mercoledì 20 novembre 2024

La saga del motore e altre storie



By Antonella

 


Gijón  14 novembre 2024

Dopo 24 anni e 8000 ore,  dopo tutti i problemi avuti col motore che ci hanno fatto cambiare i piani di navigazione di quest’anno  (vedi post), dopo aver valutato le varie possibilità di riparazione e dopo aver chiesto vari preventivi e anche se alla fine eravamo riusciti a farlo andare bene, ci siamo decisi a cambiare il motore.  Così abbiamo optato per un’officina Volvo di Bilbao che ci aveva assicurato di sapere come installare il motore sulla nostra barca di alluminio.

L’appuntamento era fissato per il 16 settembre a Bilbao e per l’occasione avevamo pensato di fare una navigazione tranquilla lungo costa verso Est, partendo  da Gijón con una decina di giorni di anticipo, il 6 di settembre.

Visto il meteo, la prima tappa è stata Santander con una notte di navigazione e già qui ci siamo presi un temporale con fulmini e raffiche a 40 nodi la sera verso le 11 con pioggia battente e zero visibilità, ma soprattutto una gran paura dei fulmini con arrivo sempre di notte al marina, cosa mai semplice.

la sera della partenza, vista da poppa


il temporale si avvicina


 Santander: marina del Cantabrico

Da Santander  a Laredo, dove non eravamo mai stati. 

Posto molto carino con un bel marina protetto. 

Arrivo nella baia di Laredo-Santoña

Laredo

Laredo, centro storico

Laredo, "pescatori" lungo la spiaggia

Monumento ai pescatori di Laredo

Laredo: la spiaggia

 

Poi il 13, siamo arrivati a Bilbao accolti dal gommone della dogana in assetto controlli che ci ha accostato nell’immenso  bacino portuale di Getxo Bilbao.  Le autorità di controllo marittimo di qualunque tipo sia spagnole che francesi rimangono sempre perplesse quando scoprono che siamo italiani con bandiera e barca francese e viviamo in Spagna.  Il motore non ha dato problemi  durante la navigazione e i dubbi continuano a girarci in testa.

In accordo con il cantiere ci siamo ormeggiati nel pontile del salvamento in attesa di tirar la barca in secco il 16 lunedì. Il 17 viene estratto il vecchio motore con il sistema preparato da Angelo che ha preventivamente fatto una apertura sul tetto dell’hardtop per poter infilare la catena da agganciare il motore, ma anche per vedere il segnavento in testa d’albero in navigazione da sotto l’hard top. Durante l’operazione siamo entrambi un po’ tra il commosso e l’emozionato con mille dubbi sul cambio, ci dispiace lasciare a terra un pezzo della nostra storia sul quale Angelo ha lavorato tantissimo. Ma si sa “chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che perde ma non sa quello che trova”.  In linea di principio visto le facce che fanno i meccanici quando abbiamo detto 8000 ore pensiamo che qualcosa bisogna fare ma il futuro  ci sembra incerto anche perché il nuovo motore è un 30 HP rispetto ai 40 HP del vecchio. Angelo ha trattato il vecchio motore come un bambino e nonostante i problemi non ci ha mai lasciato a piedi – anche se io penso grazie al talento di Angelo per i motori- anche per questo  il pensiero del nuovo motore ci toglie il sonno.

Verso Bilbao



Getxo, Bilbao, il pontile del salvamento vicino al travel-lift


 
 

Angleo toglie il plexiglas dell'apertura sull'Hard top in preparazione dell'estrazione del motore.








Il vecchio motore VOLVO PENTA MD 2040





Il vecchio invertitore



Il nuovo invertitore

Il nuovo motore VOLVO PENTA D1 30

L'isolamento acustico nuovo sulle parti intorno al motore

Il vano motore con il nuovo isolamento.

Arrivo del nuovo motore

Il nuovo motore più piccolo su due lastre di alluminio aggiuntive sui silent blocks. Iniziano qui gli errori di misurazione .

Primer sull'elica


Nonostante la buona impressione che ci hanno fatto inizialmente  i meccanici del centro Volvo, i dubbi rimangono anche per quel che riguarda il nuovo invertitore e il suo posizionamento  all’interno del vano motore.

