By Angelo
Foto e commenti by Antonella
8 luglio 2024
Da Lezardrieux a
Roscoff 43 NM
48 43 05.375 N 003 57 46.833 W
Per uscire dal
bacino del marina di Lezardrieux bisogna aspettare che la marea salga sufficientemente
in maniera da passare il sill e permettere al gate di scendere e poter accedere
al fiume.
Alle 07:20 il
semaforo sul sill diventa verde, ma per sicurezza aspettiamo le 08:00 in
maniera di avvicinarci più che possiamo alla stanca per poter manovrare dentro
a questi sempre più piccoli marina.
Una volta nel
fiume siamo quasi in stanca e si procede spediti fino al mare, dove in buona
compagnia di barche procediamo verso Roscoff. Vento da nord est in rotazione
per arrivare a sud ovest con una ventina di
nodi in aumento. Siamo preoccupati perché all’arrivo picchierà duro, un'altra
di quelle alzate di asticella che rendono la vita cosí interessante.
Abbiamo deciso,
come altri pazzi come noi, di muoverci con un fronte in arrivo e andarlo ad
impattare. La cosa più complicata è che all’arrivo ci troveremo con 30 e
passa nodi e andare all’ormeggio con corrente di marea che anche spinge sarà
davvero un grosso challenger.
Si va’ più o
meno di conserva con altre barche, sbandati come matti, inizialmente con
randa piena e fiocco, ma poi costretti a prendere una mano per la tendenza del
vento ad aumentare, ciliegina sulla torta, visibilità ridotta e una
pioggerella fetente.
Arriviamo davanti
a Roscoff e siamo sempre più preoccupati, le raffiche diventano selvagge e
anche se per brevi momenti leggiamo fino a 40 nodi, ammainiamo e ci prepariamo
ad entrare. Chiamiamo al VHF, perché Roscoff di sti tempi può essere già
superballonato, essendo meta di moltissimi inglesi che traversano la Manica, in più arrivando anche il traghetto dall’UK è usato come porto per cambio equipaggio.
Arriviamo davanti
alla stretta e alta entrata del marina e c’è un RIB (gommone) del marina con due
ragazzine a bordo, ci accostano e gli diciamo se ci indicano il posto e, cosa più importante, che ci diano una mano con il gommone all’ormeggio.
Ci precedono ci
indicano il posto, per fortuna il vento dentro viene un po’ frenato e le
raffiche sono ora sui 25 nodi, ci infiliamo nel finger con vento di prua,
bene, ma corrente di poppa, male.
Scendo al volo e
con lo spring di mezza barca freno l’avanzata della barca verso il pontile, le
ragazzine ci danno una mano a tenere allineata la poppa e in 10 minuti siamo
in salvo.
Per noi sembra il
finimondo, per i locals “another boring day in the office” , brave comunque le
due ragazzine, ma si sa’, da ste parti a
zero anni sono già in barca a beccarsi dei ventacci.
Ormai abbiamo
preso il ritmo delle navigazioni nel nord della Bretagna, con zero vento si sta’
in porto, con qualsiasi altro vento e da qualsiasi direzione provenga si va’ e
si naviga godendosi la veleggiata.
Il fronte in arrivo su Roscoff (modello meteo UKV) |
Lezardrieux, lanterna del faro Triagoz |
Lezardrieux, lanterna del faro Triagoz |
Lezardrieux, lanterna del faro Triagoz, in funzione dal 1925 al 1981 alimentata inizialmente a gas di petrolio e poi elettrificata, visibile a 15 miglia nel settore bianco e a 11 nel settore rosso. |
Da Lezardrieux passeggiata a piedi fino a Paimpol (circa 7 kilometri) e ritorno in autobus.
Paimpol si trova sul lato est della penisola formata dal fiume Trieux, nella baia di St. Malo. E`una delle varie cittadine di carattere come vengono chiamate insieme a Treguier a Roscoff e altre per la conservazione dell'architettura tradizionale. L'accesso al bacino portuale regolato da una chiusa, va in secco con la bassa marea come la maggioranza dei porti della zona. E`una delle sedi della scuola dei Glénans. Da qui nei secoli scorsi pescatori e marinai partivano per la pesca in Islanda e sulle coste di Terranova, per questo il caffé è intitolato agli islandesi.
