lunedì 26 maggio 2025

I mille scogli della Norvegia non segnalati

 By Angelo

Foto by Antonella

23 maggio 2025:

Farsund  58 05.4761 N 006 48.4151 E

Mille scogli è di sicuro una stima per difetto degli scogli, considerando le 320000 isole della Norvegia.

Beh, qualunque numero sia, noi ne abbiamo beccato uno in un ancoraggio nella piccola baia di Skarvoeyvika.

Dopo aver passato una tranquillissima notte all’ancora, al mattino, dopo che avevamo issato ancora e provato a uscire dalla baia seguendo il track di entrata, forse per un spostamento laterale del vento, siamo finiti su uno scoglio non segnalato.Scoglio sommerso non visibile. 

In tanti anni di navigazione, viste le aree dove normalmente navighiamo, ci è capitato diverse volte di beccare o bassi fondali e scogli non segnalati.

Con la nostra barca non è mai stato un grosso problema, la deriva tocca e si solleva per poi ricadere una volta passato l’ostacolo, il timone è diviso in due parti di cui la parte piu’ profonda è gestita da un pistone idraulico. Nell’eventualità che la parte sottostante del timone tocchi qualcosa, il pistone va’ in pressione e va’ a perforare un piccolo disco di metallo situato nella pompa idraulica e la parte del timone si solleva a 90 gradi. Per ripristinare il sistema, basta aprire un bullone nella pompa idraulica e sostituire il disco perforato con uno nuovo.

Semplice ed efficace. Il problema è che questa volta, per un oscuro motivo, il disco non si è perforato, ma il timone si è messo a bandiera comunque e ogni tentativo di ripomparlo giù non funzionava se non perdere in mare il liquido della pompa. Quindi o si è danneggiato qualcosa nel pistone o semplicemente uno dei tubi si è rotto.

Appurato questo, abbiamo poi calato la GoPro con il mezzo marinaio e abbiamo verificato che la parte bassa del timone era in orizzontale invece che in verticale.

Tanti anni fa’, nella remota possibilità che succedesse qualcosa del genere, avevo fatto un foro che prendesse entrambe le parti del timone, in modo che alla bisogna mi potessi immergere, raddrizzare la pala e inserire un perno di acciaio per tenere solidali le due parti del timone.

Cerchiamo in giro e vediamo che a 4 miglia c’è la cittadina di Farsund, con un piccolo marina, ci dirigiamo lì, anche perché non vogliamo fare molta strada con la parte inferiore del timone a bandiera, per non danneggiare qualche meccanismo.

Arriviamo nella bellissima cittadina di Farsund, un lungo pontile per i transiti dove ci si ormeggia all’inglese.

Preparo il tutto per l’immersione, l’acqua è gelida e io ho solo una muta bagnata da 5 mm. oltretutto non è neppure una muta da sub, ma è una muta da surf che usavo per nuotare in acque libere. Ultimamente ho aggiunto un gilet con cappuccio e la situazione è migliorata notevolmente.

Mi immergo, ma non è cosí semplice tenere spinta la pala del timone per tenerla in verticale e nello stesso tempo inserire il perno. Passo una cima nella pala, scontriamo la ruota tutta a dritta, facciamo arrivare la cima in banchina dove con un bozzello la rinviamo al winch di poppa.

Antonella manovrando il winch e io controllando quando la pala è in verticale, alla fine riusciamo ad inserire il perno e il timone è di nuovo operativo.

Operativo, ma non per un tempo lunghissimo, considerando anche che il perno inox inserito nell’alluminio a bagno in acqua salata non è proprio il massimo per la corrosione galvanica. Dobbiamo alare la barca e sostituire il pistone con uno che abbiamo di rispetto in barca.

Abbiamo visto che nel fiordo di fianco c’è un altro piccolo marina dove in teoria possono alare barche.

Scarpinanta a piedi, piacevole, viste le temperature molto primaverili/estive.

Il micro cantiere è dotato solo di un fork lift, che a detta loro issa 10 tonnellate, non ci pensiamo neppure di sollevare Stranizza con un fork lift.

Avanti un chilometro c’è uno ship yard per navi e abbiamo visto che hanno anche delle grandi gru, proviamo.

Prima di arrivare all’ufficio incontramo Ronnie in auto che si ferma, perché incuriosito da sti due persi in questa grande area industriale, per chiederci se avevamo bisogno di qualcosa. Si rivela poi proprio la persona responsabile per il sollevamento di navi con gru.

Ci scambiamo i numeri di telefono e ci dice che in mezz’oretta ci chiamerà per dirci la disponibilità, ma soprattutto il costo. Dopo mezz’oretta puntualissimo ci richiama e ci dice che ha due notizie, una buona e una cattiva, gli dico di cominciare con quella cattiva, “20.000” corone norvegesi per alaggio e varo, il corrispettivo di 1700 euro. Gli dico che a quel punto non ci interessa neanche la buona notizia, visto il costo assurdo dell’operazione.

Troviamo on line una lista di marina e/o cantieri della Norvegia dove poter alare la barca.