Man mano che i lavori procedono iniziano a sorgere problemi. Il primo è la posizione dei bulloni  dei silent blocks che essendo più stretta necessita di un aggiustamento. Aggiustamento che viene fatto in maniera approssimativa  e Angelo deve intervenire per mostrare l’errore e trovare una soluzione per risolverlo. Il secondo problema  sono i bulloni dell’invertitore che sono in pollici  rispetto a quelli in centimetri dell’attacco sulla barca e anche qui Angelo interviene per spiegare la differenza tra pollici e centimetri. Si trovano i bulloni in pollici che vengono adattati e fissati.

Continuiamo a non dormire e ad avere dubbi perché si rafforza sempre più l’impressione che il lavoro venga fatto in modo approssimativo senza aver preso le misure. Dopo grandi sforzi e correzioni il motore è fissato e il 24 il meccanico lavora fino a tardi per finire i collegamenti elettrici  per rispettare l’appuntamento  dell’indomani 25 settembre con il travel-lift per mettere in acqua la barca e fare la prova in acqua. 

24 settembre: di corsa tre mani di antivegetativa  prima di tornare in acqua il giorno dopo

Stranizza all'interno


25 settembre: in acqua!

Ormeggiati al pontile del Puerto Deportivo di Getxo

 

Il 25, una volta in acqua  - con vento da 25 a 40 nodi di raffica- si fa un giro di prova e sembra tutto ok fino all’ormeggio provando una velocità massima  contro vento di 7 nodi.

La scadenza del 25 era per noi importante perché avevamo prenotato un appartamento per il periodo della barca in secco, che si è rivelato una gran fregatura, sia per l’odore terribile di muffa sia per il muro della camera da letto confinante con una strada trafficata, quindi oltre al pensiero del motore, la notte non riuscivamo a dormire per il rumore e non vedevamo l’ora di andarcene.

L’indomani, 26 settembre, proviamo ad accendere il motore e suonano tutti gli allarmi più l’indicatore della dispersione con un rosso al massimo livello che significa che il motore non è isolato! 

Chiamati a raccolta i meccanici, ci rendiamo sempre più conto che non hanno mezza idea dell’installazione su barche di alluminio perché sostengono che la dispersione di elettricità viene dal pontile. Anche in questo caso Angelo studia il problema e trova la soluzione nel far ordinare un pezzo dalla VETUS che isola motore e asse dell’elica. Per fortuna il cantiere lo ordina senza fare troppe storie. La tensione inizia a calare e ci sembra di vedere la luce.

30 settembre

Siamo ormai a Getxo,Bilbao da 17 giorni e non per fare i turisti. Siamo andati solo domenica 22 a visitare il Ponte di Biscaglia, il resto passato tra cantiere, officina, appartamento puzzone  e ora finalmente su Stranizza. Nel frattempo ho imparato qualcosa in più su Euskadi,( Paese Basco) Euskera, (lingua basca) e Ikurriña la bandiera dei Paesi Baschi.

Domenica 22, giorno di riposo e gita al Puente Vizcaya

Vista verso il mare dalla cabina mobile del ponte

Sosta tecnica con cioccolata e churros

Sulla passerella in alto del ponte



Vista verso la cittá

Vista verso il porto industriale e il mare

 

L’ampliamento del porto di Bilbao e la costruzione del ponte vengono realizzati alla fine dell’ottocento sotto la direzione di vari ingegneri tra cui Evaristo Churruca che progetta i grandi moli esterni che risolvono il problema della formazione di banchi di sabbia all’imbocco della Ria. Tutta la zona di Getxo diventa residenziale alla fine dell’ottocento con lo sviluppo dell’industria mineraria e la costruzione delle grandi ville di industriali e politici sul lungomare. Nella zona del porto turistico ci sono solo bar e ristoranti e negozi di articoli nautici, per fare la spesa bisogna addentrarsi  nell’abitato e o risalire la scarpata. Vicino al marina c’è un enorme terminal dove attraccano le navi da crociera che scaricano stuoli di anziani. In giro s’incontrano varie nazionalità, arabi, pakistani,come quelli di uno dei bar del marina,  sudamericani che spesso gestiscono piccoli negozi di alimentari, anche africani che vendono paccottiglia o chiedono l’elemosina. Ad un’ osservazione attenta si percepisce che qui la vela è un hobby da benestanti a giudicare anche dai prezzi dei marina  abbastanza alti anche in bassa stagione.

