By Angelo
Foto by Antonella e Angelo
01 giugno 2024
Da Treguier to
Saint Quay Portrieux 35 NM
48 38 54.548 N 002 48 47.712 W
La stanca di
marea tra la bassa e l’alta è alle 08:48, la corrente nel canale della Manica
da ovest a est comincia a filare verso le 09:00, decidiamo quindi sveglia alle
7 e partenza sulle 08:00 in maniera di mollare gli ormeggi quasi in stanca, ma
in tutti i casi la poca corrente rimasta ci porta fuori dall’ormeggio.
Molliamo gli
ormeggi in una giornata gloriosa con sole, issiamo randa e a motore cominciamo
la navigazione del fiume, tutto regolare fino alla prima svolta, poi il vento,
vuoi perché si incanala, vuoi perché qua i bollettini sono sempre ottimisti,
ci troviamo 27/28 nodi sul naso, la randa fileggia e noi siamo piantati a 3
nodi massimo.
Teniamo duro, la
randa fileggia da matti perché siamo quasi sempre a filo vento, prendo
anche una mano perché ogni tanto vediamo l’apparente salire anche a 32 nodi di
vento.
Le poche barche
che ci sono naturalmente sono in entrata, noi in uscita contro gli elementi e
sti dei birboni che continuano a tirarci degli scherzetti.
Finalmente
arriviamo intorno alle 10:00 all’imbocco
del fiume dove dopo una laterale verde dovremo metterci per 317 gradi e
finalmente far portare la randa e il fiocco, il problema è che con questa
velocità sembra che quella verde non arrivi piú. Ad un certo punto ci sorge anche
il dubbio se continuare o tornare indietro, ma ormai abbiamo la verde in vista, una volta passata le cose dovrebbero andare meglio…spero!
Il vento tiene
sui 28 nodi, il mare si è ingrossato, finalmente ci lasciamo la verde a
sinistra e apriamo fiocco, spegniamo il motore e con falchetta in acqua di
bolina cippa mure a dritta via che si va.
Abbiamo scelto
questa rotta dove si allungherà un po', ma con questo vento la scorciatoia tra
scogli e rocce non ci ispirava molto.
Arriviamo alla
rossa del canale di entrata, ci mettiamo per 63 gradi per un breve tratto fino
alla prossima meda cardinale, quí ci dobbiamo aiutare col motore perché l’angolo è troppo stretto
per Stranizza e non si può poggiare causa scogli sottovento.
Arriviamo alla
meda cardinale e finalmente poggiamo per 98 gradi e via di bolina larga.
Nel fare il
planning della rotta, purtroppo, avevo usato una versione di OpenCpn che per
qualche strano motivo mi indica mede e altri ostacoli molto in piccolo.
Sta di fatto che
navigavamo belli tranquilli con andatura al gran lasco e grazie anche alla
corrente filavamo a 6.5 nodi.
Praticamente
siamo passati tra i bassi e la meda evitando uno scontro frontale con sta
bestia di meda che ci avrebbe davvero fatto male.
Lesson learned,
usare cartografia con piú alta definizione e non fidarsi completamente delle
linee di navigazione, perche’ dopo anche ingrandendo il track ci fa’ vedere che
sia rotta che track erano giusti con meda a dritta, ma di fatto ce la siamo
trovata a sinistra, e non per ultimo tenere sempre gli occhi aperti.
Poco dopo siamo
arrivati al marina di St.Quay e chiamato sul 9 il marinaio ci aspettava e ci ha
pilotato al finger.
Overall, a parte
la difficoltà iniziale della risalita del fiume e l’accidente preso con la
meda, per il resto una giornata di grande vela con un bellissimo sole e il
vento che piano piano si è dato una regolata e ci ha portato proprio davanti
all’ingresso del marina.
3 giugno 2024
Da Saint
Quay Portrieux a Saint Cast, 33 NM
48 38 13.091 N 002 14 29.739 W
Bassa marea alle
11:40, decidiamo di partire alle 10:30 per anticipare un po’ e per prendere
la corrente direzione est.
