domenica 7 febbraio 2016

Da Ilha Grande a Porto Belo passando da Picinguba , Anchieta e Ilhabela


01/02/16

Da Ilha Grande alla baia di  Picinguaba





Volevamo fare la tratta Ilha Grande fino ad Anchieta con arrivo di giorno e non di notte , per via che le baie qua’ possono essere un enigma di notte, dai motoscafini senza luci, ai gavitelli, alle nasse , alle fish farmer abusive ecc...Quindi arrivi rigorosamente di giorno, per fare cio’ decidiamo di partire presto ...alle 4 di mattina da Saco de Ceu ...mica bello di notte ...ma almeno avevamo il track dell’arrivo per poter arrivare ad Anchieta verso le 19:00.Naturalmente non sempre i piani vanno come pianificati, sta’ di fatto che poco vento e poco mare...ma tutto quello che c’era naturalmente ..contro, cosi’ che la media e’ calata drasticamente e a meta’ percorso cercando arrivi alternativi di giorno abbiamo deciso di fermarci a Picinguaba , rinomata per la sua bella spiaggia e solo un piccolo paesino di pescatori.Arriviamo sulle 18:00, ed e’ cosi’, tre, quattro pescherecci al gavitello , una barca di francesi de fero fermi all’ancora da 10 giorni aspettando il vento che langue per traversare sull’Africa.A terra un paio di ristorantini con veranda sul mare e sulla baia...ma quei ristorantini semplicissimi con pochi piatti da offrire ...ma gustosissimi.Abbiamo una fame da lupi, buttiamo l’ancora, e mentre Antonella si fa’ il bagnetto/ancora di rito, io preparo il dinghy (che noi chiamiamo Caronte rispettando la regola che su Stranizza tutto ha un nome e un anima).

Saltiamo su e comicio a remare per la riva...uno spettacolo con un vero dinghy rigido, la barca sciiiiivola sul mare e in un battibaleno siamo sulla spiaggia immagino che visti da fuori sembriamo una di quelle coppie dell’800 sul battellino a remi sul lago, perche’ incontriamo bagnanti e surfisti che ci fanno dei gran sorrisi di apprezzamento.

Qua’ tutti onesti..ma noi per stare dalla parte dei bottoni passiamo un bel cavo d’acciaio con lucchetto attorno alle palafitte del ristorante e assicuriamo Caronte.Purtroppo ho preso il cavo corto e non riesco ad assicurare anche i remi col mio antifurto autobrevettato (sembra cosi’ ma due remi di legno belli copalati fanno un sacco gola)Come si fa’ ?Semplice, mi porto i remi al ristorante in veranda con vista mare e Stranizza.Non ci fanno nenache caso, qua’ e tutto molto informale e anche due remi al tavolo non fanno chissa che impressione.Mangiamo due porzioni di pesce alla brace che viene servito con annesse patatine fritte, insalata mista, riso, farina di magnoca e zuppa di fagioli (o fagiolata) da versare sul riso ...due bottiglie da 66 di birre “Original” alla modica somma di 28 euro.Una mangiata celestiale, finiamo e stanchi mazzati, rimettiamo in acqua Caronte (cosa molto piu’ facile di prima che con il gommone gonfiabile e con il motore, arriviamo in barca ed e’ gia’ ora di andarsene a letto, sto caldo durante il giorno tira giu’ da matti.

Come anticipato siamo ora in una zona del Brasile che si puo davvero definire un paradiso...ma come tutti i paradisi c’e’ sempre un angolino per Lucifero, qua’ il Lucifero della situazione sono i “borrachudos” minuscoli moscerini chiamati anche moscerini delle mangrovie , cosi' piccolissimi da essere quasi invisibili pungono normalmente nelle parti basse delle gambe , ed evidentemente passano un qualche liquido repellentissimo che ci si attacca a grattarei fino a fare uscire il sangue ...una cosa da impazzire.Nella nostra piccola statistica abbiamo visto che gli uomini sono i bersagli piu’ favoriti, anche Antonella ne e’ beccata...ma non gli fanno nessun prurito...a me mi squartano dal prurito.Sono cosi’ piccoli che passano anche attraverso le zanzariere e vengono trasportati dal vento.Quindi in barca siamo in qualche maniera avvantaggiati...ma se si va’ a terra...un disastro.

