lunedì 29 dicembre 2014

Le cartoline Souvenir: Chaguaramas

da Antonella


Con questo post,
inizio la pubblicazione su  questo blog delle cartoline che creo dei luoghi che visitiamo in questo lungo viaggio.

Le altre cartoline  del Brasile che ho realizzato sono nella pagina Vignette e Disegni di Antonella,  dove ci sarà la serie completa.
Dico subito che riuscire a disegnare in tempo con il luogo non è sempre semplice e immediato; a volte l'idea viene subito, come nel caso di Itaparica,  a volte richiede un po' di studio e ricerca come per Chaguaramas.
Nelle cartoline cerco una sintesi grafica e cerco di inserire elementi grafici, decorativi o simbolici  riferiti ai luoghi. (Ad esempio, scritte, insegne, architetture importanti).
Non sempre il risultato mi soddisfa, ma spero col tempo di migliorare e prenderci la mano.

TRINIDAD
CHAGUARAMAS & POWER BOATS 



    


Poi ci sono gli acquerelli, che possono diventare cartoline, ma che sono  più descrittivi del paesaggio o delle persone (prossimamente).










lunedì 22 dicembre 2014

Barca più grande


Barca più grande !!!

Se pensate che abbiamo acquistato una barca più grande ...forget about it..non c’è il cash per una tale eventualità.
Visto che non si può allargare la barca esternamente lo abbiamo fatto internamente, decidendo di aprire la paratia che divide la dinette con la cabina di prua: progetto che si perde nella notte dei tempi.
Apriamo o non apriamo ...questo era il dilemma. 
Abbiamo deciso di farlo a Trinidad visto il tempo a disposizione e pensavamo che, essendoci un sacco di cantieri, fosse facile trovare falegnami all’altezza, ma più che altro avendo la barca con interni chiari di quercia chiara fosse facile trovare anche il legno per fare le cornici a forcella per coprire il taglio nella paratia: WRONG! ..su tutta l’isola non si trova traccia di legno chiaro ma solo teak ...in quanto ai valenti falegnami...meglio stendere un velo pietoso.

Fortuna vuole che abbiamo l’amico Sergio di Marina di Pisa che lavora come falegname professionista su mega yacht, detto fatto, prese le misure delle forcelle spedite via e mail...e dopo un tempo ragionevole compatibile con i suoi numerosi impegni, finalmente le forcelle sono arrivate a Trinidad.

Non sono un falegname, ma non volevamo correre il rischio che sti stregoni di falegnami qua in giro ci facessero un pasticcio, così ci siamo armati di tanta pazienza e abbiamo cominciato a prendere e riprendere le misure.
Non c’era possibilità di errore, quando si taglia si taglia, se si sbaglia ...non si può sistemare. 
Così, sudando copiosamente per la fatica di lavorare all’interno della barca con 38 gradi, si aggiunge anche il sudore della tensione di sbagliare qualche calcolo.
Fatto il taglio, sembra che tutto coincida, sarà da aggiustare un po’ con la carta vetrata, le cornici non sarano esattamente uguali essendo tipi diversi di quercia, in più i tagli, non avendo una sega elettrica, vengono fatti a mano lasciando qualche spazietto tra le connessioni...ma alla fine il risultato non è terribile, almeno a noi soddisfa. 
Improvvisamente la barca sembra essersi dilatata e gli spazi aumentati ...siamo impressionati dal risultato ...anche se Antonella ne aveva disegnato il risultato finale, la realtà è meglio della teoria.

La fase immediatamente  successiva al taglio è stata l'acquisto e adattamento della tenda che sostituisce la paratia.
Anche in questo caso pensavamo di trovare in un grande negozio per la casa il tessuto e invece abbiamo trovato una bellissima tenda per la doccia che ha molti vantaggi. 
Primo fra tutti costa poco e se ci stufiamo la cambiamo, secondo non necessita di particolari gancetti o cuciture perché tutto fornito  nella confezione, basta mettere un'asta di legno e vai con le anelle.
Con una sola tenda ne abbiamo ricavate due, la seconda per coprire i cuscini del pozzetto che adesso sono sostenuti comodamente dal pezzo di legno tagliato dalla paratia ( della serie non si butta via niente).

Coibentazione

Abbiamo pensato tante volte al fatto che abbiamo la barca non coibentata, e andando al freddo (ma anche al caldo) all’interno si passa dalla ghiacciaia al forno. 
Visto che non ne avevamo abbastanza dei 2500 e passa lavori da fare, un giorno mi è venuta la bella idea di isolare almeno il cielino.
Trinidad non è che sia proprio il posto giusto per trovare materiali atti alla coibentazione, l’unica cosa facile da trovare è il polistirolo perché usato per la costruzione delle celle frigorifere, fortunatamente lo spessore di 5 cm si adatta perfettamente all’intercapedine tra celino e tuga.
Smontata mezza barca e cominciato a segare il polistirolo ...sembrava che avesse nevicato all’interno...pallini di polistirolo dappertutto. 
La sera, grazie ai vicini che ci hanno prestato un aspirapolvere industriale, riuscivamo a dare una parvenza di pulizia per andarci a letto. Dentro si sudava da matti, e Antonella, saltellando tra palline di polistirolo, riusciva in qualche maniera a cucinare senza troppo condire gli alimenti di palline plasticose.
In due giorni di durissimo lavoro siamo riusciti a fare il cappottino al soffitto; 
...ora continueremo per mesi a trovare residui in fondo a tutti i gavoni .

Affondamento evitato.

Lo scarico del motore a mare poco inteligentemente era stato fissato allo scafo con una piastra di acciaio a sua volta imbullonata con bulloni di acciaio sull’alluminio. Acciaio + alluminio + acqua salata e voilà la pila perfetta, risultato lo scafo dietro mezzo sfondato dalla corrosione galvanica. Per fortuna mi è venuto lo sghiribizzo di smontare e controllare, tempo un paio di mesi e avremmo imbarcato acqua a secchi, come mi hanno raccontato di un 385 che a momenti affondava.
La riparazione perfetta sarebbe stata di tagliare tutto e risaldare una flangia di alluminio ...ma.. dove lo trovo qua lo stesso tipo di alluminio per fare la flangia, e un saldatore disposto a portare in cantiere la saldatrice TIC, e costruire una copertura per ripararsi dalle correnti d’aria durante la saldatura....mission impossible a Trinidad, quindi per il momento ho fatto una bella rasatura con uno stucco bicomponente compatibile con l’alluminio e l’acqua salata, poi livellato e carteggiato, infine sicoflex abbondante e rondelle di teflon sui bulloni.
Problema risolto ? Neanche per sogno...spero di avere rallentato il processo fintanto che non troveremo il “giusto “alluminio e bravi saldatori.

Tra i tanti lavori fatti che non ci sembra vero e non li ricordiamo neanche più tutti,
anche il nuovo tappo dello scarico del Webasto ( impianto di riscaldamento) che era stato danneggiato e risaldato a Cartagena e aveva bisogno di una sistemazione più solida, inoltre era necessario mettere un tappo più sicuro di quello di legno provvisorio che  avevamo messo per evitare che l'acqua di mare entrasse.


Disegni del progetto:



Foto prima e dopo:





Prima 


Misure prima del taglio



Si comincia....



















RISULTATO FINALE!!!! CON TENDA!!!
Si intravede anche il tubo della stufa  
con la valvola barometrica (che non si vede).




COIBENTAZIONE















 .... La neve



Quasi finito


A prua 



AFFONDAMENTO EVITATO






 ALTRI LAVORI

Il tappo dello scarico del Webasto