10 maggio 2013
Traversata
Malta Marzamemi......tutta motore ...a parte all’ormeggio con i soliti 15 nodi
usciti dal blu. Avvistati per la prima volta i delfini nel canale di Malta.
Arrivati
..e ci siamo avventati subito sulla canna dell’acqua, non avendo questo lusso
alla boa a Malta, la barca era coperta interamente di sabbia .Lavata e fatto il
pieno dei serbatoii piu’ la taniche a poppa.Comode ma fanno un sacco di peso
che non fa’ molto bene alla navigazione.
Ancora
il tormentone di acqua dolce nel vano motore, e vaschetta di espansione che cala
di livello. Vedendo un piccolo rigagnolo provenire da sotto il motore mi sono
messo alla ricerca della perdita, tastando a destra e a manca ho trovato
dell’acqua proprio dietro il motorino di avviamento.Ecco partire la mente con i
piu’ cupi scenari, cricca nelllo scambiatore di calore ,...magari era rimasta
dell’acqua all’interno e con il ghiaccio dei passati cinque anni nel capannone
si e’ creata una fessura. Mumble mumble, per 4/5 ore un po’ di panico interiore,
e con la consapevolezza che una volta arrivati avrei dovuto smontare mezzo
mondo per capire da dove provenisse la perdita. Passa il tempo e continuo a
rabboccare la vaschetta , e continuo a trovarmi acqua nel vano. Poi mi dico,
proviamo a controllare tutto da capo, apro completamente il vano motore e mi
accorgo di una perdita nel bocchettone di riempimento dell’acqua ....penso che
sia il tappo (anche se ho cambiato le guarnizioni un paio di mesi fa’).
Arrivati a Marzamemi dopo aver finito i lavaggi, tolgo il tappo e mi accorgo che c’e’ comunque una perdita alla base del bocchettone , come da foto. Naturalmente e’ la parte posteriore ....molto inaccessibile. Il morale risale, ma rimane comunque il problema di tappare la perdita.
Arrivati a Marzamemi dopo aver finito i lavaggi, tolgo il tappo e mi accorgo che c’e’ comunque una perdita alla base del bocchettone , come da foto. Naturalmente e’ la parte posteriore ....molto inaccessibile. Il morale risale, ma rimane comunque il problema di tappare la perdita.
La
sera incontrati con gli amici Andrea e Annamaria e cenato all’Orsa
Minore...un paradiso di sapori e di invenzioni culinarie, poi purtroppo abbiamo
esagerato con i superalcolici vedi grappa e nocino di Annamaria e la notte
abbiamo saltellato nel letto. Un gran piacere passare la serata con due velisti
tosti , ci si capisce al volo .
11-maggio
2013
Anche
con una nottata travagliata, specialmente Antonella per via di problemi
all’intestino, siamo riusciti a partire quasi in orario...verso le 8:30, dapprima pochissimo vento, ma una
giornata splendida con nuvole bambagiose per l’arrivo del fronte freddo, poi
avvicinandosi al capo Murro di Porco, il vento e’ aumentato un po’ a 9 nodi e siamo
andati a vela fino a doppiare il capo dove e’ ricrollato, via di motore.
13
Maggio
La
mattina seduti nella solita panchina davanti all’albergo con WI-Fi gratis, ci
controlliamo e-mail e previsioni del tempo.
08:30 a terra presto ...fin troppo presto per i
ritmi sonnolenti mattinieri di Siracusa. Comunque siamo in cerca di stucco
metallico bicomponente per chiudere la perdita alla base del bocchettone.Trovato
uno da carrozziere che pero’ ha del componente plastico...penso.. quella della
ferramenta mi ha spergiurato di no, ma non ne siamo convinti fino in fondo,
continuiamo la ricerca e finalmente in un altra ferramenta troviamo uno sticker
che dovrebbe fare al caso nostro.
