mercoledì 30 luglio 2014

Itaparica


24-Luglio-14
Itaparica   
12 53.47 S038 41.28 W
Partiti verso le 9 di mattina da Salvador, dopo aver espletato tutte le pratiche burocratiche per il cambio di stato.
Usciti dal porto con 4 occhi aperti per individuare galleggianti vaganti, all'imbocco del porto un barchino a remi fregandosene del traffico marittimo, stende la sua bella rete tutto attraverso l'entrata, diamo gas per passarlo di poppa e non incappare nella rete, in questa maniera ci spostiamo però al centro dell'imbocco, manco a farlo apposta un cargo in uscita attacca le trombe fino a farci rincitrullire, nello stesso istante all'incrocio con la barca pilota in entrata e con una barca passeggeri in uscita, zig zag e riusciamo a evitare tutti…il barchino completamente al centro dell' entrata continua imperterrito, il cargo raddoppia le trombe, con un coraggio da leone il pescatore con  gesti del braccio fa segno al cargo di spostarsi sulla dritta e passare tra il barchino e il rosso...naturalmente il  cargo non se ne puo' fregar de meno e tira dritto, vista la male parata il pescatore comincia a remare come un disperato verso il rosso e riesce ad evitare per un pelo il cargo....buon giorno e che partenza da sto casino.
Ci dirigiamo al vicino marina dove ci hanno detto che c'è un distributore per le barche, per avere la sicurezza di beccare il famoso diesel marino, l'unico adatto alle barche.
Bel marina completamente bullet-proof , appena entrati un groppazzo della madonna con acqua a catinelle...ma si sa siamo a Bahia in inverno.
Trovato il distributore, fatto i pieni e via verso Itaparica, appena fuori dal jetty aperto genoa e facendo la gimcana tra le innumerevoli navi all'ancora (vedi traccia AIS, sul track) arrivati a Itaparica nel primo pomeriggio.
Gran bel posto, molte barche all'ancora, qualche motoscafo ai due pontili del marina.
Ci riposiamo finalmente in posto tranquillo, a Salvador la risacca ci aveva distrutto, finalmente all'ancora, protetti dal SE. Dal secondo giorno cominciamo a studiare la possibilità di spiaggiare Stranizza per dare una pulitina sotto e per sostituire l'anodo dell'elica ormai andato. Facciamo diversi survey e prendiamo way point col iPad, più allineamento con punti cospiqui.
Questa mattina il 27, dovevamo muoverci e andare ad ancorare sul sand bank  alle 5.30, due ore dopo l'alta marea per poi aspettare la bassa delle 10, svegliati alle 5...ma il vento contrariamente alle previsioni ha girato da SW, mentre la marea defluisce da SE, l'idea è di mettersi al vento e alla marea, se no ci si trova un onda poco simpatica sulla fiancata….ce ne siamo tornati momentaneamente a letto sperando nel domani.
In mattinata sono andato in testa d'albero con l'aiuto di Antonella, per un controllo generale, ho rivisto la crocetta alta di dritta più piegata verso il basso di quella di sinistra, cazzando la sartia alta, invece di scorrere ha fatto attrito e si è trascinata un po' la crocetta. Sceso, tirata una cima dalla testa d'albero a dritta e mollata la sartia alta, risalito sull'albero e fatto scorrere in alto la crocetta, ridisceso, ricazzata la alta, risalito in testa d'albero per un controllo finale...molto meglio.
Non fidandoci al 100% dei way point dell'iPad quando siamo scesi a terra ci siamo fregati una pietra e un pezzo di polistirolo bianco, che poi siamo andati a mettere con una cimetta sul top del sand bank, dove vorremo mettere l'ancora e indietreggiare poi di una ventina di metri per essere in piano con la barca sulla sabbia.
Nel frattempo che eravamo a terra abbiamo trovato un posticino dove fanno la cioccolata fatta in casa, ne abbiamo acquistato duecento grammi, e la abbiamo degustata assieme al caffe brasiliano in barca....una meraviglia, mai assaggiato cioccolata più buona in vita mia...questa sera la proviamo col whiskey...beh si' in effetti  considerando che a mezzogiorno ci siamo offerti un pranzetto al ristorante sul marina,a pochi passi riempita la tanichetta da 10 lt dalla fontana pubblica di una fonte di acqua minerale,  sembra proprio che cominciamo ora a goderci il Brasile e questo giro in barca.
28-luglio-14 Itaparica
Oggi 28 sempre sveglia alle 5, per essere pronti a muovere alle 5:30 con le prime luci , 11/12 nodi di vento da SE, dovremmo farcela, issiamo ancora e con l'aiuto dell'iPad seguiamo il track per allinearci al waypoint dove gettare l'ancora.
Dovrebbe esserci il famoso pezzo di polistirolo attaccato alla pietra messo ieri sera, ma magari la corrente si è portata via tutto, proseguiamo con il track e finalmente una ventina di metri dal punto alto del sand bank individuo il polistirolo, ci andiamo su con la prua, giù di ancora una ventina di metri ...in un metro di acqua per indietreggiare fino al waypoint dove spiaggiare.
La barca si mette al vento, ora carichiamo sul tenderino  la seconda ancora una CQR da 17 kg (è quasi più grande l'ancora del tender) e con una quarantina di metri di cima la porto a poppa, getto e recuperiamo con un winch dalla barca...settata.
Visto che nel frattempo il vento ha girato da SW , decidiamo per una terza ancora CQR da 10 kg, da mettere giù a poppa ma più sopravento dal SW per contrastare le onde che arrivano al traverso, settata anche quella e ora....l'attesa, avremo ancora un paio di ore prima della secca.
A parte qualche botta sul fondo per via delle ondine , alla fine la barca si ferma immobile sulla spiaggia mentre l'acqua finisce di defluire, noi cominciamo subito la pulizia della carena...una gran fatica per via della posizione, cambio dell'anodo dell'elica completamente scomparso.
