Post inviato via radio...a presto le foto.
Ciack ..si gira
05-02-15
Partiamo presto da Friendship Bay, alle 6 già in navigazione, la meta Wallilabou , baia a nord di St. Vincent e ultimo porto di uscita da St Vincent. Solita bolina tirata fino al ridosso, poi entriamo nella piccola baia e qui si scatena la bagarre di chi ci viene a prendere la cima; ci sono vari gavitelli del ristorante ...25 EC al giorno, se si pranza però al ristorante non si paga nulla. Alla fine dopo dovuta contrattazione, ha la meglio quello che noi soprannominiamo "lo smilzo", un tipo segaligno e sveglio che con la sua lancia a motore ha la meglio su i suoi colleghi con la barca a remi. Prendiamo il gavitello di prua e poi con manovre mirabolanti con la lancia ci fa' girare di 180 gradi e ci porta a terra la cima di poppa. Lui ha voluto la manovra così, che mi sembra un gran lavoro in particolare della sua lancia; fosse stato per me sarei entrato di poppa e via...ma tant'è, visto che la benzina la consuma lui ...si arrangi. Finalmente siamo ormeggiati....arriva la corte dei miracoli dei vu' cumpra' , collanine, frutta fresca, ecc...una sfilza di barchini che dopo un po' mi rompono i gabasisi e li mando un po' a quel paese. Wallilabou è stata la baia dove hanno girato il primo Pirati dei Caraibi, infatti a terra ci sono ancora i rimasugli del set.
Allora affittarono tutta la baia, fecero spostare il ristorante temporaneamente in un altra baia , 6 mesi per montare il set, 5 settimane per girare il film. Non essendoci alberghi nei vicini dintorni affittarono una nave da crociera in stand by davanti alla baia da usare come albergo.
Scendiamo a pranzare al ristorante e onestamente mangiamo bene ...local e semplice ma buono ad un prezzo accattivante in cui è anche compreso il gavitello.
Al solito dopo un po' la baia è ballonata anche con un superyacht a vela di 50/60 mt, con 6 persone di crew e 6/7 imbecilli di passeggeri (liberta' poetica) incapaci di intendere, tant'è che il proprietario decide di portare a terra le pulzelle con un mega tender grande quasi come la nostra barca e con al seguito uno della crew per l'ormeggio. Sto pirla incapace anche di guidare un semplicissimo tender pur con l'avviso del suo marinaio e pur con la nostra cima di poppa bella in evidenza si ficca col tender sulla cima e si ingavagna con l'elica. Gli do a voce del coglione, anche se non ha nessun effetto, in qualche maniera il marinaio riesce a liberare l'elica e quando passano vicino alla nostra barca tutto imbarazzato ci chiede scusa...mentre il proprietario con la faccia da tolla manco ci dice nulla...una bella zappa nelle mani gli schiarirebbe un po' le idee a sti pitocchi arricchiti che devono solo fare vedere che "posseggono" ma che di fatto non riescono neanche a farsi un caffè da soli (questo è vero, raccontato da un amica che lavora come hostess su una barca di 24 metri).
Il pomeriggio riscendiamo a terra per sdoganare e così andarcene la mattina presto, andiamo dal doganiere...tutto ok , e la polizia ? Mi dispiace non è qui ma dovete andare in paese, come ci si va' in paese ? Con un taxi amico ...naturalmente...e via con la trafila dell'amico dell'amico. Assieme ad una skipper americana dividiamo il taxi fino al paese dall'altro lato della montagna, si ferma davanti ad una casupola azzurra con davanti uno sfrombolo di persone che tutte insieme chiacchierano e urlano. Eccoci arrivati dalla polizia ! Non crediamo ai nostri occhi ...e questa è la polizia ?? Veniamo a sapere che durante una manifestazione sportiva ci sono stati dei disordini ...principalmente dati dal troppo alcool, qua' bevono come delle spugne, e in più sono così orgogliosi del rhum che fanno localmente a 85% di alcool ...prima lo usano per accendere il barbeque poi se lo bevono...poi si menano.Entriamo nella stanza di accettazione ...ma non ce la possiamo fare c'è un tal bordello, per fortuna un ufficiale ci vede e prendendo al volo i fogli e i vari timbri ci dirotta al piano superiore ...che sembra casa sua, con l'asse da stiro e i panni da stirare. Una cosa è sicura . non è consigliato finire in una di queste galere per nessun motivo.
