25 dicembre 2021
I grandi lavori su Stranizza
By Angelo
Sono ormai passati quasi 4
mesi da quando Stranizza e’ entrata nel cantiere di Arzal Nautique , soprannominato “La Clinica
degli Ovni”, per via che si sono superspeciallizati in manutenzione e
riparazione unicamente degli Ovni.
Abbiamo deciso di venire fin
qui in Bretagna per avvalerci dell’alto grado di specializzazione con cui
vengono trattate le barche in alluminio, come si dice normalmente eterne, ma
che vanno trattate con riguardo e competenza.
Uno dei problemi piu’ grossi
era il movimento della deriva su e giu’, sulla nostra barca la deriva e’ una
lama di alluminio dal peso di circa 80 kg, il resto del peso e’ saldato in
sentina.E’ una deriva integrale , che ha la possibilità di rientrare
interamente nello scafo per poi permettere l’eventuale spiaggiamento previo
innalzamento del timone attraverso un pistone idraulico.
La deriva viene comandata con
una cima dal pozzetto per la risalita attraverso un paio di pulegge, per
l’abbassamento , lascando la cima col peso stesso della deriva riscende. La
deriva e’ tenuta centrata da una serie di spessori in delrin , due verticali a centro barca e due diagonali
nella parte posteriore della scassa di deriva.Gli spessori vengono inseriti con un sistema di guide in alluminio
saldate all’interno della scassa , per poterli estrarre per fare manutenzione. Con il tempo, ormai 21 anni il delrin anche se normalmente materiale a basso
assorbimento di umidità ha cominciato a gonfiarsi e specialmente i due
spessori diagonali impedivano alla deriva di sollevarsi completamente, se
forzata si incastrava e dovevamo ricorrere a martellare un tubo inserito nella
parte alta della scassa per poter fare discendere la deriva.
Un po’ a fatica e con l’aiuto
di un paio di cricchetti idraulici ero riuscito a estrarre i due spessori
verticali per sostituirli, ma non c’e’ stato nulla da fare per quelli
diagonali, anche tirando con un paranco a catena non avevo ottenuto nessun
risultato se non di spaccarne uno.
La problematica e’ stata
risolta in cantiere agendo da sotto la barca, dopo aver rimosso completamente
la deriva, gia’ di per se operazione non semplice per via della rimozione del
perno su cui ruota la deriva situato in un posto assurdo e quasi improponibile. Comunque rimossa la deriva in cantiere sopra una “ buca”
costruita apposta per poter lavorare agevolmente sotto la barca, si e’
proceduto poi alla rimozione degli spessori battendo da sotto e a dover
ricostruire saldando le nuove guide ormai corrose dal tempo, insomma un
lavoraccio che siamo stati ben contenti di averlo fatto fare a gente del
mestiere.
L’altro grosso intervento e’
stata la sabbiatura dell’opera viva e riverniciatura con epossidica coprendo
poi con antivegetativa.
Ad Arzal , ci sono molti
cantieri per barche di alluminio e non, il comune, gestore anche del marina
…come molti se non tutti gli altri posti in Bretagna, si sono organizzati
costruendo una camera per sabbiatura comune che viene affittata di mano in
mano, poi ogni cantiere ha una sua camera per la verniciatura.
Per poter entrare nella
camera di verniciatura abbiamo pero’ dovuto disalberare e smontare entrambi gli
eolici per problemi di altezza. Smontando albero ci si e’ accorti che le due
sartie medie erano state schiacciate da quelle alte , e le testate delle crocette
in plastica erano craccate, abbiamo quindi sostituito il tutto.
Quindi su carrello Stranizza
e’ stata trasportata alla camera di sabbiatura e dopo poche ore , prima cioe’
che si ripristinasse l’ossido sulle superfici sabbiate e’ stata portata dentro
la camera di verniciatura per la stesa dell’epossidica.
Si e’ passati poi a levare le
due finestrature lunghe fisse del ponte per poterle risigillare, per fortuna e
per bravura sono riusciti a rimuoverle senza danneggiarle e a reinstallarle una
volta risigillato.