In un paio di orette stanchi morti finiamo la pulizia, ci facciamo due uove scramble con la pancetta e attendiamo ora l'alta marea.
Era 14 anni che pensavamo di fare questa prova, ma non avevamo mai trovato le condizioni ideali per farlo, finalmente a Itaparica in questo piccolo pezzo di paradiso abbiamo trovato tutte le condizioni ideali.
La barca ricomincia a galleggiare appena Archimede fa la magia di darle una spinta verso l'alto uguale al peso del  liquido spostato (se me la ricordo bene), appena abbiamo una cinquantina di centimetri sotto la chiglia, cominciamo a lascare la catena a prua e a cazzare le due cime di poppa, fino a spedare prima la CQR da 10 kg, poi quella da 17 kg, tirate entrambe a bordo , cominciamo ora a recuperare catena a prua per spedare l'ancora di prua...molto lentamente , perché sotto abbiamo un metro di acqua ma ad appena 2/3 metri in avanti dell'ancora c'è la parte più alta del sand bank dove ci saranno massimo 40 cm di acqua.
Tutto bene, spedata l'ancora, Stranizza prende un po' di vento e si allontana dalle basse. Pronti per ancorare di nuovo dove eravamo prima ma ....problemi col timone, non vuole girare più di tanto, tant'è che sotto groppo non riusciamo nenache a mettere la prua al vento, continuiamo in retromarcia e quando decidiamo che siamo nel posto giusto , ferma motore giù ancora con 40 metri di catena, la barca si gira al vento e l'ancora fa' finalmente presa.
Nel frattempo scopriamo che la deriva non ne vuole più sapere di scendere.
Ci troviamo all'ancora col timone mezzo operante e senza deriva.
Vado sotto la barca  e controllo il timone, non sembra ci sia nulla di strano a parte che parte della pala lavora molto vicino ad un rilievo di alluminio e probabilmente spiaggiando e appoggiandoci su 6/7 tonnellate il gap si è ristretto di un paio di micron, sufficienti a fare atrito ed impedire il corretto funzionamento del timone. Smonto il settore e poi a mano facciamo anfare su e giu il timone finche non si ricrea la sua sede ...da una parte ancora non va' interamente, forse un paio di gradi, ma penso che a forza di usarlo si risistemera'.
Altra storia per la deriva, ma ormai è tardi e siamo esausti, anche se ci sono 34 gradi fuori e il sensore dice 30 gradi nel mare, il vento è fresco e abbiamo rischiato l'ipotermia per lo stare troppo a mollo, domani si vedrà.
Notte agitata per la preoccupazione della deriva, immaginando scenari terribili, la mattina dopo colazione provo ad andare sotto la barca, ma tra tutte le cose che so' fare, immergermi non rientra nella categoria, sono un pessimo apneista, e ancor peggio con la bombola, in particolare a fare lavori sotto lo scafo.
Piccolo meeting con Antonella e decidiamo di sentire col marina a 200 metri se hanno un sub.
Ne trovano uno di nome Crispin, e parla anche un pochino di Italiano...meglio di così…
Scende una prima volta e ci dice che la deriva è completamente dentro la scassa , a questo punto so che ho scappellato a tirarla su e l'ho tirata su troppo, avrei dovuto lasciarne un fazzolettino fuori. Prova in diverse maniere con vari attrezzi....ma ci vuole un lungo palanchino da inserire e poi fare leva per farla uscire.
Torniamo a terra e trova un pezzo di ferro lungo un paio di metri pieno con un gran peso. Crispin riesce a portarselo sotto, e aiutandosi con un pezzo di legno come fulcro riesce finalmente a sbloccare la deriva che lentamente scende.
Gli offriamo un caffe brasilero fatto nella moca...buonissimo, meglio di tanti caffè italiani, assieme a due biscottini, breve chiacchierata, gli chiedo il prezzo ed è molto easy going, mi dice di fargli un offerta, non ho la minima idea, ma sembra non assatanassato di denaro, nel frattempo ci spiega che è originario del Senegal...i suoi avi magari deportati qua come schiavi dai portoghesi, ride sempre ed è veramente simpatico, ci racconta delle due falangi mancanti dalla mano destra perse a 10 anni quando andava a pescare con le bombe (ancora in uso da ste parti, purtroppo) e una bomba gli è scoppiata in mano , e non ha perso completamente la mano per miracolo.Gli faccio una prima offerta di 50 real , lui dice che non c'è problema e che non litigheremo per il prezzo, va' beh , ha fatto un gran lavoro e si è fatto un gran mazzo, ci ha risparmiato di andare nel marina a Salvador e di tirare in secca Stranizza con il travel lift ...ben altre spese, gli offro 100 real (30 euro) vediamo ora il viso illuminarsi e un sorriso da orecchia a orecchia, ora si' che è contento, lo siamo anche noi per il lavoro che ha fatto e del fatto che sia contento, quel sorriso è davvero magico. Lo riaccompagno a terra, passo a prendere Antonella e proseguiamo col tender al sand bank dove il francese solitario della Bretagna  (non ne sappiamo il nome ) ha spiaggiato anche lui per pulire la carena.
Come ieri ci sono venuti a trovare diversi velisti quando eravamo in  secca, anche noi lo andiamo a trovare per fare due chiacchiere. E' coperto a chiazze di azzurro dell'antivegetativa economica brasiliana che aveva applicato, pulendo ne è rimasto praticamente senza sullo scafo ma chili addosso alla pelle.
Anche lui direzione Caraibi ...ci ritroveremo lungo la strada.
Torniamo in barca dove, grazie al suggerimento di Antonella (che santa donna) decidiamo di restare un altro giorno per recuperare le forze di tutto sto lavoro fisico e mentale. C'è ancora l'idea di risalire il fiume, se non interamente almeno in parte...ma come disse Rssella O'ara "domani è un altro giorno"

