Incontro con Nick, sempre in forma, ci da’ un
passaggio con l’auto a riempire le taniche di gasolio e poi giro in pescheria
per comprare un paio di chili di cozze che faremo alla Tarantina e gustate in
pozzetto all’ombra del finalmente bimini. Riaccompagno Nick a terra e mi metto
dietro alla stuccatura , la prima non tiene, la seconda pure , decido di
lasciare asciugare e riprovare il giorno dopo.
Come al solito bisogna interfacciare
diversi siti per capirci qualcosa, quello che e’ chiaro e’ che arrivera’
scirocco da 20 nodi e piu’ tra mercoledi’ e giovedi. Siamo al centro del porto
grande, quindi un po’ distanti dal ridosso, decidiamo di fare una capatina col
tender nella parte sud della baia per capire meglio il ridosso. Avevo
controllato la mattina la benzina e mi sembrava ok ...non ricordandomi che il
serbatoio contiene solo 0.9 lt. Dopo mezzora di smotorata arriviamo all’altra
sponda ...che ci sembra in the middle of nowhere, incastrata tra coltivazione
di mitili e scogli, in piu’ per andare poi in citta’ bisognerebbe chiamare un
taxi a circa 20 euro. Ci pensiamo. Nel frattempo il vento rinfresca da est,
quindi abbiamo un ondina fastidiosa sulla dritta del tender ,a circa meta’ percorso
del ritorno succede quello che non doveva succedere ...si spegne il motore per
mancanza di benzina ..sic!!!.I remi e gli attrezzi per fortuna li abbiamo dietro. Comincio a remare con le spalle alla barca con Antonella che mi da’ la
direzione cercando di compensare lo scarroccio dato dal mare. Mezzora di
remi...non ce la facevo piu’, le braccie doloranti e la consapevolezza di non
potermi fermare neanche un minuto se no’ il mare ci vrebbe portato chissà dove. Finalmente toccata la poppa della braca...sono morto ...devo stendermi se
no’ schiatto.
D’ora in poi, ogni volta che parto in tender controllero’ la benzina.
14/15 Maggio
22-maggio
D’ora in poi, ogni volta che parto in tender controllero’ la benzina.
14/15 Maggio
22-maggio
In
mezzo ad una folla di "cippols" (leggi adolescenti) ad aspettare l’apertura dei cancelli del teatro
greco di Siracusa per le giornate popolari di Antigone e il giorno dopo di
Edipo Re. Finalmente aprono i cancelli e teletrasportati da una folla umana
riusciamo ad accaparrarci dei buonisiimi posti. L’Antigone una meraviglia di
tragedia con attori e attrici in gambissima, una fortissima emozione vedere dal
vivo la tragedia.
Edipo Re...un po’ mortifero , anche se con attori molto bravi, o forse due tragedie di seguito sono un po’ troppe.
Edipo Re...un po’ mortifero , anche se con attori molto bravi, o forse due tragedie di seguito sono un po’ troppe.
Teatro greco di Siracusa: la folla.
Antigone: prologo, Giocasta racconta
Edipo Re
16
Maggio
Quella
che doveva essere una giornata di sano riposo per via del mal tempo, si e’ poi
rivelata una centrifugata all’ancora dalla notte alla mattina. Rollio rollio e
rollio.
17
Maggio
Partenza
per Marina di Ragusa , motore , vela ...ma in generale poco vento e mare
residuo. Quasi all’arrivo al Marina di Ragusa (non convinti dei prezzi esosi ,
62 euro per una notte, e in genere a noi non serve ne acqua ne luce) Antonella
telefona al marina di Licata per curiosita’ ...e ..surpise surprise, visto che
devono lanciare il nuovo marina, il mese di maggio e’ gratis a chiunque si
presenti. Con gia’ Marina di Ragusa al traverso in un battibaleno prendiamo la
decisione di arrivare a Licata ...purtroppo altre 40 miglia da fare. Arriviamo
alle 2 di notte con un solerte ormeggiatore che ci viene a prendere in tender e ci accompagna al posto barca....una meraviglia.
