lunedì 23 giugno 2025

Sul filo della burrasca

 By Angelo

Photos by Antonella e Angelo

18 giugno 2025

Da Jondal a Gripnes: 35 miglia

60 03.8990 N            005 39.8960 E

Dopo esserci riparati a Jondal per le pessime condizioni meteo, ce ne stiamo buonini anche il 17 sotto una scrosciante pioggia che andrà di lungo tutto il giorno. Prendo l’occasione per cambiare l’olio motore e il filtro. In serata, per una tregua della pioggia riusciamo a farci una passeggiata.

Il 18 partiamo presto per evitare il rinforzo pomeridiano.

Le previsioni non sono brillanti, anzi fanno un po’ schifo, continua il sud ovest sul naso anche se con toni più tranquilli.

Motore e randa e cercando di stare il più vicino a costa per evitare il grosso delle corrente, pioggerella sempre presente.

Per poter andare verso nord abbiamo deciso di prendere la scorciatoia del passaggio di Lukksund, uno stretto canale con una strettoia minima larga 120 mt, sotto ad un ponte a 25 metri di altezza.

Il canale, in certe condizioni può essere molto complicato, alle spring la corrente data dal restringimento fila a 4, 5 nodi,seguendo il ciclo di 2 ore verso sud, 2 ore di stanca e di due ore verso nord. Scendiamo il fiordo di Hardanger fino alla deviazione per il canale, davanti a noi altre tre barche, le prime due molto più avanti se la filano.

Sono le 13:30 e fino alle 15:00 la corrente, anche se non siamo alle spring, viaggia verso nord, decidiamo di andare. Così decide anche una barca olandese di 12 metri di fianco a noi.

Appena girato l’angolo, ora andando verso nord ci troviamo al gran lasco, via motore, apriamo genoa e come tutti i velisti quando ci si trova di fianco un'altra barca,.... si va’ in regata.

Non siamo i soli a pensarla così anche loro, in 4 di equipaggio, su di vele e via in guerra.

Inizialmente sono davanti loro, perché hanno tagliato tra uno scoglio e un' isoletta, noi più prudenti siamo passati dopo l’isoletta, questo ci ha però fatto perdere acqua.

Man mano che ci inoltriamo nel canale, il vento cala e diventa davvero instabile. Andature da gran lasco mure a sinistra e a farfalla, loro prendono la destra, noi stiamo a sinistra, per un po’ siamo appaiati, poi su un lato a farfalla, la mossa vincente, issiamo tutta la deriva e piano piano solo per decimi di nodo li superiamo.

Da lì non c’è piu’ storia, passiamo sotto al ponte nel restringimento con almeno una decina di lunghezze su di loro.

All’uscita del canale, il ridosso è totale, e non c’è più un refolo di vento, mentre la corrente tende a spingerci verso la vicina riva. Loro mettono in moto e noi pure, la regata è finita, indipendentemente dal risultato è stata un oretta davvero divertente e impegnativa.

Appena messo in moto sentiamo in radio qualcuno che ci chiama, ma non facciamo tempo a rispondere, appena guardo il PC vedo sull’AIS che davanti in senso inverso sta arrivando Dora Mar II , una barca a vela di svedesi molto simpatici conosciuti a Farsund al nostro arrivo in Norvegia.

Eravamo sempre rimasti in contatto whatsapp, sapevamo che la notte prima erano in un porticciolo poco distante e avevamo l’idea di chiamarli in serata per vedere se ci si poteva incontrare ed eccoli spuntare dal nulla. Su i parabordi e ci accostiamo tenendoci nelle draglie altrui, grandi saluti  e un gran piacere rivedersi praticamente per caso, a bordo hanno i due nipoti che dovranno scaricare a Rosendal perché possano prendere un bus che li riporti a Bergen dove andranno a vedere un concerto di Neil Joung !!!!

La cosa strana è che vanno i giovani nipoti e non i nonni più coetanei. Neil Young a 80 anni fa’ ancora tourné, spero che non gli prenda un cocone durante il concerto.

Entriamo nel Bjornafjorden e se nel fiordo sotto soffiava sud ovest in quello sopra buffa bello allegro il nord ovest, naturalmente sul naso. Per fortuna che dobbiamo fare solo un miglio per poi entrare nella baia di Gripnesvaagen. Si entra attraverso un budello lungo mezzo miglio, largo solo 45 metri, e con cavi di alta tensione a 25 metri di altezza,  poi la baia si apre molto grande con un isoletta al centro, un posto bellissimo. Ce ne andiamo dietro l’isoletta, 9 metri di fondo, giù 35 metri di catena, qua dentro si è proprio bullet proof . La mattina issando l’ancora troveremo una zolla di fango e sabbia enorme, avremmo potuto resistere ad un uragano, ma a parte la solita pioggerella a tratti, il vento qua dentro non arriva.

20 giugno 2025 

Da Gripnesvaagen a Lysesundet

60 12.1077 N            005 21.9084 E

Per goderci la bella baia siamo rimasti anche il 19, con qualche bella passeggiata in mezzo ai boschi.

