2 luglio 2021
Traversata dalle Azzorre alla Bretagna con pit stop alla Corugna.
Il mese migliore per questa traversata e’ luglio, perche’ …in teoria le perturbazioni non dovrebbero essere cosi’ violente come gli altri mesi, di fatto i fatti hanno dimostrato il contrario.
Per salire verso nord, l’unica alternativa dalle Azzorre e’ cercare di accodarsi a qualche bassa pressione con direzione nord.
Naturalmente non avendo una barca planante il giochetto funziona per un paio di giorni, poi la bassa pressione prosegue e noi si rimane indietro come paperelle.
Monitorando vediamo un sistema di basse , tre in fila che si incanala da SW per NE.
Decidiamo la partenza per il 2 luglio, tempo di salutare gli amici , sistemare la casa , cambusa e le altre mille cose che servono per lasciare anche se pur momentaneamente il sicuro suolo per una situazione flottante.
Partiamo in una bella giornata di sole , ma tra le isole il vento e’ sempre un incognita, si va’ a motore passando dalla parte NW di Sao George, va’ comunque bene cosi’ vista la lunga navigazione che ci aspetta e visto il nostro fuori allenamento , va bene prendersela con comodo.
Durante la notte arriva l’agognato vento da sud, prima da ovest per poi muoversi da sud ovest, procediamo con randa e genoa al lasco , quando gira da SW e quindi in poppa piena , ammainiamo randa e tangoniamo il genoa.
Proviamo il nuovo ,( si fa’ per dire, trovato usato da un amico ) whisker pole telescopico.
Gia’ armarlo non e’ cosa semplice, lo si appoggia sul pulpito di prua, si collegano il braccio e il caricabasso e si inserisce la scotta del genoa nella parte telescopica che deve estendersi.
Mica cosa facile stare in equilibrio a estrema prua cercando di estendere i 6 e rotti metri del whisker comunque dopo diversi tentativi , e diversi quasi uomo a mare , riesco ad estenderlo mentre Antonella dal pozzetto segue la manovra con le tre cime.
Apriamo completamente il genoa , ma ci accorgiamo praticamente subito che e’ un accrocco, o almeno fatto per i venti leggeri della domenica, le due parti estese flettono pericolosamente , ed abbiamo solo una 15 di nodi di reale al momento, non riusciamo ad immaginarci come una struttura cosi’ debole possa sopportare venti a 25/30 nodi.
Non ci piace per nulla e anche se lo abbiamo pagato davvero poco e’ una ciofeca di cui ci libereremo quanto prima.
Rismontiamo tutto l’ambaradam , altri passi da circo Togni , e rimontiamo il nostro inossidabile tangone da spi infilato tra le sartie basse e le alte , a 90 gradi con l’albero.
Finalmente riapriamo il genoa e siamo in assetto da battaglia, ci aspettiamo la parte bassa di una brutta perturbazione che come sapremo poi colpira’ la Bretagna con venti a 70 nodi e facendo evacuare un paio di barche con l’elicottero.
Cominciamo pedalare e le media sono sulle 120 miglia nelle 24 ore , buone per la nostra barchita .
Ancora tra le isole di La Graziosa e Tercera comincia la lunga serie di problemi tecnici.
Il nostro sistema di navigazione si basa su due mini PC o chiamati anche PC industriali , poco piu’ di due scatoline collegati ad un unico display , che sarebbe poi una piccola TV da camper a 12 volt che ha la possibilita’ di diverse entrate video.
Cosi con un unico display con il telecomando possiamo cambiare a piacimento la source da dove proviene la traccia video . Su un PC ci teniamo OpenCpn interfacciato all’AIS , e quindi utilizza i dati del GPS dell’AIS piu’ l’interfacciamento con la radio SSB , nell’altro sempre con OpenCpn e lo utilizziamo per il track dell’autopilota attraverso un collegamento NMea e utilizza il vecchio GPS Raymarine gia’ presente in barca da 21 anni.
In questa maniera abbiamo due sistemi paralleli con cartografici sempre sotto 2 diversi GPS.
Mentre veleggiamo tranquilli tra le isole ci guardiamo intorno con l’AIS per vedere il movimento di migrazione verso nord, vediamo a 4 miglia di poppa una barca a vela francese, riguardiamo lo schermo dopo una mezz’oretta e la barca non si vede piu’…ohh sh..t .