Il fiume Trieux |
Il fiume Trieux |
Lavori in corso sul ponte |
Campo di carciofi |
Paimpol |
Paimpol |
Paimpol |
Paimpol, il porto |
Paimpol, caffè degli islandesi |
La stazione ferroviaria di Paimpol |
davanti alla stazione in attesa dell'autobus |
Passeggiata lungo le rive del fiume Trieux verso l'estuario.
... e dove si scopre che Georges Brassens aveva una casa qui.
faro di allineamento |
Rovine del mulino azionato con il flusso e riflusso della marea, XVIII secolo. |
Verso Roscoff, le Sept îles in vista. |
La spinta della corrente sulla meda cardinale sud davanti a le Sept îles |
Roscoff, il traghetto per l'Inghilterra. |
L'Etoile du Roy fregata corsara costruita nel 1997 su disegno del 1745, arriva in porto. https://www.etoile-marine.com/notre-flotte/etoile-du-roy/ |
Altre barche d'epoca arrivano in porto, probabilmente con destinazione Brest per la festa del mare. |
Barca norvegese |
La Cancalaise, https://www.lacancalaise.org/ |
La Cancalaise, aperitivo a bordo. |
Sainte Jeanne |
10 luglio 2024
Da Roscoff a Aber
Wrac’h 34 NM
48 35 59.438 N 004 33 37.178 W
Rimasti un giorno
in più a Roscoff, un po’ per riprenderci un po’ dalla sventolata dell’8 e un
po’ perché c’è una comoda lavandería all’interno del marina e un comodo
supermercato dove il proprietario riaccompagna al marina, gratis con il suo furgoncino, i navigatori che fanno la spesa.
Previsione,
vento da ovest sul naso, una ventina di nodi. Partiamo e dobbiamo decidere se
fare la scorciatoia nel canale tra l’ Île de Batz e la terraferma o aggirare l’isola
da nord.
La marea è
giusta e a favore, il vento sul naso, ma con un altro bel numero di navigatori
si decide di fare il canale a motore e randa.
Siamo in alta marea e
non ci sono grandi problemi per fare il canale, sempre seguendo le numerose mede
cardinali. Appena usciti dal canale si comincia il balletto dei bordi, bolina cippa e un
tot di bordi a dritta e un altro tot di bordi a sinistra, fino a che l’ultimo
bordo ci deposita davanti all’ingesso di Aber Wrac’h, che ormai conosciamo bene
per esserci stati all’andata.
Arriviamo e il
solito ragazzino ci viene incontro e ci trova un ormeggio all’inglese all’interno
del marina. Sono super organizzati perché poco dopo arriva una ragazzina con un
altro gommone a farci pagare direttamente senza dover andare in ufficio.
Poco dopo arriva
una barca dietro di noi di nome Paganini, barca che avevamo già incontrato ad
Horta e l’anno scorso era di fianco a noi in cantiere a Gijon, piccolo il mondo
degli alturieri.
Il faro de l'Île Vierge alto più di 80 metri. |
Scogli all'ingresso di Aber Wrac'h |
Ingresso Aber Wrac'h |
Aber Wrac'h all'ormeggio davanti a "Paganini" |
Aber Wrac'h |
11 luglio 2024
Da Aber Wrac’h a
Pen Hir 35 NM
48 15 25.864 N 004 36 57.849 W
Prendiamo il
giusto tempo con le maree per girare intorno al naso della Bretagna e navigare
il Chenal du Four, un altro di quei passaggini che è meglio non sbagliare con
la tempistica.
Il vento è da
nord ma debole, si va’ di motore e randa, ma vogliamo essere per questa sera
all’ancoraggio di Pen Hir, perché domani tappa lunga di 53 miglia con un bel
nord ovest che non vogliamo perderci.
Poti poti e si
va’, nel frattempo c’e’ una festa del mare a Brest e ci sono una marea di
barche di tutti i tipi, fino ad arrivare ai galeoni, che si dirige verso la rada
di Brest, benissimo per noi che ci permetterà di avere l’ancoraggio
semideserto.
