martedì 3 giugno 2025

Viajeros aventureros


By Angelo & Antonella

29 maggio 2025  

Da Amoy a Finnasnbukta:  5 miglia

59 05.9964 N            005 36.7478 E

Dovevamo alare la barca il martedì 27 maggio per riparare il problema al timone, ma il meteo non collabora, entra una depressione con venti a 25 nodi e pioggia a catinelle dalla mattina alla sera, non proprio il meteo giusto per lavorare sotto la barca appesa alle cinghie del travel lift.

Rimandiamo all’indomani, nel frattempo riusciamo a prendere due autobus per poter arrivare all’isoletta vicina per fare un po’ di spesa.

Il mercoledì, alle 08:30 aliamo, cominciamo i test per vedere qual’è il problema al timone. 

Pompando scopriamo che una crimpatura sul tubo idraulico perde e il pistone idraulico, pure.

Poco male, abbiamo del tubo di scorta a cui vanno rifatte le crimpature meccaniche a mano, per il pistone ne abbiamo uno di scorta.

La tesi sul motivo per cui il disco di rottura sulla pompa idraulica non ha funzionato, secondo me, è che il colpo è stato abbastanza violento e secco e ha messo in crisi la crimpatura già di per sè indebolita dal tubo vecchio di 25 anni e ha fatto ruotare una tenuta a labbro all'interno del pistone. 

Rifaccio le crimpature nel nuovo tubo, sostituisco il pistone, nel frattempo Antonella da’ una pulitina agli anodi e all'elica ricoperti di muschio e alle 11:00 la barca torna in acqua.

Alla fine spendiamo circa 550 euro tra alaggio, varo e sosta sulle cinghie, meno del preventivato.

Ci prendiamo il resto della giornata per rimettere a posto la barca, ed aggiustare il wc, che, per l’entrata  di alghe, è già la seconda volta che si intasa il tubo di aspirazione.

Abbiamo voglia di muoverci, ma, come anche confermato dai bollettini norvegesi, è in arrivo una bassa pressione chiamata con forza 7 fino a 8 da sud est.

Scandagliamo le varie possibilità e troviamo una baia a nord ovest di Amoy, ben ridossata dai venti da sud. Si va’ e con solo vela, pur avendo una velocità media di 2.5 nodi, raggiungiamo la baia a 5 miglia da Amoy. Avevamo letto che ci sarebbe stato anche un moletto davanti ad un albergo e avevamo deciso di starcene all’ancora.

Arrivati in baia, vediamo che l’albergo è una chicca, basso, con coperture in legno, nel molo c’è già una barca norvegese e considerando la comodità dell’essere ormeggiati e in più il fatto di essere ridossati dal bell' albergo, decidiamo di andare al moletto davanti alla barca norvegese.

Sfioriamo la barca norvegese, mentre vediamo il fondo calare drasticamente e fermarsi a 2.4 mt una volta ormeggiati.

Lo skipper della barca norvegese si è precipitato a prenderci le cime e ad informarci che il fondale è basso; ce ne eravamo accorti, ma essendo alle spring calerà di circa 50 cm in bassa.

No problem, issiamo deriva e ora con il nuovo pistone issiamo anche il timone, ora possiamo galleggiare fino a 70 cm di fondo, che di fatto arriverà a 1.6 mt in bassa marea.

C’è anche una piccola scatola dove ci si può collegare con il cavo elettrico, oggi l’hotel è chiuso, aprirà solo per il week end, scopriremo poi l’indomani che ai norvegesi farà pagare i soliti 250 Nok al giorno mentre a noi, forse per incrementare il turismo, non ci farà pagare nulla!

Pur avendo scelto questa baia con i criteri di ridossarsi dalla burrasca, Antonella scopre che nell’isoletta c’è una chicca di un monastero agostiniano  del 1200 completamente ristrutturato che andremo a visitare, con poi deviazione al faro. Una gran bella passeggiata in questa piccola isoletta.

La sera poi saremo invitati nel pozzetto della barca norvegese dove Sigurd e la moglie Barbara, offrendoci un aperitivo, ci danno dritte su posti dove andare nei prossimi giorni.

 

31 maggio 2025 

Dalla baia di Finnasnbukta a Stavanger passando per il marina di Hundvag.

58 58.4544 N            005 44.0583 E

Il sabato si annuncia un gran bel giorno solatio, peccato che il vento che ha buffato da nord ovest durante la notte con conseguente rompimento di gabasisi per l’ondina fetente di poppa, sia sparito completamente.

Partono prima i norvegesi e poi noi. Per scaramanzia preparo i circuiti per issare gennaker, ma non ce n'è per nessuno e il vento non si farà vivo.

Poti, poti, arriviamo al marina di Hundvag, consigliatoci da Sigurd. Sarebbe molto tranquillo e con il bus in 15 minuti si è a Stavanger, peccato che essendo un club nautico abbiano cambiato la loro politica e non accettano più visitatori. Poco male, giriamo e ci dirigiamo verso uno dei due micro marina di Stavanger.