Salvador de Bahia


Salvador de Bahia è la prima capitale del Brasile,
ed è quindi una delle città con i monumenti più antichi del "nuovo mondo".
Molte dei vecchi edifici sono in rovina, ma pare che si stia avviando qualche progetto di restauro e valorizzazione.
La città è suddivisa in Cidade baixa e Cidade alta collegate oltre che da strade anche da un ascensore costruito negli anni trenta e mantenuto in azione in seguito - l'ascensore LACERDA come si vede dalla foto del Terminal. L'ascensore arriva sulla piazza dove donne in costume accolgono i turisti per farsi fotografare. 
...il Pelourinho è uno dei quartieri più famosi di Salvador dove la sera ballano la Capoheira.
Noi l'abbiamo visitato al mattino - girare la sera non è consigliato- e non c'era nessuno, ma abbiamo notato molti negozi di strumenti musicali.

Alcune immagini in sequenza su Salvador:















martedì 29 luglio 2014

Balene e Tonni


Ovvero la pesca miracolosa


A proposito di decisioni e cambio di piani,


dopo Maceio anche Salvador è un punto chiave del nostro viaggio, anche perché era la meta iniziale di arrivo dalla traversata atlantica e per chi vuole proseguire verso sud. 
I pensieri su nuove rottte sono "emersi" durante il tragitto da Maceio a Salvador e  quasi a conferma dei nostri nuovi propositi,  il terzo e ultimo giorno di navigazione  è stato caratterizzato da due eventi importanti.
L'avvistamento di grandi mammiferi - balene o simili comunque grandi- che ci hanno accompagnato per un  lungo tratto con i loro spruzzi che sembravano fontane, e la pesca del primo tonno o alalunga dall'inizio del viaggio. La prima foto  descrive il paesaggio degli avvistamenti. Gli  alti spruzzi bianchi si vedevano a distanza contro il grigio delle nuvole.
Tonno o alalunga che ci siamo gustati all'arrivo a Salvador a cena insieme a Danilo anche  per ringraziarlo dell'aiuto che ci ha dato. 





domenica 27 luglio 2014

Change of plan

Change of plan


Tre buoni motivi per cambiare i piani

      1) Tempo
2)  Bellezza                
      3) Piacere



Tempo:
- per gli ultimi dieci giorni scendendo verso sud abbiamo percorso solo 500 miglia, incluse le soste (molto brevi) diciamo 50 miglia al giorno, per arrivare in fondo al Brasile ancora 2000 miglia, avanti di questo passo altri 40 giorni.
il problema che sarebbe cosi' fino a Rio de Jainero ma poi peggiora alla brutta con l'entrata dei famigerati Pampeiros > Carpinteiros, venti da SW anche a 60 nodi che girano poi improvvisamente a SE spingendoti verso costa.
Al momento ci sono rimasti solo 60 giorni di visto, il margine non è molto, considerando le soste per far passare le grosse perturbazioni dell'Argentina.
Se sforiamo ci toccherebbe uscire dal paese e lasciare la barca in Brasile per 6 mesi. Sarebbe una corsa contro tutto, vento, mare, corrente e il tempo, che forse è la cosa peggiore di quando si va' per mare.