Abbiamo preso anche
l’occasione di rifare completamente tutti i materassi delle cabine, i cuscini
della dinette e tutte le tendine, ricucire un po’ la randa , e far fare una
lazy bag nuova , che anche se con una randa con cursori tradizionali ci viene
comoda per via di non andare sempre a fare ricadere le borose sui nuovi
pannelli solari installati sull’hard top.
Il pistone idraulico del
timone era corroso e abbiamo dovuto sostituirlo, altro problema da risolvere e’
stato anche il serbatoio dell’acqua, serbatoio strutturale, dove il fondo del
serbatoio e’ anche il fondo della barca.
Purtroppo, l’azione
dell’acqua con cloro caricata nei marina negli anni aveva cominciato a creare
dei piccoli punti di corrosione.
Preoccupati di questa cosa
durante il nostro viaggio in Patagonia come soluzione immediata avevamo
verniciato con vernice epossidica per alimenti l’interno del serbatoio.
purtroppo dopo 4 anni la vernice ha cominciato a sfogliarsi e a creare un bel problema. Prima di portare la barca in cantiere avevo rimosso un tot di vernice
dal serbatoio ma molta rimaneva da togliere e la posizione di lavoro e molto triste. In cantiere hanno finito il lavoro di rimozione della vernice ed hanno
installato due anodi di magnesio all’interno, sperando che creino un film
sull’alluminio a proteggerlo dagli attacchi del cloro.
Ai primi di dicembre siamo
tornati in Bretagna e abbiamo messo in acqua la barca nel marina di Arzal, con
l’intenzione di farci qualche giretto nel freddo inverno bretone.Dopo poco
messa in acqua ci siamo pero’ accorti di una infiltrazione nell’oblo’ centrale
dove era stata inserita una presa d’aria 21 anni fa’.
Nel provare a rimuovere la
presa d’aria si e’ pero’ criccato il plexiglass , a quel punto abbiamo deciso di
sostituire entrambi i plexiglass dei due oblo’ apribili del ponte. Cosa non facile, perché’ il plexiglass va’ incollato alla cornice di alluminio e con
temperature esterne di 1 grado la colla non avrebbe fatto il suo lavoro.
Abbiamo fatto quindi
ritagliare due sagome di legno per coprire gli oblo’ rimossi , e facendo fare
l’incollaggio all’interno del cantiere.
Il tappezziere come tutti gli
altri operatori del settore e’ super ballonato di lavoro, e’ riuscito a farci i
materassi delle cabine per poter dormire in barca …con due stufe a tutta birra
per il freddo, ma non e’ riuscito a consegnarci i cuscini della dinette, se ne
parla a meta’ gennaio.la lazy bag ha seguito la stessa sorte, a gennaio.
Abbiamo poi ancora una
piccola perdita di olio nell’invertitore quando l’asse elica gira, sia noi che
poi anche il meccanico Volvo non ne siamo riusciti a venirne a capo.Un po’ che
l’invertitore e’ in leggera discesa e la perdita si percepisce solo sotto
l’invertitore, e non c’e’ stato modo di capirne la provenienza.sono rimaste due possibilità, smontare l’invertitore e tentare di metterlo su banco e
costruire un accocco dove ci si possa collegare con un trapano all’alberino
dell’invertitore per farlo ruotare e cercare di capire la perdita, ma penso che
non possa funzionare per via che non si riesca a dare carico al sistema.la
seconda possibilità e di costruire un tappo e cercare pompando di fare un
pressure test, cosa non proprio facile.
Visto il freddo polare in
barca e l’impossibilita’ momentanea di poter navigare abbiamo quindi deciso
dopo una breve sosta turistica a Lisbona di tornare a casa in aereo per passare
le feste natalizie al calduccio della nostra casa , e a meta’ gennaio ripartire
con slancio e andare su Stranizza per terminare i lavori e speriamo finalmente
navigare un po’.
Schema della deriva
Il tentativo di estrazione degli spessori diagonali in delirn
Si impacchetta per la sabbiatura
Trasferimento alla camera di sabbiatura
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