By Angelo
Foto by Antonella
10 giugno 2025
Da Utsira
a Eidsvag, 38 miglia
59 43.2461 N 005 31.2828 E
Dopo essere
sopravvissuti al gay pride, un paio di belle passeggiate, entra il nord ovest
e pianifichiamo di entrare nel Boemlafjorden per poi andare più in profondità nel Hardangerfjorden.
Le uscite dal porto sud di
Utsira possono essere due, o per sud da dove siamo entrati rasando una serie di
scogli segnalati solo sulla carta, o da
est in uno stretto passaggio pero’ ben segnalato con pali verdi e rossi.
Inizialmente pensavamo
di uscire da est per essere piu’ tranquilli, ma facendo due calcoli, col
vento da nord ovest conviene l’uscita da sud e lasciare l’isola sulla dritta
per poter prendere più angolo al vento.
Il vento è già in
azione da nord ovest e quindi a sud tutto tranquillo, l’uscita seguendo poi
il track di entrata non comporta nessun problema.
Giriamo intorno all’isola, apriamo tutto genoa e randa e si comincia la lunga bolina a ferro verso il
fiordo, con un forza 5/6 già in azione.
Riusciamo a fatica a
tenere aperto tutto genoa con 24 nodi di apparente, sotto raffica bisogna però sventare un po’ la randa, cerchiamo di mantenere il genoa tutto aperto per
avere un angolo migliore, ma si fa’ fatica.
Procediamo per un' oretta
cominciando a preoccuparci del passaggio tra gli scogli di un piccolo
arcipelago dopo l’isola di Rover.
Passaggio che può essere complicato con forte vento da nord ovest per via dei fondali che
improvvisamente si alzano con la probabilità di avere grosse onde o delle
Race.
Abbiamo il vento a forza
5 con raffiche a sei, ma non sappiamo cosa intendano i vari portolani con
“forte” vento, spero si riferiscano a un forza 7 e oltre.
Mentre facciamo le
nostre riflessioni, vedo sull’AIS una barca veloce sui 25 nodi sopraggiungente
con una generica “military ship” sul AIS.
Poco dopo questo grosso
gommone tutto giallo ci si accosta, e tra grosse urla per farsi capire contro
il rumore del vento e del loro motore, si presentano come polizia e dogana, e
ci chiedono il permesso di salire a bordo.
Gli dico di aspettare un
attimo, perché siamo con la falchetta in acqua a quasi 6 nodi di velocità.
Ammainiamo il genoa e
con solo randa con Antonella al timone, li facciamo salire, salgono in tre e
uno rimane in stand by col gommone.
Uno della polizia, uno
della guardia costiera e una vichinga alta due metri della dogana.
Domande di rito, solo
un controllo, quello della polizia è bianco come un lenzuolo, mi sa’ che ha
poco tempo di prendere un po’ di sole, la vichinga sembra avere una
abbronzatura da Caraibi, sarei tentato di chiedere dove l’ha presa, ma
all’ultimo momento vedo che ha anche due ciglia finte lunghe una spanna, non
vorrei mai che fosse tutto trucco. Meno male che non ho
chiesto perché dopo Antonella mi confermerà che aveva almeno tre dita di
fondotinta, bella figuraccia che avrei fatto.
Saluti e baci, loro per
la loro rotta e noi per la nostra.
Nel frattempo il vento
come da previsione rinforza e ci fa’ avvolgere il genoa al 100%, Antonella
riesce comunque a tenere una bolina decente.
Passiamo il fatidico
arcipelago di scogli, ma non vediamo nessuna variazione di rilievo, meglio
cosi.
All’ingresso del fiordo
il vento si incattivisce e le raffiche aumentano a 34, 35 nodi di apparente,
ora di prendere la prima mano alla randa.
La rotta è perfetta, Antonella si becca del gran freddone col nord ovest.
Comincia il traffico
commerciale di cargo e cruising ship.
Facciamo solo un bordo a
sinistra per toglierci di mezzo da una situazione che sarebbe potuta diventare
complicata con i vari incroci, in questa maniera lasciamo il campo libero e
una volta ri virato ci troveremo su una traiettoria senza problemi.
Ancoriamo nella baia di Eidsvaag,
super protetta dal nord ovest, dentro calma piatta, un posto davvero molto
carino.
A piedi faremo delle
gran belle passeggiate dentro il bosco .
12 giugno 2025
Da
Eidsvaag a Latrevik 28 miglia
60 04.2381 N 005 58.6155 E
Giornata magnifica con
sole e cielo azzurro, peccato che anche quel poco di vento promesso, non si
faccia vivo. Faremo tutte le 28
miglia randa e motore.
Arriviamo nel sud
dell’isola di Varaldsoy, nel dentino sud c’è una piccola insenatura con un
ancoraggio.
Appena entrati ci
rendiamo conto che il posto è abbastanza risicato e non crediamo proprio che
ci sarà un buon fondo tenitore.
