Porto de Suape al riparo del reef
08 22.50 S 034
57.34 W
All’arrivo alle 10 di sera di
ieri ci siamo ancorati appena entrati nei due moli dopo il rosso giusto a
ridosso dell’isola di Cocaia al WP 1, lo spazio è poco e da 6/7 metri si arriva
in un microsecondo a meno di 3 metri.
La mattina verso le 8 con l’alta marea, il reef in parte scomparso e con il vento a buffare a 25 nodi, il mare ha cominciato ad entrare sia dall’imbocco che da parti sommerse del reef, vento da prua e onda al traverso = si rolla da matti ...quasi da mal di mare.
Decidiamo di cercare un po’ di rifugio all’interno della laguna.
Il problema è che siamo gia in 3 metri scarsi di acqua con deriva e timone sollevati e dobbiamo infilarci tra il reef e l’isoletta, dove nel disegno dell’allegato ho segnato una linea gialla (non credo si veda il colore ) da dove non ci sono dati di profondità sulla carta, anche per via dei sand bank in continuo movimento.
Decidiamo comunque che si va, li non si riesce a stare, disancoriamo e con 400 occhi all’ecoscandaglio ..poti poti al minimo, procediamo.
Siamo partiti circa alle 10, due ore dopo l’alta marea; non è corretto, perché per sicurezza dovremmo partire due ore dopo la bassa così in caso si rimanga arenati dopo poco la marea ci avrebbe liberati, in questa maniera se ci areniamo dovremmo aspettare il pomeriggio, ma lo consideriamo un male minore visto il terribile rollio del momento.
L’idea è di stare piu’ vicini al reef per avere profondità; quanto si estenda il reef ...non si sa, anche perché l’acqua - anche se molto meglio di tanti altri posti- non è proprio trasparente, e quindi non si capisce dove arriva sta roccia.
Piano piano troviamo una linea di 4 metri di profondità...anche se per noi sono solo 3.3 metri per via dell’offset.
Ilha da Cocaia e il porto sullo sfondo
La mattina verso le 8 con l’alta marea, il reef in parte scomparso e con il vento a buffare a 25 nodi, il mare ha cominciato ad entrare sia dall’imbocco che da parti sommerse del reef, vento da prua e onda al traverso = si rolla da matti ...quasi da mal di mare.
L'ingresso del porto visto dal reef
Il problema è che siamo gia in 3 metri scarsi di acqua con deriva e timone sollevati e dobbiamo infilarci tra il reef e l’isoletta, dove nel disegno dell’allegato ho segnato una linea gialla (non credo si veda il colore ) da dove non ci sono dati di profondità sulla carta, anche per via dei sand bank in continuo movimento.
Decidiamo comunque che si va, li non si riesce a stare, disancoriamo e con 400 occhi all’ecoscandaglio ..poti poti al minimo, procediamo.
Siamo partiti circa alle 10, due ore dopo l’alta marea; non è corretto, perché per sicurezza dovremmo partire due ore dopo la bassa così in caso si rimanga arenati dopo poco la marea ci avrebbe liberati, in questa maniera se ci areniamo dovremmo aspettare il pomeriggio, ma lo consideriamo un male minore visto il terribile rollio del momento.
L’idea è di stare piu’ vicini al reef per avere profondità; quanto si estenda il reef ...non si sa, anche perché l’acqua - anche se molto meglio di tanti altri posti- non è proprio trasparente, e quindi non si capisce dove arriva sta roccia.
Il reef e a sinistra, Cabo S. Agostinho - che chiude la laguna a Nord
Piano piano troviamo una linea di 4 metri di profondità...anche se per noi sono solo 3.3 metri per via dell’offset.
Due parole sull’offset per chi
non sappia di cosa parlo, il sensore dell’eco- scandaglio è normalmente situato
nella parte bassa dello scafo, di li invia il segnale che batte l’oggetto
solido, - nel caso il fondo- torna indietro e ci dice a quanto il sensore è
distante dal fondo...ma ...c’è sempre un ma, sotto c’è ancora da considerare la
chiglia e da considerare che questa lettura non è veritiera nei confronti della
cartografia, perché il sensore sara’ 60/70 cm piu’ profondo (dipende dalla
barca ) della linea di galleggiamento e quindi dalla lettura della carta.