Bellezza:
-in questi ultimi mesi abbiamo sempre tirato la carretta per le scadenze ci siamo persi un po' la visione di bei posti.
Al momento siamo a Salvador nello stato di Bahia, considerato a ragione uno dei piu' belli del Brasile, non basterebbero 6 mesi per visitarlo tutto, e noi non ci vorremmo perdere questa occasione.
Piacere:
- è dal 24 di febbraio, da quando siamo partiti da Malta che tiriamo, tiriamo e tiriamo, a dir la verità ultimamente abbiamo cominciato a perdere un po' la motivazione, vorremmo provare anche un po' di piacere in questo andare in giro in barca a vela, in fondo non abbiamo sponsor, non siamo in regata e non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno.
È anche 5 mesi che abbiamo continuamente problemi tecnici da risolvere e non c'è mai il tempo per farlo in maniera adeguata. Andando sempre più a sud ci siamo anche resi conto, parlando con altri navigatori che ci sono sempre meno stazioni HAM,  ( per la ricezione dei bollettini meteo via radio) quindi sempre più complicato ricevere bollettini meteo (cosa di vitale importanza a queste latitudini di questa stagione), stiamo cercando di attivare il satellitare con trasmissione dati, ma non sembra cosa facile...o almeno ci vuole tempo, che purtroppo non abbiamo.
Anche col riscaldamento non siamo messi proprio bene, il desalinatore continua a darci dei problemi ecc....
Ieri abbiamo fatto una lunga chiacchierata con una coppia di francesi che pensano di arrivare a Ushuaia, ma sono attrezzati alla grande, in piu' siamo sempre la barca piu' piccola, le altre sono tutte minimo dei 40 piedi ( e noi 35).
Insomma non vogliamo andare incontro ad un disastro annunciato, la sotto non c'è spazio per l'improvvisazione, ma tutto deve essere ben pianificato e organizzato.
Analizzando un po' il tutto, siamo davvero piccoli per scendere in questa stagione, dove per muoversi da un posto all'altro la velocità è fondamentale per passare tra le perturbazioni. Siamo scesi fino a qui insieme ad un 40 piedi italiano, (Shaula3) ma noi arriviamo sempre da un giorno a un giorno e mezzo dopo in tratte da 200 miglia...può fare davvero un sacco di differenza.
La barca non è al top, va organizzata meglio, noi siamo stanchi di tirare continuamente, quindi come ho sempre detto "quando tutto rema contro, è ora di cambiare direzione".
Non la sentiamo affatto come una sconfitta, per noi è già incredibile essere riusciti ad arrivare fino a qui, è solo uno stand by aspettando tempi migliori...ma siamo certi che torneremo su questa rotta con una barca piu' organizzata e una stagione piu' consona.
Ci godremo per il prossimo mesetto lo stato di Bahia e poi via verso nord, Trinidad, Caraibi e poi ....non lo sappiamo ancora, cominciamo un po' a cambiare filosofia come Rolf, uno svizzero che è in giro in catamarano da 15 anni che ripete "my plan is, to not have any plan and stick to it".
Angelo

…Aggiungo:
il cambio di piani, rientra nei nostri piani….
Abbiamo taciuto sul progetto in generale per riservarci la possibilità di cambiare rotta in qualsiasi momento.
Rallentiamo si la corsa "folle " verso sud ma non significa che stiamo con le mani in mano, in barca c'è sempre qualcosa da fare e da riparare, sia che si navighi sia che si stia fermi.  A volte ci siamo detti che avremmo potuto  fare molte cose prima di partire ritardando la partenza, ma primo non avevamo voglia di aspettare, secondo non avremmo  mai capito bene cosa era utile e non avremmo fatto esperienza e soprattutto non avremmo mai incontrato il "nostro popolo" quella schiera di navigatori che ci ha aiutato e con i quali abbiamo scambiato informazioni e consigli preziosi.
*la foto che apre l'articolo rappresenta bene i dubbi e la difficoltà delle scelte. C'è comunque il trionfo della luce di fianco ai momenti oscuri.