18/19
Maggio
Decidiamo
di prendercela con calma...anche se suona come un eufemismo, comunque il 19
riusciamo ad arrampicarci sino al castello di San Angelo per goderci una vista
mozzafiato.
20
Maggio
L’idea
era di affittare una macchina e farci un giro ai templi di Agrigento, ma una
attenta lettura dei meteo (che poi si rilevera’ non troppo attenta) ci fa’
desistere e prendiamo la decisione di navigare su Pantelleria.
Quello
che andiamo a valutare sono due diverse scuole di pensiero i Grib file e
Passage.com da una parte e Lamma e il bollettino via radio dall’altra, putroppo
le due fazioni dicono cose completamente discordanti. Dobbiamo prendere un
opzione, e come ben si sa’ il cervello umano ha a tendenza a decidere per il
meglio e “in fondo tutto andra’ bene”. Decidiamo di seguire quindi la prima
scuola di pensiero, quindi niente di straordinario durante la giornata e verso
le due di notte un rinforzo di 15 nodi da SE...sembra perfetto...purtroppo
troppo perfetto. La seconda scuola professava invece poco durante la giornata, ma
roba tosta verso mezzanotte, temporali e un forza 7 da SE con mare molto mosso.
Tutto
perfetto con entrambe le scuole fino a mezzanotte, a parte il traffico
commerciale pesante, veramente pesante, nello stretto di Sicilia; grazie
all’AIS ci scapoliamo bene e zig zaghiamo , il problema dell’AIS è che è facile dimenticarsi che non tutti ce l’hanno, vedi pescherecci e altri. Quindi
identificazione della barca con AIS, poi col binocolo con bussola traguardare
l’imbarcazione per essere sicuri che e’ proprio lei e non qualche peschereccio
infilato di traverso.....insomma un gran
rompicapo....grazie pero’ al Sig. AIS, ci ha reso la vita molto piu’ semplice.
Ore una di notte. A circa 20 miglia da Pantelleria, quando cioe’ vedevamo gia’ le
luci dell’isola, il vento comincia a rinforzare (anche se avevamo optato per
l’opzione A, ci eravamo pero’ anche preparati all’opzione B), tra un incrocio
con una portacontainer e una oiltank andiamo al vento e ammaniamo la randa,
apriamo solo genoa, piu’ facile da gestire, piano piano comincia a crescere
l’intensita’ del vento e a montare il mare, riduci riduci finche ‘ non ne
avevamo piu’ da ridurre, quindi solo motore al minimo per alimentare gli
strumenti. Intanto il cielo si riempe di fulmini... tanti e a diramazione, piu’
quelli che cadono in mare, la luna tramonta e ci troviamo in una notte nera
come la pece col mare che comincia a rompere in coperta e la barca sbandata per
i 35 nodi che la colpiscono. Il pilota automatico fa’ un eccellente lavoro e
tiene la rotta benissimo. Sono pero’ i fulmini che fanno paura, quando parte la
scarica si illumina tutto a giorno e si diramano in orizzontale per centinaia
di metri, uno spettacolo affascinante ma pauroso.
Il fronte si sposta
velocemente e ad un tratto i fulmini sono sulla nostra testa, penso all’AIS che
attraverso l’antenna del VHF continua a trasmettere e ricevere, sono
preoccupatissimo. Decido di andare giu’ e spegnere l’AIS, ..fatto...ma, mi
darei una martellata in testa, cosi’ ho spento anche il GPS, quindi perso il
WP, quindi il pilota automatico smette di essere automatico. Io sono sotto che
riprovo a fare il reboot dell' AIS, ma quando ri accendo continua a non
funzionare il GPS (sti maledetti problemi con le COM). Nel frattempo Antonella
accortasi che il pilota automatico aveva perso il WP, prende in mano il timone e
comincia a timonare a mano, in quell’attimo ho guardato in pozzetto e ho visto
una scena da apocalisse, la notte buiissima , la barca che saltava da tutte le
parti con onda al giardinetto , 35 nodi di vento che fischiavano e Antonella al
timone con tutti i fulmini in alto sulla sua testa, una scena che non
scordero’. Nel frattempo non riesco piu’ a fare collegare il GPS dell' AIS...dovrei fare il ree boot del computer per riaggiornare le COM, ma ci vuole
troppo tempo, collego cosi’ il piccolo GPS mouse e ripristino tutto il
collegamento anche con l’autopilota.
