lunedì 5 maggio 2025

Arrivo nella penisola dello Jutland

By Angelo

Photos by Antonella

26 aprile 2025   

Da Oudeshild to Oost Vlieland (NL):  37 miglia

Sempre in regime di alta pressione che ormai sembra fissa da queste parti, quindi poco vento e anche quel poco che c’è sempre sul naso.

Vuoi perché il pomeriggio prima ci siamo messi dietro a voler sostituire Skype che a breve scomparirà e a noi serve un sistema VoiP per fare telefonate all’estero senza dissanguarci e a parte Whatsapp che serve solo sui cellulari, al momento non ci sono altre alternative semplici ed economiche.

Ci siamo messi quindi dietro alla scelta di un provider grazie anche ai suggerimenti dell’amico Rob di Malta, ma la tecnologia oggi sembra voler o dover offrire così tanti servizi e altre milioni di cose più o meno inutili forse per poter confondere ulteriormente le cose,  che alla fine ci abbiamo perso dietro un pomeriggio facendoci venire un gran mal di testa e non riuscendo completamente a risolvere l’arcano.

La ragione di sto pippone è che ci ha scostato dai nostri soliti planning di maree e correnti e alla fine siamo partiti, cannando clamorosamente la corrente e trovandocela contro per la maggior parte delle 37 miglia, per di più un vento leggero da est pronosticato dai vari modelli, si è poi rivelato più sostenuto e naturalmente sempre sul naso.

In qualche maniera arriviamo a Oost Vlieland, nell’isola di Vlieland. Si arriva da un canale segnalato e si gira intorno alla punta dell’isola, si intravede l’entrata ma lateralmente vediamo che il rosso e il verde di entrata ci sembrano molto ravvicinati, boh, sarà un' illusione ottica data dalla visione laterale.

Piano piano ci arriviamo davanti, mentre la corrente ora spinge allegra da dietr e ci presentiamo davanti all’entrata fatta da due piccoli moli in travi di legno e la percezione che avevamo avuto della vicinanza dei due fanali è corretta, ci si presenta un' entrata tra due file di pali che sarà larga al massimo 7/8 metri, ci allineiamo, ma ora la corrente è trasversale e sposta la barca da una parte. Riusciamo ad entrare quasi praticamente sfiorando con la prua i pali di dritta e con la poppa quelli di sinistra, andatura a granchio. Per fortuna dopo 5, 6 metri non si risente più la corrente trasversale e la barca si allinea.

Il posto è molto bello, ma sembra anche molto pieno, sui pontili le solite indicazioni di ormeggio in base alla lunghezza, troviamo il nostro pontile, che naturalmente è il più ballonato.

Ci prepariamo ad entrare nel finger strettino con già un'altra barca sulla sinistra, vento contro ma marea che spinge di poppa, niente di che, ma un aiutino non farebbe male.

Tutte le barche sono piene di domenicali fancazzisti, arriviamo al finger, vediamo scendere una vicina di barca e noi pensiamo  che, come buona etichetta ci prenderà le cime... “mancu pu cazzu”, come direbbero a Napoli, quella non ci caga pari come invece direbbero in Romagna e se ne va’ per i fatti propri, gli altri vicini sulla sinistra ci guardano sollevando il sopracciglio sinistro e tornano alle loro “importanti” occupazioni. Minchia che gente! Che navigatori del Cif ! -leggi quelli che la domenica non fanno altro che pulire la barca col Cif-  Oltretutto sono tutti vestiti con magliette arancioni, perché è il compleanno del re,!!! ?????? No comment.

Ci ricordiamo con affetto la Francia Atlantica dove all’arrivo di una qualsiasi barca almeno 4, 5 persone si piombano sul pontile a prendere le cime, definitivamente è terminata l’Europa Latina ed è cominciata quella nordica. Pagamento solita maniera via QR code, caro.


