13-Ottobre-14
A spasso a 20 nodi.
Tiro fuori la testa dallo
sprayhood ...e chi ti vedo sul jetty ?
Andrew, 12 anni dopo e non so quante birre dopo a giudicare dalla panza esagerata che ha messo su.
Andrew, 12 anni dopo e non so quante birre dopo a giudicare dalla panza esagerata che ha messo su.
Grandi saluti e abbracci (piano
con gli abbracci ...sempre cultura inglese è).
Breve visita di Stranizza che
apprezza molto, poi sta già mettendo in acqua il suo 32 piedi ...una
similpiroga aperta con 225 Cv di motore !!!!!
Sotto la pensilina incontriamo
Natascia, la moglie, con il figlioletto Ben; si carica un mega frigor da
campeggio pieno di ghiaccio e ogni altro ben di di dio da bere, si sale a bordo
e WOOOOOOM, dopo neanche 100 metri dal jetty si fila già a venti nodi,
incuranti di tutte le barche all’ancora o supply vessels, o qualsiasi altro
natante in giro...niente da stupirsi
qua è così, chiunque maggiorenne (o forse anche no) si può comprare una
barca con anche 1000 Cv e via sfrecciare come un missile; precedenze? Chi,
cosa? Basta dare gas e via, facendo più onda possibile per rompere i cosiddetti
ai poveri velisti all’ancora. Non vale neanche incazzarsi ...questa è la
cultura che non cambieremo certo noi con la nostra breve presenza.
Comunque bando ai sofismi
filosofici, è bello dopo tanti mesi di basse velocità, filare come il vento a
20 nodi, e godersi il panorama tra le isole, ecco la linea di corrente ....ma
chi se ne frega… via di gas e chi la vede la corrente.
Arriviamo in una piccola baietta
dopo Scotland bay, giù ancora, indietro fino a 4/5 metri dalla spiaggetta, giù
seconda ancora sulla spiaggetta e ...via
a mollo, si può scegliere la gradazione di temperatura, vicino a poppa
acqua calda , appena ci si allontana anche un paio di metri dalla spiaggia ecco
che rinfresca ...una meraviglia, l’unica pecca l’acqua e un po’ verdognola,
come tutta l’acqua intorno a Trinidad essendo molto vicino al grande fiume
Orinoco...ma chi se ne frega...di sicuro meglio della fangosa acqua del
Brasile.
Chiacchiere, birra in mano
all’ombra del bimini della barca...mi sembra quasi una vacanza.
15-Ottobre-14
È ARRIVATA LA STUFA !!!
Ai Caraibi?..ma siete matti ?
Ai Caraibi?..ma siete matti ?
Noi pensiamo alla lunga...
è arrivata, si fa per dire, il corriere Fedex (carognoni) doveva consegnarla alla dogana di Chaguaramas...400 mt in linea d’aria da dove siamo noi, ma abbiamo scoperto purtroppo in ritardo che Fedex è stato bandito dalla dogana di Trinidad per alcuni oscuri magaleppi che ha combinato in passato, quindi non può più consegnare a Chaguaramas, ma solo al vecchio aeroporto, che purtroppo è a più di una ventina di km da dove siamo noi.
Armi in spalla e affittiamo una macchina, costa poco - 25 $ al giorno tutto compreso- ma abbiamo paura di perdere qualche pezzo per strada dai vari rumori e scricchiolii che fa. Naturalmente essendo ex colonia inglese si guida a sinistra e tutti con cambio automatico, no problem, in Malesia mi sono fatto un po’ di esperienza.
Ci siamo organizzati alla grande, Antonella ha scaricato le cartine stradali di mezzo mondo sull’iPhone, seguendo il GPS mi fa da navigatrice: perfetto.
Riusciamo ad arrivare nei pressi della dogana, poi si chiede un po’ in giro ed eccoci all’ufficio.
Mentre siamo seduti in attesa che ci chiamino ...acc, dannaz, malediz..ci siamo ricordati in ritardo il dress code, pantaloni lunghi e possibilmente una polo, noi siamo qua’ in braghette e ciabattine ...ci sentiamo inadeguati.
Ci chiamano allo sportello e c’è un funzionario con la faccia burbera (se non fosse così che razza di funzionario sarebbe). Gioco di anticipo e gli profuso le nostre profonde scuse per non aver rispettato il dress code, annuisce ...sempre con la faccia truce (speriamo che non ci rimandi indietro a vestirci) comincia a fare domande da dove veniamo e da dove veniamo prima dell’ultima fermata ecc.. Poi ci dice della storia dell’Ebola, di cui io non sapevo nulla, mentre Antonella ne aveva sentito già parlare. Insomma sembra che la sua unica preoccupazione sia non essere contagiato dall’Ebola, (apro una piccola parentesi sull’Ebola avendola vissuta in prima persona quando lavoravo in Congo, dove improvvisamente senza preavviso rispuntava fuori, facendo davvero stragi di 1000/2000 persone alla volta, per poi sparire di colpo e rimanere incubata magari per un paio di anni. Diverse teorie al proposito, una che i soliti americani ..c’è chi dice giapponesi, andati nel Gabon del nord abbiano fatto esperimenti sulle scimmie per sperimentare qualche virus letale da guerra, altra versione che potrebbe comunque essere supportata dalla prima che è che qualche indigeno si sia mangiato il cervello delle scimmie – uso abbastanza comune da quelle parti- e abbia sviluppato il virus, comunque sia ci sono sempre gli americani che pensano bene a fare del terrorismo psicologico e terrorizzare mezzo pianeta ...di quelli che muoiono in Africa chissà perché non ne parla mai nessuno) In fretta ci mette due o tre timbri e siamo liberi con la nostra bella stufona in mano, fatichiamo non poco per infilarla sul sedile dietro...ma la storia non è ancora finita, ora abbiamo sdoganato all’aereoporto, senza aprire il pacco ci dobbiamo catapultare alla dogana di Chaguaramas, senza fermarci o altro.
