By Angelo
Photos by Antonella
15 luglio 2025. Da
Esbjerg a List: 36 miglia.
55º 01.0089 N 008º 26.4106 E
La previsione chiama
vento da ovest inizialmente forza 5, poi passando da 6 e infine a 7, mare da
1.5 a 2.4 metri.
Usciamo dal marina per
immetterci nel lunghissimo canale di Esbjerg che passa tra i bassi fondali,
partiamo con randa piena e genoa a fiocco.
Sarà tutta bolina
cippa e quando è bolina cippa il nostro vecchierello di autopilota non ce la fa’ a tenere una rotta costante e lo sfarfallamento di 5-6 gradi da una parte
all’altra tendono a far andare all’orza e troppo alla poggia, quindi si timona
a mano. Per fortuna sono solo 36
miglia e con turni di un' oretta a testa ce la caviamo. Man mano che procediamo
il vento rinforza e prendiamo una mano alla randa. Naturalmente il mare va’ dietro all’aumento e ci troviamo delle
belle onde da 2.5-3 metri aumentate anche dai bassi fondali onnipresenti.
L’entrata per List segue
un canale segnalato da boe con un percorso a zig zag, cosa non facile, in
particolare il tratto in cui ci troviamo controvento e contro mare solo con il
motore che riesce a malapena a spuntare 1.9 nodi. Una volta però passata
la boa e con un andatura in poppa, voliamo.
List è uno dei due
villaggi dell’isola di Sylt, situato nel nord, ha un mini marina, ma con ormai
i 30 nodi di reale che picchiano non abbiamo nessuna intenzione di
avventurarci all’interno del minimarina. Scegliamo un ancoraggio in 9 metri a 3-400 metri
a sud dell' ingresso, caliamo 40 metri di catena e per la notte siamo a
posto.
Già da qua cominciano
ad esserci correnti di maree abbastanza importanti, in special modo all’interno
di questi posti complicati tra isole, quindi la Rocna si trova a battagliare
contro 30 nodi di vento e una corrente laterale, per noi il peggio perché la
barca si posiziona al traverso del mare e del vento e la prua contro la
corrente, insomma una guerra di forze che fanno tremare la barca. Per fortuna la sera cala
il vento e la situazione si normalizza.
L’indomani mattina con
mare piatto e assenza di vento contattiamo l’harbour master del mini marina che con l’aiuto di un suo collega ci trovano un posticino ad un pontile
flottante.
Questo è un marina fatto principalmente per i pochi residenti e qualche turista tedesco, quindi facciamo sensazione, velisti italiani con barca francese. Essendo un club privato il costo e’ minimo, le docce belle e pulite, l’isola molto bella con le sue passeggiate infinite.
Piccola visita all'isola di Fano da Esbjerg
Fano, l'antico porto di Sonderho, a sud dell'isola, ripristinato.
Il tortuoso canale di entrata a List
List. Tramonto all'ancora
Stranizza ormeggiata in porto a List
Il traghetto che collega Romo, l'ultima isola della Danimarca a List, Sylt prima isola della Germania.
17 luglio 2025. Da List all’isola di Helgoland; 65 miglia
54º 10.5811 N 007º 53.6947 E
Un giorno di sosta
a List, un po’ per godersi qualche bella passeggiata e perché il vento era
completamente assente.
Teniamo un occhio ai
vari modelli di previsione meteo per il 17 luglio, sono abbastanza tosti tutti
e tre, ci si aspetta vento forza 7 con mare da 1.5 a 3 metri da nord ovest che per
la nostra rotta vorrebbe dire un andatura sui 108 gradi, da traverso a lasco,
fosse stato più verso la poppa sarebbe stato meglio per il mare. Controlliamo tutti gli
aggiornamenti, ma normalmente i vari modelli la sera prima si allineano, a
questo punto la palla passa a noi, andare e beccarsi un marone fastidioso e
potrebbe anche essere pericoloso, ma con la prospettiva di filare come fulmini, che in una tappa lunga fa’ comodo, oppure non partire e
aspettare il giorno dopo con vento debole e con intervento sicuro del motore. Naturalmente alle 08:00
partiamo.
Facciamo il canale di
uscita sud a motore, già contro il vento bello arzillo sui 25 nodi reali,
giriamo l’ultima boa e per il primo tratto saremo al traverso, poi dopo una
ventina di miglia riusciremo a guadagnare una decina di gradi a sinistra e
potremo andare quasi al lasco.
I fondali sono
bassissimi, sui 7 metri, ma da ste parti il massimo che arrivano saranno 20
metri a Helgoland, quindi le onde vengono accentuate.