Track da Oudeshild a Oost Vienland


28 aprile 2025 

Da Oost Vlieland (NL) to Borkum (DE): 72 miglia

Sveglia alle 04:45 e partenza alle 05:30, sembra presto, ma siamo già un po’ in ritardo con la marea  che ha già cominciato a salire e quindi ad entrare da un oretta e mezzo, confidiamo che è ancora relativamente presto per avere una corrente importante, ma ci dimentichiamo che siamo vicini alle sizigie.

Usciamo dal marina e ci aggredisce dura la corrente, faremo le circa 6 miglia per arrivare in mare aperto ad una velocita’ di 2, 3 nodi, poi una volta usciti la corrente ci prende con la sua manona e comincia a spingere verso est. Vento poco, per fortuna un bel sole che in pozzetto ci fa’ un po’ rosolare.

All’arrivo nel canale per entrare nel canale di Borkum prendiamo una scorciatoia, che su OpenCpn è abbastanza ben segnalata da mede che poi non troveremo, Navionics, non da’ nessuna segnalazione.

Tentiamo lostesso, perché fare il canale commerciale allungherebbe di molte miglia il già lungo canale per andare al marina. Tratteniamo il respiro e con 3.5 mt di fondo riusciamo a passare indenni, poi il lungo e noioso canale che ci porta al marina.

Sono già quasi le 20:00  e naturalmente non c’e’ in giro anima viva, abbiamo però letto di mettersi all’inglese nel molo e alla base del molo troveremo un casotto con la honesty box.

Entriamo e vediamo un molo massiccio, che sulle prime ci sembra in cemento, poi vediamo che ha dei piloni e finalmente capiamo che è galleggiante, ma è davvero massiccio ci si può ormeggiare la Nimiz. Probabilmente ormeggiavano gli U-boat nella seconda guerra mondiale.

Welcome in Germania.

All’interno rimane uno spazio tra due barche a vela, all’esterno ci sembra abbastanza grezzo per i pescherecci.

La corrente elettrica, gratis. Sul casotto alla base del molo ci sono esposti i prezzi per lunghezza e una scatola stagna per le buste. Facciamo i conti e compreso la tassa di soggiorno per persona mettiamo nella busta 18 euro. Mica male la Germania, in Olanda si pagava più del doppio.

 

 


Track da Oost Vienland a Borkum

 

29 aprile

Da Borkum to Helgoland (DE): 75 miglia.

Per prendere la marea ci svegliamo alle 05:00 che ormai fa’ già luce, ci si sveglia e si prepara la barca insieme ad un grosso peschereccio al di là del molo. Ormai abbiamo gli orari dei pescatori.

Usciamo insieme dal canale, poi loro ci superano e gran salutoni. Forse lo svegliarsi così presto e godersi delle bellissime albe accomuna le persone.

C’è un po’ di brezza che ci accompagnerà per buona parte della giornata dando una mano al Volvo.

Quando mancano  circa 7 miglia alle prime boe di entrata, viene giù un nebbione della madonna, non si vede davvero a 20 metri, mica bello come arrivo in un posto nuovo.

Ci arrabbattiamo per vedere la prima boa rossa che è all’inizio del canale di entrata, poi riusciamo a vedere le altre quando ci siamo a pochi metri.

Entriamo nei primi due grandi moli col cartografico, li intravediamo quando siamo a pochi metri poi, per fortuna,  la nebbia si dirada un po’ e riusciamo ad entrare anche nei piccoli moli.

Un posto un po’ naif, ci sono in pratica solo due pontili di cui uno già ballonato e un altro dove ci si dovrebbe mettere all’inglese, ma è solo per barche maggiori di 16 metri. Naturalmente in giro nessuno.

Ci ormeggiamo al pontile, ma non è che siamo proprio tranquilli, poi mi metto a fare due chiacchiere con il norvegese della barca davanti che è già lì fermo da una settimana in attesa del motorino di avviamento che a sua detta gli è letteralmente esploso.