Antonella

Da Cabedelo a Salvador de Bahia


08/07/14 Cabedelo  
07 02 00. S 034 51 22. W

Cabedelo a distanza. Da confrontare con l'immagine dell'arrivo

Sono ormai passati piu’ di 15 giorni dal nostro arrivo, nel frattempo ci ha raggiunti Danilo su Shaula 3 , un Ovni 385 partito un mese dopo di noi da Venezia e rimanendo sempre in contatto via e-mail con SSB alla fine ci siamo trovati a Cabedelo.
Ora, sbarcati i due di equipaggio, Danilo scendera’ da solo fino a Buenos Aires dove imbarcherà un altro paio di persone per I canali Cileni.
Shaula 3 lascia Cabedelo
Ha appena issato l’ancora ed è partito; essendo due barche con grandezze diverse non si può andare insieme di conserva, quindi chi parte prima e chi dopo, abbiamo deciso degli appuntamenti via radio a determinate ore per rimanere in contatto..ma ormai vicino a costa si usa anche il cellulare.
Anche noi ci stiamo preparando, è ora di rimboccarsi le maniche e cominciare a pestare duro contro il SE , quindi bordi e bolina dura almeno fino a Salvador.
Domani mercoledì 9 luglio visita alla capitaneria per l’uscita dallo stato, e giovedì mattina con la marea uscente, usciremo dal fiume e si comincia la rumba.
Ci dispiacerà un po’ lasciare questo posto, dove abbiamo incontrato delle gran belle persone...ma questo è parte del gioco, incontrare persone e poi magari non rivedersi più.



 Cabedelo, lo Yacht KUAKA  degli amici che ci salutano


Partiamo e vediamo come andiamo, se la faccenda si fa’ dura ci ripareremo in qualche fiume sulla costa, se la cosa funziona cercheremo di fare tappe più lunghe per guadagnare su Rio de Jainero.
Con il nuovo link messo sull’home page chiamato “ Dove siamo” potete ore seguire la nostra posizione ad ogni aggiornamento fatto via radio.
Ci ho messo un po’ per sistemare il tutto...ma ancora con la radio ho un rapporto odio/amore...più che altro mi rendo conto che ne so’ poco e c’è un sacco da imparare.


12/Luglio/14  
Porto Suape  
08 23 21. S 034 57 33. W

 











La distanza Cabedelo a Porto Suape è di circa 100 mglia, ma un SE particolarmente incazzato e variabile di 30/40 gradi ce ne ha fatto fare 150 di miglia.
12 bordi contro mare e vento per arrivare all’una di notte (ora locale) al porto di Suape. Porto che non mi sembrava particolarmente grande e attivo leggendo il portolano, si è invece rivelato con un grande traffico e con un entrata cosi’ stretta da dover per forza aspettare le navi in uscita.
Grazie e grazie ancora all’AIS che ci ha permesso di seguire tutte le varie evoluzioni delle portacontainer, delle navi cisterna e dei rimorchiatori che sfrecciavano a destra e a sinistra. Ad un certo punto ci siamo dovuti mettere ad un centinaio di metri dalla barriera corallina col vento che ci spingeva contro, fermi in attesa per l’uscita di una supertank. Devo dire che con tutte le evoluzioni all’interno del  porto gincanando di qua e di la, quelli di Port Control non ci hanno mai chiamato via radio e nessun cargo ha attaccato le trombe, gentili ? 

O grazie all’AIS ci potevano seguire e capire come cercavamo di sopravvivere in quel traffico di navi?



 Porto de Suape, 
girando l'angolo dello stretto ingresso,
 la spiaggia con i bassi fondali e il porto sullo sfondo

Porto de Suape , il reef  con la bassa marea



Porto de Suape, il canale



La spiaggia di fianco al reef

Alla fine siamo riusciti ad imboccare la stretta entrata subito dopo un rimorchiatore in uscita e ci siamo diretti alla spiaggetta a dritta, 7 metri di fondo, avanti piano, Antonella al timone e io a prua all’ancora.
Antonella chiama in successione 4 metri..poi 2 ...FERMA. Il fondale decresce velocissimamente, c’è un gran banco di sabbia che naturalmente di notte non si vede nulla (ci ripromettiamo sempre di non fare atterraggi notturni, ma con sti venti e sto mare è davvero difficile calcolare il giusto tempo) Avevamo ancora la deriva giù, ma non ci sembra di avere toccato, eppure dando marcia indietro la barca non si muove...la corrente è entrante e ci spinge da matti, 15 nodi di vento al traverso e la barriera a circa venti metri con le onde che frangono...che bella serata tranquilla dopo due giorni di tribolazioni !
Diamo gas e ci muoviamo all’indietro, decidiamo di ancorare in 3 metri di fondo, calcoliamo che con la bassa arriveremo circa a 1.7 metri di fondo.
Una volta ancorato su completamente il timone e su deriva, ora no problem anche per la bassa. Dopo due ore sento uno sbatacchiamento incredibile e la barca rolla da matti , esco sul ponte e vedo che con l’alta marea,  la barriera corallina che prima ci proteggeva dalle onde è ora completamente sommersa e quindi le onde ci arrivano addosso al traverso sulla fiancata perche la corrente ci tiene allineati nella direzione poppa – prua. Fisso quello che posso e me ne torno a letto, Antonella sfinita se la dorme e non si accorge di nulla. Alle 8 ci alziamo ancora tutti rintronati e rimbambiti, sentiamo Danilo via VHF, lui è arrivato il giorno prima e si è ficcato con la sua barca dentro la laguna seguendo canali non segnalati e senza i fondali sulle carte per via dei banchi di sabbia che si muovono in continuazione, si è incastrato un paio di volte, ma alla fine ce l’ha fatta ad arrivare alla laguna , che ci dira’ poi essere molto bella. Facciamo un breve briefing e vedendo le condizioni meteo noi si decide di ripartire alla volta di Maceio per  altre 100 miglia.
Detto fatto alle 13 via che si va’ , SE 18/20 nodi, onda 2.5/3 metri, primo bordo in fuori a perdere per allontanarsi dalla costa.



