martedì 1 novembre 2016

Camarones

01-Novembre-16
Caletta Sara al Gavitello
44 54 S 065 34 W

Sabato scorso eravamo pronti per muoverci verso sud a Caletta Horno, quando Antonella si accorge di un brufolo anomalo vicino alla zona genitale, schiacciandolo pensando ad un normale brufolo si ha invece un gran fuoriuscita di sangue….panico…siamo all'interno di una riserva distante da tutti e da tutto…che se fa'?
Abbiamo contattato via e mail/radio gli amici dottori Elena e Paolo e Barbara e contemporaneamente il CIRM di Roma`.
Qui' apro una breve e meritata parentesi sul CIRM, ovvero Centro Internazionale Radio Medico, fondato nel 1950 senza scopo di lucro e con l'intento di aiutare via radio i marittimi in giro per il mondo.
Noi li contattammo prima di partire per questa avventura e con una piccola donazione ci inviarono un bel manuale di pronto soccorso in mare, un bel manuale su quali medicine prendere a bordo e il formato per rivolgersi via email.
Anche non essendo una vera emergenza, ma piuttosto un problema di isolamento li abbiamo contattati via e mail….dopo poche ore puntualissima la risposta, con aggiunta dopo un ora della risposta di una dottoressa specialista.
Siamo rimasti sbalordititi dalla prontezza della risposta e dalla gentilezza e professionalita'.
Tutti concordano sul fatto che non e' una cosa grave e da curare con crema antibiotica che abbiamo bordo, ma con la raccomandazione di fare una visita medica specialistica quanto prima, perche' un conto e' diagnosticare sulla base di un testo scritto e un altro sul vedere realmente il problema.
Il posto piu' vicino e' Camarones a circa 8 miglia, paesello di meno di mille anime dedito all'arrivo dei grossi peschereggi di altura che arrivano al piccolo moletto per scaricare le tonellate di gamberi giganti, e dove prima di venire a Caletta Sara avevamo provato ad attraccare ma desistito per un sacco di problemi con la prefectura.
Questa volta pero' avendo conosciuto Edoardo , titolare del rifugio/ristorante qui' alla Caletta ed essendo anche Port Autority di Camarones, ci promette che se andiamo domenica pomeriggio sulle 16 ci trova un posto in banchina.
Camarones ha un piccolissimo ospedale…piu degli ambulatori …ma non abbiamo molte alternative, se non Deseado che e' ancora a piu' di 200 miglia, prenderemo anche l'occasione di fare un po' di spesa perche' ormai siamo senza frutta e verdura e fare un po' di acqua, dovremmo fare anche gasolio..ma non e' urgente.
Domenica alle 16 ci presentiamo davanti al porto di Camarones…con un NE sforzatino..che rompe i cosiddetti e si infila dritto dentro al piccolo porto.
Chiamiamo la prefectura …e sta volta non rompe, immediatamente arriva sul 16 anche Edoardo e ci dice che e' gia' sul molo e ci aspetta per l'ormeggio, entriamo passando di fianco a 2 mega pescherecci con altri due in andana, il posto e' piccolissimo, la riva molto vicina, arriviamo in fondo al molo che si' e' corto ma e' alto 5 metri , tutto cemento e ogni 4/5 metri dei travoni di legno verticali che fanno da parabordi per i pescherecci.
Vediamo finalmente il piccolissimo posto in fondo nell'angolo con una scaletta in disuso e semisommersa dietro, ci giriamo prua al vento verso l'uscita e ci avviciniamo al molone con la dritta , la' in alto sul molo Edoardo con alcuni marinai dei pescherecci pronti a prenderci le cime…sentiamo echeggiare "Mannaggia ti chi ti muorti"…trattasi di un marinaio indio che aveva lavorato con dei napoletani.
A fatica riusciamo a passare le cime , ci ormeggiano…ma ce' una risacca terribile, due cime a poppa, due cime a prua , due spring, una cima da poppa nel muraglione che abbiamo dietro …ma la barca si muove da matti rischiando di spaccare qualcosa contro i travoni di legno.
Portiamo l'ancora Fortress con 10 mt di catena e 50 mt di cima al traverso della barca, poi ci tonneggiamo facendo allontanare la falchetta dal molo, mettiamo anche un'altra cima da prua alla cima dell'ancora per tenere meglio distante la barca dal molo…ma con la risacca e' un delirio, proviamo anche a mettere i molloni su due cime a poppa e a prua ma ottengono l'effetto contrario, perche' si caricano di energia e quando la rilasciano la barca parte come un missile.
Per scendere a terra bisogna accostarsi un po' al molo e poi risalire una scala di ferro incassata nel molo in verticale per i 5 metri in salita.