Ci dice che hanno già fatto spostare altre barche e se vogliamo ci possiamo mettere in andana con lui, tanto lui non si muove da lí. Prendiamo la palla al balzo e andiamo in andana con lui per non doverci spostare magari più tardi.

Altro problema ora, dove lo troviamo l’harbour master, che sono sempre introvabili?

Troviamo un numero di telefono sul portolano e chiamo, risponde uno in tedesco, chiedo se parla inglese, ma quando mai.

In non so quale maniera riusciamo a capire che dovremmo pagare un tot al metro più la solita tassa di soggiorno. Il problema è che noi l’indomani vogliamo partire alle 6 e lui dice che l’ufficio apre il pomeriggio. Mettiamo 21 euro in una busta, gli scriviamo su il nome della barca e il numero di persone, poi busso dal norvegese e gli chiedo se l’indomani può dare la busta all’HM, non c’e’ problema, dice e così siamo a posto.

Non attacchiamo il cavo della luce perché ormai è già tardi e per la stessa ragione non accendiamo la Reflex, ma durante la notte sarà un bel freddo e in particolar modo la mattina alle 6.


Track da Borkum a Helgoland

 


30 aprile 2025 

Da Helgoland a Hornum (DE): 41 miglia.

Alle 05:30 suona la sveglia, guardiamo fuori, e c’è una nebbia peggio della sera prima, non si vede una mazza.

Breve meeting…e si va’, con AIS e radar ce la dovremo cavare, se poi c’è in giro qualche patacca senza AIS, si sveglierà quando gli andremo addosso, anche se a dir la verità da ste parti mi sembra che pochissimi non hanno un trasponder, e te credo con sti tempi.

Già uscire dal porto è  una mezza impresa, si vedono gli ostacoli proprio a 10 metri, poi passata l’ultima meda sud, track per 18 gradi, un bordo unico per arrivare all’ingresso del lungo canale di Hornum.

Fino a mezzogiorno pur con il sole che combatte la sua personale guerra con la nebbia, continua a vincere la nebbia, poi piano piano si dirada, proprio in tempo per essere all’una davanti alla prima coppia di boe di accesso al lungo canale di 11 miglia segnalato da boe.

Ci accorgiamo però che siamo fuori allineamento dalla boa di acque sicure di mezzo miglio, non riusciamo a capire, la rotta che ha seguito il cartografico è corretta, ma su entrambe la cartografia CM93 e Navionics, siamo traslati di mezzo miglio sulla dritta.

Ok, forget about the chart, via di binocolo e cominciamo a seguire le 10 coppie rosse e verdi che portano a Hornum.

Andiamo avanti cosi per circa 4 miglia, dentro le prime quattro coppie di boe, ma la cartografia ci posiziona sempre circa mezzo miglio fuori, poi quando comincia la parte del canale più profonda, le boe e la cartografia si allineano. Per fortuna che la nebbia si è sollevata, se no ci saremmo persi nei bassi fondali. Scopriremo poi parlando con uno del circolo, che lo scorso inverno sono venute diverse brutte burrasche e hanno mosso le prime 4 coppie.

Arriviamo al Sylt Yacht Club. Qua non esiste neppure un ufficio o un harbour master ufficiale, ma fanno tutto in casa tra di loro i soci.

Per trovare il posto è semplice, ci si può mettere dove si vuole a patto che non ci sia esposto un cartellino rosso che indica che il posto è occupato.

Ne troviamo uno libero e siamo nel finger. Avevamo letto che il fondo non era molto profondo e ce ne rendiamo subito conto dal tipo di barche ormeggiate.

Facciamo due conti con la marea e calcoliamo che essendo anche alle sizigie in bassa marea si finirà a -20, facciamo due conti e calcoliamo che in bassa avremo solo 1.6 mt sotto lo scafo. Issiamo deriva completamente e solleviamo il timone, ora peschiamo 70 cm e siamo a posto.