Dopo
due ore di forza 7, ci avviciniamo all’ingresso del porto Vecchio, sto pensando
di contattare Circo mare, quando mi sento chiamare sul 16 da Circomare che
naturalmente ci avevano avvistato sull’AIS, chiediamo permesso di ormeggiarci
al porto Vecchio, ce lo concedono, cominciamo quindi il zig zag di entrata,
tra la secca in entrata , il molo fenicio semiaffondato, la meda affondata in
testata del molo...e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, finalmente riusciamo ad
ormeggiarci all’inglese davanti a 4 barche di francesi .....esausti, tutta la
notte in bianco con forza 7.
Tre uova strapazzate con pancetta e diretti a letto.
Alzati
dopo tre ore ..piu’ suonati che mai, giretto in paese con la faccia da ebeti da
chi ha passato tempo in mare attraverso una burrasca.Tre uova strapazzate con pancetta e diretti a letto.
Pantelleria. Appena arrivati
21-maggio
Noleggiato
uno scooter per il giro dell’isola, tutto molto bello , ma la cosa piu’
affascinante e’ il profumo che si sente in giro. Quando arriviamo dall’altra
parte dell’isola ci aspetta un vento incredibile, difficile anche da guidare lo
scooter, ora che arriviamo alla barca e’ arrivato su un gran nero, guardo la
pressione...998 mb in discesa terribile. Vento da SWW, ha tempo di creare fech dentro al porto
e renderci la vita miserable, Assieme agli altri tre equipaggi di francesi
cominciamo a rinforzare gli ormeggi spostare e comprare parabordi, il vento
aumenta da un reasonable 30 nodi preima a 40 e poi a 52 nodi , si crea un metro
di onda che ci arriva dal mascone di sinistra, con delle bombardate in poppa
che fanno tremare tutta la barca. Speriamo che sia un groppo passeggero, ma
invece non lo è; è proprio una brutta perturbazione. Parlando coi locali poi
ci diranno che non se ne vedeva una cosi’ da anni, e te pareva, la prima volta
che andiamo a Pantelleria ci troviamo con sto regalo. Notte infame, le cime
urlano, i parabordi gemono il vento fischia...dormire e’ un opzione.Io provo a
dormire in dinette, a poppa c’e’ un boato terribile in cabina. Ma anche in
dinette e’ dura, si sdormicchia con un occhio e un orecchio aperto, finalmente
arriva mattina e non ci sono danni , la sfilza di 7 parabordi sembra abbia
fatto il suo lavoro, a un francese dietro di noi durante la notte gli sono
scoppiati 4 parabordi.
Pantelleria: in motorino vicino all'Elefante
Lo scoglio dell'Elefante, uno dei simboli di Lampedusa
Pantelleria: ormeggiati all'inglese al Porto Vecchio.
Vento e onda all'ormeggio.
Protezioni d'occasione alle cime d'ormeggio.
Onde e vento
Non
ci si muove molto dalla barca , o meglio si va’ in giro alternati per tenere
sempre un occhio.
24-maggio
Finisce
sto NW che picchia, fuori c’e’ ancora mare residuo, ma non se ne puo’ piu’ i
francesi alle 11 partono , anche noi abbiamo deciso di anticipare e anche se ci
troveremo vento contro ...ma almeno mare residuo a favore vogliamo staccarci da
sto pezzo di cemento e fare filare la barca e le nostre anime. Disormeggiamo
senza troppi problemi e facciamo l’inventario , un parabordo completamente
collassato, altri due messi male, una cima del 18 a tre legnoli rimasta con
solo uno, gli altri due spaccati, altre due cime logorate...ma ancora usabili,
il cemento e’ duro !!!