Rifaccio il set up del pc, accendo e spengo un paio di volte , ma la barca non torna, per fortuna ci eravamo scritti il nome e lo chiamiamo col VHF, ci dice che non ci vede piu’ neanche lui, siamo spariti ,PANICO.
Se si e’ scassato l’AIS siamo messi male, e’ inpensabile di fare una traversata simile con l’incontro di centinaia di navi senza AIS , avessimo magari un radar di tipo Marpa , ma ne abbiamo uno ventennale che da’ i bersagli come i primi PC col giochino del tennis.
Siamo super preoccupati, non e’ che tra le isole si possa trovare un AIS trasponder sullo scaffale, visto che comunque abbiamo segnale sul telefono cominciamo a fare qualche telefonata.
A Tercera non hanno neppure un tecnico elettronico, contattiamo il nostro amico Duarte di Sao Miguel titolare di una compagnia di charter alle Azzorre e gli chiediamo le varie possibilita’.Ne viene fuori che o bisogna tornare a Horta gia’ 30 miglia di poppa o andare a Sao Miguel a circa 120 miglia a dritta.
Comincio a pistolare con i vari PC, quello dell’AIS e il vecchio mini pc che abbiamo dal 2013 , lo avevamo sostituito ma poi riesumato pensando che ancora se la cavasse, ma evidentemente cosi’ non e’, e tira definitivamente le cuoia RIP.
Spostiamo l’AIS sul nuovo mini pc e finalmente tornano i bersagli intorno a noi, abbiamo con noi i nostri rispettivi PC , colleghiamo quindi uno di questi a gestire l’autopilota con qualche difficolta’, perche i driver per windows 10 per la presa seriale a USB danno di matto ma alla fine in qualche maniera ce la caviamo.
Alla partenza avevamo pensato di utilizzare Predictwind attraverso la radio SSB, purtroppo per fare questo abbiamo dovuto fare anche l’abbonamento a Sailmail , perche’ Winlink non supporta piu’ email commerciali.
Provato il tutto a casa vie telnet e funziona tutto molto bene, provato in barca via radio, ma nel marina la propagazione faceva davvero schifo.
La prima sera in barca provo a chiedere un bollettino via Predictwind via Sailmail , mentre con la radio e Winlink le comunicazioni vanno veloci , con Sailmail nell’emisfero nord sono una schifezza, noi abituati nell’emisfero sud dove lo usavamo abbondantemente con Rx/Tx anche a 10000 byte/min , ora si riesce a malapena ad avere 2000 byt/min e per quanto Predictwind divida la richiesta in tre files , sono sempre pesanti per una connessione radio.
Insomma la prima notte si e’ incartato Sailamail e non riuscivamo piu’ a scaricare i tre file che facevano quindi da tappo.
Il motivo di avere Predictwind e’ di avere un modello in piu’ di previsione che non solo il GFS scaricato senza problemi da Winlink.
Intanto che strolghiamo come risolvere la questione tutto il 3 luglio filiamo sotto genoa tangonato come dei treni e usando le previsioni scaricate prima della partenza comparate con quelle GFS scaricate senza problemi.
Il 4 luglio continuiamo a pedalare sempre sotto genoa tangonato e ci prepariamo alla notte misera che ci aspetta con venti sostenuti, ci dicono 25/30 nodi, ma ormai sappiamo per esperienza che bisogna sempre aggiungerne una decina con le raffiche.
Verso sera siamo all’incrocio con un cargo proveniente da dritta, lo monitoriamo con l’AIS e a 5 miglia continua a darci una CPA di 20 metri, non vedo nessun segno da parte sua di un qualche tentativo di cambio di rotta, provo a chiamarlo via VHF, anche se sull’allarme non c’e’ scritto il nome della barca ma solo l’MMSI number e la bandiera delle Marshal Island.Lo chiamo con questi due riferimenti due o tre volte , ma non c’e’ risposta, mi immagino il povero filippino di turno di guardia che appena sentito la chiamata si precipita dal comandante .Dopo un 4 -5 minuti risponde il comandante che mi sembra russo, gli chiedo le sue intenzioni e mezzo assonnato dice non c’e’ problema , si dico ma da dove ci passi da poppa ? No , no vi passo da prua.
