martedì 30 agosto 2016

Da Villa Soriano a Colonia del Sacramento

Da Villa Soriano a Colonia del Sacramento
22-08-16
Avevamo qualche piano di risalire il Rio Negro per raggiungere Mercedes,ma vuoi per la mancanza totale di carte, vuoi per le informazioni contrastanti dei locals , vuoi per l’assenza di informazioni da parte della Prefectura che alla richiesta di qualche carta del Rio ci hanno indicato un simil dipinto attaccato alla parete,vuoi che qua’ le maree seguono percorsi un po’ diversi dai tradizionali...ed e’ difficile prevedere quanto crescera’o calera’, alla fine abbiamo deciso che il rischio non valeva la candela e gliela abbiamo data su’.
Quindi l’idea e’di tornare a Colonia e stare un paio di settimane all’ormeggio  per riassettare la barca.
La tratta e di circa 90 miglia pensavamo quindi di spezzarla in tre parti con due notti all’ancora( le ore di luce sono ancora brevi) , la previsione e’ Nord 10-15 nodi...ottima per noi anche se la discesa nel Rio Uruguay non sara’ esattamente dritta ma a biscia, per seguirne il corso.
Causa la solita ragazza della prefettura al suo primo giorno di lavoro (per lo stesso motivo anni fa’in Croazia dovetti subire un processo in diretta perche’ la Capitaneria di Dubrovnik si era dimenticata una firma ...e la super zelante ragazzotta ormai mi mandava in prigione)non ci permettono di fare l’uscita il pomerigio prima per poter partire presto l’indomani.
Quindi la mattina del 22 alle 08:00 davanti alla Prefectura per avere il preziosissimo timbro sul “Roll”.
Finalmente espletate le pratiche via che si va’, finche’ siamo dentro al Rio Negro e poi nel Rio Yaguari , il meteo ci sembra realistico con le previsioni, ma appena usciti nel Canale Uruguay ci investono raffiche a 30 nodi, il Canale si adegua e comincia a sollevare onda ripida di vento ...per fortuna scendiamo e la corrente ci e’ a favore se no’ sarebbe davvero dura.
Apriamo il genoa rullato a fiocco e non c’e’necessita’ di altro ...raggiungiamo punte di 8.5 nodi...vento e corrente a favore, a vela dovendo stare all’interno del canale e’ meno facile di quello che sembra ...anche perche’ il canale non e’ dritto e c’e’ traffico di navi...che hanno la precedenza su tutti, quindi in molti casi con cautela dobbiamo uscire dal canale ..senza allontanaci troppo dal segnalato.
Io al timone e col binocolo per individuare le boe del canale, Antonella con iPad per segnalarmi il colore della prossima boa (non sono tutte a coppie, ma alcune solo verdi altre solo rosse), e i punti dove potevamo andare fuori canale per dare precedenza alle navi.
In un battibaleno arriviamo all’ancoraggio che avevamo preventivato per la prima notte, il posto e’ completamente aperto a nord e riparato (si fa’ per dire, sponde bassissime) da est , noi lo avevamo pero’ pensato con 10-15 nodi di vento, sicuri del fondo argilla e sabbia che avevamo gia’ testato all’andata, ma in queste condizioni di vento e di onda...non se ne parla proprio.
Viste le alte medie che riusciamo a tenere decidiamo di sciropparci altre  44 miglia per arrivare al secondo presunto ancoraggio, che ci offrira’ poco o niente riparo dal vento ma almeno saremo al riparo dall’onda.
Facciamo due conti e dobbiamo tenere una media di 7 nodi per poter arrivare verso le 19:00 momento in cui finisce il crepuscolo e comincia il buio.
Tentiamo...anche perche’ non e’ che ci siano poi tanti ancoraggi in giro, i fondi sono bassissimi...le carte ...piu’ o meno giuste in particolare quando si lasciano i canali dragati.
Continuiamo a pedalare con buone medie , il vento ci assiste, la giornata splendida ...nenache una minima traccia di nuvole.
Arriviamo all’ancoraggio alle 18:50, ancora un filino di luce , abbastanza per uscire dal canale principale , dirigersi verso terra e in 4 metri di acqua calare trentacinque metri di catena,con la frizione, media giornaliera 6.48 nodi, posizione : 34. 10. 44 S   058.09.22 W,
La Rocna fa’ testo in un attimo, ho appena il tempo per collegare il gancio alla catena per non dare lo strappo al salpancore che la catena va’ in tensione e la barca si immobilizza, per eventuale sicurezza diamo marcia indietro con gas ...ma tutto e’ immobile...dopo pochi minuti ...il buio.
Una bella galoppata , infreddoliti e stanchi ...salvati da una bella zuppa liofilizzata di pollo e ...a nanna.