All’arrivo non ci
hanno messo nel pontile transiti bello largo che cercano di lasciare per grosse
barche …la maggioranza ormai, e ci hanno posizionato nel primo pontile insieme
ai locals, tutto bene se nonchè il canale tra i due pontili è strettino.
Col fatto che
siamo in anticipo sulla stanca di marea e imparando dall' uscita a Roscoff,
chiamiamo il marinaio per assisterci col gommone.
Probabilmente da
queste parti è indice di imbranataggine, ma chi se ne frega, noi con deriva
mobile che prima che prenda abbrivio pattina come fosse sul ghiaccio, il vento
che ci avrebbe abbattuto la prua e la corrente ancora in uscita, cerchiamo di
giocare facile ed evitare danni.
Viene il marinaio
e di fatto ci assiste solo, la manovra la facciamo da soli senza aiuti, però
alla bisogna era lì.
Giornata
splendida, sole, vento e mare turchese, una magnificenza, appena usciti dal
marina abbiamo il vento sul naso, ma tant' è, spento motore e via di randa e
genoa a fare bordi.
Bordi faticosi
con la trinchetta fissa a prua, alle volte facciamo un 360 passando da poppa,
altre volte riduciamo il genoa a fiocco e viriamo, insomma una gran fatica.
Andremo
praticamente tutta la giornata a vela con l’aiuto della corrente a favore, una
veleggiata tranquilla e riposante con un solino che ci scalda.
Arrivati a Saint Cast Marina chiamiamo e ci indicano i posti al finger sul pontile Delta dal 22
al 38, ci infiliamo troviamo il 34 libero e via che siamo ormeggiati.
9 giugno 2024
Da St. Cast a St. Helier (Jersey)
49 10 51.228 N 002 06 41.334 W
Saint Cast
essendo una chicca di paese con un bel marina tranquillo, ce la siamo presa con
calma.
Inizialmente
avevamo l’idea di andare a Saint Maló, per poter andare a visitare la seconda
icona della Francia dopo la torre Eiffel, l’abbazia di Mont Saint Michel.
Informandoci
meglio abbiamo capito che Saint Maló non era proprio uno spettacolo di marina,
a parte le fortissime correnti accentuate dalla diga di Rance, e il su e giú
dei traghetti superveloci che collegano con l’Inghilterra, abbiamo preferito
rimanercene a Saint Cast e organizzarci con i mezzi.
Sveglia alle 5 da
Saint Cast, alle 06:00 autobus per Saint Maló, attesa di un paio di ore e preso
il secondo autobus per il centro informazioni di Mont Saint Michel.
Avendo costruito
una strada che collega la terra ferma con l’isoletta di Mont Saint Michel,
arrivati al centro ci sono due opzioni, o navetta che scarica direttamente
nell’isoletta o a piedi con una bella passeggiata di 2.5 km, naturalmente
scelto la seconda.
Una cosa è vedere
Mont Saint Michel in fotografia e tutt’altra vederlo dal vivo, da rimanere a
bocca aperta.
Ci siamo
districati nell’immenso afflusso di turisti, abbiamo fatto un giro intorno alle
mura dell’abbazia, mangiato due Gallete col sidro, stesi sull’erbetta di un
giardino sotto l’Abazzia a prendere un po’ di solino e rifatto in senso inverso
il percorso per tornare a Saint Cast, sciroppandoci altri 2.5 km a piedi per
andare a prendere l’autobus, dove siamo arrivati alle 19:30 di sera, giornata
lunga, ma molto piacevole.
Sabato 8 giugno,
il meteo è mite con venti da nord e nord ovest, giornata solatia bellissima,
partiamo e bordo lungo per nord, viriamo e altro bordo per 270 gradi fino ad andare a
sfiorare l’enorme wind farm, dove dalla torre di controllo continuano a
richiamare i vari velisti che cercano di passare in mezzo, ma mi chiedo, sono
orbi o rincoglioniti sti velisti?...ah, dimenticavo è il week end.