Partiti sulle 08:00, l’idea era di andare all’ancora nel nord ovest dell’isola di Lysoen nella minuscola baietta di Lysevaagen, per poter poi con una bella camminata andare a visitare una stranissima villa costruita da un compositore norvegese, riprendendo lo stile dell’Alhambra.

E’ una baietta così piccina che può esserci posto solo per una barca alla ruota e quindi abbiamo in atto anche il piano B nel caso ci sia già qualcuno. Oggi è l’ultimo giorno di scuola in Norvegia e cominciano le vacanze estive, quindi ci si comincia ad aspettare un po’ di traffico.

Navigazione senza se e senza ma, a parte lo zig zag tra le innumerevoli salmonere.

Arriviamo alla baietta e naturalmente c’è all’ancora un barcone a vela: piano B, giriamo intorno all’isola e ci dirigiamo verso un cantiere/minimarina. C’è posto in un finger, ormeggiamo di poppa e andiamo poi a sentire se possiamo stare. Non è un marina per i transiti, però visto che è ancora semideserto, ci fanno rimanere due notti, all’iperbolica cifra di 36 euro con elettricità inclusa.

Siamo appena a mezzo miglio dall’isola di Lysoen e dalla fatidica villa che, tra l’altro, abbiamo già visto passandoci davanti con la barca.

La bionda del cantiere/minimarina ci dice però che c’è una gran bella passeggiata, quindi domani mattina montiamo il fuoribordo, che sarà ormai piu’ di un anno che non usiamo perché normalmente avendo un dinghy rigido e due bei remi di legno tendiamo ad andare a remi, ma un po’ la distanza, un po' una eventuale correntediciamo che sono buone scuse per mettere in moto il fuoribordo.

 

22 giugno 2025 

Da Lysesundet all’isola di Fedje: 45 miglia.

60 46.9537 N            004 42.7334 E

Ieri messo in acqua il dinghy, installato il motore, messo in moto senza problemi, saliti a bordo pronti per partire, ma la marcia non ne vuole sapere di entrare, nè in avanti nè indietro. A tenere troppo fermi e inusati i motori, purtroppo succede ciò. Tolto il fuoribordo e si va alla vecchia, con i remi.

È mezzo miglio di distanza, ma abbiamo vento laterale e corrente al traverso, un po’ di ginnastica e siamo arrivati. Una passeggiata bellissima con una giornata di sole davvero inaspettata nell’isola del  violinista e compositore norvegese Ole Bull (1810-1880), dove costruì la villa ispirandosi dall’Alhambra e ne ha disegnato anche i sentieri.

Il meteo per il 22, non è proprio una bellezza, prevista pioggia sin dal primo mattino, il vento da sud est entrerà verso le 9, dapprima gentile per poi arrivare a burrasca forza 8 dalle 18:00 in poi. La cosa buona è che siamo al riparo dal mare e il vento lo avremo dal giardinetto di sinistra se non da poppa.

Il primo pezzo fino al traverso di Bergen, il vento ancora debole e da direzioni variabili, la pioggerella rognosa con nebbiolina novembrina.

Passato poi il grande ponte di Bergen, il vento entra in azione, si instaura il sud est, parte avanzata di una bassa pressione in arrivo. I bollettini meteo sembrano riprendere vita e ogni oretta continuano a chiamare burrasca forza 8. I bollettini meteo in Norvegia funzionano a settori, essendo molto montuosa e con molti fiordi il meteo non può essere diramato a livello nazionale. Vengono fatte le chiamate sul 16 di un avviso di burrasca e rimandano al canale radio commerciale della zona in cui si è. Naturalmente bisogna avere sottomano la cartina della Norvegia dove evidenzia i vari settori con i canali corrispondenti, cartina che abbiamo sul portolano cartaceo.

Pedaliamo con randa piena e genoa pieno, di fianco a noi abbiamo una barca a vela tedesca di 17 metri con a bordo vari manzi.

Sentiamo l’intensità del vento aumentare quasi in poppa piena, decidiamo che è il momento di ridurre, decidiamo di ammainare completamente randa e tenere solo genoa al 150% con deriva completamente sollevata.

I tedeschi arrivano in ritardo, tengono troppo randa piena e fiocco e ad un certo punto la barca gli parte in straorza, abbiamo anche paura che ci piombino addosso tanto sembrano fuori controllo.

Nel frattempo Stranizza fila a 7 nodi come fosse su una monorotaia sotto autopilota, i tedeschi, nel panico, vele che fileggiano con un gran rumore, un volontario va’ all’abero e con difficoltà prendono una mano alla randa, ma sono in cattura e nei problemi. Continuano a tenere la barca al vento, rollano il fiocco e rimangono con solo randa sempre al vento o quasi, ma vedo col binocolo che o hanno rotto qualcosa, o si è impigliato qualcosa, anche con la traccia AIS fanno dei gran giri senza senso. Noi ce la filiamo alla grande. A loro risolvere i loro problemi.