Due timbri e passa la paura, riprendiamo il taxi e finalmente in barca.
06-02-15
Traversata da Wallilabou a St. Lucia, detto dal portolano e non solo, una delle tratte più rognose, il vento e la corrente si incunea nel canale con forza inaudita, ci si aspetta raffiche da 30 a 40 nodi. Risaliamo St Vincent sottocosta finche si può per ricevere tutto il riparo che si può, poi si va. Discutevamo con Antonella se partire con una mano o due di terzaroli, ma il meteo mi sembra abbastanza tranquillo , e quindi non penso vedremo nulla di terribile, partiamo con una mano e il fiocco.
Appena fuori dal ridosso...bang...ci investe vento e mare, riusciamo però a tenere bene la bolina ...o almeno al meglio delle nostre possibilità.
Insieme a noi ci sono anche tre catamarani da 40 piedi con skipper di charteristi, piano piano ci passano ...ma il loro scarroccio è terribile in neanche mezzo miglio da essere sul nostro sopravento passano scarrocciando sul sottovento e continuano a scarrocciare di brutto...che monnezze sti catamarrani,,,vanno bene solo di poppa e poi e poi. Stringiamo la bolina a ferro e riusciamo a mantenere un angolo mica male, ogni tanto arriva un rinforzo con groppo...ma niente di terribile confronto a quelli che vedavamo in Brasile ...si orza sotto raffica e si va'.
Sempre a turni con Antonella ...che a dir la verità è sempre più di me al timone.
L'idea era di arrivare a Soufriere, nel sud dell'isola ( S.Lucia) per sdoganare e il giorno dopo muoversi su Rodney Bay nel nord Ovest dell'isola; arriviamo davanti a Soufriere e il posto, oltre che presentare problemi di ancoraggio ed ha quindi solo gavitelli a pagamento, emana un gran puzzo di fogna, io e Antonella ci guardiamo e complice anche il fatto che abbiamo avuto una media superlativa con punte addirittura di 6.9 nodi di velocita', facciamo due conti e decidiamo di tirare dritto per altre 4 ore fino a Rodney Bay, dove arriviamo proprio all'imbrunire in tempo per buttare l'ancora e il buio ci coglie.
07-febbraio-15
La mattina, ancor prima di colazione verifichiamo l'ancora con un immersione; prende solo con una puntina di ancora e non riesce a penetrare , ci sono solo pochi centimetri di sabbia e sotto corallo. È incredibile come l'ancora, se pur in quelle povere condizioni, ieri sera teneva tranquillamente un tiro a 2000 rpm. Tutta la baia è così, si confida sul fatto che il vento viene sempre da terra ...ma non è che ci convinca molto, in più siamo molto lontani dal paese e con il nostro mini tenderino...sicuramente il più piccolo dei Caraibi con solo 2.5 hp di motore, ci vuole una vita per arrivare. Scendiamo a terra per sdoganare e contattiamo il marina che ha dei gavitelli in una laguna interna. Dopo diversi giorni shakerati, ci alletta l'idea di dormire un po' tranquilli. Detto fatto disancoriamo e prendiamo il gavitello all'interno della laguna....un lago...non si muove una foglia , ne avevamo bisogno.
Il giorno dopo decidiamo di andare al fortino posto su un isoletta che poi è stata collegata a terra con un riempimento dagli Inglesi.
Possiamo prendere il taxi (qua purtroppo con l'avvento della cosidetta civiltà, non esistono taxi collettivi così comodi ed economici) che ci costerebbe 20 US dollari tra andata e ritorno, anche se un po' ventoso decidiamo di andare col nostro mini tender...non spenderemo certo 20 dollari. Un po' lunga ma arriviamo sani e salvi , scarpinata su al fortino con vista panoramica da mozzafiato.
Su facciamo due chiacchiere con una coppia di anzianotti americani arrivati li con una nave da crociera, sono molto curiosi da dove veniamo ecc..
Gli spieghiamo che è un anno che ormai siamo in giro in barca e che proveniamo dal Brasile...non possono credre alle loro orecchie che abbiamo attraversato l'oceano sun un piccolo barchino da 34 piedi...beh a ripensarci mica hanno tutti i torti.
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