sabato 8 giugno 2013

Sud Sicilia, e isole Pelagie



10 maggio 2013


Traversata Malta Marzamemi......tutta motore ...a parte all’ormeggio con i soliti 15 nodi usciti dal blu. Avvistati per la prima volta i delfini nel canale di Malta.


Arrivati ..e ci siamo avventati subito sulla canna dell’acqua, non avendo questo lusso alla boa a Malta, la barca era coperta interamente di sabbia .Lavata e fatto il pieno dei serbatoii piu’ la taniche a poppa.Comode ma fanno un sacco di peso che non fa’ molto bene alla navigazione.


Ancora il tormentone di acqua dolce nel vano motore, e vaschetta di espansione che cala di livello. Vedendo un piccolo rigagnolo provenire da sotto il motore mi sono messo alla ricerca della perdita, tastando a destra e a manca ho trovato dell’acqua proprio dietro il motorino di avviamento.Ecco partire la mente con i piu’ cupi scenari, cricca nelllo scambiatore di calore ,...magari era rimasta dell’acqua all’interno e con il ghiaccio dei passati cinque anni nel capannone si e’ creata una fessura. Mumble mumble, per 4/5 ore un po’ di panico interiore, e con la consapevolezza che una volta arrivati avrei dovuto smontare mezzo mondo per capire da dove provenisse la perdita. Passa il tempo e continuo a rabboccare la vaschetta , e continuo a trovarmi acqua nel vano. Poi mi dico, proviamo a controllare tutto da capo, apro completamente il vano motore e mi accorgo di una perdita nel bocchettone di riempimento dell’acqua ....penso che sia il tappo (anche se ho cambiato le guarnizioni un paio di mesi fa’). 
Arrivati a Marzamemi dopo aver finito i lavaggi, tolgo il tappo e mi accorgo che c’e’ comunque una perdita alla base del bocchettone , come da foto. Naturalmente e’ la parte posteriore ....molto inaccessibile.  Il morale risale, ma rimane comunque il problema di tappare la perdita.

Dettaglio del bocchettone del motore
La sera incontrati con gli amici Andrea e Annamaria  e cenato all’Orsa Minore...un paradiso di sapori e di invenzioni culinarie, poi purtroppo abbiamo esagerato con i superalcolici vedi grappa e nocino di Annamaria e la notte abbiamo saltellato nel letto.  Un gran piacere passare la serata con due velisti tosti , ci si capisce al volo .


11-maggio 2013
Anche con una nottata travagliata, specialmente Antonella per via di problemi all’intestino, siamo riusciti a partire quasi in orario...verso le  8:30, dapprima pochissimo vento, ma una giornata splendida con nuvole bambagiose per l’arrivo del fronte freddo, poi avvicinandosi al capo Murro di Porco, il vento e’ aumentato un po’ a 9 nodi e siamo andati a vela fino a doppiare il capo dove e’ ricrollato, via di motore.

13 Maggio


08:30 a terra presto ...fin troppo presto per i ritmi sonnolenti mattinieri di Siracusa. Comunque siamo in cerca di stucco metallico bicomponente per chiudere la perdita alla base del bocchettone.Trovato uno da carrozziere che pero’ ha del componente plastico...penso.. quella della ferramenta mi ha spergiurato di no, ma non ne siamo convinti fino in fondo, continuiamo la ricerca e finalmente in un altra ferramenta troviamo uno sticker che dovrebbe fare al caso nostro.
Incontro con Nick, sempre in forma, ci da’ un passaggio con l’auto a riempire le taniche di gasolio e poi giro in pescheria per comprare un paio di chili di cozze che faremo alla Tarantina e gustate in pozzetto all’ombra del finalmente bimini. Riaccompagno Nick a terra e mi metto dietro alla stuccatura , la prima non tiene, la seconda pure , decido di lasciare asciugare e riprovare il giorno dopo.