Usciamo dal porto con onda ancora formata, informiamo Circomare via radio della nostra partenza, appena fuori dai moli, proprio dove l’onda si fa’ piu’ pronunciata vediamo uscire alle nostre spalle la motovedetta veloce della capitaneria, ci supera da dritta ...troppo vicino, poi ci vira davanti a prua a gran velocita’ , quindi rientra in porto facendo un circolo intorno a noi, naturalmente ingrossando enormemente le onde gia’ importanti di per se’.
Cosa siano venuti a fare ...un mistero, abbiamo comunque forse svelato l’arcano del motivo per cui si chiamano Circomare, ci sembravano proprio quelli del circo Orfei , con le evoluzioni senza criterio.
Usciamo dal porto con onda ancora formata, informiamo Circomare via radio della nostra partenza, appena fuori dai moli, proprio dove l’onda si fa’ piu’ pronunciata vediamo uscire alle nostre spalle la motovedetta veloce della capitaneria, ci supera da dritta ...troppo vicino, poi ci vira davanti a prua a gran velocita’ , quindi rientra in porto facendo un circolo intorno a noi, naturalmente ingrossando enormemente le onde gia’ importanti di per se’.
Cosa siano venuti a fare ...un mistero, abbiamo comunque forse svelato l’arcano del motivo per cui si chiamano Circomare, ci sembravano proprio quelli del circo Orfei , con le evoluzioni senza criterio.
Appena
liberatici del circo e impostata una navigazione un po’ piu’ equilibrata
facciamo un graditissimo incontro con uan tartaruga di mare, molto grande e
molto tranquilla, molto bella.
Molto motore e randa per il vento contro, ma era nei piani, giunge la notte, con luna piena , una visibilta’ enorme, sentiamo un sacco di avvisi di burrasca nel Tirreno ma anche nello Stretto di Sicilia, per fortuna dopo poco rientrati.
Ci aspettiamo il NW del margine della perturbazione
in atto nel Tirreno, piano piano comincia ad arrivare della nuvolaglia da NW,
portando con se i fulmini...quelli terribili che scendono verticali
direttamente in mare, ci spaventiamo, va bene il mare, il vento...ma con i
fulmini non c’e’ molto da fare. Riusciamo ad individuare le nuvole
fetenti che stanno trasportando temporali e quindi i fulmini, sembra che
abbiano una rotta da NW verso SE, la nostra rotta e’ per quasi SE, decidiamo di
fare qualcosa per impedire che ci arrivino sopra la testa le nuvole, ci
mettiamo con rotta SW, nella speranza di scapolare l’arrivo. Forse e’ solo un
tentativo per tenerci occupati e pensare di avere agito e fatto qualcosa,
comunque sembra che funzioni, dopo un po’ vediamo i fulmini continuare la
loro rotta ...ma non sulla nostra testa. Si cerca di sdormicchiare facendo
qualche turno , Antonella è adrenalinica e nel suo turno saltella dentro e
fuori per controllare l’AIS, le nuvole, il vento ecc. Io riesco a dormire ben due
ore di seguito in pozzetto, mai successo prima, e’ un gran bene che Antonella
stia crescendo come velista.