Le zone più vicino a noi sono o a Oslo, non proprio vicino, oppure molto meglio a Stavanger,  dove c’è un' alta concentrazione di barche e di marina con travel lift.

Contattiamo il marina di Amoy,  vicino a Stavanger, e gentilissimi ci dicono che il prezzo si aggira sui 650 euro se si tiene sospesa la barca sul travel per circa 5 ore. Anche se ancora caro per i nostri canoni spagnoli, ci sembra però in linea con i costi norvegesi.

Bene, l’idea è di andare a Stavanger in un paio di tappe da 45 miglia l’una, peccato che il meteo ha completamente altre idee.

Una settimana di nord ovest sforzato e per andare verso nord considerando che bisogna passare un capo abbastanza sinistro e complicato, non è proprio una gran cosa.

Si aspetta, nel frattempo si fa’ amicizia con diverse barche svedesi che aspettano anche loro di andare verso nord, ci si scambia esperienze e informazioni utili per le future navigazioni.

Poi prendendo il comodo bus si fanno dei giri fino al faro del capo “sinistro, con belle passeggiate.

Comunque sia, siamo molto contenti di incontrare persone scandinave che piano piano ci fanno entrare in questa cultura così diversa dalla nostra e loro son ben contenti di confrontarsi con sti latini, che da queste parti sono davvero merce rara.


Dalla baia dello scoglio nascosto a Farsund










La bellissima navigazione del giorno prima a vela tra isolette e scoglietti


Il timone a bandiera dopo l'urto



Il disco che avrebbe dovuto perforarsi, ma invece è rimasto integro





24 maggio 2025:

 Da Farsund alla baia di Skjevollsviga   58 25.0177 N   006 00.7076 E  40 miglia

Abbiamo passato quasi una settimana a Farsund causa attesa del vento giusto per andare a nord, per una settimana ha sempre buffato un allegro nord, nord ovest da impedire qualsiasi tentativo.

Farsund è considerata come l’ultima frontiera per i croceristi ordinari, a ovest di Farsund c’è da passare il capo Lista, con degli incroci di corrente importanti e se si vuole arrivare a Stavanger non ci sono ridossi, quindi la maggior parte dei croceristi si ferma a Farsund, per poi tornare verso il più semplice est.

Quindi in questa settimana abbiamo visto il marina con molti arrivi, molti svedesi e danesi che aspettano la finestra meteo come noi per andare a nord, altri che si fermeranno a Farsund.

Facendo due chiacchiere con i vicini svedesi, ci hanno messo a conoscenza di una buona applicazione dove si possono vedere correnti oceaniche, vento e onde di tutta la Norvegia in tempo reale, un bel attrezzo.

Tutti a controllare i vari meteo, poi il 23 chiacchiere da banchina e si decide di partire il 24 maggio verso le 11 di mattina per farsi un oretta contro l’ovest e prendere poi il vento da sud est verso mezzogiorno, almeno questa la teoria.

Teoria che sembra tutti abbiano presa per buona. Appena partiamo da Farsund, vediamo almeno altre dieci barche a vela dirette verso nord.

Il vento, anche se un po’ in ritardo, ruota, ma è solo l’anticipo del grosso fronte della bassa pressione in arrivo.Vento buono ma a tratti debole, per fortuna il solino fa’ capolino ed è una piacevole navigazione.

I più si infileranno nel fiordo che porta a Egersund, posto che ci piacerebbe visitare, ma ora siamo in missione per arrivare prima possibile in un isoletta davanti a Stavanger dove abbiamo preso accordi per alare la barca, quindi andiamo all'ancora in una baia all'inizio del fiordo, a circa 3 miglia da Egersund.

La notte eè previsto un aumento del vento con  raffiche a 32 nodi da sud est, la baia promette bene, siamo indecisi per la risacca, ma appena entriamo nella baia tutto si cheta e la risacca è davvero leggera e sopportabile. Ancoriamo in 10 metri di fondo con 40 metri di catena. 

Il portolano chiama fondo di sabbia, proviamo il tiro e la barca si immobilizza, bene tutto apposto, per scoprire poi invece, la mattina dopo, che avevamo raccolto una tonellata di alghe con l’ancora e praticamente eravamo ancorati con il peso delle alghe e non con la penetrazione dell’ancora.  Per fortuna nottata tranquilla, a parte la boetta del grippiale che ogni tanto durante la notte cercherà di distruggerci lo scafo.

Boetta, trovata recentemente per terra, che serve a tenere su le reti dei pescatori, l’unico inconveniente è che è dura come il ferro e quando batteva sullo scafo faceva un gran casino, ora l’abbiamo gettata e rimesso la soffice boetta fatta di un bidone di candeggina vuoto.

 

25 maggio.

Dalla baia Skjevollsviga all’isola di Amoy  59 02.4806 N      005 42.2685 E:  58 miglia

C’è un grosso fronte in arrivo, ma da queste parti se si vuole andare verso nord non ci sono molte alternative per avere venti dai settori meridionali.

Il meteo prevede acqua a catinelle tutto il giorno, vento da sud est  25 nodi di media con raffiche a 35, mare da sud est da 2 a 3 metri e un nodo di corrente oceanica vicino a costa con direzione nord.