02/02/16
Da Picinguaba a Anchieta.
Tratta breve di 16 miglia, in uno scenario impressionante , pieno di isole isolette e montagne, poco vento con randa e genoa e l’aiutino del motore.Arriviamo baia enorme riparata dai venti da sud e dalla risacca da est, fondo sabbioso.Arriviamo che ci sono 4 barconi pieni di turisti giornalieri che riversano sulle belle spiagge dell’isola che tra l’altro e’ parco nazionale, essendo stato in passato un carcere , e’ praticamente rimasta deserta, ora solo un paio di edifici col museo.Alle 16:00 ci guardiamo in torno e…non c’e’ piu’ nessuno…ma nessuno nessuno , tutti spariti, tutta la baia per noi…speriamo di non avere attacchi…ma sembra che il sud del Brasile ..piu’ ricco del nord non abbia mai riportato notizie del genere…ma ripensandoci bene ci accorgiamo che gli unici “turisti” in barca a vela normalmente arrivano fino a Salvador e poi tornano verso nord…piu’ in giu’, abbiamo incontrato davvero poche persone...spero che questo non significhi che non ci sono stati attacchi perche’ non cerano velisti.
Si sa’ in mare si legge molto , in particolar modo nelle lunghe, prima di partire nel 2014 rilessi per la quarta volta “Lo Spray intorno al mondo” di Slocum, e mi rimase in presso lo statagemma usato in Patagonia dove la sera riempiva di chiodi a 4 punte il ponte per evitare visite indiscrete durante la notte.Riprendendo questa idea mi misi in cerca dei famosi chiodi a 4 punte...per scoprire che non sono piu’ in vendita e che anzi sono banditi.A fatica convinsi un amico saldatore di costruirmene una quarantina.Ora quando ci troviamo in baie molto isolate...come nel caso di Anchieta...tutta l’isola e’ deserta, la sera stendo un foglio di linoleum che sembra un pavimento in legno sul carabottino del pozzetto, e poi sparguglio i 40 chiodoni, chiudo il tambuccio ...applico un gran cartello con su scritto “chiodi”...nel caso di notte devo uscire di corsa e andiamo a letto.La mattina raccolgo i chiodoni...contandoli accuratamente ...anche perche’ a forza di stare in un barattolo in sentina sono un po’ arruginiti ...quindi un foro di quelli vuol dire anche ...tetano quasi sicuramente.
Domani mattina vi faccio sapere come e’ andata la notte.
3/2/16
Da Anchieta a Saco do Sombrio nel sud di Ilhabela.
Riprendendo il post prima...non abbiamo avuto nessuna visita durante la notte, quindi con pazienza recuperate I 40 chiodoni.
Navigazione meschina , con poco vento , arrivo in questa baia sperduta e incassata bene per proteggere da est , Sud est.Tutt’intorno non ci sono villaggi, solo foresta pluviale, non ci sono nenanche pali della luce...ma c’e’ un club nautico, un distaccamento di quello di Ilhabela.Un posto carino con gente stronzetta, di sicuro un club usato unicamnete nei week end , con 6/7 gavitelli , il fondo e’ abbastanza profondo sui 12/13 metri.Chiediamo se possiamo passare la notte attaccati ad un gavitello, perche’ la mattina ce ne andiamo alle 4 ...nisba ...certi club hanno davvero la puzza sotto al naso, tutto deserto ma guai se un non socio usa qualcosa ...ma un po’ di ospitalita’ per i viaggiatori che arrivano da lontano mai ???In culo i loro gavitelli e le loro cagate di infrastrutture da ghetto e la loro incapacita’ di gioire con l’incontro di gente che viene da lontano, ce ne andiamo all’ancora in 13 metri di fondo...un sacco di catena da mollare.La mattina alle 4 sveglia e partiamo , abbiamo una tratta di 267 miglia e facendo un po’ di conti partendo cosi’ presto dovremmo arrivare il terzo giorno nel tardo pomerigio...con ancora luce.Navigazione per lo piu’ a motore. C’e una alta pressione enorme, a parte l’ultimo giorno che prendiamo la coda di una bassa , con lampi da paura o da film, lampi ramificati che cadono in acqua...nel mio turno me ne sto’ in pozzetto ammirato ma anche spaventato...uno spettacolo della natura contro cui non si puo’ fare assolutamente nulla ..se non ficcare come al solito i PC e telefonini dentro al forno ....e sperare che se anche ci colpisse , l’allumino possa condurre velocemente e scaricare in acqua senza creare troppi danni.
BV Angelo





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