Verso le 7 di mattina sono io di turno, sto
leggendo quando sento il motore diminuire di giri, in un attimo penso subito,
fine gasolio-gasolio sporco –filtri intasati ecc.. con un balzo riesco a
mettere in folle , ma il motore non si spegne, controllo a poppa, e vedo un
gran bagaglio attaccato all’elica, mi sembra una rete, preso il mezzo marinaio
e agganciata si rivela una gomena ...si proprio un gomena di circa 15 cm di
diametro sfilacciata ad una estremita’, la quale si e’ presa nell’elica. Un bel
casino, anche perche’ sta salendo il vento e il mare da NE. Sveglio Antonella e
proviamo a mettere alla cappa la barca per poterla fermare ed eventualmente
immergermi per tagliare intorno all’elica. La buona notizia per il momento e’
che non abbiamo infiltrazioni di acqua dalla cuffietta dell’asse. Proviamo
diverse combinazioni ma con il vento gia’a 15 nodi la barca continua a muoversi
a circa 1.8 nodi. L’atra soluzione che mi viene in mente e’ di lanciare
di prua l’ancora galleggiante (anche se purtroppo non l’abbiamo mai provata) e
cercare di rallentare al massimo la barca.
Se non dovesse funzionare il piano B e’ di navigare
a vela altre 4/5 miglia e andare a ridosso di Lampedusa...anche se vedendo
l’isola molto piatta non crediamo che avremo un gran ridosso. Nel frattempo
ammainiamo tutte le vele e ci prepariamo a gettare l’ancora galleggiante,
quando Antonella grida “se ne va!!", incredibilmente vediamo la gomena
sfilarsi e andarsene per i fatti propri. Una magia. Torno di sotto a
controllare l’asse, tutto ok, in piu’ ora l’asse gira da sola come fosse
completamente libera. Facciamo un piano, navigare a vela fino a davanti al
porto quindi accendere il motore ed entrare all’ormeggio a motore. Facciamo
prima qualche prova e sembra che effettivamente l’asse sia completamente
libera. Detto fatto issiamo randa e apriamo genoa, si fila a 5 nodi
al gran lasco, la rotta ci porta però troppo stretti verso il capo di Ponente,
issiamo deriva per aumentare lo scarroccio e fare scivolae la barca piu’ sulla
sinistra per poter passare il capo possibilmente senza strambare, perché nel
frattempo c’e’ tutta forza 4 e qualcosa di piu’ da NE, il mare è mosso e vento
in abbondanza. Decidiamo di non prendere il rischio della strambata (era la
nostra paranoia quando andavamo in deriva con vento forte, normalmente
scuffiavamo sempre, fino a che non imparammo a prenderci qualche rischio in
piu’ e issare la deriva prima della strambata, ma se scuffiavamo cosi’ sarebbe
stato impossibile ri addrizzare la barca) cazziamo randa al centro e in qualche
maniera riesco ad ammainare la randa. Ora con solo genoa e con deriva issata,
la barca fila che e’ un piacere..stessi 5 nodi. Doppiamo il capo e
orziamo con vento di bolina larga, aspettiamo il ridosso che non verra’
mai, anzi dato dalla poca altezza dell’isola ci ritroviamo venti
catabatici che picchiano duro, riduzione del genoa a fiocco 100%, riduzione
fiocco a 50%, alla fine chiudiamo genoa e apriamo trinchetta.
Davanti al porto accendiamo il motore e cerchiamo
di andare a dei pontili galleggianti in costruzione con 20 nodi al traverso.
C’e’ Pietro dal pontile che ci dice come zig zagare tra i vari
pescherecci al corpo morto, le varie boe e cime in giro per il porto. Come
dira’ poi Antonella uno scenario surrealista. Proviamo la manovra come dice
lui, ma non funziona, Stranizza e’ una barca per il grande largo, ma in porto
nelle manovre ravvicinate ha qualche problema, dati dalla deriva mobile e da un
timone non troppo importante. Riproviamo un paio di volte senza successo,
finche non arriviamo quasi in collisione col pontile, Pietro salta a bordo , ma
nel frattempo vediamo una cima che sembra presa nell’elica, fortuna voglia che
ci fosse un pescatroe seul pontile e su ordine di Pietro scioglie l’altro capo
della cima che si sfila e se ne va’. Pietro mi chiede se puo’ fare la manovra
lui essendo un esperto. Gli comunico che questa non e’ una barca normale e ha
bisogno di piu’ spazi. ”Non c’e’ problema “ risponde, prova anche lui ma
evitiamo il disastro per centimetri, si vuole ostinare ad entra di poppa con
vento al traverso...non c’e’ verso. Alla fine gli grido che lui sara’ anche
l’esperto ma la barca e’ nostra, riprendo quindi il possesso del timone egli
dico cosa ho intenzione di fare, entrare cioe’ di prua. Entriamo, e grazie
anche all’aiuto di altri tre baldi giovani riusciamo a fare l’ormeggio. Maronna
che fatica, esaurite le ultime forze.