Gulp, questo o modifica la rotta immediatamente o facciamo ciccotto .Siamo ormai a 2 miglia scarse e non vedo ancora nessun movimento …forse la vodka gira ancora nel metabolismo del comandante, un miglio e mezzo e prendiamo noi la decisione , poggiamo decisi di quasi 90 gradi a dritta, poi lo richiamo e gli comunico la nostra decisione , da da , ora modifico anch’io dice lo slavo, ma pezzo di cretino se davi 5 gradi prima sulla nostra poppa non si faceva prima, va beh , ci sfiliamo in parallelo e noi per la nostra via e lui per la sua.
Durante la notte abbiamo un altro incontro via AIS con una barchina a vela di 9 metri direzione Azzorre, contro vento e contro mare .Piu’ tardi nella notte vediamo una luce di testa d’albero sull’azzurro , immagino quindi che fosse un verde a led che si trasforma in azzurro, senza AIS e in parallelo …credo a noi un paio di miglia.
La brutta bassa ci rasa la testa , ma ci arrivano comunque una quarantina di nodi rafficati , per fortuna di poppa piena con deriva sollevata e il genoa ridotto a fiocco sempre sotto tangone.Sappiamo che ad un cero punto il vento girera’ da ovest rendendo vano il tangone, ma finche picchia da SW non abbiamo alternative se non filare tangonati.
La vita a bordo e’ quantomeno preoccupata , il mare monta da matti e i frangenti rompono a poppa con un rumore che dato anche dalla note buia pece , ci preoccupano non poco, si vedono solo le creste quando rompono, per la luminescenza del mare, e il rumore in crescendo all’avvicinarsi , per seguire poi con l’impatto e doccia.
Verso le 3 …sempre le 3 porca paletta, gira da ovest e ancora pigia, dovremmo togliere il tangone per aprire il genoa al traverso, ma con sto buio non se ne parla proprio di andare a prua a fare il ballerino per togliere il tangone.
Rolliamo completamente il genoa e apriamo trinchetta , pur con cosi’ poca tela si continua a filare a 4 nodi.
Alla fine arriva la luce verso le 5:30 e ci arrischiamo di fare la manovra di togliere il tangone, una volta tolto manteniamo la trinchetta e gli apriamo dietro il genoa a fiocco e si ricomincia a filare, anche se nel frattempo il mare e’ diventato il caos primordiale , le vecchie onde da SW si scontrano con le nuove da Ovest e noi nel mezzo a saltellare come pesci fritti in padella.
Tutto il 5 luglio continuiamo con genoa + trinchetta + randa e apprezziamo le qualita’ del cutter , molto piu’ equilibrato.
Il 6 si procede bene mantenendo sempre medie sui 120 nm giornaliere, continuiamo ad avere problemi con il PC con windows 10 con l’autopilota , manteniamo l’AIS sul nuovo mini pc .
In qualche maniera ad ore astruse riusciamo finalmente a scaricare il “tappo” da Sailmail e prepariamo dei file piu’ piccoli e snelli.
Il 7 luglio dopo aver scaricato sia Predictwind che GFS ci appare una situazione abbastanza bruttina per l’arrivo a Lorient , ci da’ venti forza 6 da NW, non ci piace per nulla, da forza 6 puo’ tranquillamente diventare 7, e trovarsi da quelle parti senza un ridosso vuol dire quantomeno soffrire.
Siamo gia’ un po’ stanchi, non siamo piu’ molto abituati alle lunghe , in piu’ ci si presenta un arrivo da sofferenza con una situazione un po' improbabile, dopo la nottata passata con i 40 nodi, ci chiediamo ma perche’ non goderci un po’ sta vacanza ? Prendiamo anche l'occasione per riparare la randa, sistemare un po' l'elettronica.
Decidiamo di atterrare alla Corugna a circa 350 nm a est , ci piace l’idea di rivederla dopo 21 anni , da quando cioe’ andammo a prendere Stranizza nel lontano 2000 da Les Sable D’Ollone , in questa maniera faremmo un pit stop , sistemiamo un po’ di cose e poi con altre 350 miglia attraverso Biscaglia arrivare in Bretagna.