Vediamo a prua un gran nero e alcuni fulmini terribili, cellulari dentro al forno, non si sa mai, sapevamo che ci sarebbero stati dei fulmini, ma sono dell' idea che in caso di fulmini il posto più sicuro sia stare in navigazione e non fermi come un' anatra in qualche ancoraggio o ormeggio.

Continuiamo con una buona media, il vento è ora su forza 5, 6, ma di poppa: una bellezza.

Entriamo nel porticciolo di Fedje, molto bello e caratteristico. Ci sono un paio di pontili galleggianti praticamente già pieni, vediamo però davanti ad una barca norvegese uno spazio davvero risicato, forse solo la lunghezza di Stranizza.

Il vento ci arriva da prua leggermente da sinistra, non buono, visto che il pontile è a sinistra, arrivo filo filo al norvegese che ci guarda dal pozzetto come fossimo marziani, passiamo a pochi centimetri dalla sua fiancata e cerco di entrare nello spazio rimasto tra la sua prua e il muro davanti.

Appena mi posiziono parallelo anche abbastanza vicino al pontile, non facciamo però in tempo a scendere per legare almeno una cima, perché il vento ci sposta sulla dritta.

L’ebete del norvegese, perché è davvero un ebete, non accenna neppure a venire a prenderci una cima, manco scottassero. Siamo costretti a ri uscire, poi sto cretino, dopo che abbiamo rischiato l’incidente svariate volte ci dice che c’è anche un altro pontile al di là del canale. Pezzo di cre…no, e non ce lo potevi dire prima ? 

Il problema è che molti hanno la barca a vela, ma di marineria o navigazione ne sanno davvero poco, poi il fatto che ha un Bavaria non aiuta certo a dargli credito. Non che ce l’abbia particolarmente con tutti quelli che hanno un Bavaria, abbiamo però notato recentemente che è la barca in assoluto più economica e alla portata praticamente di tutti,   magari tagliando gli angoli sulle reali conoscenze nautiche e quel poco di etichetta marinara che fa' così fatica a sopravvivere oggigiorno, con l'aggravante di avere barche immense comparate alla crew a bordo.

So che sembrano discorsi da vecchio rincoglionito, ma mi sembra che ormai anche l'andare per mare sia diventato un salotto il più delle volte solo a dimostrare a chi ce l'ha piu' lungo, poi per fortuna ci si incontra anche con equipaggi risicati con barche attrezzate per navigare veramente.

Nell’ormeggio precedente, mentre eravamo tranquillamente polleggiati, ho sentito arrivare una barca, sono uscito e c'era un Boreal 44 che cercava di ormeggiarsi in testata del pontile con il vento che lo spingeva in fuori. Sono schizzato fuori dalla barca e gli sono andato a prendere le cime togliendolo da una difficile situazione. Ma ci vuole così tanto a dar una mano al prossimo, particolarmente quando ci sono situazioni un po’ critiche ?

Ci ormeggiamo al pontile e dall’altra parte c’è lo zatterone di Leeway-25 (qui il sito https://www.leeway-25.com/) fatto di tronchi, con un programma di navigazione un po’ nebbiolino associato al motivo per farlo. Dopo un' ora che siamo all’ormeggio, ecco arrivare burrasca, ma ora è una delizia, ormeggiati comodamente al pontile, sentire il vento accanirsi con le nostre sartie.

 

18 giugno, Hardangerfjord verso sud 









Ingresso al fiordo Lukksund verso Nord 

La barca degli olandesi

Il fiordo Lukksund


Lukksund. Passaggio sotto al ponte

Gli olandesi a poppa


Passato il ponte ( tra i due eolici )

 

L'incontro con Dora mar II

Fuori da Lukksund

Dora Mar II 


Dora Mar II  verso sud, dentro il fiordo Lukksund

Stranizza da Dora Mar II   

19 giugno. La baia di Gripnes vagen



Due passi a terra con Caronte

 






Gripnes vagen, il campeggio visto dall'ancoraggio. Sono praticamente rulotte incastrate dentro a bungalow di legno. 

20 giugno, verso nord, Bjornafjord.


Bjornafjord, vista sul passaggio di Lukksund a sinistra.


Verso Lyseoy

La villa di Ole Bull in vista






Villa di Ole Bull, il busto della nipote di Ole Bull, Silvia, che ha lasciato la villa allo stato norvegese.

Vista del marina cantiere dove eravamo ormeggiati. 

 

 











La baietta all'interno dell'isola Lesoen


Vista del Bjornafjord da Lesoen





Il traghetto per i visitatori, "Ole Bull"




 
 

ore 22 e 30  tramonto a Lesoen 


22 giugno, si riparte verso nord.





Il ponte vicino a Bergen





Fedje


ingresso a Fedje


Ormeggiati a Fedje dietro a Leeway-25


Leeway-25







22  giugno, tramonto a Fedje.

 

23 giugno 

Partenza di Leeway-25 verso Nord, trainato furoi dal porto perché non ha motore.


In giro per l'isola
 

 
 




Villaggio in miniatura, vedi sotto.




 
 






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