Una domanda: come vorresti passare il tuo
compleanno ?
Esattamente come l’ho passato, un misto di adrenalina, paura,
eccitamento , vento, mare.
Buon Compleanno Angelo a 56 ci siamo arrivati, per
il futuro vedremo.
Lampedusa: il pontile da terminare e
il marina fantasma
27
maggio
Abbiamo
visionato la banchina gratis, e abbiamo deciso di ormeggiarci li’. Bisogna
stare in orecchia per il SE e SW che entrano dritti sparati e fanno un
macello. Neanche a dirlo e’ subito previsto Est , con possibile EES. Arrivano una
ventina di nodi e si crea una gran risacca, per fortuna la grande Rocna non
scossa. Dopo l’est e’ previsto una botta piu’ importante di NW, che a noi ci arriverebbe
al traverso, e il mare avrebbe un po’ di spazio per montare.
Lampedusa. Ormeggio in banchina
In acqua per recuperare il galleggiante dell'ancora che potrebbe impigliarsi in qualche elica e spedare l'ancora.
E’
arrivato il NW , vento anche a 35 nodi, barche che volano a destra e a
sinistra, cime di rinforzo e spring a prua dalla parte del vento , scostati dal
molo di un paio di metri per la risacca, fronte che passa reativamente veloce e
durante la notte tutto si cheta. L’idea era di partire presto questa mattina,
eravamo pero’ un po’ preoccupati di trovare mare ancora in movimento, non ci
aspettavamo finisse cosi’ presto. Abbiamo perso il momento, perche’ subito
dietro c’e’ gia’ un altro piccolo fronte (forza 6) in arrivo. Rimandiamo tutto a
venerdi’ , forse c’e’ il rischio di vedere sparire tutto il vento , ma d’altra
parte non ce’ la sentivamo di beccarci un forza 6 di notte.
29 maggio
30 Maggio
Rivisto il meteo e chiacchierando con il francese
di fianco ....che si' e' un po' altezzoso, ma almeno sembra che sappia di cosa
stia parlando, decidiamo di partire la mattina dopo alle 5 insieme. Ci aspetta
un forza 4/5 da NW, sbagliando un po' di aritmetica sia io che il francese
siamo convinti di averlo al giardinetto di sinistra....errore l'avremo sempre
al traverse e bolina larga al rinforzo.
Alle 5 ancora buio si comincia a issare i 45 metri abbondanti di catena, arriviamo a picco, ma il salpaancore non ne vuole sapere di issare, l'ancora e' cosi' in profondita' che il salpa non ce la fa'. Proviamo diverse volte, poi con la catena in tiro do' motore Avanti un po' allegro e finalmente la Rocna se ne esce dale profondita' marine.Anche I francesi subito dopo di noi sembrano avere lo stesso tipo di problema.
Usciti dal porto issiamo randa, apriamo genoa spegnamo il motore che riaccenderemo solo dopo 18 ore.
