Dopo Carriacou e la gita
giornaliera nella laguna sopravento all’isola con Stranizza a fare slalom tra i
reef , ci muoviamo su Union Island parte dello stato di St. Vincent.
Cerchiamo riparo finchè possiamo
da Carriacou, poi ci troviamo nel canale tra le due isole...come al solito
corrente est > ovest e vento teso 15/18 reale da est nord/est, bolina
stretta stretta e guadagnarsi ogni millimetro verso il sopravento.
Decidiamo di arrivare a Clifton,
l’unico punto dove si possa sdoganare e poi vedere; se c’è troppo casino
muoverci su Chatam Bay.
Ancora qualche bordo ed entriamo
...nel quarto girone dell’inferno;
il posto in se’ è molto bello circondato da reef appena sotto la superfice con
acqua turchese, ma all’interno del cosidetto porto praticamente un reef
sopravento che spezza l’onda anche se non interamente e un reef nel mezzo del
porto...naturalmente non segnalato che fa’ da rotonda, non a caso si chiama
roundabout. In giro gavitelli di tutti i tipi dal pallone arancione al
parabordo bianco fino alle bottiglie...non si capisce una madonna, charter
giornalieri che partono a busso sfiorandoti la prua....insomma il regno del
CHARTER...un bordello veramente da inferno dantesco.
In qualche maniera ci incuneamo
tra tre gavitelli e il reef rotonda, di fianco ...penso.. a l’unica altra barca
non da charter. Riusciamo a mettere giù appena tre lunghezze di catena , di più
non si può, se non finire addosso ai gavitelli, il vento continua a picchiare ,
facciamo diversi test col motore e sembra che tenga. Subito mettiamo in acqua
il tender, prendiamo gli zainetti chiudiamo la barca e in cerca dei doganieri.
Al passaggio chiediamo agli
inglesi dell’altra barca come fare a trovare gli uffici, gentilmente ci danno
tutte le indicazioni. Ormeggiamo il dinghy e a piedi arriviamo all’aeroporto
dove in un quarto d’ora ci fanno tutte le pratiche.
Lungo il porto in prima fila,
tutto carino e “Caraibico” o almeno quello che l’immaginario collettivo si
aspetta dai Caraibi, bei bar, bei ristoranti...cari naturalmente, appena si
varca la prima fila...BANG..la povertà...e sì è ancora lì, nessuno nel
frattempo la sradicata. Questo è un po’ il ricorrente dei Caraibi, la ricchezza
in mare o li vicino ma all’interno si fatica per il pane quotidiano.
La schiavitù è stata abolita ...ma
la povertà ancora no. Ci si meraviglia degli attacchi e delle rapine sempre più
frequenti sulle barche a vela, ma la differenza è enorme se si paragona anche solo quello che c’è a
bordo anche di una piccola barca come la nostra e quello che ha sta gente..non
tutti ...ma tanti. Risaliamo in barca e ce la filiamo come avessimo il diavolo
alle calcagna.
Giriamo da sud ovest l’isola e ci troviamo in un immenso baione
dove pensavamo di trovare il massa monti e invece solo alcune barche, il fondo
tiene bene e si è ben riparati dalla risacca, il fondo è costellato di enormi
stelle marine.
Volevamo stare un paio di
giorni...ma poi un po ’il meteo favorevole un po’ la smania ..il giorno dopo
via che si va.
Poche miglia per arrivare a Mayreau nella baia a sud, anche qui
vorremmo rimanere un paio di giorni e farci qualche giro a terra...ma durante
la notte entra una risacca terribile, si rolla da matti, in più si sono
accumulate berche su barche ...un pollaio. La notte non si chiude occhio,
aspettiamo le luci dell’alba per andare, anche se il meteo è un po’ rough,
vento 20/25 nodi da est nord/est..mare da 6 a 8 piedi. Una mano alla randa e
genoa rullato a fiocco, falchetta in acqua e comincia il combattimento per
l’angolo. Ogni onda va gestita per non farci trascinare verso ovest, la
corrente che spinge ...in più stanchi di sti Caraibi da polli in batteria decidiamo di
andare sopra sopra vento all’isola e ficcarci in una baietta contornata da
reef...non certo la meta ideale del navigatore medio. Vediamo un sacco di
barche in giro...facendoci un po’ più caso..poche che stanno risalendo verso
nord, molti catamarani e barche charter che vanno verso sud, normalmente le
barche vengono affittate in Martinica o Guadalupa così i prodi velisti possono
scendere col vento da dietro, poi come si vede ora i prodi skipper della
compagnia riportano ste brutture di catamarani a motore a secco di vele su in
Martinica...questo è il charter ai
Caraibi...desolante.