Altra virata e da
lí in poi sarà un bordo unico sempre piú allargando, nel frattempo riceviamo
un securité dalla coast guard di St.Helier di una grossa carcassa di balena
alla deriva a nord ovest dell’isola, ma essendoci vento da nord ovest potrebbe
interessarci, ma per fortuna non la incontreremo.
Alla fine delle
36 miglia previste ne faremo 45 a bordi.
Poi dalla Francia arriva un Mayday di uno in kayak caduto in acqua e alla deriva in una ben non precisata isola Saint Michel
senza dare nessuna coordinata, ma da ste parti ci saranno una decina di
isolotti San Michel, spero che qualcuno lo abbia salvato perché con le
indicazioni francesi la vedo dura, mentre sia i bollettini che le varie
indicazioni inglesi sono super precise chiare e ripetute, quelle francesi
sembra che debbano dirle di fretta per andarsi poi a prendere il caffè o un
Pernod.
I calcoli fatti
in precedenza erano mollare gli ormeggi
a Saint Cast alle 09:00 con la stanca di alta marea, per non avere problemi
nelle manovre in questi piccoli marina, verso le 10:30 avremmo preso la
corrente che fila verso nord ovest .
L’arrivo a St.
Helier previsto verso le 17:30 ora francese e le 16;30 ora inglese, l’entrata
nel marina è complicata considerando che siamo alle sizigie con 12 metri di
marea.
La bassa marea a
St Helier è alle 15:00 LT , per avere accesso al marina bisogna passare un
gate e sotto c’è un sill, un sill è praticamente un muro sotto al gate di 3.5
mt. che serve a tenere acqua all’interno del marina.
All’arrivo c’è
una gran corrente laterale, siamo nelle ore piú forti delle sizigie, tant'è
che ad un certo momento ci siamo presi un accidente, sembrava che dritto di
prua ci fosse uno che stesse nuotando alla velocità della luce, per scoprire
poi che era un gavitello a pelo d'acqua con la cima era in
tiro per la corrente che lo faceva sembrare uno che si muovesse.
L’approccio poi è stato singolare, la rotta di entrata era per 23 gradi che tenevamo, ma
l’heading , la prua della barca era per 350 per la forte corrente e sembrava di andare sempre a scogli, alla fine ci siamo messi sulla scia del
traghetto e siamo entrati.
Prima del gate
c’è un pontile di attesa nel caso non ci sia sufficientemente acqua sopra al sill,
noi avevamo fatto i calcoli di essere lì all’apertura del gate e con sufficiente
acqua per passare il sill, dico apertura del gate anche se non c’è una porta
come nei lock, ma riprendo dalle tabelle inglesi di apertura e chiusura dove è
sempre menzionato “open gate” e“close gate”
L’ingresso è mastodontico,
dei muri altissimi e fortificati, per entrare nel bacino del marina la
torretta di Port Controll con i vari segnali verdi e/o rossi per il passaggio.
Avevamo
telefonato prima e sapevamo già piú o meno dove andare, peró ci avevano
detto di chiamare al VHF all’arrivo. Provo un paio di volte, ma nessuna
risposta sull’80, nel frattempo teniamo il VHF portatile acceso sul 14 per il
traffico commerciale.
Ci infiliamo e
dopo una svolta a S ci troviamo a sinistra il pontile attesa pieno zeppo di
barche a vela in attesa di passare, noi ci dirigiamo lentamente verso il
passaggio cercando di leggere il grande schermo con display dell’altezza dell'
acqua sopra al sill, ma non funziona, c’è peró un’asta graduata che indica
2.3 mt. Poi arriva di gran carriera un ragazzetto del marina con il dinghy e ci
chiede al volo quanto peschiamo, “deriva mobile” rispondiamo, allora potete
entrare, e cosí ci infiliamo prima di tutti, in questo angustissimo passaggio
con la corrente che ci sposta a destra e a sinistra, comunque sia al passaggio
del sill c’è sempre apprensione, dopo mezz’oretta entreranno il marasma delle
barche a vela.