 La mattina seduti nella solita panchina davanti all’albergo con WI-Fi gratis, ci controlliamo e-mail e previsioni del tempo.
Come al solito bisogna interfacciare diversi siti per capirci qualcosa, quello che e’ chiaro e’ che arrivera’ scirocco da 20 nodi e piu’ tra mercoledi’ e giovedi. Siamo al centro del porto grande, quindi un po’ distanti dal ridosso, decidiamo di fare una capatina col tender nella parte sud della baia per capire meglio il ridosso. Avevo controllato la mattina la benzina e mi sembrava ok ...non ricordandomi che il serbatoio contiene solo 0.9 lt. Dopo mezzora di smotorata arriviamo all’altra sponda ...che ci sembra in the middle of nowhere, incastrata tra coltivazione di mitili e scogli, in piu’ per andare poi in citta’ bisognerebbe chiamare un taxi a circa 20 euro. Ci pensiamo. Nel frattempo il vento rinfresca da est, quindi abbiamo un ondina fastidiosa sulla dritta del tender ,a circa meta’ percorso del ritorno succede quello che non doveva succedere ...si spegne il motore per mancanza di benzina ..sic!!!.I remi e gli attrezzi per fortuna li abbiamo dietro. Comincio a remare con le spalle alla barca con Antonella che mi da’ la direzione cercando di compensare lo scarroccio dato dal mare. Mezzora di remi...non ce la facevo piu’, le braccie doloranti e la consapevolezza di non potermi fermare neanche un minuto se no’ il mare ci vrebbe portato chissà dove. Finalmente toccata la poppa della braca...sono morto ...devo stendermi se no’ schiatto.


D’ora in poi, ogni volta che parto in tender controllero’ la benzina.
14/15 Maggio
22-maggio



In mezzo ad una folla di "cippols"  (leggi adolescenti) ad aspettare l’apertura dei cancelli del teatro greco di Siracusa per le giornate popolari di Antigone e il giorno dopo di Edipo Re. Finalmente aprono i cancelli e teletrasportati da una folla umana riusciamo ad accaparrarci dei buonisiimi posti.  L’Antigone una meraviglia di tragedia con attori e attrici in gambissima, una fortissima emozione vedere dal vivo la tragedia. 
Edipo Re...un po’ mortifero , anche se con attori molto bravi, o forse due tragedie di seguito sono un po’ troppe.


Teatro greco di Siracusa: la folla.


Antigone: prologo, Giocasta racconta


Edipo Re


16 Maggio
Quella che doveva essere una giornata di sano riposo per via del mal tempo, si e’ poi rivelata una centrifugata all’ancora dalla notte alla mattina. Rollio rollio e rollio.


17 Maggio
Partenza per Marina di Ragusa , motore , vela ...ma in generale poco vento e mare residuo. Quasi all’arrivo al Marina di Ragusa (non convinti dei prezzi esosi , 62 euro per una notte, e in genere a noi non serve ne acqua ne luce)  Antonella telefona al marina di Licata per curiosita’ ...e ..surpise surprise, visto che devono lanciare il nuovo marina, il mese di maggio e’ gratis a chiunque si presenti. Con gia’ Marina di Ragusa al traverso in un battibaleno prendiamo la decisione di arrivare a Licata ...purtroppo altre 40 miglia da fare. Arriviamo alle 2 di notte con un solerte ormeggiatore che ci viene a prendere in tender e ci accompagna al posto barca....una meraviglia.


18/19 Maggio
Decidiamo di prendercela con calma...anche se suona come un eufemismo, comunque il 19 riusciamo ad arrampicarci sino al castello di San Angelo per goderci una vista mozzafiato.


Licata: vista del porto ( e del cimitero) da Castel S. Angelo.


20 Maggio
L’idea era di affittare una macchina e farci un giro ai templi di Agrigento, ma una attenta lettura dei meteo (che poi si rilevera’ non troppo attenta) ci fa’ desistere e prendiamo la decisione di navigare su Pantelleria.


