venerdì 20 giugno 2025

Il fiordo di Handargerfjorden

 By Angelo

Foto by Antonella 

10 giugno 2025 

Da Utsira a Eidsvag, 38 miglia

59 43.2461 N            005 31.2828 E

Dopo essere sopravvissuti al gay pride, un paio di belle passeggiate, entra il nord ovest e pianifichiamo di entrare nel Boemlafjorden per poi andare più in profondità nel Hardangerfjorden.

Le uscite dal porto sud di Utsira possono essere due, o per sud da dove siamo entrati rasando una serie di scogli  segnalati solo sulla carta, o da est in uno stretto passaggio pero’ ben segnalato con pali verdi e rossi.

Inizialmente pensavamo di uscire da est per essere piu’ tranquilli, ma facendo due calcoli, col vento da nord ovest conviene l’uscita da sud e lasciare l’isola sulla dritta per poter prendere più angolo al vento.

Il vento è già in azione da nord ovest e quindi a sud tutto tranquillo, l’uscita seguendo poi il track di entrata non comporta nessun problema.

Giriamo intorno all’isola, apriamo tutto genoa e randa e si comincia la lunga bolina a ferro verso il fiordo, con un forza 5/6 già in azione.

Riusciamo a fatica a tenere aperto tutto genoa con 24 nodi di apparente, sotto raffica bisogna però sventare un po’ la randa, cerchiamo di mantenere il genoa tutto aperto per avere un angolo migliore, ma si fa’ fatica.

Procediamo per un' oretta cominciando a preoccuparci del passaggio tra gli scogli di un piccolo arcipelago dopo l’isola di Rover.

Passaggio che può essere complicato con forte vento da nord ovest per via dei fondali che improvvisamente si alzano con la probabilità di avere grosse onde o delle Race.

Abbiamo il vento a forza 5 con raffiche a sei, ma non sappiamo cosa intendano i vari portolani con “forte” vento, spero si riferiscano a un forza 7 e oltre.

Mentre facciamo le nostre riflessioni, vedo sull’AIS una barca veloce sui 25 nodi sopraggiungente con una generica “military ship” sul AIS.

Poco dopo questo grosso gommone tutto giallo ci si accosta, e tra grosse urla per farsi capire contro il rumore del vento e del loro motore, si presentano come polizia e dogana, e ci chiedono il permesso di salire a bordo.

Gli dico di aspettare un attimo, perché siamo con la falchetta in acqua a quasi 6 nodi di velocità.

Ammainiamo il genoa e con solo randa con Antonella al timone, li facciamo salire, salgono in tre e uno rimane in stand by col gommone.

Uno della polizia, uno della guardia costiera e una vichinga alta due metri della dogana.

Domande di rito, solo un controllo, quello della polizia è bianco come un lenzuolo, mi sa’ che ha poco tempo di prendere un po’ di sole, la vichinga sembra avere una abbronzatura da Caraibi, sarei tentato di chiedere dove l’ha presa, ma all’ultimo momento vedo che ha anche due ciglia finte lunghe una spanna, non vorrei mai che fosse tutto trucco. Meno male che non ho chiesto perché dopo Antonella mi confermerà che aveva almeno tre dita di fondotinta, bella figuraccia che avrei fatto.

Saluti e baci, loro per la loro rotta e noi per la nostra.

Nel frattempo il vento come da previsione rinforza e ci fa’ avvolgere il genoa al 100%, Antonella riesce comunque a tenere una bolina decente.

Passiamo il fatidico arcipelago di scogli, ma non vediamo nessuna variazione di rilievo, meglio cosi.

All’ingresso del fiordo il vento si incattivisce e le raffiche aumentano a 34, 35 nodi di apparente, ora di prendere la prima mano alla randa.

La rotta è perfetta, Antonella si becca del gran freddone col nord ovest. 

Comincia il traffico commerciale di cargo e cruising ship.