Una mano alla randa da
subito e il genoa ridotto a fiocco, il mare spinge da matti e ogni tot di tempo
arriva quello che noi chiamiamo il treno di talebane (onde) che cercano di stenderci.
È il momento in cui la
barca spinta da una parte, parte all’orza inclinandosi ancor di più,
l’autopilota in questi frangenti fa’ quello che può ma è sempre in ritardo in
questo tipo di dinamiche e allora lo aiutiamo con il comando wire less dandogli
3-4 gradi a sinistra per aiutarlo a riprendere velocemente la rotta.
Il cielo è grigio, ma per
fortuna non piove, il vento è al traverso e quindi reale arriva a punte di 30
nodi per poi riassestarsi sui 25, 26, ogni tanto la falchetta va’ sott’acqua
sotto la spinta delle talebane.
A parte quei momenti per
il resto ce la si gode, punte di 8 nodi, alla fine su 65 miglia faremo una
media di 5.8 nodi.
Arriviamo nel porto di
Helgoland, isola stranissima con una gran storia, non per ultimo il posto dove è stata detonata dagli inglesi la più grande bomba della storia, (a parte quella atomica) per radere al suolo tutte le istallazioni militari tedesche della seconda guerra mondiale.
C’è praticamente solo
un pontile galleggiante, dove ci si mette all’inglese anche a 7,8 barche in
andana, tant’è che al momento siamo i primi sul pontile con altre quattro
barche addosso.
È un porto busy per
via che primo è un duty free port, quindi alcool e gasolio a prezzi
stracciati, ma poi perché è ad un crocevia, le barche che entrano nel Kiel Canal, le barche che ne escono, quelle che dall’Olanda vanno verso nord e
quelle che da nord vanno verso l’Olanda. Approdo ideale in questa
parte di mondo.
L’isola in se’è molto bella ed abbiamo avuto modo di ammirare le Sule (Morus) con i loro pulcioni da pochi metri di distanza, veramente una cosa splendida.
Helgoland in vista, sempre nella bruma.
L'ormeggio a Helgoland, al mattino
Barca turistica con la bandiera di Helgoland nel canale tra Helgoland e Dune.
La sera prima della partenza, le cinque barche in andana.
19 luglio 2025. Da Helgoland a Den Helder: 150 miglia.
52º 57.7631 N 004º 46.8828 E
L’idea iniziale era di
fare 4 tappe invece di una, ma questa è la peggior stagione in Europa, tutti
in ferie e tutti i marina superballonati.
Siamo partiti sulle
08:30 da Helgoland, avremmo voluto partire prima, ma eravamo i primi sul
pontile e avevamo 4 barche su di noi in andana.
Fortunatamente tutti
puntuali e alle 08:30 eravamo già in rotta verso Norderney a circa 35 miglia.
Poi in navigazione
abbiamo scoperto che l’altro Ovni 345 Ambrym
di amici francesi che avevamo rivisto in Norvegia, era uscito dal Kiel Canal e anche loro cercavano di risalire la complicata costa dell’Olanda dal
mare aperto.
Abbiamo cominciato a
ciattaere via whatsapp e siamo arrivati entrambi alla conclusione che tutte le
isole del Wadden Sea sarebbero state super affollate con poche speranze di
trovare posto da qualche parte.
Cosa poi confermata da
diversi marina che già alle 10 sui loro siti davano il marina superpieno, da
qui l’idea di tirare dritto passando tutte le varie isole e arrivare a Den
Helder, la più grande base navale olandese, che ha dato metà del marina in
gestione.
Così abbiamo cominciato
a navigare di conserva, anche se loro erano una decina di miglia dietro, con un
bellissimo vento alle portanti di poppa piena e via a farfalla con genoa
tangonato.
La bellezza di avere
barche simili è che ci si può confrontare sulle performance in tempo reale.
Siamo andati avanti così tutta la notte, ma non c’è stato verso di chiudere occhio, un traffico navale e da diporto davvero pesante, allarmi AIS continuamente accesi, poi una miriade di boe luminose, pozzi petroliferi e cambi di wind farm. Insomma da stare sempre con gli occhi spalancati.
La notte ha da passa' e finalmente passa,
avremo dormito si e no un' oretta a testa. Piano piano il vento gira, leviamo
il tangone e ruotando col vento si passa dal gran lasco, al traverso e poi
bolina larga.
Arriviamo alla
cosiddetta scorciatoia per andare a Den Helder, un canale strettino delimitato
da boe, si fila di bolina stretta, Antonella al timone.