13-14 Luglio-
Maceio   
09 41 27. S 035 44 10. W















Altre 120 miglia di passione, la bolina la sopportiamo poco, è una delle andature più scomode , se poi è da fare stretta è ancora peggio, si mangia poco se non pochissimo, tutti gli oblò chiusi quindi sotto un caldo soffocante, si fa fatica a tenere l’equilibrio e quindi ogni movimento è davvero una lotta impari contro la forza di gravità.
Questa volta Danilo è partito un oretta dopo di noi, lo incrociamo in un paio di bordi e poi lui avendo la barca più grande se ne va, noi rimaniamo in sto maraccio a bolinare. Prevedavamo di arrivare verso le 7 di mattina...ma questa volta si riesce ad anticipare e....un altro arrivo di notte in un porto commerciale, che bellezza, mi mancava. Ingresso un po’ fetente, costellato di  reef (leggi barriere), la cosa peggiore è in costa ci sono miliardi di luci extraforti che rendono difficile l’individuazione delle luci di entrata. Alla fine riusciamo a vedere la meda rossa da lasciare a dritta per evitare il reef, e con quella ci allineamo al fanale rosso in testata del molo commerciale. Entriamo e via SMS riusciamo a trovare dove si è incastrato Danilo in sto casino di barche barchette e due aree di ancoraggio vietate perché troppo vicine al molo di scarico delle navi.


 La cima che ci lega a Shaula 

Shaula 3 (Danilo) all'ancora a Maceio e il porto sullo sfondo

 Lui è dentro una delle due aree, per noi l’unica possibilita’ è di metterci ancora più vicino al molo e come suggerisce Danilo tirare una cima dalla sua poppa  alla nostra poppa per tenere le barche allineate visto che lui è giù con ancora di prua e ancora di poppa. Così facciamo per non andare a schiantarci di notte contro il molo se il vento gira.


Finita l’operazione siamo esausti, per fortuna Danilo ci invita sulla sua barca per un piatto di pasta, noi non avremmo avuto la forza di farci neanche da mangiare, prendiamo al volo un po’ di birre dal frigor , un sacchetto di patatine e via a magnà. Domani dovremo cercare di fare qualcosa di meglio con  l’ancoraggio ...siamo troppo vicini al molo ...ma domani è domani, ora ....SI DORMEEEE.





15-14 luglio a Maceio

“Another boring day in the office in Maceio”


















Ieri non contenti di essere all’ancora così vicini al molo dove sono ormeggiate le navi ed essendo in un area proibita all’ancoraggio, ci siamo studiati un po’ la cosa e siamo andati ad ancorare tra tre barche che però girano corte sui  gavitelli, noi alla ruota andremmo a cozzare con qualcuna, quindi decidiamo per la prima volta di gettare anche un ancorino CQR da 10 kg a poppa per fermare la rotazione. Scendo con il tenderino dove ho caricato ancora e cima e mi allontano una trentina di metri, getto l’ancora e poi riporto la cima in barca, comincio a cazzare di winch per tensionare la cima e far prendere l’ancora...ma nulla da fare tira e tira, l’ancora non prende e me la ritrovo a poppa.