Quello che andiamo a valutare sono due diverse scuole di pensiero i Grib file e Passage.com da una parte e Lamma e il bollettino via radio dall’altra, putroppo le due fazioni dicono cose completamente discordanti.  Dobbiamo prendere un opzione, e come ben si sa’ il cervello umano ha a tendenza a decidere per il meglio e “in fondo tutto andra’ bene”. Decidiamo di seguire quindi la prima scuola di pensiero, quindi niente di straordinario durante la giornata e verso le due di notte un rinforzo di 15 nodi da SE...sembra perfetto...purtroppo troppo perfetto.  La seconda scuola professava invece poco durante la giornata, ma roba tosta verso mezzanotte, temporali e un forza 7 da SE con mare molto mosso.
Tutto perfetto con entrambe le scuole fino a mezzanotte, a parte il traffico commerciale pesante, veramente pesante, nello stretto di Sicilia; grazie all’AIS ci scapoliamo bene e zig zaghiamo , il problema dell’AIS è che è facile dimenticarsi che non tutti ce l’hanno, vedi pescherecci e altri. Quindi identificazione della barca con AIS, poi col binocolo con bussola traguardare l’imbarcazione per essere sicuri che e’ proprio lei e non qualche peschereccio infilato di traverso.....insomma  un gran rompicapo....grazie pero’ al Sig. AIS, ci ha reso la vita molto piu’ semplice.
Ore una di notte. A circa 20 miglia da Pantelleria, quando cioe’ vedevamo gia’ le luci dell’isola, il vento comincia a rinforzare (anche se avevamo optato per l’opzione A, ci eravamo pero’ anche preparati all’opzione B), tra un incrocio con una portacontainer e una oiltank andiamo al vento e ammaniamo la randa, apriamo solo genoa, piu’ facile da gestire, piano piano comincia a crescere l’intensita’ del vento e a montare il mare, riduci riduci finche ‘ non ne avevamo piu’ da ridurre, quindi solo motore al minimo per alimentare gli strumenti. Intanto il cielo si riempe di fulmini... tanti e a diramazione, piu’ quelli che cadono in mare, la luna tramonta e ci troviamo in una notte nera come la pece col mare che comincia a rompere in coperta e la barca sbandata per i 35 nodi che la colpiscono. Il pilota automatico fa’ un eccellente lavoro e tiene la rotta benissimo. Sono pero’ i fulmini che fanno paura, quando parte la scarica si illumina tutto a giorno e si diramano in orizzontale per centinaia di metri, uno spettacolo affascinante ma pauroso.
Il fronte si sposta velocemente e ad un tratto i fulmini sono sulla nostra testa, penso all’AIS che attraverso l’antenna del VHF continua a trasmettere e ricevere, sono preoccupatissimo. Decido di andare giu’ e spegnere l’AIS, ..fatto...ma, mi darei una martellata in testa, cosi’ ho spento anche il GPS, quindi perso il WP, quindi il pilota automatico smette di essere automatico. Io sono sotto che riprovo a fare il reboot dell' AIS, ma quando ri accendo continua a non funzionare il GPS (sti maledetti problemi con le COM).  Nel frattempo Antonella accortasi che il pilota automatico aveva perso il WP, prende in mano il timone e comincia a timonare a mano, in quell’attimo ho guardato in pozzetto e ho visto una scena da apocalisse, la notte buiissima , la barca che saltava da tutte le parti con onda al giardinetto , 35 nodi di vento che fischiavano e Antonella al timone con tutti i fulmini in alto sulla sua testa, una scena che non scordero’.  Nel frattempo non riesco piu’ a fare collegare il GPS dell' AIS...dovrei fare il ree boot del computer per riaggiornare le COM, ma ci vuole troppo tempo, collego cosi’ il piccolo GPS mouse e ripristino tutto il collegamento anche con l’autopilota.
Dopo due ore di forza 7, ci avviciniamo all’ingresso del porto Vecchio, sto pensando di contattare Circo mare, quando mi sento chiamare sul 16 da Circomare che naturalmente ci avevano avvistato sull’AIS,  chiediamo permesso di ormeggiarci al porto Vecchio, ce lo concedono, cominciamo quindi il zig zag di entrata, tra la secca in entrata , il molo fenicio semiaffondato, la meda affondata in testata del molo...e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, finalmente riusciamo ad ormeggiarci all’inglese davanti a 4 barche di francesi .....esausti, tutta la notte in bianco con forza 7.   
Tre uova strapazzate con pancetta e diretti a letto.
Alzati dopo tre ore ..piu’ suonati che mai,  giretto in paese con la faccia da ebeti da chi ha passato tempo in mare attraverso una burrasca.