Il vento rinforza,
riduciamo genoa, ma poco dopo non è sufficiente e dobbiamo prendere una mano
alla randa, vediamo davanti un nero enorme, dall’orizzonte fino ad alta quota,
speriamo che segua il vento di superficie, ma naturalmente il groppone ha ben
altre idee.
Ci arriva addosso
proprio mentre siamo nella parte più stretta del canalino, rolliamo fiocco, e
mettiamo in moto mantenendo la randa con una mano. Arriva il vento a 40
nodi, per fortuna ha un angolo rispetto alla randa e solo con randa filiamo a 7
nodi, non si vede una fava, navighiamo praticamente in strumentale, ogni tanto
riusciamo a vedere qualche boa. Dura una mezz’oretta, ma è bello intenso, la pioggia batte violenta sopra l’hard top e ci assorda. Alla fine del canalino
smette di piovere e il vento cala a valori accettabili.
Siamo in contatto con il
marinaio del marina di Den Helder, che ci aspetta al pontile, entriamo nello
stretto passaggio dell’ingresso e in pochi minuti grazie anche all’aiuto di vari
velisti internazionali siamo ormeggiati al finger.
Ci preoccupiamo per
Ambrym che non vediamo piu’ sull’AIS, proviamo a chiamarli con il telefono, ma
sicuramente hanno altre gatte da pelare che rispondere. Dopo una mezz’oretta ci
chiama e ci conferma che è tutto a posto e che a minuti sarà nel marina.
Lo aspettiamo insieme al
marinaio per prendergli le cime e dopo poco sono finalmente ormeggiati ad una
barca di distanza da noi. Fa’ un po’ impressione
vedere due Ovni praticamente uguali così vicini.
Con Dominique e Nathalie ci siamo conosciuti due anni fa a Benodet in Francia, per poi rivederci in Norvegia e ritrovarci ora in Olanda, strana la vita degli alturieri.

Prendiamo le cime all'arrivo di Ambrym
Den Helder. Museo marina militare, visita al sottomarino.
Il porto di Den Helder
24 luglio 2025 da Den Helder a Ijmuiden 34 miglia
52º 27.4599 N 004º 33.6625 E
Gli amici di Ambrym sono
partiti ieri, noi indugiamo un giorno in
più per incontrare degli altri amici arrivati a Den Helder con il camper.
Partiamo alle 7 di
mattina, vento da ovest leggero, ma che ci permetterà di arrivare di bolina
a Ijumiden, insieme ad altre barche, il mare ne è ormai pieno.
Il marina di Ijmuiden che in aprile era una cattedrale nel deserto è ora diventato bello pieno. Per fortuna ormai la stragrande maggioranza delle barche va’ dai 12 metri in su,
così che ci lascia il pontile fino a dodici metri abbastanza vuoto.
Si pone la problematica
della prossima tappa che a logica sarebbe Scheveningen, che pur essendo un porto
abbastanza grande, ha un marina ridicolo e il posto disponibile per i transiti è a dir poco osceno da quanto risicato. L’alternativa sarebbe
saltare Scheveningen ed atterrare a Bresken, ma sono più di 80 miglia e
infilare maree e correnti non è cosi semplice.
Decidiamo di prenderci
una piccola vacanza a Ijmuiden, con le sue immense spiagge e le sue dune di
sabbia. Aspetteremo 2 giorni per avere vento da nord e fare un dritto su
Dunkerque a 120 miglia, saltando cosi a piè pari anche il Belgio e finalmente rientrare
nella agognata Francia. Il nord è bello, ma i paesi a carattere latino sono
molto meglio.
Ci aspetta una notte dura in questo dedalo di indicazioni, ma
in questa stagione è davvero un terno al lotto trovare marina disponibili e in questa parte
di mondo ancoraggi non ce ne sono.
Tant' è che Ambrym, per
evitare sto casino, ha deciso di entrare nei canali olandesi da Ijmuiden e uscire a
Bresken.
A noi i canali in genere non piacciono, ma ci rendiamo conto che abbiamo davvero idee strane visto che tutti quelli che incontriamo non fanno che osannarne la bellezza. Cosa ci sia di bello con una barca a vela ad andare a motore in canali con un grande traffico, mi sfugge, ma ormai accettiamo il fatto che abbiamo idee non proprio convenzionali. Quanto meno i canali li farei anche, ma con una bella barca da canali e non con una barca a vela.
Partenza da Den Helder, il capo verso il mare aperto.
Ijmuiden, l'ingresso al porto.
Ijmuiden. Il lungo molo lungo il canale di uscita.






















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