per noi è fantascienza.
Noi teniamo il
bordo finché possiamo, ma poi se vogliamo prendere il canale e andare verso
nord dobbiamo rollare il genoa e accendere il motore al minimo. A dir la
verita’, la corrente ha girato e si fila a 7 nodi.
Entriamo ad Alber
Ildut, lo conosciamo per esserci stati l’anno scorso durante la burrascona del
22 luglio che mise in ginocchio la regata del Fastnet.
La differenza è che
l’anno scorso eravamo al gavitello, essendo il piccolo molo visitatori
ballonato, e quest’anno, essendo presto di stagione con un ormeggio al
fulmicotone da capelli bianchi siamo ormeggiati all’inglese.
Dico ormeggio
complicato perché era rimasto solo un piccolo slot tra una barca a vela e la
grossa lancia della SNS, la marea entrante e vento laterale che spingeva dal
pontile in fuori.
Siamo andati in
fondo eabbiamo girato la barca per essere controcorrente , poi abbiamo cominciato
l’approccio con un angolo per entrare nello slot, quando abbiamo pero’ avuto un
angolo la corrente ha cominciato a farci derivare verso la barca a vela e il
vento tentava di contrastare, ma era difficilissimo trovare un equilibrio tra
le due forze, alla fine siamo passati dalla fiancata dell’altra barca a vela
proprio per millimetri e finalmente all’ormeggio.
Da dire che in
tutto cio’ abbiamo fatto tutto da soli senza nessun aiuto sul pontile, qualche
ora dopo un GS 40 ha tentato la stessa manovra dietro , ma ha calcolato male la
corrente e si sono impattatati con la fiancata con l’altra barca a vela, a quel
punto un gran bordello, perche’ la barca ha derivato indietro ed e’ andata a
scontrasi con la poppa con un'altra barca dietro.
Alla fine ha
rifatto la manovra, ma questa volta in tre dal pontile l’abbiamo tirato dentro
di forza.
Questo ci ha reso
fieri di aver fatto un ormeggio davvero coi fiocchi.
Praticamente
dovunque si ormeggia in Bretagna c’e’ la possibilita’ di farsi delle gran passeggiate sfruttando il
lunghissimo sentiero della GR 34 che praticamente fa’ il giro di tutta la
Bretagna , partendo da sud fino ad arrivare a Saint Malo nel nord, centinaia e
centinaia di sentiero.
Per noi una
bellezza, visto che ci piace moltissimo camminare .
23 maggio 2024
Da Aber Ildut a
Aber Wrac’h
48 35 59.438 N 004 33 37.178 W
Il meteo
prevedeva per il 23 vento da nord sforzato sui 20 nodi con 2 metri di onda,
avevamo visto poi che il 24 il vento calava e si posizionava da ovest.
Inizialmente avevamo
pensato di partire il 24 con calma e sotto gennaker sperare di riuscire a
muoverci verso est.
Cosi’ il 23
mattina alzati di buon ora ci siamo sciroppati 6 chilometri a piedi sul
bellissimo sentiero G 34. Tornati al marina la situazione ormeggi era la seguente,
davanti a noi la grossa motovedetta della SNS con in andana un Amel posizionato
li’ dal cantiere per fare vari lavori, dietro di noi un GS 40 con di fianco un
Ovni 395, insomma tappati che piu’ non si puo’.
Arriviamo sul
pontile verso le 11:30 e vediamo attivita’ sul GS, due chiacchiere e si stanno
preparando a partire all’una con destinazione Aber Wrac’h, la nostra medesima.
Ci dicono che l’indomani
il vento e’ proprio sparito e ne approfittano oggi anche se il vento sara’ sul
naso.
Mumble, mumble, non
abbiamo voglia di smotorare l’indomani, ma siamo stanchi della passeggiata e
non abbiamo neppure mangiato, ma la giornata è splendida e la tentazione è grande.
Brevissimo
briefing e via che decidiamo di andare, soffriremmo troppo a rimanere e
perdere questa bella giornata di sole e vento, in piú ci libereremmo del tappo
di ormeggio.
In fretta, prepariamo
la barca, ci vestiamo, anche se abbiamo ancora le gambe doloranti per la
passeggiata.
Dentro tutto
calmo e tranquillo, appena imbocchiamo il canale di uscita ci rendiamo conto
che il meteo era molto ottimista, il mare c’è tutto e il vento sui 23/24
nodi reali.
Il GS con i due omarelli
issano randa con una mano e preparano la trinchetta con strallo tessile e
frullino.
Si comincia a
pedalare, ma le condizioni sono molto peggio delle aspettative, in questa
equazione avevamo si considerato la marea a favore, ma non avevamo considerato
il vento contro la marea.
La corrente è
forte, quà ci sono già 7 e rotti metri di marea, siamo quasi alle sizigie,
il coefficiente è alto, sugli ottanta e lo scontro tra vento e corrente è importante.
Per un micro
attimo pensiamo se sia il caso di continuare o tornare, ma si sa, tornare è
sempre un po’ una sconfitta, si va!
Traccio una rotta
a zig zag tra scogli, fari, basse e quant’altro, vedo che ci azzecco, perche il
GS davanti a noi coi due omarelli bretoni va’ per la stessa rotta.
Il primo bordo
per 310 gradi, a parte lo scontro imponente con le onde che spazzano tutto il
ponte è gestibile, alla prima virata dopo gli scogli di Les Lineu cominciamo a
preoccuparci, il vento intanto è salito a 30 nodi apparente, ma quello che piú
ci preoccupa è avere sti mostri di onde al traverso, già si fila con
falchetta in acqua, quando arriva l’onda la barca sbanda ulteriormente e
paurosamente a dritta.