Pantelleria. Appena arrivati


21-maggio
Noleggiato uno scooter per il giro dell’isola, tutto molto bello , ma la cosa piu’ affascinante e’ il profumo che si sente in giro. Quando arriviamo dall’altra parte dell’isola ci aspetta un vento incredibile, difficile anche da guidare lo scooter, ora che arriviamo alla barca e’ arrivato su un gran nero, guardo la pressione...998 mb in discesa terribile. Vento da  SWW, ha tempo di creare fech dentro al porto e renderci la vita miserable, Assieme agli altri tre equipaggi di francesi cominciamo a rinforzare gli ormeggi spostare e comprare parabordi, il vento aumenta da un reasonable 30 nodi preima a 40 e poi a 52 nodi , si crea un metro di onda che ci arriva dal mascone di sinistra, con delle bombardate in poppa che fanno tremare tutta la barca. Speriamo che sia un groppo passeggero, ma invece non lo è; è proprio una brutta perturbazione. Parlando coi locali poi ci diranno che non se ne vedeva una cosi’ da anni, e te pareva, la prima volta che andiamo a Pantelleria ci troviamo con sto regalo. Notte infame,  le cime urlano,  i parabordi gemono il vento fischia...dormire e’ un opzione.Io provo a dormire in dinette, a poppa c’e’ un boato terribile in cabina. Ma anche in dinette e’ dura, si sdormicchia con un occhio e un orecchio aperto, finalmente arriva mattina e non ci sono danni , la sfilza di 7 parabordi sembra abbia fatto il suo lavoro, a un francese dietro di noi durante la notte gli sono scoppiati 4 parabordi.
Pantelleria: in motorino vicino all'Elefante
Lo scoglio dell'Elefante, uno dei simboli di Lampedusa


Pantelleria: ormeggiati all'inglese al Porto Vecchio.


Vento e onda all'ormeggio.







Protezioni d'occasione alle cime d'ormeggio.





Onde e vento

Non ci si muove molto dalla barca , o meglio si va’ in giro alternati per tenere sempre un occhio.
24-maggio
Finisce sto NW che picchia, fuori c’e’ ancora mare residuo, ma non se ne puo’ piu’ i francesi alle 11 partono , anche noi abbiamo deciso di anticipare e anche se ci troveremo vento contro ...ma almeno mare residuo a favore vogliamo staccarci da sto pezzo di cemento e fare filare la barca e le nostre anime. Disormeggiamo senza troppi problemi e facciamo l’inventario , un parabordo completamente collassato, altri due messi male, una cima del 18 a tre legnoli rimasta con solo uno, gli altri due spaccati, altre due cime logorate...ma ancora usabili, il cemento e’ duro !!!
Usciamo dal porto con onda ancora formata, informiamo Circomare via radio della nostra partenza, appena fuori dai moli, proprio dove l’onda si fa’ piu’ pronunciata vediamo uscire alle nostre spalle la motovedetta veloce della capitaneria, ci supera da dritta ...troppo vicino, poi ci vira davanti a prua a gran velocita’ , quindi rientra in porto facendo un circolo intorno a noi, naturalmente ingrossando enormemente le onde gia’ importanti di per se’.   
Cosa siano venuti a fare ...un mistero, abbiamo comunque forse svelato l’arcano del motivo per cui si chiamano Circomare, ci sembravano proprio quelli del circo Orfei , con le evoluzioni senza criterio.
Appena liberatici del circo e impostata una navigazione un po’ piu’ equilibrata facciamo un graditissimo incontro con uan tartaruga di mare, molto grande e molto tranquilla, molto bella.
Molto motore e randa per il vento contro, ma era nei piani, giunge la notte, con luna piena , una visibilta’ enorme, sentiamo un sacco di avvisi di burrasca nel Tirreno ma anche nello Stretto di Sicilia, per fortuna dopo poco rientrati.

