29 maggio 2025
Da
Amoy a Finnasnbukta: 5 miglia
59 05.9964 N 005
36.7478 E
Dovevamo alare la barca il
martedì 27 maggio per riparare il problema al timone, ma il meteo non
collabora, entra una depressione con venti a 25 nodi e pioggia a catinelle
dalla mattina alla sera, non proprio il meteo giusto per lavorare sotto la
barca appesa alle cinghie del travel lift.
Rimandiamo all’indomani,
nel frattempo riusciamo a prendere due autobus per poter arrivare all’isoletta
vicina per fare un po’ di spesa.
Il mercoledì, alle 08:30 aliamo, cominciamo i test per vedere qual’è il problema al timone.
Pompando scopriamo che una crimpatura sul tubo idraulico perde e il pistone idraulico, pure.
Poco male, abbiamo del
tubo di scorta a cui vanno rifatte le crimpature meccaniche a mano, per il
pistone ne abbiamo uno di scorta.
La tesi sul motivo per cui il disco di rottura sulla pompa idraulica non ha funzionato, secondo me, è che il colpo è stato abbastanza violento e secco e ha messo in crisi la crimpatura già di per sè indebolita dal tubo vecchio di 25 anni e ha fatto ruotare una tenuta a labbro all'interno del pistone.
Rifaccio le crimpature
nel nuovo tubo, sostituisco il pistone, nel frattempo Antonella da’ una
pulitina agli anodi e all'elica ricoperti di muschio e alle 11:00 la barca torna in acqua.
Alla fine spendiamo
circa 550 euro tra alaggio, varo e sosta sulle cinghie, meno del preventivato.
Ci prendiamo il resto
della giornata per rimettere a posto la barca, ed aggiustare il wc, che, per l’entrata
di alghe, è già la seconda volta che si
intasa il tubo di aspirazione.
Abbiamo voglia di
muoverci, ma, come anche confermato dai bollettini norvegesi, è in arrivo una
bassa pressione chiamata con forza 7 fino a 8 da sud est.
Scandagliamo le varie
possibilità e troviamo una baia a nord ovest di Amoy, ben ridossata dai venti da sud. Si va’ e con solo vela, pur avendo una velocità media di 2.5 nodi, raggiungiamo la baia a 5 miglia da
Amoy. Avevamo letto che ci
sarebbe stato anche un moletto davanti ad un albergo e avevamo deciso di
starcene all’ancora.
Arrivati in baia,
vediamo che l’albergo è una chicca, basso, con coperture in legno, nel molo c’è già una barca norvegese e considerando la comodità dell’essere ormeggiati e in più il fatto di essere ridossati dal bell' albergo, decidiamo di andare al
moletto davanti alla barca norvegese.
Sfioriamo la barca
norvegese, mentre vediamo il fondo calare drasticamente e fermarsi a 2.4 mt
una volta ormeggiati.
Lo skipper della barca
norvegese si è precipitato a prenderci le cime e ad informarci che il fondale è basso; ce ne eravamo accorti, ma essendo alle spring calerà di circa 50 cm
in bassa.
No problem, issiamo
deriva e ora con il nuovo pistone issiamo anche il timone, ora possiamo
galleggiare fino a 70 cm di fondo, che di fatto arriverà a 1.6 mt in bassa
marea.
C’è anche una piccola
scatola dove ci si può collegare con il cavo elettrico, oggi l’hotel è chiuso, aprirà solo per il week end, scopriremo poi l’indomani che ai
norvegesi farà pagare i soliti 250 Nok al giorno mentre a noi, forse per
incrementare il turismo, non ci farà pagare nulla!
Pur avendo scelto questa
baia con i criteri di ridossarsi dalla burrasca, Antonella scopre che nell’isoletta
c’è una chicca di un monastero agostiniano
del 1200 completamente ristrutturato che andremo a visitare, con poi
deviazione al faro. Una gran bella passeggiata in questa piccola isoletta.
La sera poi saremo
invitati nel pozzetto della barca norvegese dove Sigurd e la moglie Barbara, offrendoci un aperitivo, ci danno dritte su posti dove andare nei prossimi
giorni.
31 maggio 2025
Dalla baia di Finnasnbukta a Stavanger
passando per il marina di Hundvag.
58 58.4544 N 005
44.0583 E
Il sabato si annuncia un
gran bel giorno solatio, peccato che il vento che ha buffato da nord ovest
durante la notte con conseguente rompimento di gabasisi per l’ondina fetente di
poppa, sia sparito completamente.
Partono prima i
norvegesi e poi noi. Per scaramanzia preparo i circuiti per issare gennaker, ma
non ce n'è per nessuno e il vento non si farà vivo.
Poti, poti, arriviamo al
marina di Hundvag, consigliatoci da Sigurd. Sarebbe molto tranquillo e con il
bus in 15 minuti si è a Stavanger, peccato che essendo un
club nautico abbiano cambiato la loro politica e non accettano più visitatori. Poco male, giriamo e ci
dirigiamo verso uno dei due micro marina di Stavanger.
Arriviamo al micro
marina di Boreviga, siamo preoccupati di trovare posto, invece ci sono diversi
posti liberi, ci infiliamo al finger di fianco ad una barca a vela olandese.