L’indomani rimangono solo 23 miglia a Colonia, quello che dovevamo fare in tre giorni lo faremo solo in due, salpiamo e facendo lo slalom tra isolette, scogli, bassi fondali, relitti arriviamo a Colonia .
Il solito ormeggio fetente con boa di poppa ...nessuno ad aiutarci..il molo e’ completamente deserto di barche, per fortuna una volta in dirittura del molo, il nord ci arriva da una trentina di gradi di prua...ancora una quindicina di nodi.
Io a prua e Antonella al timone e motore, arriviamo gentilmente a mezzo metro dal molo, io salto giu’ con la cima e lego a prua, la barca si posiziona al vento...ma ora abbiamo tempo per la boa di poppa.
Potremmo mettere una lunga cima a prua a doppino e farci derivare sulla boa ...abbastanza lontana, ma preferiamo usare il dinghy..che e’ gia’ in acqua trainato lateralmente per liberare la poppa all’ormeggio , caricare le due cime galleggianti e remando raggiungere le due boe di poppa e legare le due cime.
Ci aspettevamo di ritrovare gli amici Mark e Rossie su Merkava al molo, poi chiedendo in ufficio veniamo a sapere che durante il primo giorno di nord tosto hanno dovuto lasciare l’ormeggio per via che spingendo da nord il fondo diminuiva inoserabilmente verso la loro chiglia fissa, sono andati alla fonda appena girato l’angolo , in attesa che girasse da sud. Li rivedremo il giorno dopo.
E’ stato molto bello e anche impegnativo navigare a vela dopo tanto tempo.. un gran spasso, d’ora in poi a parte l’inoltrarci in un altro paio di fiumi, ricominceremo a navigare ...quasi in mare , di buono c’e’ che in acque dolci la carena e’ ancora fiammante come quando abbiamo rimesso in acqua la barca.
Il programma di massima ora e’ di tornare a Piriapolis e di li’ verso meta’ settembre ...finestra permettendo (ora essendo l’inizio di primavera e’ il momento tosto per le perturbazioni, al momento sto’ scrivendo con 30-32 nodi da SE all’ormeggio ...da mal di mare, e si potrarra’ per alcuni giorni , se ne aspetta poi un altra verso fine settimana)ci muoveremo su Mar del Plata in Argentina, per gli ultimi acquisti nei negozi di pescatori , 200 metri di cime galleggianti, guanti grossi impermeabili da lavoro, stivaloni alti al ginocchio o ancor meglio stivaloni saldati ai pantaloni della cerata da lavoro, probabilmente una bombola di gas da cucina...vista l’impossibilita’ in futuro di ricaricare le bombole , altre ed eventuali.