Ci aspettiamo il NW del margine della perturbazione in atto nel Tirreno, piano piano comincia ad arrivare della nuvolaglia da NW, portando con se i fulmini...quelli terribili che scendono verticali direttamente in mare, ci spaventiamo, va bene il mare, il vento...ma con i fulmini non c’e’ molto da fare.  Riusciamo ad individuare le nuvole fetenti che stanno trasportando temporali e quindi i fulmini, sembra che abbiano una rotta da NW verso SE, la nostra rotta e’ per quasi SE, decidiamo di fare qualcosa per impedire che ci arrivino sopra la testa le nuvole, ci mettiamo con rotta SW, nella speranza di scapolare l’arrivo. Forse e’ solo un tentativo per tenerci occupati e pensare di avere agito e fatto qualcosa, comunque sembra che funzioni,  dopo un po’ vediamo i fulmini continuare la loro rotta ...ma non sulla nostra testa. Si cerca di sdormicchiare facendo qualche turno , Antonella è adrenalinica e nel suo turno saltella dentro e fuori per controllare l’AIS, le nuvole, il vento ecc. Io riesco a dormire ben due ore di seguito in pozzetto, mai successo prima, e’ un gran bene che Antonella stia crescendo come velista.
Verso le 7 di mattina sono io di turno, sto leggendo quando sento il motore diminuire di giri, in un attimo penso subito, fine gasolio-gasolio sporco –filtri intasati ecc.. con un balzo riesco a mettere in folle , ma il motore non si spegne, controllo a poppa, e vedo un gran bagaglio attaccato all’elica, mi sembra una rete, preso il mezzo marinaio e agganciata si rivela una gomena ...si proprio un gomena di circa 15 cm di diametro sfilacciata ad una estremita’, la quale si e’ presa nell’elica. Un bel casino, anche perche’ sta salendo il vento e il mare da NE. Sveglio Antonella e proviamo a mettere alla cappa la barca per poterla fermare ed eventualmente immergermi per tagliare intorno all’elica. La buona notizia per il momento e’ che non abbiamo infiltrazioni di acqua dalla cuffietta dell’asse. Proviamo diverse combinazioni ma con il vento gia’a 15 nodi la barca continua a muoversi a circa 1.8 nodi.  L’atra soluzione che mi viene in mente e’ di lanciare di prua l’ancora galleggiante (anche se purtroppo non l’abbiamo mai provata) e  cercare di rallentare al massimo la barca.
Se non dovesse funzionare il piano B e’ di navigare a vela altre 4/5 miglia e andare a ridosso di Lampedusa...anche se vedendo l’isola molto piatta non crediamo che avremo un gran ridosso. Nel frattempo ammainiamo tutte le vele e ci prepariamo a gettare l’ancora galleggiante, quando Antonella grida “se ne va!!", incredibilmente vediamo la gomena sfilarsi e andarsene per i fatti propri. Una magia. Torno di sotto a controllare l’asse, tutto ok, in piu’ ora l’asse gira da sola come fosse completamente libera. Facciamo un piano, navigare a vela fino a davanti al porto quindi accendere il motore ed entrare all’ormeggio a motore. Facciamo prima qualche prova e sembra che effettivamente l’asse sia completamente libera. Detto fatto  issiamo randa e apriamo genoa, si fila a 5 nodi al gran lasco, la rotta ci porta però troppo stretti verso il capo di Ponente, issiamo deriva per aumentare lo scarroccio e fare scivolae la barca piu’ sulla sinistra per poter passare il capo possibilmente senza strambare, perché nel frattempo c’e’ tutta forza 4 e qualcosa di piu’ da NE, il mare è mosso e vento in abbondanza. Decidiamo di non prendere il rischio della strambata (era la nostra paranoia quando andavamo in deriva con vento forte, normalmente scuffiavamo sempre, fino a che non imparammo a prenderci qualche rischio in piu’ e issare la deriva prima della strambata, ma se scuffiavamo cosi’ sarebbe stato impossibile ri addrizzare la barca) cazziamo randa al centro e in qualche maniera riesco ad ammainare la randa. Ora con solo genoa e con deriva issata, la barca fila che e’ un piacere..stessi 5 nodi.  Doppiamo il capo e orziamo con vento di bolina larga,  aspettiamo il ridosso che non verra’ mai,  anzi dato dalla poca altezza dell’isola ci ritroviamo venti catabatici che picchiano duro, riduzione del genoa a fiocco 100%, riduzione fiocco a 50%, alla fine chiudiamo genoa e apriamo trinchetta. 
Davanti al porto accendiamo il motore e cerchiamo di andare a dei pontili galleggianti in costruzione con 20 nodi al traverso.  C’e’ Pietro dal pontile che ci dice come zig zagare tra i vari pescherecci al corpo morto, le varie boe e cime in giro per il porto. Come dira’ poi Antonella uno scenario surrealista. Proviamo la manovra come dice lui, ma non funziona, Stranizza e’ una barca per il grande largo, ma in porto nelle manovre ravvicinate ha qualche problema, dati dalla deriva mobile e da un timone non troppo importante. Riproviamo un paio di volte senza successo, finche non arriviamo quasi in collisione col pontile, Pietro salta a bordo , ma nel frattempo vediamo una cima che sembra presa nell’elica, fortuna voglia che ci fosse un pescatroe seul pontile e su ordine di Pietro scioglie l’altro capo della cima che si sfila e se ne va’. Pietro mi chiede se puo’ fare la manovra lui essendo un esperto. Gli comunico che questa non e’ una barca normale e ha bisogno di piu’ spazi. ”Non c’e’ problema “ risponde,  prova anche lui ma evitiamo il disastro per centimetri, si vuole ostinare ad entra di poppa con vento al traverso...non c’e’ verso. Alla fine gli grido che lui sara’ anche l’esperto ma la barca e’ nostra, riprendo quindi il possesso del timone egli dico cosa ho intenzione di fare, entrare cioe’ di prua. Entriamo, e grazie anche all’aiuto di altri tre baldi giovani riusciamo a fare l’ormeggio. Maronna che fatica, esaurite le ultime forze. 
Una domanda: come vorresti passare il tuo compleanno ? 
Esattamente come l’ho passato, un misto di adrenalina, paura, eccitamento , vento, mare. 
Buon Compleanno Angelo a 56 ci siamo arrivati, per il futuro vedremo.