Ci sono solo due
pontili senza finger a disposizione per i visitor, quindi tutti in andana a due
e anche a tre, non proprio comodo, ma il posto è quello che è, bello ma
piccolo.
Navigazione super
piacevole quasi tutta a vela, entrata al cardiopalma, con marea in entrata e
corrente bella arzilla, peró che gran soddisfazione essere ormeggiati al
pontile di St.Helier con birra e patatine, a breve verranno in andana tre vecchierelli soprannominati da noi “gli
Ammiragli” con un Sweden Yacht, ormeggio da manuale, due chiacchiere e bona
lí.
Una delle cose
che piú apprezziamo di navigare in questi posti per noi un po’ estremi, per
chi ci è nato è normale amministrazione, è che in giro in barca non si
incontrano cazzabuffi charteristi, anche catamarani pochissimi o quasi niente,
e qualche barca da noleggio ma a bordo o gente che sa’ quello che fa’ o lo
skipper della compagnia, e normalmente ci si da’ una mano agli ormeggi non
sempre facili con vento e corrente.
11 giugno 2024
Da St. Helier
(Jersey) a Port Dielette (Normandia)
Tanto
strombazzamento su ste isole anglonormanne, ma per noi, a parte il porto e il
marina, il resto una gran delusione.
Gira che ti
rigira non sono altro che isole come altre nel Regno Unito, opportunamente inserite in uno schema di
evasioni di tasse e di investimenti border line con conseguente lavaggio di
denaro di provenienze sconosciute.
Tutto ció si
riflette nella cittá in se’ di St. Helier, palazzoni vetrati in ogni dove, le
piú prestigiose banche ad ogni angolo con vicino istituti finanziari ben noti,
il resto…una tristezza.
Va beh, ci
studiamo il meteo per tornarcene in Francia e piú precisamente nella penisola
di Cotentin in Normandia .
L’11 giugno, vento inizialmente da nord per girare nel
pomeriggio da nord ovest. L’ECMWF, modello a 13 km di griglia, ci dice venti a 20
nodi con raffiche a 22, l’UKV a 2 km di griglia ci dice altra storia, 24-25
nodi con raffiche a 28.
Il sill apre alle
09:00, col binocolo peró riusciamo a leggere il dispaly con l’indicazione di
quanta acqua c’è sul sill.
Usciamo dal
pontile e davanti ci troviamo un olandese con barca a vela da 12 mt, che va’
alla velocitá di una lumaca zoppa, appena passato il gate pur essendo in due a
bordo, lascia il timone e si mettono a tirare su i parabordi, noi non sapendo
da che parte passarlo perché la barca gli si muove a destra e sinistra ed
essendo in mezzo al passaggio del gate con vento e corrente, mi stufo, prendo
la trombetta, gli do’ due strombazzate e gli grido da che parte decide di
andare, cosí mi regolo.
Con cipiglio da
vecchio nobile decaduto, prende in mano il timone e si sposta di lato, e ci
voleva cosí tanto?
Arriviamo
nell’avanporto, ma il semaforo di port controll è rosso, chiamo sul 14 e mi
dicono che il traghetto sta facendo manovra e di aspettare.
Ci mettiamo in
surplax, vento che viene da poppa e corrente che viene da prua, un po’ di
motore avanti e un po’ indietro, finché il traghetto se ne va’ e il semaforo
diventato verde ci da’ il via libera.
Usciamo e ci accorgiamo
che in effetti la previsione di UKV è la piú veritiera, ci sono giá 20/22
nodi belli arzilli.
Appena passata la
boa rossa, sempre con l’imbalzato di olandese davanti, ci mettiamo al vento e
issiamo di randa, dibattiamo se prendere una mano, ma alla fine decidiamo per
lasciare randa piena, c’é già una bella onda da nord ovest e ci servirà
potenza per poterla superare.