Qua due linee di pensiero:
chi lascia così la lettura e - fregandosene della linea di galleggiamento- considera solo quel dato facendo la somma semplice di aggiungere la profondità della chiglia ... questa per me è una considerazione sbagliata;
Qua due linee di pensiero:
chi lascia così la lettura e - fregandosene della linea di galleggiamento- considera solo quel dato facendo la somma semplice di aggiungere la profondità della chiglia ... questa per me è una considerazione sbagliata;
quello che andrebbe fatto - e noi
lo abbiamo fatto nel nostro strumento- è di creare un offset, sapendo che da noi lo strumento è 70
cm più profondo della linea di galleggiamento - abbiamo impostato la lettura
con +0.70 mt, così al display abbiamo esattamente la lettura corrispondente
alla cartografia, poi sottraiamo 1.8 mt nel caso abbiamo la deriva giu’o 0.70
mt nel caso di deriva su.
Tutto facile e chiaro, ma vi assicuro (come dice il nostro amico Claudio) che in situazioni di grande stanchezza il cervello lavora solo a metà, fare anche sti due semplici conti più la variazione di marea può essere difficile...provare per credere.
Tornando a noi, seguiamo la linea
del reef e quando ci ritroviamo in tre metri di acqua decidiamo che siamo stufi
di zig zagare con 20 nodi di vento e la corrente che spinge e decidiamo di
ancorarci al WP 2, posto bellissimo spiaggia bianca con palme di cocco a dritta
e il reef che si oppone alle onde di 3 / 4 metri alla sinistra, con un rooooar
di oceano che si infrange. Tutto bene fino a qui, anche se volendo si potrebbe
continuare nella laguna e arrivare ad un resort con spiaggia da polli in
batteria che intravvediamo col binocolo....ma chi cio fa’ fa’, qua è un
paradiso ...nessuno in giro ...ma...sempre sto ma, ora siamo verso la bassa
marea che arriverà all’incirca alle 15 , quindi tutto il reef bello fuori a
proteggerci da sto mare incaz...to , ma alle 21 quando andremo in alta quanto
sparirà il reef sotto il livello dell’acqua ? E quanto mare ci arriverà
addosso, anche perché ormai il vento è stabile sui 25 nodi da SE e sta alzando
un bel mare.
L'onda che frange sul reef! ( visto dall'interno)
Intanto filiamo catena, 30 metri
in 3 metri di acqua, ratio di 1>10 più la grande Rocna. Ora ci godiamo la
pace all’interno della barca, fuori groppi, pioggia a catinelle e il ROOOOOOOAR
del mare, che sembra sempre più intenso man mano che ci avviciniamo alle 21
(sara’ un effetto psicologico, ma siamo preoccupati ) se entrerà molto mare e
onda non abbiamo molte alternative, al buio , A) mollare più catena possibile
senza andare a spiaggiare, B) se l’onda è al traverso rispetto al vento e alla
corrente si potrebbe pensare di mettere un ancora a poppa per tenere la prua al
mare ...opzioni finite !!
L’attesa si prolunga, ogni dieci
minuti controllo il grafico e faccio i conti di quanti centimetri mancano
ancora all’alta, di buono c’è che con sto vento i due eolici ci danno tanta di
quella corrente che potremmo venderla all’ENEL.
21:11 SIAMO IN ALTA !! ...il reef
tiene, non entra neanche un ondina, ora rimane il vento, per sicurezza (e visto
che abbiamo corrente in abbondanza) inserisco l’allarme ancora su OpenCpn, che
con il GPS dell’AIS sembra davvero molto accurato e preciso , cerchio a 50
metri e ...click... buonanotte a tutti.
P. S.
Avremmo potuto proseguire fino a Cabedelo e non fermarci, ma siccome questo posto ci era piaciuto, volevamo vedercelo con calma e approfittare della tranquillità ( fondali e maree a parte). Antonella
Ancoraggio: Ilha da Cocaia e la laguna sullo sfondo.
Ancoraggio, vista dalla spiaggia verso il reef.
Ilha da Cocaia
Approdati sulla spiaggia col tender per fare 2 passi ... sullo sfondo il paese, Vila do Suape.
Avremmo potuto proseguire fino a Cabedelo e non fermarci, ma siccome questo posto ci era piaciuto, volevamo vedercelo con calma e approfittare della tranquillità ( fondali e maree a parte). Antonella
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