L'edificio (1920) della direzione del porto di Getxo e della Croce Rossa che si occupa del salvamento marittimo

Getxo,  vista della passeggiata e della zona residenziale dal pontile del marina. In primo piano biciclette galleggianti in affitto.

 

Finalmente arrivano i pezzi della Vetus e vengono montati con Angelo che va sott’acqua per far entrare l’asse nel mancione a colpi di martello. Una volta montato tutto il pezzo facciamo un giro di prova, tutto ok fino a 1500 RPM poi il rosso della dispersione lampeggia. Last but not the least, Angelo si accorge che nel nuovo pezzo manca un distanziale e lo costruisce con una chiave.

A questo punto, vista la situazione, abbiamo ormai l’idea che questa officina VOLVO non abbia idea del montaggio su barche di alluminio. Telefoniamo alla direzione generale VOLVO in Belgio per sapere se c’è un protocollo per le barche di alluminio e ci indicano un’officina VOLVO a La Rochelle.  Telefoniamo e ci confermano che lavorano anche per Alubat.  Il 4 ottobre decidiamo di partire subito per La Rochelle anche perché il 7 arriva una depressione, andiamo in cantiere a pagare e lì abbiamo l’ultima conferma che non avevano idea perché il capo dice chiaramente  “che le barche di alluminio hanno la piastra porosa per la dispersione elettrica”  cosa che hanno solo le barche in vetroresina, mentre le barche di alluminio hanno dei relex che isolano lo scafo, cosa che abbiamo imparato in seguito.

Così la sera del 4 partiamo da Bilbao che non ne potevamo più e con mare incrociato e temporali all’arrivo con nebbia che non si vedeva niente arriviamo in una notte buia e tempestosa, sfiniti  al Port de Minimes de La Rochelle alle 6 del mattino del 6 ottobre, ormeggiati al pontile del distributore perché non distinguiamo quello di transito. 

4 ottobre ore 19, in fuga da Getxo Bilbao per La Rochelle.

4 ottobre, tramonto sulla costa Cantabrica

... dopo una notte buia e tempestosa

 

La Rochelle: Port de Minimes

 

A La Rochelle, dopo aver contattato l’officina Volvo, viene il meccanico per un’ispezione del motore e constata che per isolare ulteriormente il motore bisogna installare i relex, parti che devono essere ordinate, in più ci dicono che proveranno il tutto su un alternatore che hanno in officina per essere sicuri. Noi ormai non ci fidiamo più di nessuno e andiamo a farci spiegare esattamente cosa devono fare. Nel frattempo approfittiamo per andare alla HYDROEM a sistemare il pistone idraulico del timone, contattiamo la veleria per ricucire alcuni punti del genoa – che ci dice anche che la vela è ancora buona e non ha bisogno di essere cambiata- l’asta YOR nuova  e il salvagente nuovo. Poi dopo ben 24 anni montiamo anche lo specchio in bagno.

Giro turistico per velisti alla Hydroem per regolazione pistone del timone


 
La nuova asta IOR e la borsa con la cima e il salvagente

Catamarani di lusso e barchette stanziali

Qui in Francia si vede che la vela fa parte della cultura, scuole di vela ovunque e ben attive, barche che escono con qualsiasi tempo e soprattutto prezzi bassi al marina.  La domenica del nostro arrivo c’era il Gran Pavois (fiera della nautica e delle barche) ma noi eravamo troppo stanchi per visitarlo.

Lungo tutto il pontile del transito, dove ci siamo spostati, e a perdita d’occhio intorno a noi, una marea di catamarani nuovi enormi, la maggioranza Fountain Pajot, più alcune barche “stanziali” più modeste di gente che vive a bordo in condizioni precarie. Insomma dalle stelle alle stalle. 



Un parabordo che costa come un rene ...

Gli stanziali....

Gli stanziali....

Gli stanziali....


I cani degli stanziali.



S/Y "EVASION"

Barca trainata in porto da SNSM  (Sauveter en Mer)  a cuasa di una avaria al motore. Abbiamo sentito il PAN PAN mentre arrivavamo a La Rochelle nella notte buia e tempestosa.