Partenza da Aber Wrac'h |
Il faro del chenal du Four (da nord) |
Chenal du Four, ingresso del porto di Le Conquet. |
Il faro di Saint Mathieu, all'estremitá sud del Chenal du Four, prima della baia di Brest. |
girato il capo di Saint Mathieu |
La baia di Brest |
La baia di Brest al centro e la penisola di Crozon a destra. |
Veliero che ritroveremo ancorato all'ingresso di Benodet. |
Primo incontro con Bel Espoir 2 che sarà all'ancora con noi nella baia di Pen Hir |
All'ancora a Pen Hir, Bel Espoir 2 a sinistra. |
Bel Espoir 2 |
12 luglio 2024
Da Pen Hir a
Benodet 53 NM
47 52 51.111 N 004 07 07.327 W
Abbiamo il
passaggio a Pointe du Raz, ultima Race per quest’anno, vogliamo passarlo in
stanca perché il vento sarà bello arzillo e non vogliamo sorprese di mari
ribollenti.
Nel frattempo
siamo in contatto con Viatrix, HR di 47 piedi, equipaggio lui italiano e lei danese, conosciuti l’anno
scorso in Galles e poi rimasti in contatto.
Loro sono in
risalita dalla Galizia direzione Olanda e abbiamo deciso di riincrociare le
nostre rotte a Benodet.
Abbiamo il vento
da nord ovest bello spinto sui 25 nodi reali, rolliamo genoa ma anche se scarrellata
e un po’ lasca la randa, riusciamo a navigare alla grande tra una bolina larga
e il traverso.
Pedaliamo da
matti e abbiamo il privilegio di passare la Pointe per primi alle 09:00 senza
patemi di onde o altro.
Girato il capo
siamo ora di poppa piena con 25 nodi di reale, apriamo le vele a farfalla e
dopo un attimo di indecisione lasciamo il timone all’autopilota che se la cava
alla grande.
Dietro, è uno
spettacolo, tutti con le vele a farfalla, solo un paio con spinnaker, il sole, il mare
calmo uno spettacolo di navigazione per circa una ventina di miglia.
Ad un certo punto
ci troviamo in rotta di collisione con un grosso veliero di legno che ci entra
da dritta e non capiamo bene cosa vuole fare, noi avendo randa a dritta
abbiamo mure a sinistra e lui sta scendendo mure a sinistra di gran lasco però
sottovento rispetto a noi, quindi ha la precedenza però, per sicurezza anche
perché loro hanno manovrabilità limitata, li chiamiamo con il VHF per
metterci d’accordo sulla strategia.
Ci risponde che
lui non può poggiare più di così e che stringerà e ci passerà da prua,
vediamo che stringe, ma che ci passi è solo una sua opinione, in più ha un
bompresso in legno lunghissimo che ci da’ l’impressione che faremo la fine
dello spiedino.
Va beh, bando alle
ciance, facciamo passare la randa a sinistra, orziamo di brutto e li passiamo
da poppa.
Naturalmente gli
arrivi sono sempre problematici, sapevamo che verso sera il vento sarebbe
salito sui 30 nodi e così appena passato Pointe de Penmarc’h e cominciato a
stringere il vento, dobbiamo prendere una mano e ridurre genoa per poter
dirigerci poi su Benodet di bolina cippa.
Entrati nel fiume
Odet, per fortuna la cosa si tranquillizza un po’, arriva il solito ragazzino,
però questa volta avevamo prenotato per stare 4/5 giorni per prepararci per la
traversata, quindi ci scorta direttamente al finger dove un altro ragazzino ci
aspetta per aiutarci nell’ormeggio. Che lusso sti marina atlantici. Scegliamo
Benodet, anche se bisogna entrare nel golfo e allungare la tratta, ma ha i
prezzi più bassi degli altri marina, il marina è super protetto e supertranquillo e con una bella passeggiata nel bosco di un quarto d’ora si arriva ad un Hyper
mercato Carrefour, insomma tutti gli ingredienti per preparare una traversata.
Al passaggio nel
fiume passiamo davanti a Viatrix, che hanno preso un gavitello, grandi saluti e
invito sulla nostra barca per una birra, il giorno dopo ricambieranno con un
invito a pranzo sulla loro reggia.