Antonella è
impeccabile, un coraggio da leoni e tiene la barca in rotta perfetta e
naturalmente ruggisce alle richieste di darle il cambio o di passarle qualcosa
da mangiare o bere, concentrazione assoluta.
All’arrivo
guarderemo i track e sono dritti e lineari meglio di un autopilota, considerando
il maraccio. Comunque il bordo con mura a sinistra era poco bello.
Fatto il primo
bordo torniamo mura a dritta e se pur scontrandosi con le onde almeno si è un
po’ piú tranquilli.
Le vele sembrano
adeguate al vento e ci danno abbastanza potenza da proseguire con 5/6 nodi di
velocità, è il mare come al solito che fa’ la differenza.
Passiamo il faro
ed è ora di rimettersi mura a sinistra,
sempre peggio, il mare spinge da matti, poi con lo scontro vento corrente è
tutto amplificato e dei due metri iniziali si passa tranquillamente a 3/4 metri
che presi al traverso in una piccola barca come la nostra fanno paura,
considerando anche il fatto che con mure a sinistra abbiamo sempre scogli
sottovento.
Il GS fila bene
loro tra bordo e bordo tengono circa 85 gradi, noi 100, ma si sa le derive
mobili non sono cosí smart controvento, in piú abbiamo vele combattute, il
genoa ha 10 anni di battaglie con venti importanti e il dacron anche se di 10
once ha ormai mollato e diventato un mutandone, va beh si fa’ con quello che si
ha.
Finalmente
finisce il bordo mura a sinistra, si vira e si aspetta per fare l’ultimo bordo
lungo per arrivare davanti al canale di Aber Wrac’h, non poco preoccupati.
Cominciamo il
lungo bordo con mure a sinistra, si ballonzola sempre, nel frattempo il vento
si è dato una regolata e si stabilizza sui 27/28 di apparente, il mare sembra
in leggero calo.
Nel frattempo la corrente di marea gira da direzione nord verso direzione est infilandosi nella Manica, si poggia un pochino e si pedala a 8.5 nodi, una meraviglia.
Abbiamo ora un
passaggio tra due mede cardinali ovest, una a dritta e una a sinistra, va’ beh,
pensiamo noi, siamo per est non c’è problema anche se vedo che sulla carta i
fondali si abbasseranno.
Poco prima di
arrivarci, Antonella allarmata mi dice: -"ma ci sono scogli alla sinistra, vedo
frangere!"-, siamo quasi tra le due mede, ma sulle carte non ci sono scogli, ma
solo innalzamento abbastanza repentino di fondali, da 90 metri a 22.
Sballottati come
non mai, poi per fortuna i fondali aumentano e tutto comincia ad avere un ordine.
Arriviamo al
canale di ingresso, ci allineiamo e dopo un paio di miglia nel fiordo arriviamo
in prossimità del marina.
Niente di che per
le barche con bow trust come sono ormai la maggioranza, ma per noi bisogna fare
anche qui una manovra al millimetro, mi infilo sfiorando la barca di poppa e
siamo dentro, per fortuna i soliti volenterosi vengono a prenderci le cime e siamo
ormeggiati.
Overall una giornata di vela bellissima, un sole
bellissimo e un mare stupendo, tanta adrenalina che quando sparirà ci farà
sentire tutti gli arti doloranti, Antonella per far filare la barca al meglio,
io per fare passar il fiocco nelle virate e andare su e giú dalla scaletta per
carteggiare e naturalemente i 6 chilometri mattutini, diciamo che l’età
comincia a richiedere l’obolo.
Contentissimi
della decisione presa all’ultimo minuto, anche se non avevamo considerato tutte
le sfaccettature, ma non si puó rinunciare al vento .
21 maggio ore 7 partenza da Morgat, il sole sulla baia di Douarnenez |
L'incrocio con la regata Mini en Mai, 979 Experience Immobilier
Il faro di Cap St. Mathieu all'imbocco del Canal du Four |
Canal du Four, meda e gorghi. |
Canal du Four, meda e gorghi. |
Gorghi |
Goemonier, il barcone con le alghe che vengono scaricate e caricate ad Aber Ildut |
Aber Ildut. Passeggiata sulla riva |
L'ingresso di Aber Ildut dalla riva. |
L'ormeggio millimetrico al pontile di Aber Ildut |
Aber Ildut. Carena con la bassa marea. |
Aber Ildut, la luna quasi piena. |
Aber Ildut. Passeggiata lungo uno dei sentieri con i resti delle fortificazioni del XVIII e XIX sec. |
In realtá considerando gli avvisi di esercitazioni di tiro tra Cap de la Chèvre e il faro di Saint Mathieu e l'incontro dell'anno scorso con il sottomarino, le fortificazioni non sono solo un ricordo del passato.
Antico forno per l'essiccazione delle alghe. |
All'ingresso di Aber Ildut. Al centro, la roccia a forma di rospo (crapaud) simbolo del cantiere. |
Antonella che guerreggia al timone anche se le onde nel filmato vengono "schiacciate" e non rendono bene 'idea
Aber Wrach
Aber Wrach, ingresso in bassa marea |
le coltivazioni di mitili |
Aber Wrach marina |
Aber Wrach, Stranizza al centro, incastrata tra le barche. |
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