Arriviamo al micro marina di Boreviga, siamo preoccupati di trovare posto, invece ci sono diversi posti liberi, ci infiliamo al finger di fianco ad una barca a vela olandese.

Tutto semplice, ormeggiati, QR code, si paga, inviano i vari codici, si attiva l’elettricità e voilà, pur essendo nel centro di Stavanger in barca, si paga solo 26 euro per notte con elettricità inclusa, bei bagni con belle docce, lavatrice e asciugatrice gratis e potente wi-fi fino a dentro la barca.

La barca olandese, una barca di ferro autocostruita dallo skipper, si ritrova il trasto di randa in pozzetto, in navigazione diretta dall’Olanda a Stavanger hanno beccato un bel sud sforzato, via di genoa e randa, ma hanno fatto l’errore di non mettere il preventer alla randa. Con un onda sbilenca, hanno fatto una strambata cinese e la scotta di randa attorcigliandosi alla colonnina del timone, l’ha divelta completamente, creando un foro nel pozzetto da dove gli entrava acqua piovana nella cabina sottostante.

Per fortuna hanno l’autopilota collegato direttamente all’asse e così sono riusciti ad arrivare a Stavanger illesi. Ora sono in pozzetto a cercare di sistemare il sistemabile, ma hanno dovuto ordinare in Danimarca tutta la colonnina con gli ingranaggi interni.

I motivi di arrivare a Stavanger per noi, erano molteplici. Primo, andare a visitare il museo dell’oilfield. Dopo averci lavorato nel settore per 34 anni mi interessava molto e secondo, andare a visitare Preikestolen,  una delle icone della Norvegia. La famosa piattaforma di granito che si erge sul famoso Lysefjord. Per andarla a visitare bisogna prendere un autobus, non proprio economico da Stavanger che porterà ad un parcheggio sul Lyserfjord e di lì due ore di tracking per arrivare in cima.

Il museo l’abbiamo visitato e ci è piaciuto tantissimo, per il Preikestolen abbiamo cambiato idea, considerando il fatto che a Stavanger arrivano crocere da 3/4000 persone a nave, già due ormeggiate qua vicino, ed il fatto che Sigurd e Barbara ci hanno accennato che il tratto da fare a tracking è stretto e bisogna poi fare la fila come ormai si fa’ sul monte Everest, tutto ciò ci ha fatto cambiare idea e ci ha fatto realizzare che non siamo tipi da icone. Ci è bastata per la vita, la gita che facemmo a Mont Saint Michel in Francia, con un miliardo di turisti assatanassati che ci stressano all’inverosimile.

Sempre di più realizziamo che siamo viaggiatori avventurieri e non turisti e quindi lasciamo le icone ai turisti "professionisti".




Alaggio di Stranizza e mantenuta sulle cinghie



Il timone con pala verticale grazie al perno inserito tra le due pale



Il perno inox che tiene insieme le due pale



Il punto dove il timone ha impattato la roccia.



perdita nella crimpatura causa invecchiamento del tubo





Tubo nuovo per sostituire quello vecchio



Smontaggio crimpatura per rifarla poi nel tubo nuovo



Il pistone vecchio che perde



Installazione nuovo pistone che avevamo in barca come back up



Varo di Stranizza dopo 2.5 ore, a lavoro terminato.

 

Amoy 27 maggio

... Giro in autobus a far la spesa nell'isola di Mosteroy.

 



ore 22 circa tramonto a Amoy



Amoy, i magazzini dei pescatori

Il giorno che siamo andati a far la spesa pioveva a dirotto, come si vede dalle foto, e mentre tornavamo in barca due ometti che sembravano due gnomi, mentre passavamo con gli zaini carichi, ci hanno dato il benvenuto: "Welcome to Norway! this is the normal weather!!!" 


 

Un paio di giorni dopo sentiamo bussare sulla barca e uno degli "gnomi" si presenta con una cassetta piena di pesci chiedendoci se ne volevamo. Sul principio pensavamo che volesse essere pagato ma lui tutto risentito ha risposto: "In  Norvegia il pesce non si paga! ". Abbiamo cucinato "il pesce" che tuttora non sappiamo che tipo sia, che ha lasciato un "odorino" per tutta la barca per diversi giorni. 



Lo "gnomo" pulisce il suo pesce 

 

Angelo pulisce il nostro sul pontile 
 
 
airone cinerino, volano a stormi tutt'intorno


29 maggio. Verso l'isola di Mosteroy
 



Salmonere o allevamenti di pesce.

Utstein Kloster


Stranizza ormeggiata davanti alla barca norvegese al pontile dell'Utstein Kloster Hotel

 

 Questa barca di legno, che noi pensavamo fosse una vecchia barca da pesca restaurata per i turisti, abbiamo scoperto essere invece una replica dello sloop di legno " Restauration" che nel 1825 portó i primi 52 emigranti norvegesi a New York. Quest'anno ricorre il duecentesimo anniversario del viaggio e questa barca partirà da qui Utstein Kloster, suo porto base, il 4 luglio per New York ! 