Poco dopo issa
anche l’olandese volante con la sua bella rollabile, poi apre un fiocco residuo
dello sbarco in Normandia che fileggia da tutte le parti e naturalmente non ha
rimosso il frullino da estrema prua, immagino un Code 0, e questo mezzo aperto
comincia a sbatacchiare da matti, tra quello e il fileggiare del fiocco un
rumore incredibile, ma evidentemente oltre che imbalzato deve essere anche
sordo.
Per fortuna alla
prima meda cardinale poggia per Guernsey e se ne vanno, noi continuiamo per
330 gradi di bolina cippa con tutta randa e genoa rullato a fiocco, falchetta in
acqua e via a pedalare contro l’onda importante da nord ovest.
Con l’apparente
battiamo sui 28/29 nodi la vita a bordo mica semplice, la giornata è pero’
grandiosa, un cielo senza nuvole con bel sole pieno, l’aria bella frizzantina,
imbacuccati con cerate e guanti, Antonella soprannominata da me la “timoniera
scafata” gestisce la barca al meglio.
Stiamo risalendo
la parte ovest dell’isola di Jersey e ad un certo punto avremmo potuto fare un
paio di bordi per tentare di accorciare un po’ la rotta, ma con sto vento e la
difficoltà di far passare il genoa dallo strallo di trinchetta, preferiamo tenere
un bordone lungo e fare meno virate possibili.
Viriamo e ce ne
andiamo in direzione Dielette. Pensavamo di riuscire a scapolare una meda ovest
che fa’ la guardia a una serie di scogli, ma la forza congiunta di corrente e
vento ci fa’ scarrocciare e purtroppo dobbiamo fare un altro piccolo bordo.
Siamo in anticipo
per l’apertura del sill e del gate di Dielette, qui oltre che il sill c’è
proprio una paratia sopra che automaticamente si apre 3 ore prima e 3 ore dopo
l’alta marea, quando cioè ci sono 1.5 mt di acqua sopra al sill, bisogna
quindi aspettare ulteriormente se si ha un pescaggio piú profondo, c’è anche
in cima al muraglione il display con i metri di acqua sopra al sill piú una asta
graduata nel caso il display dia forfait.
L’entrata è tra
muraglioni enormi e si entra nel primo bacino, poi svolta decisa a sinistra e
si entra nell’avanporto dove ci sono vari pontili di attesa per il sill.
Avevamo visto
entrare tre barche belga con AIS, le ritroviamo ai pontili e ci si mette di
fianco, naturalmente aiuti per le cime.
Siamo stanchi e
stremati, 10 ore di vela di bolina cippa con vento e aria bella frizzina
stancano da matti, in piú, mangiato solo un panino e dei noodles terribili,
quindi una volta arrivati anche se il sill avrebbe aperto da lí a mezzora,
decidiamo di rimanere nel pontile di attesa e aspettare la mattina dopo.
Infatti dopo
mezzora il semaforo diventa verde, ma dopo aver fatto una bella doccetta calda
in barca e mangiucchiato un bel piatto di riso con miso cotto da Antonella, chi
ne ha voglia di rimuovere la barca, va’ bene cosí , domani è un altro giorno
come disse Rossella O’Hara in Via Col Vento.
La mattina dopo
una bella colazione passiamo il sill e siamo dentro questo isolato marina fuori
dai coppi e lontano dai paesi, anche se a solo 500 metri c’è una delle piú
grandi centrali nucleari di Francia, la prima EDF costruita in Francia, la
seconda al mondo dopo quella Finlandese.
Nuovi sistemi di
costruzione e di reattori, ma con tanti problemi, sia questa che quella in
Finlandia hanno 12 anni di ritardo sulla costruzione e il costo è
quintuplicato, ma di fatto da poco è stato dato il consenso a cominciare la
produzione, abbiamo telefonato per sapere se era possibile andarla a visitare,
ma ci ha risposto una gentile signorina dicendo che avrebbero cominciato le
visite la prossima settimana, ma con una voce che non ci credeva neppure lei.
Già vederla dal
mare da’ inquietudine, però saremmo stati curiosi di visitarla, chissà se si
dovranno aspettare altri 12 anni.