BV Angelo



La rotta



L'ultimo pezzo per entrare a Colonia 




Montato il galleggiante laterale supplementare sul dinghy e rimesso in sesto il fuoribordo



La rossa oscurata dai cespugli derivanti




Il sole scende e noi ancoriamo appena in tempo


Un imponente faro in mezzo a niente, ci sara' una ragione ...ma noi non la vediamo, anche perche' siamo nel canale ben segnalato dalle cardinali.





domenica 28 agosto 2016

Villa Soriano

 Di Antonella

Strano ma vero, Villa Soriano, della provincia di Soriano ( dal nome di Santo Domingo Guzman Soriano) è il primo insediamento spagnolo dell’Uruguay.
Nato come insediamento francescano che insieme ai gesuiti , avevano creato le “missiones” con l’intento di convertire gli indigeni al cristianesimo. Tra Argentina, Brasile e Uruguay, esistono ancora le rovine delle antiche missioni e in varie chiese e musei sono conservati oggetti e statue realizzati dagli indigeni come anche nella cappella della fine del 1700 a Villa Soriano, dedicata appunto a Santo Domingo Guzman , il frate predicatore spagnolo del XIII secolo fondatore dell’ordine dei dominicani, i cui resti sono conservati nella chiesa di San Domenico a Bologna.
Il nome Soriano insieme a quello di San Domenico, dato poi a tutta la regione si rifà alla leggenda  di una apparizione avvenuta in un paesino della Calabria , “Suriano”.

Quando si arriva dal nuovo pontile, un altisonante murales sul muro di una casa  dice  “ Aqui naciò la patria”. Questa è la seconda parte della storia.
Villa Soriano è stata teatro delle guerre di indipendenza contro Spagna e Argentina condotte dal generale Artigas e dagli Orientales ai primi dell’ Ottocento.
Un  solenne monumento al Procer della patria Artigas che seduto a sorseggiare il mate col cane di fianco, viene consigliato da un piccolo indio , si trova nel bel mezzo di un campo senza niente intorno.

Inizialmente era un centro molto attivo per  l’accesso dal fiume e ha perso man mano importanza con lo sviluppo di altri porti più a Sud come Nuova Palmira.
In realtà il paese è costituito da poche case, le strade principali asfaltate  e le traverse sterrate, cani , cavalli e mucche che girani quasi liberi, biciclette e motorini.
Le piccole barche da pesca sono state spostate nella riva parallela per la costruzione del nuovo pontile  e a destra di questo il fondo non è stato ancora dragato.
Vuoi forse perché è un posto un po fuorimano, forse perché è tra il selvaggio e il particolare, ed è il genere di posti che più ci piace,  merita un gran numero di foto.

La parte dal pontile, il palazzo bianco all’ingresso e gli edifici  del marina Hidrografia sono nuovi  o restaurati, tanto che i bagni sono i più belli che abbiamo trovato finora, quasi da hotel di lusso.  Le case intorno sono tutte basse, raramente con un piano e l’architettura varia molto da antichi edifici tra XVIII, XIX secolo e costruzioni fai da te molto colorate e fantasiose. Spiccano qua e la i variopinti murales e anche alcune case sono vivacemente pitturate.
Il marina non ha wifi e quando abbiamo chiesto dove trovare internet o wifi ci hanno risposto “il MEC” , noi da cittadini international abbiamo pensato ingenuamente che ci fosse una rivendita Apple, anche se a guardarsi intorno c’era da dubitare , mentre inviece era un ufficio comunale  del Ministerio Educacion y Cultura con computers e WiFI. Non siamo riusciti a usare internet dal telefono perchè il segnale era pessimo.

A Villa Soriano ci sono solo due bar e qualche negozio, panetteria, macelleria e generi alimentari. Niente ristoranti, solo la caffeteria davanti al porticciolo serve pasti
nei giorni festivi e nel  fine settimana.
Appena arrivati, quando abbiamo chiesto, per un supermercato ci hanno indicato “Lo de Raul” che poi abbiamo scoperto essere una semplice casa con un’insegna e la vendita attraverso una finestra. Raul tiene la sua Harley Davidson in bella vista sotto il portico e intrattiene i clienti con le sue domande un po bizarre.