Facciamo solo un bordo a sinistra per toglierci di mezzo da una situazione che sarebbe potuta diventare complicata con i vari incroci, in questa maniera lasciamo il campo libero e una volta ri virato ci troveremo su una traiettoria senza problemi.

Ancoriamo nella baia di Eidsvaag, super protetta dal nord ovest, dentro calma piatta, un posto davvero molto carino.

A piedi faremo delle gran belle passeggiate dentro il bosco .

 

12 giugno 2025 

Da Eidsvaag a Latrevik  28 miglia

60 04.2381 N        005 58.6155 E

Giornata magnifica con sole e cielo azzurro, peccato che anche quel poco di vento promesso, non si faccia vivo. Faremo tutte le 28 miglia randa e motore.

Arriviamo nel sud dell’isola di Varaldsoy, nel dentino sud c’è una piccola insenatura con un ancoraggio.

Appena entrati ci rendiamo conto che il posto è abbastanza risicato e non crediamo proprio che ci sarà un buon fondo tenitore.

Arriviamo nel centro della baietta in circa 9 metri, giù ancora con tre lunghezze di catena, proviamo ad arretrare, ma non c’è presa, prende un po’ poi molla.

Issiamo ancora e trovo sull’ancora qualche traccia di fango, ma poca roba, ci spostiamo un po’, riproviamo, ma stessa storia, l’ancora non fa’ presa.

Nel frattempo, in fondo alla baia, un omarello sul suo peschereccino ormeggiato ad un piccolo pontile,  tenta di dirci qualcosa, ma non capiamo.Ci avviciniamo piano piano e a quel punto gli chiediamo se possiamo stare in andana con lui per la notte. Non c’è problema, ma attenti al fondo e alla cima che va’ in acqua verso il corpo morto.

Riusciamo a arrivare di fianco al peschereccio, il fondo in bassa marea legge 2.4 metri, la cima riusciamo ad evitarla e ormeggiarci in maniera che non ci dia fastidio.

L’omarello anzianotto se la cava con l’inglese e ci dice che tutto quello che vediamo, cioè il pontile, il bel capanno in legno che fa’ da officina e la casa completamente in legno poco sopra, l’ha costruito lui in 25 anni.

Un posto magnifico, sembra davvero di essere in una favola, sotto al tetto spiovente del capanno una decina di merluzzi a seccarsi sotto sale.

Più tardi lui e la moglie verranno sul pontile a regalarci un baccalà essiccato che ricambiamo con due birre, merce preziosa da queste parti e ci raccontano un po’ della loro interessante storia.

 

13 giugno 

Da Latrevik a Norheimsund 23 miglia

60 22.3678 N            006 08.9271 E

La mattina in giro è veramente una bellezza, tutto calmo e tranquillo, sole, cielo chiaro e una bellissima vista del ghiacciaio, l’unico alunno assente è il vento.

Ci aiutiamo con la randa, ma il vento langue, arriviamo a Norheimsund e ci dirigiamo verso i pontili di accoglienza chiaramente indicati con la parola Guesthavn.

Vediamo un certo movimento sui pontili con molte barche in legno e stranamente un paio di persone del marina con giubbotti fluorescenti a dare indicazioni, dico stranamente perché in Norvegia non troverete mai nessuno sui pontili a prendervi le cime e men che meno in ufficio per il pagamento.

Ci avviciniamo e ci dicono che non è possibile ormeggiarci per via che durante il week end ci sarà il festival delle barche di legno norvegesi e tutti i pontili sono riservati, ci indirizzano in un pontile poco distante e già abbastanza pieno.

Ci approntiamo ad andare in andana con qualcuno, quando vediamo al pontile ormeggiato un Ovni 345, scegliamo lui come ormeggio.

Ci avviciniamo e surprise surprise, sono degli amici francesi che avevamo conosciuto 2 anni fa a Benodet. Buffo andare in andana con qualcuno in un posto così remoto e sentirsi chiamare per nome appena ci avviciniamo. Grandi festeggiamenti, anche loro un Ovni 345 di 25 anni e anche loro non più giovani in giro nel nord  Europa.