Arriviamo nel centro
della baietta in circa 9 metri, giù ancora con tre lunghezze di catena,
proviamo ad arretrare, ma non c’è presa, prende un po’ poi molla.
Issiamo ancora e trovo
sull’ancora qualche traccia di fango, ma poca roba, ci spostiamo un po’, riproviamo, ma stessa storia, l’ancora non fa’ presa.
Nel frattempo, in fondo
alla baia, un omarello sul suo peschereccino ormeggiato ad un piccolo
pontile, tenta di dirci qualcosa, ma
non capiamo.Ci avviciniamo piano
piano e a quel punto gli chiediamo se possiamo stare in andana con lui per la
notte. Non c’è problema, ma
attenti al fondo e alla cima che va’ in acqua verso il corpo morto.
Riusciamo a arrivare di
fianco al peschereccio, il fondo in bassa marea legge 2.4 metri, la cima
riusciamo ad evitarla e ormeggiarci in maniera che non ci dia fastidio.
L’omarello anzianotto se
la cava con l’inglese e ci dice che tutto quello che vediamo, cioè il pontile,
il bel capanno in legno che fa’ da officina e la casa completamente in legno
poco sopra, l’ha costruito lui in 25 anni.
Un posto magnifico,
sembra davvero di essere in una favola, sotto al tetto spiovente del capanno
una decina di merluzzi a seccarsi sotto sale.
Più tardi lui e la
moglie verranno sul pontile a regalarci un baccalà essiccato che ricambiamo con
due birre, merce preziosa da queste parti e ci raccontano un po’ della loro
interessante storia.
13 giugno
Da Latrevik a
Norheimsund 23 miglia
60 22.3678 N 006 08.9271 E
La mattina in giro è veramente una bellezza, tutto calmo e tranquillo, sole, cielo chiaro e una
bellissima vista del ghiacciaio, l’unico alunno assente è il vento.
Ci aiutiamo con la randa, ma il vento langue, arriviamo a Norheimsund e ci dirigiamo verso i pontili
di accoglienza chiaramente indicati con la parola Guesthavn.
Vediamo un certo
movimento sui pontili con molte barche in legno e stranamente un paio di
persone del marina con giubbotti fluorescenti a dare indicazioni, dico
stranamente perché in Norvegia non troverete mai nessuno sui pontili a
prendervi le cime e men che meno in ufficio per il pagamento.
Ci avviciniamo e ci
dicono che non è possibile ormeggiarci per via che durante il week end ci
sarà il festival delle barche di legno norvegesi e tutti i pontili sono
riservati, ci indirizzano in un pontile poco distante e già abbastanza pieno.
Ci approntiamo ad andare
in andana con qualcuno, quando vediamo al pontile ormeggiato un Ovni 345,
scegliamo lui come ormeggio.
Ci avviciniamo e
surprise surprise, sono degli amici francesi che avevamo conosciuto 2 anni fa a Benodet. Buffo andare in andana
con qualcuno in un posto così remoto e sentirsi chiamare per nome appena ci
avviciniamo. Grandi festeggiamenti,
anche loro un Ovni 345 di 25 anni e anche loro non più giovani in giro nel
nord Europa.
Loro avevano lasciato la
barca per l’inverno nel marina molto ben protetto ed erano appena tornati in
aereo dalla Francia per ripartire il giorno dopo verso sud, proprio una
coincidenza di tempi incredibile.
Nel frattempo continuano
ad arrivare barche e le andane crescono, fino a 4 o 5 barche, noi siamo ancora attaccati ad Ambrym,
arrivano diverse barche e ci chiedono se possono ormeggiarsi di fianco, noi
diciamo che non c’è problema, ma che l’indomani mattina dovranno staccarsi
perché Ambrym dovrà uscire, questo serve a dissuadere i vari norvegesi, che
si pregustano già una bella sbronza serale.
Tutto sommato la sera
non è così terribile come me la ero aspettata, comunque fino alle 2 di notte
in giro un po’ di gozzoviglie, ed è solo venerdi sera, immaginiamo che il
sabato sera sarà il gran finale.
La mattina dopo alle 10
ci molliamo da Ambrym per permetterle di uscire, non ci pensiamo neppure un
attimo di tornare al pontile e ce ne andiamo nel bell' ancoraggio poco
distante.
Il posto è outstanding,
sempre la vista del ghiacciaio e una bella spiaggetta di sabbia bianca, la
giornata è caldissima, raggiungiamo i 31 gradi sotto l’hard top e 25
all’interno.
Prendiamo il dinghy e ce
ne andiamo in spiaggia, in costume, io a prendere il sole, Antonella fa’
diverse prove per tentare di fare il bagno, ma l’acqua gelida che scende dal
ghiacciao toglie ogni velleità.
Poco distante dal
festival c’è un favoloso cantiere solo per barche di legno, oggi hanno aperto
le porte per visitarlo e ne rimaniamo estasiati.