Verso Pointe du Raz |
In rotta di collisione con Bel Espoir 2 |
Bel Espoir II
16 luglio 2024
Da Benodet a
Gijon 267 NM
43 32 53.146 N 005 40 14.452 W
Monitoriamo il
meteo attentamente, ci si presenta una finestra interessante per martedì 16, il
15 entra un fronte e buffa tutto il 15 da sud ovest, poi il 16 mattina entra l’ovest
e il mare cala a 1.8 mt, poi la notte si calmerà col vento in rotazione e
entrando l’alta pressione il vento girerà deciso e interessante da est.
Sulla carta
sembra perfetto, i fatti però come al solito saranno diversi.
Solita ora
antelucana per partire alle 06:30 con l’ultima ora di marea uscente, tutto come
previsto fino a che avevamo il ridosso della penisola di Pointe de Penmarc’h,
però appena finito il ridosso, la direzione e l' intensità del vento sui 25 nodi
reali corrispondono alle previsioni, ma il mare racconta un'altra storia.
Ad una decina di miglia dalla partenza riceviamo via radio VHF un PAN PAN ( messaggio di urgenza con richiesta di aiuto), a sole circa dieci miglia di distanza sopravento verso ovest, riguarda una richiesta di traino di una barca a vela causa ingovernabilità della barca per problemi al timone.
Scherzando tra di noi accenniamo al fatto che non possono essere le orche così lontane dalle coste portoghesi.
Poi all'arrivo un amico ci invia il link di un articolo dove si parla del fatto, due giovani orche hanno attaccato il timone della barca a vela, smangiucchiandolo e rendendolo inservibile, qui l'articolo per chi se la cava col francese https://www.letelegramme.fr/finistere/treffiagat-lechiagat-29730/au-large-du-guilvinec-deux-jeunes-orques-endommagent-un-voilier-6628218.php
Questa volta ci è andata grassa, non mi sarei davvero voluto trovare in quel maraccio senza governabilità. Ormai il popolo delle orche spazia da nord a sud, ormai è intrinseco nel loro DNA la smangiucchiata del timone, per gioco ? per cattiveria ? Mah, va' te a sapere, forse sono solo diventate misantrope e si sono stufate di tutto questo affollamento in mare.😄
Continuiamo per 3 - 4 ore soffrendo e con la vita a bordo
proprio miserabile, stimo l’altezza delle onde sui 3.5 metri, ad un certo punto
cominciavamo a pensare anche a tornare indietro, perché continuando cosí fino
a notte sarebbe stata veramente dura.
Poi ci troviamo
all’incrocio con un tanker Danese
proveniente da dritta, siamo proprio all’incrocio secco, lo chiamo via VHF e
gentilissimo, visto anche la nostra situazione poco felice, dice che poggerà e
ci passerà da poppa.
Bene, siamo un
po’ rincuorati, proseguiamo e dopo un paio di ore rimane solo lo swelling, ma
il maraccio si cheta.
La prima notte la
passiamo a motore per assenza di vento in rotazione, con il mare che continua
nella sua discesa.
La mattina del
17 è entrata l’alta pressione, piano piano il cielo si è schiarito e fatto
blu, il sole soleggia e l’est entra al traverso con 24/25 nodi, il mare si è
calmato anche se ora l’onda da est si scontra con la risacca da sud ovest, però
tutto ben gestibile e piacevole.
Con il vento da
est riprendiamo la nostra galoppata ora al traverso di sinistra.
La seconda notte
il vento si affievolisce ancora per riprendere arzillo in mattinata.
Con la nostra
media teorica avevamo previsto di arrivare intorno alle 18:30 del terzo giorno,
invece alle 11:00 siamo già in entrata a Gijon, alla fine abbiamo fatto una
media di 5.2 nodi.
Ci fermiamo al
pontile di transito, andiamo in ufficio accolti da gran saluti degli ormai
amici del marina, sempre allegri e passionali che ci assegnano un posto fisso per
l’inverno.
Siamo arrivati a casa molto presto in stagione, ma abbiamo diverse incombenze da risolvere e onestamente non ci costa poi così tanto farci le “vacanze" a casa, anzi ... piuttosto che in marina o ancoraggi dove ormai a luglio ed agosto si guerreggia per l’ultimo posto disponibile, meglio essere nella tranquillità della propria casa.
Barche di legno a Benodet |
Benodet, la passeggiata verso il supermercato |
Terra in vista, Gijón !!! |
Casa! |
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