Partenza da Treguier |
Partenza da Treguier |
Finalmente fuori dal fiume di Treguier |
... LA MEDA EST PASSATA A FILO A OVEST !!!!! |
Verso St. Quay, sulla costa in cima a sinistra la torre di controllo di Semaphore. |
Arrivo a Saint Quay
La gara di windsurf davanti al marina |
St.Quay marina, Stranizza in mezzo |
Vista verso Sud Est dal marina |
St. Quay, il vecchio porto in alta marea |
St. Quay, il vecchio porto in bassa marea |
St. Quay, il vecchio porto in bassa marea |
St. Quay, il marina in bassa marea |
St. Quay guardando verso sud est |
St. Quay, passeggiata lungo la costa verso nord ovest, l'isola Contessa |
isola Contessa, il marina sullo sfondo |
Verso St. Cast
vista su Cap Frehel |
pointe de La Garde con il castello |
St. Cast
St. Cast marina, ingresso in bassa marea |
St. Cast marina, ingresso in bassa marea |
La passeggiata dal marina di St. Cast al paese
... sulla passeggiata |
Mont Saint Michel
Lo stendardo delle celebrazioni degli 80 anni dello sbarco in Normandia all'ingresso. |
Sidro e galettes |
Le bandiere dello sbarco. |
L'abbazia |
si ritorna alla base |
Di nuovo a St. Cast
St. Cast, passeggiata sul lungomare, le ville. |
St. Cast, passeggiata sul lungomare, la spiaggia immensa. |
Verso il Jersey
Uno sguardo a poppa, Cap de La Garde e Cap Frehel sulla destra |
il campo di eolici |
CONDOR il traghetto delle isole a 35 nodi |
St. Helier, Jersey in vista. |
St. Helier marina, Stranizza ormeggiata all'inglese in andana con gli "ammiragli" che ci stanno passando sopra. |
St. Helier, verso la parte vecchia del porto. |
St. Helier, l'edificio della vecchia osteria "La Folie" ( 1700) chiamata cosí perché costruita in un punto molto esposto al vento (dice il cartello ). |
Fort Elizabeth raggiungibile attraverso un passaggio accessibile in bassa marea |
I mezzi anfibi per trasportare i turisti a Fort Elizabeth |
St. Helier, la spiaggia della baia di St. Aubin |
Baia di St. Aubin, Il forte Elizabeth sullo sfondo |
Jersey, St. Helier, il Port control
Il sil, davanti i mezzi dell'RNLI (i volontari del salvataggio in mare inglese )
"Condor" Il traghetto delle isole anglo normanne ormeggiato al molo St. Elizabeth. Quello che dovremo far passare l'indomani alla nostra partenza. |
Verso Port Dielette, Normandia.
St. Helier , l'ingresso a poppa. |
Jersey, costa sud ovest. |
Jersey, costa sud ovest. |
Port Dielette, penisola di Cotentin
Port Dielette era originariamente il porticciolo di pescatori del paese di Flamanville. A Port Dielette c'è la Gare Maritime cioè l'attracco del traghetto che collega le isole anglo normanne, che si ormeggia nell'avamporto. Non ci sono negozi, solo alcune case sparse e alcuni bar e ristoranti intorno ai pontili oltre all'ufficio del marina e all'ingresso del traghetto.
La centrale nucleare di Flamanville in vista |
Port Dielettte. Parapendio |
Port Dielette, Il container della SNS ( Societé National Sauveteurs) |
Bassa marea |
Vista sul capo La Hague. |
Il porto sullo sfondo |
Dalle pietre al lastricato |
Port Dielette, l'ingresso al porto. |
Il sill in bassa marea, Stranizza al centro. |
Passeggiata verso Flamanville. |
I piloni dell' elettricitá collegati alla centrale nucleare. |
Flamanville, attraversamento pedonale nei pressi della scuola |
Flamanville, le vecchie case dei minatori della miniera di ferro chiusa nel 1962. |
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