Non poteva poi mancare
la bellissima passeggiata fino alla enorme cascata dove si può passare da
dietro, qua l’emergenza idrica non sanno cosa sia.
16 giugno 2025
Da
Norheimsund a Jondal, 10 miglia
60 16.5437 N 006 14.8951 E
Siamo rimasti all’ancora
un paio di notti, veramente tranquille, il tempo si è nel frattempo
deteriorato, pensiamo di partire per uscire da questo lungo fiordo, ma il
meteo non aiuta, si infilerà il vento da sud ovest cioè sul naso a forza 4, 5
con pioggia per i prossimi tre giorni, mica uno spettacolo.
Il piano è di partire e
facendo bordi contro vento tra le rive del fiordo, cercare di guadagnare verso
sud, abbiamo diversi punti lungo il tragitto in cui possiamo fermarci o
decidere di continuare verso il prossimo.
Appena usciti dal
braccio del fiordo in cui eravamo ed entrati nel fiordo principale, BANG, il
vento arriva bello arzillo, fiocco al 100%, randa piena e 25 nodi di vento
apparente.
Cominciamo a fare bordi,
la pioggerella fetente continua a rallegrarci, come al solito i bordi sono
pessimi, però procediamo ed è anche bello zig zagare da sponda a sponda del
fiordo evitando nel frattempo il traffico commerciale che va’ su e giù.
Procediamo, ma man mano
che ci avviciniamo ad un
restringimento del fiordo, il
vento si incanala e diventa feroce, il vento poi crea un' ondina poco simpatica,
ma peggio di tutto, il vento crea anche corrente di marea. Tant'è che al restringimento
con stessa configurazione di vele e il vento aumentato a 26, 27 nodi siamo
riusciti a passare la punta di Jonaneset alla favolosa velocità di 1.8 nodi,
mentre prima ne facevamo 5.
Siamo all’incrocio con
due traghetti che fanno la spola tra una riva e l’altra, con quello da sinistra
siamo proprio all’incrocio perfetto in collisione, non possiamo fare molto, se
viriamo finiamo addosso all’altro, quindi teniamo la rotta più costante che
possiamo e speriamo che conosca le regole.
A circa duecento metri
accosta di 5 gradi e ci sfila di poppa! FIUUU, questa è stata davvero vicino.
Siamo nel centro del
restringimento e il vento è ormai salito a 34 nodi di apparente, siamo con la
falchetta in acqua, la velocità fa’ schifo e siamo dentro una nebbia creata
dalla pioggerella fetente, che però con uno squarcio di sole ci regala uno
splendido arcobaleno.
Non vogliamo distruggere
la barca e penso sempre al nostro rigging non sostituito già anzianotto, e in
più non è che sia molto piacevole sotto sta pioggerella e con il freddo. Abbiamo Jondal al traverso di sinistra, detto fatto dentro il genoa, giù randa
e a motore andiamo all’ormeggio a Jondal.
Bel marina ancora
deserto perché ancora "fuori stagione"... ma quando comincia la stagione da ste
parti?
Solito QR code, 300
corone norvegesi, circa 25 euro, incluso nel prezzo acqua, luce, mega wi-fi, docce calde e
lavatrice e asciugatrice, abbiamo tutto il marina e i
servizi a nostra disposizione e una montagna di panni da lavare che era da
Stavanger che non trovavamo il tempo per fare il bucato.
Abbiamo poi scoperto che qua della palla all'ancoraggio e del rombo a vela e motore, non gliene frega mezza a nessuno, ora poi che siamo a 60 di latitudine nord e vicini al solstizio di estate, il buio praticamente non esiste, giusto verso le 2 di notte un leggero inscurimento, ma sempre con un ottima visuale, tant'è che non si mette più la luce di ancora, visto che ci si vede come di giorno.
Domani sosta tecnica, leggi: il vento rinforzerà a 40 nodi a raffiche, forse si riparte dopodomani, vedremo.
Due passi intorno
Spiaggetta con cascata
Incontri speciali
12 giugno, si riparte verso Nord per l'Hardangerfjord.
Hardangerfjord, vista del ghiacciaio Folgefonna.
Latrevika, isola di Valdnesoy, Hardanger fjord
In andana col peschereccio, i baccalà appesi a seccare
Vista del ghiacciaio da Latrevika
Il baccalà su Stranizza
13 giugno, partenza da Latrevika. Il peschereccio ormeggiato vicino al capanno e la casetta più a monte.
Arrivo a Norheimsund e incontro con Ambrym 14 giugno. Ambrym se ne va.
Insieme al festival delle barche c'era anche un raduno di auto d'epoca

15 giugno. Le 2 di notte a Norheimsund
16 giugno, partenza da Norheimsund
Ormeggiati a Jondal. il traghetto in arrivo
Il traghetto che fa la spola da una riva all'altra
Il cielo si schiarisce, domani si va.






















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