Qui il link per seguire l'evento https://www.restauration.no/en 




Utstein Kloster

Guardando su Google map abbiamo per caso scoperto che eravamo vicini a un monumento storico molto importante della Norvegia, un luogo abitato sin dal 900 AD dal re norvegese che unificó il paese. Nel 1200 i monaci agostiniani costruirono il monastero che fu chiuso alla fine del 1500 con la Riforma luterana e dopo un paio di secoli di abbandono venne convertito in una fattoria. Recentemente restaurato è ora parte dei musei della provincia di Stavanger ed è utilizzato per conferenze concerti, pranzi ed eventi. https://www.utsteinkloster.no/en/

La chiesa, in parte restaurata è tuttora in uso dalla comunità.

 

 




 Utstein Kloster si trova in fondo a questa baia 
 

 

                                                                       Il monastero

 

 

Le betulle secolari che circondano il monastero hanno circa 250 anni e la leggenda racconda che i semi da cui sono nate erano su una nave naufragata nelle vicinanze.
 

 Il chiostro con le piante officinali. 

 

Pulpito del 1600

Si intravede il tetto di legno rifatto di recente con la tecnica antica.

Il refettorio 

La cucina 


Al piano superiore, le celle dei monaci sono state trasformate negli appartamenti della famiglia nobile proprietaria del terreno che gestiva i pascoli e la fattoria. Nella foto una ricostruzione dello studio con un manichino.





 

In corso una mostra sulla Flora Danica, una serie di vari volumi sulla flora norvegese disegnati e raccolti da uno studioso e un illustratore nel 1700. Le illustrazioni delle piante sono state poi copiate in un servizio da tavola dei regnanti.

Fioloy Fyr 

Gita al faro. Dal monastero si può accedere all'altra isola collegata da una strada costruita sui bassi fondali e arrivare al faro e al forte costruito dai tedeschi nella II guerra mondiale. Noi siamo andati solo al faro.







 Ghirlanda attaccata alla casa vicina al faro

 31 maggio, Stavanger



Uno dei tanti ponti che collegano le isole qui tra Sokn e Mosteroy


 

 

Stavanger. Ormeggiati al marina di Boreviga, con vista sul museo del petrolio

 

Da Boreviga si intravedono le mostruose navi da crociera ormeggiate nel porto di Vagen all'interno della città.
Il giro ciclistico della Norvegia passa da qui.

 

La piazza e il porto sullo sfondo

Sulla destra, la chiesa, una delle più antiche della Norvegia costruita nel 900 AD. 

Il Lamassu è una antica statua assira e della Mesopotamia che rappresenta un demone o divinità protettrice. Quella a sinistra davanti alla chiesa è una copia realizzata  dall' artista Michael Rakowitz  con delle  scatole metalliche di sciroppo di datteri  iracheno intitolata " Il nemico invisibile non dovrebbe esistere" per ricordare le opere distrutte e disperse  a causa della guerra in IRAQ. 

L'originale è stato distrutto dall'ISIS nel 2015. Sul lato è riportata la scritta "Sennacherib, re del mondo, Re dell'Assiria, ha ricostruito le mura interne ed esterne di Niniveh alte come montagne".

 L'opera incarna lo squilibrio di potere tra le nazioni occidentali  e l'IRAQ  dalla metà del XIX sec. 

Il porto Vagen
Barca con bandiera di San Marino. Dove si scopre che la bandiera di San Marino non corrisponde esattamente alla nazionalità del proprietario. 


 



 







 Il museo del petrolio https://www.norskolje.museum.no/en/

Il petrolio ha cambiato completamente la vita dei norvegesi che sono passati da una economia rurale e di pesca a quella indistriale con la costruzione delle piattaforme offshore. La tecnologia e il livello di controlli di sicurezza si  sono evoluti negli anni imparando dai disastri e incidenti accaduti nei pozzi. Visitare il museo con la guida di Angelo è stato un po' come rivivere la sua vita in piattaforma.

Ingresso del  museo del petrolio.
Il casing con le camicie, serie di tubi che avvolgono il tubo più stretto di aaspirazione 

Vari tipi di "scalpelli" delle trivelle per i diversi tipi di roccia o materiale 



Modellino creato nel 1978 per la prima grande piattaforma  da costruire  in Norvegia 

Le piattaforme con alloggi individuali con bagni privati permettono l'accesso al lavoro anche alle donne.


Il museo IDDIS https://www.iddis.no/en/

L'altro interessante museo che abbiamo visitato è quello della grafica e stampa collegato alla fabbrica di inscatolamento delle sardine, una delle principali economie della Norvegia oltre che a tutto il nord Europa in special modo della Francia Atlantica, prima dell'avvento del petrolio.

IDDIS è l'abbreviazione  del termine "Iddikett" che si traduce con etichette. 

Il museo si trova nella parte vecchia della città vicino al porto Vagen, in mezzo alle vecchie casette bianche in legno. 




I bozzeti delle etichette da presentare ai clienti, dipinti a mano. Poi stampati in litografia.









 



 

Le mostruose navi da crociera che sembrano enormi grattacieli e occupano tutto il porto davanti alle casette del centro storico.

 

La città piena di graffiti 





Qui un dettaglio preso dal cartone animato  La linea di Cavandoli.
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.