Piano piano il NE si placa e la risacca diminuisce,ora siamo in alta marea…tra un po' comincera' a scendere di quasi 5 metri, ci si prepara una notte da strazio…a lascare le cime del molo e cazzare in contemporanea la cime dell'ancora per seguire la marea.
Facciamo amicizia con un pescatore della barca sulla nostra prua che ci aiuta a prendere 60 lt di acqua con la sua manichetta, poi ci chiede di dargli un contenitore per darci un po di gamberoni, Antonella esce con una piccola teglia di plastica…ma non e' contento e ci addita un secchio da 20 lt li' vicino, gli diamo il secchio e ce lo riporta pieno zeppo di gamberoni freschi…una bellezza , vorremmo contraccambiare ..ma non abbiamo molto, gli offriamo delle sigarette che abbiamo a bordo proprio per questo tipo di baratto…ma non fuma…per sua fortuna…e' un regalo e basta, sembra quasi contrariato che cerchiamo di sdebitarci, ci insegna anche come cucinarli, giu' in acqua bollente , quando emergono due minuti di cottura e pronti da mangiare magari intinti in un po' di maionese.
Antonella si mette subito all'opera e in un oretta li cucina tutti , ci mettiamo poi in pozzetto a mangiucchiare gamberoni con una bella bottiglia di vino come accompagnamento, tra stridii di cime e sbatacchiamenti vari.
Andiamo avanti cosi' tutta la notte facendo dei piccoli turni…ma e' quasi impossibile per il rumore delle cime sulle gallocce…notte da incubo, finche in bassa marea ci troviamo la prima crocetta sotto al molo…a soli 40/50 cm dal molo e con le ondulazioni abbiamo paura che possa toccare.
Finalmente arriva mattina, alle 7 mi catapulto in prefectura per le pratiche di entrata e di uscita, perche' abbiamo deciso che nel pomeriggio no matter cosa succeda ce ne dobbiamo andare da sto posto, bisogna che uno dei due rimanga sempre in barca per aggiustare in continuazione le cime.
Appena torno dalla prefectura, Antonella parte per il suo tour, prima cosa la banca per qualche pesos, poi l'ospedale per la visita e al ritorno la spesa, ha con lei il VHF portatile cosi' siamo sempre in contatto.
Appena e' andata via arriva un altro dell'autorita' portuale dicendo che dobbiamo muoverci di li' e andare in andana con un altro peschereccio perche' deve entrare un ennesimo peschereccio che siccome deve caricare e scaricare ha bisogno di essere ormeggiato al molo.
Gli rispondo che ora non posso muovermi, perche' mia moglie e' andata all'ospedale , stimo che in un oretta dovrebbe essere di ritorno, ok pero' tra un oretta dobbiamo sgombrare.
Antonella mi avverte via radio che la banca non ha un bancomat internazionale ma che possono cambiare dollari…che per fortuna abbiamo, poi si dirige verso l'ospedale.
Dopo un oretta mi chiama e mi dice che ha fatto la visita e che ha trovato un indios/dottore (qua' la maggioranza della popolazione sono di origine indios) che le ha fatto una bella visita e che ha confermato il gia' detto dagli altri dottori…bene..
Le dico pero' di lasciar perdere la spesa e di tornare in barca perche' dobbiamo muoverci, dopo 5 minuti torna l'autorita' del porto chiedendo come siamo messi, dico tra 5 minuti ci muoviamo, comincio a strolgare come muoverci da sto buco, davanti a pochi metri abbiamo due mega pescherecci in andana, dietro un muro con alla base delle rocce e dulcis in fundo un bel vento da Ovest che ci spinge contro il molo.
Arriva Antonella, diamo una cima da prua al peschereccio in andana, nel frattempo ho messo un doppino sul gancio nel muro di poppa, mi tonneggio sull'ancora laterale per uscire dal buco e Antonella gestisce il doppino di poppa, mentre da prua ci cominciano a tirare sembra tutto ok…ma nel frattempo il peschereccio che doveva prendere il nostro posto e' gia' entrato e si e' messo lui in andana dove dovevamo andare noi…e qui comincia un po' di saga meridionale, chi urla di qua' in spagnolo, chi urla di la' in italiano (cioe' io) insomma un bordello.
Alla fine si decide in qualche forma di sgramblo' alla Dario Fo' di andare noi in andana con il terzo peschereccio e una volta fissati in fiancata fara' poi la manovra per ormeggiare dove eravamo prima, ci teletrasportano insieme a loro ….siamo distrutti , dopo un notte insonne tutto sto movimento ci ha prosciugato di energia. finita la manovra vogliamo ringraziare l'equipaggio del peschereccio che si e' prodigato per non distruggerci la barca nell'accosto, gli regaliamo 4 pacchetti di sigarette , questi li apprezzano molto e in cambio ci regalano un altro secchio (qua' sembra sia la misura minima) di filetti di merluzzo freschi gia' sfilettati.