Sui pontili c’è scritto in un cartellino il codice per entrare nei bagni, dove troveremo la macchinetta dove si può pagare automaticamente l’ormeggio, si imposta il nome della barca, la lunghezza e quante persone a bordo, si inserisce la carta di credito e per 24 euro siamo a posto, la macchinetta poi consegna ricevuta di pagamento e due sticker gialli con su un codice da esporre in un posto visibile della barca dove l’eventuale harbour master passando può controllare: semplice ed efficace.

È un gran bel club e finora ci siamo sempre trovati molto meglio nei club che nei marina, questo in particolare vince il primo premio per le docce, bellissime, grandissime, con acqua caldissima, approfitteremo poi della lavatrice e asciugatrice e un super potente wi-fi che permette di usare tutti i device anche all’interno della barca.

L’isola sembra bellissima e a detta della nostra amica tedesca i più grossi rich bastards della Germania si sono comprati la casa qui.


Track da Helgoland a Hornum


Lo sfasamento del track rispetto al canale con le boe


03/05/2025  

Da Hornum (DE) a Esbjerg (DK):  58 miglia  55 29.01 N  008 24.61 E

L’isola di Sylt è una bell’isola, il problema che i tre quarti dei ricconi tedeschi si sono fatti la seconda o terza casa qua, riempiendo così l’isola, se pur parco naturale, di case più o meno belle.

Di tutte le  Frisian Islands che abbiamo visto fino a ora, Sylt è di sicuro la più cementificata e pur di far portare le macchine sull’isola si sono inventati una linea di treno che corre su una sottile striscia di terra che collega l’isola con la terra ferma. Sul treno si possono mettere le auto e farle arrivare in questa già piccola e ambientalmente fragile isola.Vabbè, dopo 2 giorni di sto scempio è tempo di ripartire, cosa non semplice.

Il meteo è cambiato ed è in arrivo una grossa depressione da nord ovest che si prolungherà per una settimana e forse più con venti da nord e nord ovest, non proprio ottimali per chi  ha voglia di navigare verso nord. L'idea di passare una settimana su questa isola non è che ci entusiasmi, in più ad Esbjerg avremmo molte cose da fare.

Per sabato 3 maggio vediamo un piccolo finestrotto, prima che arrivi il grosso del fronte, che si prevede  a Esbjerg per le 20:00 del giorno stesso.

I vari modelli meteo prevedono venti da ovest sui 24, 25 nodi con una piccola discrepanza tra due modelli, dove l’ECMWF dice che intorno alle 16:00 in vicinanza di Esbjerg il vento girerà da nord ovest sui 30 nodi, mentre l’UKV  stessa ora prevede 40 nodi, sempre da nord ovest, mare inizialmente 1.1 metri che salirà sui due metri all’arrivo del groppo, più pioggia torrenziale per un paio di ore.

Incrociamo le varie maree di partenza e di arrivo e tutto coincide, alle 07:00 alta marea a Hornum in partenza e quindi avremo la corrente che porta verso fuori di circa 2 nodi e alle 13:44 bassa marea a Esbjerg, dove prevediamo di arrivare tra le 18:00 e le 19:00, quindi marea entrante fino alle 20:00.

Con Antonella cerchiamo di studiare indipendentemente le varie possibilità, così che ognuno si fa' una sua mappa mentale e possa prendere la propria decisone, poi naturalmente ne discutiamo insieme, ma se uno dei due non se la sente, normalmente non si va’. Per conto mio ero abbastanza tranquillo, a parte il groppone dei 40 nodi, Antonella un po’ più preoccupata del ventone.

La mattina ci svegliamo alle 06:00 per gli ultimi aggiornamenti e per la decisione se andare o no. Le previsioni sono più o meno le stesse. Sento che Antonella è preoccupata, ma a lei la decisione e qui mi stupisce sempre; pur essendo molte volte preoccupata e altre spaventata, fa’ sempre di tutto per vincere con il raziocinio le esitazioni e se ne viene fuori con “andiamo” e si va’.