Si viaggia come dei razzi, un po' scomodi , ogni tanto arriva un rinforzo, giochiamo con le vele al seguente: normalmente randa, genoa e trinchetta aperti (ci sta' anche lei) al rinforzo prendiamo una mano alla randa , poi segue la trinchetta poi riduzione genoa. La giornata e' splendida, sole , cielo chiaro e tanto vento. Avvistati diversi delfini, e ben 5 tartarughe, pensiamo che siano in rotta per Lampedusa per la deposizione delle uova. Vediamo Gozo da lontanissimo circa 25 miglia , e' un bene e un male.....sembra non arrivare piu'. L'idea iniziale era di andare all'ancora da qualche parte a Blue Lagoon o Nicklaw Bay, ma non siamo molto convinti del ridosso e non ci fidiamo molto a fare l'ancoraggio in quelle piccolo baie di notte, decidiamo quindi di andare al marina di Gozo, anche per lavare la barca e riempire I serbatoi d'acqua prima di arrivare all'ormeggio al gavitello a Malta. La mattina decidiamo per una doccia ai bagni del marina, e' solo la seconda vera doccia in tre settimane, sembriamo usciti da un sottomarino per l'odorino che sprigioniamo. Un sogno di doccia, solo cosi' si riesce a capire veramente cosa vuol dire fare una doccia.
Usciti dal porto issiamo randa, apriamo genoa spegnamo il motore che riaccenderemo solo dopo 18 ore.
Si viaggia come dei razzi, un po' scomodi , ogni tanto arriva un rinforzo, giochiamo con le vele al seguente: normalmente randa, genoa e trinchetta aperti (ci sta' anche lei) al rinforzo prendiamo una mano alla randa , poi segue la trinchetta poi riduzione genoa. La giornata e' splendida, sole , cielo chiaro e tanto vento. Avvistati diversi delfini, e ben 5 tartarughe, pensiamo che siano in rotta per Lampedusa per la deposizione delle uova. Vediamo Gozo da lontanissimo circa 25 miglia , e' un bene e un male.....sembra non arrivare piu'. L'idea iniziale era di andare all'ancora da qualche parte a Blue Lagoon o Nicklaw Bay, ma non siamo molto convinti del ridosso e non ci fidiamo molto a fare l'ancoraggio in quelle piccolo baie di notte, decidiamo quindi di andare al marina di Gozo, anche per lavare la barca e riempire I serbatoi d'acqua prima di arrivare all'ormeggio al gavitello a Malta. La mattina decidiamo per una doccia ai bagni del marina, e' solo la seconda vera doccia in tre settimane, sembriamo usciti da un sottomarino per l'odorino che sprigioniamo. Un sogno di doccia, solo cosi' si riesce a capire veramente cosa vuol dire fare una doccia.
Tramonto in mare a poche ore dall'arrivo a Gozo.
La coperta di nuvole ci ha fatto impensierire ma alla fine non è successo niente.
31 Maggio
Un panino veloce e poi partiamo per
Malta, apriamo solo genoa senza randa, ora abbiamo il NW al gran
lasco, sembra incredibile come con lo stesso vento e mare ma con diversa
andatura la vita sia piu' semplice e ci si gode la veleggiata, per accrescere
il confort issiamo completamente deriva e istantanemente la barca si
stabilizza. Arriviamo al gavitello con i soliti 15 nodi, il primo aggancio lo
sbagliamo per via del NW che spinge, riproviamo a marcia indietro e tutto va
bene.
Il viaggio e' finito, e come tante altre volte c'e' questa sensazione ambivalente, felici di essere arrivati, ma nello stesso tempo tristi di lasciare la barca. E' stao un gran bel viaggio, abbiamo imparato tantissimo, primo che Maggio oltre che essere il mese delle rose, della Madonna e' sopratutto il mese del vento, con fronti che si susseguono velocemente. Viaggiando di questa stagione, il bisogno di acqua e' piu' massiccio, avevamo si' attrezzato la barca con 5 extra taniche a poppa, ma si aggiunge un gran peso a poppa che non fa bene sicuramente bene alla navigazione, di qui' la decisione di montare un piccolo desalinatore.
Ci prepariamo ora ad alare Stranizza per rifare l'antivegetativa, cambiare qualche presa a mare e verificare il problema del timone perche non si solleva, poi .....altri grandi viaggi all'orizzonte.
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