Gli edifici storici  sono, oltre alla Cappella, la casa Marfetan e l’ “hotel” davanti al molo. La casa Marfetan è la sede del museo e delle attività culturali.

Le rive circostanti al pontile sono bellissime , selvagge e abitate da una grande varietà di uccelli e animali  delle paludi, anatre, gallinelle d’acqua, aironi  e rapaci. Tutti facilmente avvistabili a uno sguardo attento.

In un posto particolare non poteva mancare un peronaggio particolare: Sophie.
Francese, o meglio corsa, figlia di un ammiraglio e abituata a girare il mondo, ha comprato casa qui dopo aver venduto la sua barca a vela con la quale ha girato il mondo  per 13 anni. Adesso gestisce il suo B & B come molti altri nel paese. Il suo nome ce lo ha dato l’amico Gerard di Ad Hoc e lei molto simpaticamente ci ha invitato per un asado. In Uruguay ci sono molti francesi che hanno comprato terra e casa dopo aver navigato per anni.  
Anche Peter e Geraldine del catamarano Wittblits non sono da meno.

Pensavamo di risalire il Rio Negro fino a Mercedes ma poi l’incertezza del percorso e il timore di arenarci di nuovo ci ha fatto desistere e abbiamo deciso di ritornare verso il nostro obiettivo caricandoci gli occhi della tranquilla e selvaggia bellezza di questi luoghi.




"AQUI'  NACIO' LA PATRIA"

la sera dell'arrivo, di fianco al pontile

il pontile

intorno al pontile






uno degli edifici storici della fine del 1700 ristrutturato
 che ospita l'ufficio del turismo e una caffeteria


i nuovi edifici del marina Hidrografia  che ospitano uffici e bagni ...

a cinque stelle!!!!


le docce supernuove!!!



verso il centro città


strade laterali...














Il centro, piazza Indipendenza

La Capilla del 1780. 



Il centro MEC  ( Ministerio Educazione y Cultura)



intern del MEC

Il nostro accompagnatore  ci aspetta pazientemente mentre usiamo internet.


Il centro medico di  fronte al MEC







il campo di calcio

l'asilo



Il nostro negozio preferito " Il PUESTITO"


spesa al Puestito

la porta del Puestito




Casa Marfatan sede del museo




interno del museo






la piazza dalla strada parallela

cortile della scuola




Lo de Raul il secondo "supermercato" della città dopo il Puestito
Vendita attraverso la finestra.





Un' altra casa storica in rovina

la carniceria



Chalé Alto, la casa di Sophie



ASADO DA SOPHIE



con Sophie e Juan



il figlio di Juan in visita a Stranizza con il suo amico Pablito



Monumento al "Proceer" José Artigas 





la sede della radio locale


con il nostro accompagnatore verso la spiaggia

la spiaggia di fianco al pontile


Stranizza sullo sfondo


















VISITA ALLA CAPILLA DI SANTO DOMINGO GUZMAN SORIANO




Il Cristo articolato con capelli naturali e Maria Dolores di fianco

Santo Domingo e sopra un prezioso ricamo in oro della Vergine della Guadalupa,
patrona del Messico e del Sud America

San Francesco a sinistra, scultura in legno degli indigeni delle missioni e la Vergine di Belem al centro con capelli naturali.


San Francesco


Fuori dalla chiesa 
una rappresentazione dello sbarco dei 33 orientales alla spiaggia della Agraciada 

la Madonna degli Orientali




La cafeteria vicino al molo





prova motore su Caronte, sullo sfondo le barche da pesca 

Arroyo Yaguari trasporto attraverso il rio



cicogne

camalote intorno alla boa

rapace

Rio Uruguay, spiaggia della Agraciada, 
l'obelisco che ricorda lo sbarco dei 33 orientales

Rio Uruguay le case di vacanza sulla spiaggia nei pressi di Nueva Palmira