La draga nel vecchio porto


Spiaggia a La Rochelle con vista sul Faro della Fin del Mundo (riproduzione di quello dell'isola de los Estados) https://youtu.be/gnUGtxsY-BA?si=IcPdQz1Qo8vth7LB

Facciamo anche qualche giretto nel sempre spettacolare centro storico di La Rochelle, dove nel vecchio porto vediamo in anteprima due IMOCA della Vendée Globe,  Maitre Coq del vincitore della scorsa edizione e Human Immobilier di Antoine Cornic un nuovo partecipante , visione esclusiva senza bisogno di andare a Les Sables d’Olonne all’affollatissima partenza.

L'IMOCA  "Maitre COQ" di Yannick Bestaven



L'IMOCA a deriva senza foils "HUMAN IMMOBILIER" di Antoine Cornic


Il 16 ottobre finalmente viene il meccanico a fare il montaggio dei relex e a controllare il tutto. Si accorge che il filo dell’acceleratore era messo male e faceva contatto e Angelo sistema poi anche il filo dell’invertitore che era storto e impediva alla leva del cambio di funzionare bene. Finalmente sembra che sia tutto a posto e ci mettiamo a studiare il meteo per il ritorno.

Il 23 decidiamo di muoverci da La Rochelle a St. Denis  a l’Île d’Oleron, che si trova a dieci miglia e che ci accorcia un po’ la distanza per il ritorno verso Gijón.  

Molto contenti della scelta. St. Denis è un villaggio molto carino, sicuramente più umano di La Rochelle, con una bella pescheria e un mercato tutti giorni sulla piazza poco distante. Approfittiamo facendo mangiate di ostriche e una bella camminata fino al faro di Chassiron che delimita l’ingresso al canale che va a La Rochelle. 

Partenza da La Rochelle con nebbia fitta

nebia fitta che pian piano si dirada

Il marina di St. Denis d'Oleron, Stranizza all'inglese nel pontile di transito

 

St. Denis d'Oleron

St. Denis, le case basse che ci ricordano un po' Marina di Ravenna



St. Denis, La piazza del mercato

St. Denis,  il sistema di pesca che sfrutta la marea, gestito in collettivo.


Ostriche e cozze a volontá!
 

Gita al faro

Un vecchio mulino nel centro del paese

 





 



Il "semaphore", di fianco al faro, che gestisce  il traffico del canale d'ingresso a La Rochelle

Il giardino botanico alla base del faro

In cima al faro vista verso Est, con la balisa di segnalazione dei bassi fondali

Vista verso Nord

Vista verso Sud Ovest

 

A St. Denis siamo ormeggiati all’inglese e siccome l’ondina fetente entra dal canale e ci batte sulla poppa, proviamo lo “SPROGGING” una manovra per ruotare la barca di 180 gradi senza staccarsi dal pontile, legati con solo una cima alla bitta di poppa. In questo modo abbiamo la prua all’ingresso e l’ondina non ci da più fastidio.

"SPROGGING" 






Stranizza ormeggiata con la prua verso l'uscita, si dorme tranquilli.


Dopo qualche giorno si ormeggia davanti a noi un SIRIUS vecchio modello con bandiera austriaca. Siamo super incuriositi perché la SIRIUS viene pubblicizzata per la razionalizzazione degli spazi e per avere la dinette allo stesso livello del pozzetto. È stata per un po’ il nostro ideale soprattutto quando dobbiamo tirare fuori mezza barca per le parti di ricambio o semplicemente per gli attrezzi.  Conosciuta la coppia di proprietari la visita a bordo ci fa cambiare idea. I gradini ci sono, ma nei posti sbagliati che ci fanno apparire tutto ancora più scomodo!

Finalmente il 31 ottobre vediamo una buona finestra meteo per fare una diretta su Gijón, con poco vento e mare calmissimo. Arriveremo a GIjón il 2 novembre alle 4 di notte dopo una smotorata sotto un cielo stellato incredibile che si rifletteva in un mare calmo e scintillante. Il motore non ha più dato problemi di dispersione  è più silenzioso grazie al nuovo isolamento  e incredibilmente il problema di dispersione che appariva ogni tanto durante i 24 anni  è scomparso!

Rimangono ancora molti lavori da fare, primo da tutti la sostituzione dell’elica che va adattata al nuovo motore. Alla fine siamo contenti di aver risolto molti problemi  e di essere andati a La Rochelle  e di essere finalmente a casa.


 

Verso casa: tramonto

Verso casa: alba

PICCOLO  RIASSUNTO IN VIDEO



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