 Chiamo SuperDanilo che prontamente mi viene ad aiutare col suo tender più grosso, rifacciamo la manovra ma questa volta in due va molto meglio, lui smotora via e io faccio filare un po’ di cima e poi facciamo prendere l’ancora direttamente dal tender, torno in barca , metto in forza la cima e sembra che tutto funzioni. Almeno fino alle 5 di mattina del giorno dopo, quando mi sveglio e mi accorgo che l’ancorino di poppa col vento ha spedato e siamo alla ruota, isso l’ancora in barca e issando un po’ di catena da prua passiamo proprio a misura dietro le altre barche, ok ...prima fatica di giornata risolta. Decidiamo di scendere a terra per fare gasolio in 4 taniche e un po’ di spesa, SuperDanilo ci accompagnerà col tender a terra, noi abbiamo il cellulare cosi’ quando ritorniamo in spiaggia lo chiamiamo e ci viene a riprendere.
Le cose non sono così facili come sembrano. Appena ci avviciniamo alla spiaggia ci accorgiamo che entrando l’onda oceanica anche se non grossissima va’ a frangere sul bagnasciuga e crea una situazione pericolosa per il tender che ne può essere ribaltato.
Decidiamo di scendere davanti alle favelas dei pescatori, dove frange un po’ meno...ma l’acqua e la spiaggia sono letteralmente un immondezzaio a cielo aperto. Vicini  alla riva Danilo mette il tender con la prua all’onda e noi scendiamo al volo, in due minuti siamo bagnati fradici in una zozzura di mare , le onde arrivano poco gentili, ci affrettiamo a scaricare le 4 taniche vuote e la immondizia da portare a terra, il tender prende delle grandi impennate , riusciamo a scaricare tutto e Danilo a ripartire ...ci chiediamo come faremo a caricare il tutto al nostro ritorno alla spiaggia. Bagnati come pulcini raggiungiamo la strada dove becchiamo un taxi, decidiamo di andare prima ad un supermercato con le taniche vuote e poi in taxi andare da un benzinaio per riempire le taniche di gasolio.
Arrivati al supermercato decidiamo di chiamare Danilo rimasto in barca per vedere se gli serve qualche cosa , Antonella comincia a cercarsi nelle tasche e....il cellulare non si trova, probabilmente le è scivolato dalla tasca mentre scendeva dal taxi, lei si sente malissimo per questa cosa, io penso a come rimediare. Intercettiamo uno del supermercato e gli spieghiamo la faccenda, Antonella si ricorda a memoria il numero di telefono della compagnia di taxi, lui chiama ma gli dicono che a meno che non ci ricordiamo il numero del taxi e non essendo stato prenotato via radio è praticamente impossibile ritrovare il tassista. Proviamo a chiamare Danilo col telefono del tipo, ma non è abilitato, in Brasile ogni stato ha un prefisso e chiamare un altro stato è come fare una chiamata internazionale molto cara, e così pochi hanno l’abilitazione nel telefono.
Entriamo nel supermercato con le nostre belle 4  taniche rosse vuote del gasolio nel carrello e facciamo la spesa, Antonella paga con la carta di credito che fortunatamente avevamo protetto con un sacchettino di nylon, le viene chiesto un documento di identita’ e per fortuna ci eravamo preparati prima di partire dei mini passaporti con photoshop, laminati (per non andare in giro con dei documenti originali che potrebbero essere fregati), la cassiera scruta e riscruta e poi contenta abilita il pagamento. Scendiamo e prendiamo un altro taxi , gli spieghiamo che ci serve del gasolio “vero” e non biogasolio come hanno generalmente qua, quello non ne sa la differenza, ci porta comunque ad una stazione di servizio, dove prima facciamo vedere le taniche all’addetto, in Brasile è vietato trasportare carburanti con taniche in auto, e poi cerchiamo di spiegargli che tipo di diesel vogliamo...ma è un gran casino, tra diesel addittivati e bio è una giungla, scopriro’ poi su Wikipedia le varie differenze. 

 È anche molto difficile capirsi, qua nessuno parla nessun altra lingua che non sia portoghese.
Non ci soddisfa, gli diciamo quindi di portarci da un altro, quest’ultimo benzinaio sembra che intenda di più il problema e ci dice che l’S-10 fatto per motori di prima del 2012 va sicuramente bene...se lo dice lui, speriamo di non sentire puzza di fritto quando lo mettiamo nel motore. 


Lo prendiamo ma non siamo proprio sicuri che vada bene. Ora dovremmo tornare alla barca ...ma come fare ad informare Danilo senza telefono? Decidiamo di farci portare- dal tassista gentilissimo in una specie di Yacht club che abbiamo visto sulla spiaggia e chiedere se ci possono trovare una lancia per tornare alla barca. CHIUSI!..@# porca put...ma dovevamo proprio beccare l’unico giorno di chiusura ? Chiediamo al tassista se ci da una mano a trovare una lancia dai pescatori nella favela. Si infila con la macchina dentro stradine fangose tra derelitte casette, poi becca quello che deve essere un po’ il capetto e gli spiega la situazione, continuaiamo in macchina fino ad arrivare a pochi metri dal bagnasciuga, la spiaggia e così un immondezzaio che ci sono persino gli avvoltoi a pochi passi che smangiucchiano qualche carogna rimasta sulla spiaggia. Il tassista ci dice che tra un po’ organizzeranno una lancia, e ci consiglia di trattare sul prezzo, gli chiedo cosa sarebbe un prezzo equo e mi dice max 20 real (6 euro).
Torna il capetto e lo avvicino per contrattare il prezzo, mi spara 40 real,no no massimo 20, accetta subito ...acc...mi sa’ che dovevo sparare più basso, ma va’ bene, 6 euro mi sembrano equi e solidali. Arriva un omino con una lancia di legno al bratto, e con mossa elegante ruota la prua al mare poco prima di toccare il bagnasciuga, salta giu’ e da solo tira su la barca. Cominciamo a caricare le 4 taniche piene e 4/5 sportine della spesa, io e Antonella saliamo e lui da solo si spinge in fuori la barca e con il bratto ci porta in sicurezza alla nostra barca.