Nel frattempo ci consultiamo via email con l’amico preziosissimo Rob del Branca per i meteo vari.
Dopo un paio di ore in rotta verso la Corugna , cominciano i problemi con il motore.
A intervalli di 30/45 minuti il motore scende di un paio di centinaia di giri , soffrendo un po’ per un ¾ minuti per poi riprendersi a regime normale.
Ok, penso , filtro intasato, fermiamo il motore e cambio il filtro primario che aveva gia’ 118 ore di motore, riprendiamo e dopo poco rifa’ la stessa cosa.
Rispegnamo il motore e questa volta smonto il prefiltro e lo pulisco, e’ un po’ sporco, ma non da giustificare quello che sta’ succedendo , nel frattempo controllo le varie fascette per essere sicuro che non ci siano entrate di aria nel sistema, ricambio il primario nel caso ci fosse qualche schifezza nel tubo di alimentazione.
Ripartiamo, ma non c’e’ ne’, sempre uguale e sempre con la paura che da 200 i giri che perde possano aumentare fino a spegnere il motore.
Proviamo questa volta ad alimentare il motore con una tanica di gasolio direttamente per escludere cosi’ tutto il circuito che dal serbatoio incluso prefiltro arriva fino al motore.
Proviamo il sistema con la tanica per un paio di ore , anche se con il senno di poi avremmo dovuto prolungare la prova ad almeno 4 ore.
Comunque in quelle due ore il motore non e’ mai sceso di giri, rismontiamo l’accrocco e ricolleghiamo al serbatoio, questa volta mi prendo il tempo per controllare sistematicamente tutte le fascette e connessioni varie per un eventuale infiltrazione di aria.
Rimettiamo in moto e per un paio di ore funziona tutto a meraviglia, poi ricomincia, a questo punto ho esaurito le idee e aspettiamo di arrivare alla Corugna per bonificare il serbatoio (cosa gia’ fatta in novembre) e di controllare che tutte le linee siano libere e pulite .Il problema e’ che poi all’ormeggio non sara’ possibile testare il motore sotto sforzo, mah, vedremo un po’ che fare con la mente sgombra.
Al momento 9 luglio abbiamo rimasto 89 nm per arrivare alla TSS , lo schema di separazione di traffico della Corugna , che prevediamo abbastanza congestionato , stiamo gestendo la velocita’ per arrivare il 10 mattina per avere una visuale migliore del traffico navale.
Grazie alle spiegazioni di Rob del Branca via email abbiamo l'idee un po' piu' chiare di quello che ci aspetta, ci sono 4 corsie di separazione per le navi, 2 verso nord e due verso sud separate da delle corsie di circa 3 miglia dove non si puo' transitare per poter mantenere le giuste distanze tra le navi, da noi sopranominati i marciapiedi., le due esterne sono per il transito di cargo con materiali pericolosi, il tutto sotto la supervisione di Finister traffic sui canali 16 e 11.
All'avvicinamento vediamo davvero una marea di navi, noi in teoria dovremmo tagliare le 4 corsie perpendicolarmente per intralciare il meno possibile, ma e' mission impossible , sono cosi' ravvicinate che e' dura, aggiungendo il fatto che i transponder AIS di tipo B devono dare precedenza nelle comunicazioni a quelli di tipo A commerciali, quindi ci ritroviamo con aggiornamenti sulla posizione delle navi anche vecchi di 10 minuti, e a venti nodi fa' una gran differenza.
Non vogliamo disturbare sto traffico da formichine, chiamiamo Finister traffic per spiegargli la questione dell'AIS, e se ci piuo' tenere un occhio per consigliarci via radar quando e' meglio attraversare, ma o non capisce o non glie ne puo' fregare di meno e continua a ripetere dopo un po' anche alterato di tenersi fuori dal traffico.Ok come al solito siamo solo noi generazione di sconvolti, ci rimbocchiamo le maniche e via' che si va'.
La prima corsia dei cargo pericolosi che va' verso sud e' bella libera e riusciamo ad attraversarla senza patemi, quella dopo sempre verso sud e dilvisa dalla precedente da un “marciapiede” risicato, solo un miglio in confronto alle altre divisioni di 4 miglia, ci pone dei problemi, perche' in direzione sud c'e' un raggruppamento di navi una attaccata all'altra e non c'e' spazio per passare in mezzo.