Ora siamo abbastanza fermi con la barca e non dobbiamo sbatterci piu' a regolare le cime , saliamo e scendiamo con il peschereccio. Prendiamo la palla al balzo finche siamo ancora un po' adrenalinici e scendiamo col tender alla vicina spiaggetta, e dopo 50 metri a piedi andiamo nello store , li' dal 1901, entriamo e sembra che non sia cambiato nulla da quella data, e' sia alimentare che ferramenta che casalinghi che chanderly…insomma uno store tipo villaggio di frontiera del vecchio west.
Riusciamo a trovare quasi tutto…manca il pane, che Antonella acquistera' poco piu' lontano .
Torniamo in barca col dinghy e ormai l'adrenalina comincia a calare in discesa libera, riusciamo a cucinare la secchiata di merluzzo ai ferri , mangiamo e io mi stendo in dinette crollando subito in un power - nap comatoso di un oretta.
Sono gia' le 15, alle 20 circa e' in arrivo la perturbazione che terrà il SW per tre giorni a 35/40 nodi , vogliamo tornare nel piccolo paradiso di Caletta Sara al tranquillo ormeggio al gavitello,dobbiamo pensare come uscire ora da quest'altra situazione, noi in andana con il peschereccio davanti di prua un altro peschereccio in andana, e con l'ovest che ci spinge contro la fiancata del peschereccio. Riposizioniamo la Fortress in una posizione adeguata per poterci tonneggiare fuori, altro doppino a poppa su una passerella …tutto il porto si immobilizza , tutti i pescatori a guardare cosa combinano sti matti d'italiani, in piu' e' abbastanza raro vedere una barca a vela dentro questo porto, ci molliamo dal peschereccio e mentre Antonella si tonneggia sul doppino a poppa io mi tonneggio sull'ancora trasversale per toglierci dalla direzione del peschereccio di prua, finalmente abbiamo acqua libera a prua, molliamo supervelocemente il doppino a poppa mentre Antonella da gas per far prendere abbrivio alla barca e non scadere contro i pescherecci, io volo a prua e comincio a issare l'ancora …ma, siamo troppo veloci e l'ancora rimane indietro, dobbiamo fare un 360 gradi per ripresentarci a prua ancora e finalmente riesco a spedarla, ora con tranquillita' possiamo dirigerci verso l'uscita, grandi sbracciamenti e saluti dalla popolazione dei pescatori …quasi un hola.
Intanto e' gia' arrivato il fronte caldo …sembra quasi un garbino, poi si addensa la vallata, noi filiamo al traverso con solo genoa a 5 nodi…speriamo di arrivare presto e proteggerci, ci arriva addosso un primo groppo…30 nodi, nel ridurre il genoa una scotta impazzita spazza il ponte e ci procura uno strappo nel trasparente dello spray hood e ci rompe il termometro che avevamo legato alla draglia.
Arriviamo alla Caletta Sara e al momento il vento e' un po' calato e spioviggina , ma dobbiamo fare in fretta , vediamo che sta' arrivando.
Prendiamo il gavitello con un po' di fatica per la corrente, poi per sicurezza, non sapendo che corpo morto ci sia sotto (il proprietari ci ha detto che ci sono 6000 kg…ma non gli crediamo molto) quindi per sicurezza andiamo a posizionare la Fortress a 50 metri di prua .Sistemiamo la coperta dalle migliaia di cime ancora in giro, ripariamo il taglio nello spray hood con del nastro isolante grigio, scendiamo a rifocillarci con un bel the' al latte e due biscottui e ….BANG….arrivano i 35 nodi….fiuuuuuu', appena in tempo, pensiamo cosa doveva essere prendere il gavitello con 35 nodi.
Finito il the', alle 20 dritti a letto , sono stati due giorni duri e vissuti ogni secondo …ora speriamo di rilassarci un po', avremo sud fino a sabato …quindi ….riposo.
Un grande grazie a Elena , Paolo e Barbara , per la loro assistenza medica, e un salutone a tutti quelli che ci seguono e ci sono vicini anche se solo virtualmente nelle nostre avventure/sventure.
Dato il poco tempo disponibile e dal fatto che Movistar con i soliti trucchetti sporchi da gestore telefonico ci ha fregucchiato tutto il credito nel telefono argentino togliendoci cosi' la possibilita' di collegarci in internet…purtroppo per la pubblicazione delle foto dovremo aspettare il prossimo porto che sara' Puerto Deseado…ma non sappiamo quando.

BV Angelo e Antonella on S/Y Stranizza via radio SSB.

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