Ma è già mezzogiorno, fatti 500 metri vediamo un bel chioschetto, ci fermiamo e chicken and noodle con una bevanda improbabile che pensavamo fosse ananas ma si è rivelata poi un succo di noccioline!!!
Ripartiamo sotto il sole dei 40
gradi, la macchina ...forse artritica aumenta i suoi rumorini, l’aria
condizionata fa del suo meglio per stare al passo e per ricacciare indietro il
puzzo di gasolio che c’è sui sedili...qualcuno deve aver trasportato taniche
per la barca.
Non vogliamo dare nesun appiglio alla dogana, prima di presentarci facciamo una diversione e torniamo alla barca a vestirci con i pantaloni lunghi.
Dogana, devo dire abbastanza solerti, il funzionario chiede alla sua capa se è materiale per la barca, (in effetti una stufa ai Caraibi è quanto meno strano) la capa dopo un paio di domande approva e siamo liberi...io, Antonella, la macchina che ormai tira il suo ultimo sospiro e la bella stufona.
Per festeggiare tutti insieme andiamo in cerca di una spiaggia dall’altra parte dell’isola attraverso il parco nazionale, molto bello passare in questa stradina fiancheggiata da bambù grossi come alberi.
Arriviamo a un gate (cancello) ...20 TT dollari.. per fortuna per il parcheggio.
Parcheggiamo e ci si apre davanti una visione paradisiaca, una spiaggetta in una baia contornata da vegetazione da foresta pluviale.
Arriviamo alla spiaggetta attraverso una scaletta di legno, tutto è tenuto benissimo, il giardino curato con i suoi fiori tropicali ecc..
Siamo le cosiddette mosche bianche ...sono tutti neri a parte noi, quando ci mettiamo in costume spicchiamo come il papa sul terrazzo di San Pietro.
Qua non ci mimetizziamo mica tanto. Stanno tutti nell’acqua attaccati a riva, due bracciate e siamo fuori dalla folla, uso il plurale ma la nuotata la facciamo uno alla volta con l’altro a controllare le borse prima che ci spariscano sotto gli occhi.
L’acqua è una delizia, molto meno salata del Mediterraneo un po’ verdina per il solito Orinoco, ma trasparente, una bellezza....la stufa poverella l’abbiamo lasciata sul sedile dietro ...mica la potevamo portare in spiaggia con noi, e se dopo faceva la ruggine ?
Non vogliamo dare nesun appiglio alla dogana, prima di presentarci facciamo una diversione e torniamo alla barca a vestirci con i pantaloni lunghi.
Dogana, devo dire abbastanza solerti, il funzionario chiede alla sua capa se è materiale per la barca, (in effetti una stufa ai Caraibi è quanto meno strano) la capa dopo un paio di domande approva e siamo liberi...io, Antonella, la macchina che ormai tira il suo ultimo sospiro e la bella stufona.
Per festeggiare tutti insieme andiamo in cerca di una spiaggia dall’altra parte dell’isola attraverso il parco nazionale, molto bello passare in questa stradina fiancheggiata da bambù grossi come alberi.
Arriviamo a un gate (cancello) ...20 TT dollari.. per fortuna per il parcheggio.
Parcheggiamo e ci si apre davanti una visione paradisiaca, una spiaggetta in una baia contornata da vegetazione da foresta pluviale.
Arriviamo alla spiaggetta attraverso una scaletta di legno, tutto è tenuto benissimo, il giardino curato con i suoi fiori tropicali ecc..
Siamo le cosiddette mosche bianche ...sono tutti neri a parte noi, quando ci mettiamo in costume spicchiamo come il papa sul terrazzo di San Pietro.
Qua non ci mimetizziamo mica tanto. Stanno tutti nell’acqua attaccati a riva, due bracciate e siamo fuori dalla folla, uso il plurale ma la nuotata la facciamo uno alla volta con l’altro a controllare le borse prima che ci spariscano sotto gli occhi.
L’acqua è una delizia, molto meno salata del Mediterraneo un po’ verdina per il solito Orinoco, ma trasparente, una bellezza....la stufa poverella l’abbiamo lasciata sul sedile dietro ...mica la potevamo portare in spiaggia con noi, e se dopo faceva la ruggine ?
L'incontro con Andrew
Andrew e la sua barca
Cantieri a Chaguaramas
Un pellicano di passaggio
Scotland Bay in lontananza
La spiaggetta sulla sinistra
Rientro in banchina con vista del creek
Stranizza di poppa
LA STUFA!!!
All'uscita dell' Aviation Business LTD deposit con il prezioso pacco
Sull'autostrada che passa dal centro di Port of Spain
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