Loro avevano lasciato la barca per l’inverno nel marina molto ben protetto ed erano appena tornati in aereo dalla Francia per ripartire il giorno dopo verso sud, proprio una coincidenza di tempi incredibile.

Nel frattempo continuano ad arrivare barche e le andane crescono, fino a 4 o 5 barche,  noi siamo ancora attaccati ad Ambrym, arrivano diverse barche e ci chiedono se possono ormeggiarsi di fianco, noi diciamo che non c’è problema, ma che l’indomani mattina dovranno staccarsi perché Ambrym dovrà uscire, questo serve a dissuadere i vari norvegesi, che si pregustano già una bella sbronza serale.

Tutto sommato la sera non è così terribile come me la ero aspettata, comunque fino alle 2 di notte in giro un po’ di gozzoviglie, ed è solo venerdi sera, immaginiamo che il sabato sera sarà il gran finale.

La mattina dopo alle 10 ci molliamo da Ambrym per permetterle di uscire, non ci pensiamo neppure un attimo di tornare al pontile e ce ne andiamo nel bell' ancoraggio poco distante.

Il posto è outstanding, sempre la vista del ghiacciaio e una bella spiaggetta di sabbia bianca, la giornata è caldissima, raggiungiamo i 31 gradi sotto l’hard top e 25 all’interno.

Prendiamo il dinghy e ce ne andiamo in spiaggia, in costume, io a prendere il sole, Antonella fa’ diverse prove per tentare di fare il bagno, ma l’acqua gelida che scende dal ghiacciao toglie ogni velleità.

Poco distante dal festival c’è un favoloso cantiere solo per barche di legno, oggi hanno aperto le porte per visitarlo e ne rimaniamo estasiati.

Non poteva poi mancare la bellissima passeggiata fino alla enorme cascata dove si può passare da dietro, qua l’emergenza idrica non sanno cosa sia.

 

16 giugno 2025 

Da Norheimsund a Jondal, 10 miglia

60 16.5437 N            006 14.8951 E

Siamo rimasti all’ancora un paio di notti, veramente tranquille, il tempo si è nel frattempo deteriorato, pensiamo di partire per uscire da questo lungo fiordo, ma il meteo non aiuta, si infilerà il vento da sud ovest cioè sul naso a forza 4, 5 con pioggia per i prossimi tre giorni, mica uno spettacolo.

Il piano è di partire e facendo bordi contro vento tra le rive del fiordo, cercare di guadagnare verso sud, abbiamo diversi punti lungo il tragitto in cui possiamo fermarci o decidere di continuare verso il prossimo.

Appena usciti dal braccio del fiordo in cui eravamo ed entrati nel fiordo principale, BANG, il vento arriva bello arzillo, fiocco al 100%, randa piena e 25 nodi di vento apparente.

Cominciamo a fare bordi, la pioggerella fetente continua a rallegrarci, come al solito i bordi sono pessimi, però procediamo ed è anche bello zig zagare da sponda a sponda del fiordo evitando nel frattempo il traffico commerciale che va’ su e giù.

Procediamo, ma man mano che ci avviciniamo ad un  restringimento  del fiordo, il vento si incanala e diventa feroce, il vento poi crea un' ondina poco simpatica, ma peggio di tutto, il vento crea anche corrente di marea. Tant'è che al restringimento con stessa configurazione di vele e il vento aumentato a 26, 27 nodi siamo riusciti a passare la punta di Jonaneset alla favolosa velocità di 1.8 nodi, mentre prima ne facevamo 5.

Siamo all’incrocio con due traghetti che fanno la spola tra una riva e l’altra, con quello da sinistra siamo proprio all’incrocio perfetto in collisione, non possiamo fare molto, se viriamo finiamo addosso all’altro, quindi teniamo la rotta più costante che possiamo e speriamo che conosca le regole.

A circa duecento metri accosta di 5 gradi e ci sfila di poppa! FIUUU, questa è stata davvero vicino.