Al posto di fermarci la' in mezzo e fare transitare il peloton decidiamo di salire verso nord sul marciapiede per aspettare il momento migliore per tagliare .
Ci aspettiamo da un momento all'altro che Finister traffic incazzatissimo ci chiami in radio...ma tutto tace.
In transito nel peloton c'e' anche un rimorchiatore oceanico italiano che traina una mega zatterona, cosa sentiamo in radio ...il fatidico ritornello di MARIOOOOOO..tanto famoso in Adriatico, ci siamo fatti davvero due risate su questo made in Italy trasportato all'estero.
Proseguiamo per buone 7 miglia verso nord, ci sembra di camminare tra il guard rail di un autostrada tra le due corsie, per fortuna nessuno si incazza.Dopo quasi 2 ore e passato il peloton ci arrischiamo a traversare la seconda corsia di fretta perche' sta venendo giu un cargo a 20 nodi.Via per 90 gradi e acceleriamo il motore, che naturalmente scende di giri e sembra voglia spegnersi, se si spegne qua' in mezzo incasiniamo il traffico di mezzo mondo.
Con ansia e stringendo i denti , proseguiamo, per fortuna dopo un po' il Volvo riprende, ciliegina sulla torta dopo nenache mezzoretta, chi ti vediamo a poppa ? Un orca che e' in caccia pensiamo in mezzo ad un branco di sardine e fa' un gran putiferio , mentre i gabbiani impazzano per la ghiotta occasione di mangiucchiare anche loro.
Speriamo che non sia del gruppo delle orche che recentemente ha attaccato diverse barche a vela semidistruggendo diversi timoni.
Insomma la pressione sale, tra motore e orche e cargo lanciati , mica si dorme qua'.Ci sognamo un bel pontile tranquillo con due birrette e patatine e magari annoiarci anche un po'.
Riusciamo a passare indenni la seconda corsia , ora affrontiamo la terza e la quarta verso nord, la terza e' praticamente vuota e nema problema, la seconda un grosso peloton in risalita , ma con la CPA non dovremmo avere problemi, riprendiamo quindi la rotta per La Corugna.
Si e' fatto mezzogiorno e io sono stravolto, ho dormito un paio di ore la scorsa notte e poi sempre a controllare sto traffico, anche Antonella e' abbastanza provata, ma tiene ancora duro grazie all'adrenalina.
Mi stendo un po' riesco a dormicchiare un paio di ore poi Antonella mi sveglia perche' ci sono stati dei cambiamenti di rotta in un paio di cargo e improvvisamente ci troviamo sulla rotta perpendicolare di un cargo che ci passera' a prua e uno a poppa con CPA davvero risicate.Antonella aveva impostato bene la manovra, rallentando la barca e dando una ventina di gradi a sinistra, era pero' un po' preoccupata delle CPA risicate, cosi' ci abbiamo guardato insieme.
Passata anche questa , ora via di nuovo .
Continuiamo ad avere problemi col motore , pur avendo pulito il pulibile sembra che ci sia un ostruzione lungo la linea che faccia fatica a far passare sufficentemente gasolio.
A circa 40 miglia dall'arrivo alla Coruna e' peggiorato notevolmente e come dice Antonella “sembra di andare su in salita con la seicento”, ricordi di quando da bambina andavano in montagna con la seicento in 4 e carichi come dei muli.
Per fortuna da tempo ho creato un sistema che aprendo due rubinettini e infilando due tubi in una tanica di gasolio possiamo alimentare il motore direttamente, e cosi' con la tanica di gasolio in bagno siamo arrivati alla Coruna alle 06 UTC, ormeggiati al pontile reception e crollati a letto senza ma e se.
Per fortuna ci hanno fatto dormire fino all'una del pomerigio , poi siamo andati a fare le facili pratiche di ingresso in questo meraviglioso posto che e' la Coruna in questa meravigliosa lingua che e' lo spagnolo.
Ora un po' di manutenzioni, cercare di pulire tutte le linee del gasolio, sostituire il mini PC , fare riparare la randa e riposarci al gusto del puelpo alla gallega, e jambon cerrano, e aspettando il giusto vento per continuare a risalire.
Bv A&A
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