Lampedusa: il pontile da terminare e 



 il marina fantasma
         
27 maggio
Abbiamo visionato la banchina gratis, e abbiamo deciso di ormeggiarci li’. Bisogna stare in orecchia per il SE e SW che entrano dritti sparati e fanno un macello. Neanche a dirlo e’ subito previsto Est , con possibile EES. Arrivano una ventina di nodi e si crea una gran risacca, per fortuna la grande Rocna non scossa.  Dopo l’est e’ previsto una botta piu’ importante di NW, che a noi ci arriverebbe al traverso, e il mare avrebbe un po’ di spazio per montare.


Lampedusa. Ormeggio in banchina

In acqua per recuperare il galleggiante dell'ancora che potrebbe impigliarsi in qualche elica e spedare l'ancora.

Missione compiuta.


28 maggio
E’ arrivato il NW , vento anche a 35 nodi, barche che volano a destra e a sinistra, cime di rinforzo e spring a prua dalla parte del vento , scostati dal molo di un paio di metri per la risacca, fronte che passa reativamente veloce e durante la notte tutto si cheta. L’idea era di partire presto questa mattina, eravamo pero’ un po’ preoccupati di trovare mare ancora in movimento, non ci aspettavamo finisse cosi’ presto. Abbiamo perso il momento, perche’ subito dietro c’e’ gia’ un altro piccolo fronte (forza 6) in arrivo. Rimandiamo tutto a venerdi’ , forse c’e’ il rischio di vedere sparire tutto il vento , ma d’altra parte non ce’ la sentivamo di beccarci un forza 6 di notte.
29 maggio


Rivisto il meteo e chiacchierando con il francese di fianco ....che si' e' un po' altezzoso, ma almeno sembra che sappia di cosa stia parlando, decidiamo di partire la mattina dopo alle 5 insieme. Ci aspetta un forza 4/5 da NW, sbagliando un po' di aritmetica sia io che il francese siamo convinti di averlo al giardinetto di sinistra....errore l'avremo sempre al traverse e bolina larga al rinforzo.