Siamo nel centro del restringimento e il vento è ormai salito a 34 nodi di apparente, siamo con la falchetta in acqua, la velocità fa’ schifo e siamo dentro una nebbia creata dalla pioggerella fetente, che però con uno squarcio di sole ci regala uno splendido arcobaleno.

Non vogliamo distruggere la barca e penso sempre al nostro rigging non sostituito già anzianotto, e in più non è che sia molto piacevole sotto sta pioggerella e con il freddo. Abbiamo Jondal al traverso di sinistra, detto fatto dentro il genoa, giù randa e a motore andiamo all’ormeggio a Jondal.

Bel marina ancora deserto perché ancora "fuori stagione"... ma quando comincia la stagione da ste parti?

Solito QR code, 300 corone norvegesi, circa 25 euro, incluso nel prezzo acqua, luce, mega wi-fi, docce calde e lavatrice e asciugatrice, abbiamo tutto il marina e i servizi a nostra disposizione e una montagna di panni da lavare che era da Stavanger che non trovavamo il tempo per fare il bucato.

Abbiamo poi scoperto che qua della palla all'ancoraggio e del rombo a vela e motore, non gliene frega mezza a nessuno, ora poi che siamo a 60 di latitudine nord e vicini al solstizio di estate, il buio praticamente non esiste, giusto verso le 2 di notte un leggero inscurimento, ma sempre con un ottima visuale, tant'è che non si mette più la luce di ancora, visto che ci si vede come di giorno.

Domani sosta tecnica, leggi: il vento rinforzerà a 40 nodi a raffiche, forse si riparte dopodomani, vedremo.


I bordi da Norheimsund a Jondal
 
 


Lato Ovest di Utsira e vista del faro
 
 
Girata la punta di Utsira.   Verso l'entroterra a Est
 

 

 Incrocio con un tagger boat con traino subito dopo la visita della polizia. Il palo sulla sinistra è al traino del piccolo rimorchiatore con un cavo di 250 metri.

 

                                                                  Il faro dell'isola di Rover

 

 

Ingresso del Bomla fjord, prima parte del fiordo di Hardanger

 


 

 


 



Eidsvag


Eidsvag, a sinistra Stranizza all'ancora.

 

 





Due passi intorno 

Spiaggetta con cascata

 


Incontri speciali 


12 giugno, si riparte verso Nord per l'Hardangerfjord.

  

Hardangerfjord, vista del ghiacciaio Folgefonna.





 

Latrevika, isola di Valdnesoy,  Hardanger fjord

 

In andana col peschereccio, i baccalà appesi a seccare 




Vista del ghiacciaio da Latrevika

 

 Il baccalà su Stranizza

 

13 giugno, partenza da Latrevika. Il peschereccio ormeggiato vicino al capanno e la casetta più a monte.


 





Arrivo a Norheimsund e incontro con Ambrym  

14 giugno. Ambrym se ne va.


Il festival delle barche di legno a Norheimsund 





 




Insieme al festival delle barche c'era anche un raduno di auto d'epoca




 Norheimsund. Antico hotel 

 

 Visita al cantiere del restauro  delle barche  storiche 










S Y Mathilde costruita nel 1884, per il trasporto e il commercio di pesce, ricomprata cento anni dopo da un gruppo di "idealisti" per un progetto di recupero coinvolgendo giovani disoccupati. Ogni anno Mathilde viaggia con centinaia di ragazzi delle scuole, turisti e privati.



Un po' di vacanza e una sosta in spiaggia, ma l'acqua è gelata anche se è il primo giorno che andiamo in giro in  bermuda. 

 15 giugno. Le 2 di notte a Norheimsund
 

 

 

 

  Passeggiata verso la cascata






 



 

 


16 giugno, partenza da Norheimsund 

 





 

Ormeggiati a Jondal. il traghetto in arrivo 


 

 Il traghetto che fa la spola  da una riva all'altra 

 

 

 

Il cielo si schiarisce, domani si va.

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