Che giornatina!...finalmente in barca, Danilo stupito ci chiede cosa è successo e quando glielo diciamo sembra tirare un sospiro di sollievo di non dover  essere dovuto venire a prenderci.




Maceio Riparazioni.....   
Sembra che suoni il sax  ma  è  per provare la valvola del bagno


14-16 luglio 
Salvador de Bahia

12 58 20. S  038 30 56. W 


Alla mattina alle 7 Danilo parte, noi inizialmente avevamo deciso di aspettare fino a venerdi, ma visto il posto, dopo due ore lo seguiamo. Poco vento che rinforzerà piano piano. Facciamo una diagonale per uscire in acque profonde, nella linea dei 50 metri ci sono all’ancora i pescatori di aragoste con dei barchini improponibili in legno, quindi con l’onda oceanica si vedono a malapena quando si è vicini.
Dopo i 50 metri a circa 14/15 miglia dalla costa il fondo precipita a 2/3000 metri , preferiamo stare nel fondale profondo , almeno non cozziamo con qualche peschereccio. Un sacco di piattaforme petrolifere al largo di Aracaju, nei fondali profondi 2000 metri le ultime perforazioni in Deep Water” roba da alta tecnologia e con rischi altissimi per l’ambiente vedi il “disastro Messicano”.
La notte inizialmente è buia come la pece, vediamo groppi alternarsi con più o meno frequenza e intensità. Procediamo con fiocco ridotto e randa che da una mano la passiamo a due mani di terzaroli.
Arriva un groppone con acqua a valanghe, Antonella di turno ma non fa’ a tempo a mettersi la cerata e si annega, (bagnata fradicia) io esco a darle il cambio con cerata completa e stivali, faccio tempo ad andare al timone che il vento salta a 36 nodi ...almeno l’ultima volta che ho guardato la stazione del vento, poi gira prima da prua, traverso e poi gran lasco, pioggia a valanghe, buio che non si vede l’albero , vento che gira e rinforza, devo anche se con malavoglia chiamare Antonella -che si era gia’ stesa a letto in turno- a darmi una mano a ridurre.
In un battibaleno salta su come un sol uomo (espressione sua) e viene al timone, io vado all’albero e appena va’ al vento ammaino velocemente randa. Il resto del viaggio è un alternarsi di piccoli groppi e pioggia.
Arriviamo finalmente  a Salvador alle 8 di mattina del 19, rosso a dritta nel molo, pronti all’ingresso ....SCRACCATACRAC, ..ferma il motore, abbiamo beccato una cima nell’elica...proprio all’ingresso del porto. Ma come si fa’ a mettere una rete all’ingresso di un porto ? Spegniamo il motore e issiamo genoa e randa, vento zero, marea  entrante, abbiamo paura di derivare e sbattere contro il molo, ma sembra che non ci muoviamo, penso che siamo in equilibrio tra marea e vento, nel frattempo tutte le sottospecie di barchette ci passano da tutte le parti. Vorrei muovermi dall’imbocco e ancorare per andare sotto a vedere che cosa è successo. Danilo arrivato il giorno prima ci vede da terra mentre fa footing e ci invia un SMS, gli  rispondiamo di venire fuori col tender a darci una mano.
Prontamente Super Danilo balza sul tender, arriva alla barca , si tuffa e scopre che siamo impiccati ad una cima che si è presa nell’elica. Ecco perché non ci muovevamo!, altro che equilibrio tra corrente e vento!. Con due manate – e il coltello- stagliuzza tutto e siamo liberi...Che incubo!
Attracchiamo al marina, scendo sul pontile per rafforzare gli ormeggi con i molloni da risacca, ed ecco arrivare Bruno, un francese che ci da il benvenuto, lo incontreremo il giorno dopo sulla barca di alluminio di un amico, con la moglie Françoise; grande chiacchierata sulla loro barca seguita poi da una altra chicchierata oceanica sulla nostra barca, con scambio di files , informazioni e pezzi di racconti della nostra vita, tutto super condensato, il giorno dopo Françoise partirà in aereo per la Francia e Bruno con il proprietario della barca Eric proseguiranno per la Patagonia.
Dopo che gli ospiti se ne sono andati mangiamo qualcosina e io stravolto mi assopisco in dinette col serio pericolo di stravanarmi l’osso del collo dalla cattiva posizione a sedere.