30 Maggio
Alle 5 ancora buio si comincia a issare i 45 metri abbondanti di catena, arriviamo a picco, ma il salpaancore non ne vuole sapere di issare, l'ancora e' cosi' in profondita' che il salpa non ce la fa'. Proviamo diverse volte, poi con la catena in tiro do' motore Avanti un po' allegro e finalmente la Rocna se ne esce dale profondita' marine.Anche I francesi subito dopo di noi sembrano avere lo stesso tipo di problema.
Usciti dal porto issiamo randa, apriamo genoa spegnamo il motore che riaccenderemo solo dopo 18 ore. 
Si viaggia come dei razzi, un po' scomodi , ogni tanto arriva un rinforzo, giochiamo con le vele al seguente: normalmente randa, genoa e trinchetta aperti (ci sta' anche lei) al rinforzo prendiamo una mano alla randa , poi segue la trinchetta poi riduzione genoa. La giornata e' splendida, sole , cielo chiaro e tanto vento. Avvistati diversi delfini, e ben 5 tartarughe, pensiamo che siano in rotta per Lampedusa per la deposizione delle uova. Vediamo Gozo da lontanissimo circa 25 miglia , e' un bene e un male.....sembra non arrivare piu'. L'idea iniziale era di andare all'ancora da qualche parte a Blue Lagoon o Nicklaw Bay, ma non siamo molto convinti del ridosso e non ci fidiamo molto a fare l'ancoraggio in quelle piccolo baie di notte, decidiamo quindi di andare al marina di Gozo, anche per lavare la barca e riempire I serbatoi d'acqua prima di arrivare all'ormeggio al gavitello a Malta. La mattina decidiamo per una doccia ai bagni del marina, e' solo la seconda vera doccia in tre settimane, sembriamo usciti da un sottomarino per l'odorino che sprigioniamo. Un sogno di doccia, solo cosi' si riesce a capire veramente cosa vuol dire fare una doccia.
Tramonto in mare a poche ore dall'arrivo a Gozo.
 La coperta di nuvole ci ha fatto impensierire ma alla fine non  è successo niente.

31 Maggio


Un  panino veloce  e poi partiamo per Malta,  apriamo solo genoa senza randa,  ora abbiamo il NW al gran lasco, sembra incredibile come con lo stesso vento e mare ma con diversa andatura la vita sia piu' semplice e ci si gode la veleggiata, per accrescere il confort issiamo completamente deriva e istantanemente la barca si stabilizza. Arriviamo al gavitello con i soliti 15 nodi, il primo aggancio lo sbagliamo per via del NW che spinge, riproviamo a marcia indietro e tutto va bene.
  
Il viaggio e' finito, e come tante altre volte c'e' questa sensazione ambivalente, felici di essere arrivati, ma nello stesso tempo tristi di lasciare la barca. E' stao un gran bel viaggio, abbiamo imparato tantissimo, primo che Maggio oltre che essere il mese delle rose,  della Madonna e' sopratutto il mese del vento, con fronti che si susseguono velocemente. Viaggiando di questa stagione, il bisogno di acqua e' piu' massiccio, avevamo si' attrezzato la barca con 5 extra taniche a poppa, ma si aggiunge un gran peso a poppa che non fa bene sicuramente bene alla navigazione, di qui' la decisione di montare un piccolo desalinatore.
Ci prepariamo ora ad alare Stranizza per rifare l'antivegetativa, cambiare qualche presa a mare e verificare il problema del timone perche non si solleva,  poi .....altri grandi viaggi all'orizzonte.




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