Meteo tosto, ma affrontabile col fatto che è tutto a favore e alle portanti, breve consulto e via che si va’.

La mattina dopo aver tolto la quintalata di alghe dall’ancora, usciamo dalla baia,verso le 08:00, guardiamo in giro con l’AIS e della decina di barche a vela che eravamo ieri, siamo rimasti solo in tre,  un 50 piedi svedese e un altro 45 piedi svedese, poi noi, che come al solito siamo i più piccoli.

Appena passato il ridosso, il vento è già in full action, 25 nodi da sud est e pioggia torrenziale. La randa la lasciamo al caldino nella sua lazy bag, oggi si andrà solo di genoa.Via con genoa al 150 % e si vola.

Siamo con mure a sinistra al gran lasco e ancora il mare ci da' un po’ fastidio arrivando sul mascone di sinistra, poi appena passato il capo Eigeroey e in rotta per 316 gradi, strambiamo e ci troviamo con mure a dritta con l’apparente sui 170 gradi, quasi al limite della poppa piena, ora il mare è completamente da poppa, issiamo la deriva e Stranizza si scatena, questa è l’andatura che lei si sogna la notte J.

La velocità decolla, si viaggia sugli otto nodi, in surf raggiungeremo i 10.5, una follia per noi, ma la barca è su un binario, non ci sono straorze o strapogge e la barca fila come fosse su un cuscino d’aria, è esilarante.

Il vento picchia e al picco di velocità leggiamo anche 35 nodi di vento, che letti di poppa e facendo due conti con i vettori, potrebbe avvicinarsi ai 45 nodi. Per fortuna siamo all’asciutto sotto l’hard top e possiamo gestire il tutto da dentro.

Continuiamo così fino alla punta di Tungeness, dove una volta doppiata ci troveremo il vento sul naso, ma ormai mancano poche miglia all’arrivo, per fortuna, perché la pioggia continua a picchiare duro e si crea una nebbia a tratti pericolosa perché nel fiordo di Stavanger sono ancorate delle robe gigantesche, la Saipem 7000, un barge enorme, poi ce n'è un altro anche quello immenso, con navi all’ancora, i barge non hanno neppure un AIS attivo e dobbiamo evitarli strizzando gli occhi tra la nebbia.

Arriviamo al marina e ci ormeggiamo al posto che ci aveva indicato via email il responsabile.

Giornata tosta, siamo tutti ammaccati e infreddoliti ma contentissimi di questa cavalcata adrenalinica, tempo di farci una doccetta bollente in barca, una zuppetta, accendere la Reflex e la giornata è davvero conclusa.

Una maniera meravigliosa di festeggiare i miei 68 anni nel giorno del mio compleanno, cominciato alla grande con i regali di Antonella trovati sul carteggio alla mattina per passare ad una navigazione davvero splendida, come ha detto un amico, più miglia facciamo e più ringiovaniamo, che sia davvero così ?



dalla baia Skjevollsviga all’isola di Amoy




Questo il meteo in evoluzione il giorno dopo 26 maggio, 
con il centro della bassa pressione già verso nord.




Partenza da Mandal prima della festa nazionale del 17 maggio

 

15 maggio la spiaggia di Mandal
 


15 maggio  Verso la baia di Sondrekilen a 2 miglia da Mandal intorno a noi, molti cigni, uno che spicca il volo semi nascosto dalle sartie nella foto.

 

 


 
Sondrekilen 









Sondrekilen al tramonto


Il 17 maggio lasciamo Sondrekilen per l'altra piccola baia, Skarvoy a 22 miglia dopo il Capo Lindesnes con l'idea di proseguire poi il giorno dopo per Rasvagen dopo il Capo Lista. 

Lindesnes e Lista come tutti i capi sono da passare con attenzione per via dell'incorcio di correnti.










Passaggio del capo Lindesnes

 

 capo Lindesnes

 



17 maggio La baia di Skarvoy nell'isola di Varestore
 

19 maggio Farsund




 
 

Farsund, nella zona industriale alla ricerca di un cantiere con il travel lift

 

 

21 maggio, gita al faro di Lista e al villaggio di Borhaug con il porticciolo di Borshavn



 




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Il faro di Lista







Di ritorno a Farsund







24 maggio, Capo Lista dal mare


Capo Lista a poppa

 


 Fiordi e eolici

 

Dora Mar, la barca dei vicini svedesi conosciuti a Farsund in avvicinamento a Egersund
 
24 maggio. La baia di Skjevolsviga nel fiordo di Egersund, sulla roccia a destra il cerchio bianco di segnalazione dell'anello per l'ancoraggio


baia di Skjevolsviga, gli anelli per l'ancoraggio molto comuni in Norvegia, a fianco il cerchio bianco dipinto per vederli meglio.

  

25 maggio, in arrivo a Amoy 



26 maggio. Amoy, il cantiere e il porticciolo.
 
Amoy, Stranizza all'ormeggio
 



Piccolo video nel porticciolo dell'isola Amoy  a nord di Stavanger





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