Tutto semplice,
ormeggiati, QR code, si paga, inviano i vari codici, si attiva l’elettricità e voilà, pur essendo nel centro di Stavanger in barca, si paga solo 26 euro
per notte con elettricità inclusa, bei bagni con belle docce, lavatrice e
asciugatrice gratis e potente wi-fi fino a dentro la barca.
La barca olandese, una
barca di ferro autocostruita dallo skipper, si ritrova il trasto di randa in
pozzetto, in navigazione diretta dall’Olanda a Stavanger hanno beccato un bel
sud sforzato, via di genoa e randa, ma hanno fatto l’errore di non mettere il
preventer alla randa. Con un onda sbilenca,
hanno fatto una strambata cinese e la scotta di randa attorcigliandosi alla
colonnina del timone, l’ha divelta completamente, creando un foro nel pozzetto
da dove gli entrava acqua piovana nella cabina sottostante.
Per fortuna hanno l’autopilota
collegato direttamente all’asse e così sono riusciti ad arrivare a Stavanger
illesi. Ora sono in pozzetto a
cercare di sistemare il sistemabile, ma hanno dovuto ordinare in Danimarca
tutta la colonnina con gli ingranaggi interni.
I motivi di arrivare a
Stavanger per noi, erano molteplici. Primo, andare a visitare il museo dell’oilfield. Dopo averci lavorato nel settore per 34
anni mi interessava molto e secondo, andare a visitare Preikestolen, una delle icone della Norvegia.
Il museo l’abbiamo
visitato e ci è piaciuto tantissimo, per il Preikestolen abbiamo cambiato
idea, considerando il fatto che a Stavanger arrivano crocere da 3/4000 persone
a nave, già due ormeggiate qua vicino, ed il fatto che Sigurd e Barbara ci
hanno accennato che il tratto da fare a tracking è stretto e bisogna poi fare
la fila come ormai si fa’ sul monte Everest, tutto ciò ci ha fatto
cambiare idea e ci ha fatto realizzare che non siamo tipi da icone. Ci è bastata per la
vita, la gita che facemmo a Mont Saint Michel in Francia, con un miliardo di
turisti assatanassati che ci stressano all’inverosimile.
Sempre di più realizziamo che siamo viaggiatori avventurieri e non turisti e quindi lasciamo le icone ai turisti "professionisti".
Amoy 27 maggio
... Giro in autobus a far la spesa nell'isola di Mosteroy.
ore 22 circa tramonto a Amoy
Amoy, i magazzini dei pescatori
Il giorno che siamo andati a far la spesa pioveva a dirotto, come si vede dalle foto, e mentre tornavamo in barca due ometti che sembravano due gnomi, mentre passavamo con gli zaini carichi, ci hanno dato il benvenuto: "Welcome to Norway! this is the normal weather!!!"
Un paio di giorni dopo sentiamo bussare sulla barca e uno degli "gnomi" si presenta con una cassetta piena di pesci chiedendoci se ne volevamo. Sul principio pensavamo che volesse essere pagato ma lui tutto risentito ha risposto: "In Norvegia il pesce non si paga! ". Abbiamo cucinato "il pesce" che tuttora non sappiamo che tipo sia, che ha lasciato un "odorino" per tutta la barca per diversi giorni.
Lo "gnomo" pulisce il suo pesce
Stranizza ormeggiata davanti alla barca norvegese al pontile dell'Utstein Kloster Hotel
Guardando su Google map abbiamo per caso scoperto che eravamo vicini a un monumento storico molto importante della Norvegia, un luogo abitato sin dal 900 AD dal re norvegese che unificó il paese. Nel 1200 i monaci agostiniani costruirono il monastero che fu chiuso alla fine del 1500 con la Riforma luterana e dopo un paio di secoli di abbandono venne convertito in una fattoria. Recentemente restaurato è ora parte dei musei della provincia di Stavanger ed è utilizzato per conferenze concerti, pranzi ed eventi. https://www.utsteinkloster.no/en/
La chiesa, in parte restaurata è tuttora in uso dalla comunità.
Il monastero
Il refettorio
La cucina

Uno dei tanti ponti che collegano le isole qui tra Sokn e Mosteroy
Vari tipi di "scalpelli" delle trivelle per i diversi tipi di roccia o materiale
Modellino creato nel 1978 per la prima grande piattaforma da costruire in Norvegia
Le piattaforme con alloggi individuali con bagni privati permettono l'accesso al lavoro anche alle donne.
L'altro interessante museo che abbiamo visitato è quello della grafica e stampa collegato alla fabbrica di inscatolamento delle sardine, una delle principali economie della Norvegia oltre che a tutto il nord Europa in special modo della Francia Atlantica, prima dell'avvento del petrolio.
IDDIS è l'abbreviazione del termine "Iddikett" che si traduce con etichette.
Il museo si trova nella parte vecchia della città vicino al porto Vagen, in mezzo alle vecchie casette bianche in legno.
I bozzeti delle etichette da presentare ai clienti, dipinti a mano. Poi stampati in litografia.
Le mostruose navi da crociera che sembrano enormi grattacieli e occupano tutto il porto davanti alle casette del centro storico.
La città piena di graffiti
Qui un dettaglio preso dal cartone animato La linea di Cavandoli.

















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