Non voglio dire che TUTTI i catamarani sono obrobriosi...ma questi da charter sono una vergogna in terra, si distinguono dalle house boat solo perché’ hanno l’albero...che non so’ cosa se ne facciano, ci sono anche catamarrani un po’ carini (pochi a dire la verita) , ma in questi non ci si puo’ certo caricare la lavastoviglie e la lavatrice, perché uno sviluppo così massiccio ai Caraibi ? Primo per gli spazi, quando si sale a bordo sembra di entrare in una hall di un albergo , secondo si rolla meno e non si sbanda...in quanto a qualità marine, io stenderei un velo pietoso. Continuiamo nel frattempo con la lotta con gli elementi su una rotta dove non troviamo nessuno, arrivati a circa 6/7 miglia dalla punta ovest dell’isola facciamo un gran bordo a dritta, io e Antonella ci cambiamo al timone ogni oretta, abbiamo le spalle e braccia indolenzite; 3 miglia di bordo e poi di nuovo mure a dritta, ci riavviciniamo alla costa ...ma non passiamo, altro bordo a dritta e sempre 20/25 nodi di vento il mare che copre la capottina...per fortuna che abbiamo esteso lo sprayhood...se no’ che docce. Questo bordo lo facciamo abbondante ...siamo stanchi e vogliamo arrivare e quindi con l’utimo bordo vogliamo essere giusti.E lo siamo; ci porta proprio ad un miglio dell’entrata della pass tra i reef...che non si vedono e non sono segnalati...quindi solo cartografico, piano piano entriamo con gli occhi incollati al profondimetro...appena prima il putiferio delle onde...dopo pochi secondi la pace ...il mare si cheta ...siamo dentro.
Non voglio dire che TUTTI i catamarani sono obrobriosi...ma questi da charter sono una vergogna in terra, si distinguono dalle house boat solo perché’ hanno l’albero...che non so’ cosa se ne facciano, ci sono anche catamarrani un po’ carini (pochi a dire la verita) , ma in questi non ci si puo’ certo caricare la lavastoviglie e la lavatrice, perché uno sviluppo così massiccio ai Caraibi ? Primo per gli spazi, quando si sale a bordo sembra di entrare in una hall di un albergo , secondo si rolla meno e non si sbanda...in quanto a qualità marine, io stenderei un velo pietoso. Continuiamo nel frattempo con la lotta con gli elementi su una rotta dove non troviamo nessuno, arrivati a circa 6/7 miglia dalla punta ovest dell’isola facciamo un gran bordo a dritta, io e Antonella ci cambiamo al timone ogni oretta, abbiamo le spalle e braccia indolenzite; 3 miglia di bordo e poi di nuovo mure a dritta, ci riavviciniamo alla costa ...ma non passiamo, altro bordo a dritta e sempre 20/25 nodi di vento il mare che copre la capottina...per fortuna che abbiamo esteso lo sprayhood...se no’ che docce. Questo bordo lo facciamo abbondante ...siamo stanchi e vogliamo arrivare e quindi con l’utimo bordo vogliamo essere giusti.E lo siamo; ci porta proprio ad un miglio dell’entrata della pass tra i reef...che non si vedono e non sono segnalati...quindi solo cartografico, piano piano entriamo con gli occhi incollati al profondimetro...appena prima il putiferio delle onde...dopo pochi secondi la pace ...il mare si cheta ...siamo dentro.
Ci guardiamo intorno e vediamo una gran bella spiaggia, palme, acqua turchese poche case...e solo un altra barca all’ancora...un paradiso...beh almeno il po’ di fatica nel risalire ci compensa di questa meraviglia, scopriremo poi il giorno dopo andando a Port Elizabeth - che sarebbe poi la baia ufficiale dei portolani- col maxitaxi, che c’è una tale calca di barche ai gavitelli e all’ancora che quasi non si muovono; siamo veramenti contenti della nostra veleggiata e della scelta del posto...ma siamo stravolti dalla fatica e dal sonno, ci facciamo una mega frittata e alle 18:00 siamo già a letto.
Partenza da Carriacou
Union Island, Clifton
Union Island, Chatam Bay
Partenza da Union Island
verso Mayreau
MAYREAU Saline Bay
Union Island sullo sfondo
VERSO BEQUIA
Bequia in vista
Bequia, Friendship Bay dalla strada
BEQUIA PORT ELIZABETH
Friendship Bay lato SE
Friendship Bay lato NE
All'ancora a Friendship Bay
Gli scogli e le isole davanti alla baia
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