Alle 07:00 molliamo gli ormeggi e ce ne usciamo dal micro marina di Hornum.

Per poter andare verso nord, uscendo dall’isola di Sylt, ci sono tre divere soluzioni: la prima è il canale che va’ verso sud lungo una decina di miglia, quello che abbiamo fatto venendo da sud, ma non proprio ideale per andare a nord, la seconda è un canale abbastanza ufficiale con solo boe rosse che va’ per sud ovest, e l’ultimo, il migliore che va’ per ovest, che per andare per nord, è il migliore con l'unico problema che non è segnalato da nulla.

Ci eravamo consultati con un local che, se pur motoscafaro, ci aveva assicurato che non c’era problema anche a passare da fondali di 2.8 mt. Naturalmente facciamo la scorciatoia, confidando sul fatto che ora che arriveremo lì la marea sarà cresciuta di almeno un metro e avremo fondali sui 4 metri che compenseranno anche il cavo dell’onda che troveremo di sicuro, per via che saremo corrente contro vento. Passiamo senza problemi la scorciatoia, a parte il fatto che dobbiamo smotorare contro vento e con una bell’onda di corrente.

Appena passati i bassi fondali, per la rotta diretta dovremmo andare per 2 gradi, però c’è sempre la spada di Damocle del groppone da nord ovest che arriverà proprio ad una quindicina di miglia da Esbjerg, mentre fino ad allora ci sarà un ovest forza 5, 6.

Decidiamo di tenere una rotta sui 350 gradi e allargare verso ovest, in maniera che quando arriverà il nord ovest avremo abbastanza angolo per poter andare di bolina stretta verso l’arrivo, in questa maniera allunghiamo la rotta di 6-7 miglia, ma è un investimento per il futuro.

Si parte con un bel solino e vento da ovest 24, 25 nodi reali, visto che lo abbiamo al traverso, il mare, onda di un metro da ovest che aumenterà e si incrocerà con l'onda creata dal vento da nord ovest.

Piano piano il cielo si copre per l’arrivo prossimo della perturbazione, noi filiamo a 6 nodi e passa, sotto randa piena e fiocco.

Si fila bene e andiamo avanti per 7 ore, sbandati con il mare che tampina sulla fiancata, poi arriva il groppone. È anche uno spettacolo vederlo arrivare con le nubi che si caricano, finché sembra quasi che sotto le nubi ci sia un muro.

Aveva ragione l’ECMWF e ci arrivano i trenta nodi, con pioggia torrenziale, prendiamo una mano alla randa e si va’.

Nel frattempo è arrivato il nord ovest, ma siamo già in una buona posizione per poter veleggiare per 28 gradi e dirigerci verso l’inizio del lungo canale di navigazione che ci porterà a Esbjerg.

Il meteo si da’ una calmata, o almeno si riposa un po’ prima del gran finale, il vento crolla a zero, esce un po’ di solino, ma noi filiamo bene con marea a favore e riusciamo ad arrivare allo Yacht Club col vento che ricomincia a salire.

Avevamo chiamato l’Harbour Master il giorno prima per chiedere in quale pontile metterci, tutto molto semplice, in qualsiasi pontile basta che abbia il cartellino verde esposto, se rosso non va’ bene perché già occupato.

Entriamo nel club con dei moli importanti esterni e poi i due interni con un gate che penso venga chiuso solo durante burrasca da nord ovest, giriamo intorno al primo pontile e troviamo un finger con il verde, ci infiliamo con prua contro vento e contro corrente e in 5 minuti siamo ormeggiati, il vento è già salito a 20 nodi, sono le 18:00.

Nelle ore seguenti salirà fino a 35 nodi durante la notte, una bellezza sentire il vento tra le sartie e la pioggia a catinelle comodamente ormeggiati al pontile ed ogni tanto tirare su un paio di centimetri di coperta.

Il Club è gestito dal comune di Esbjerg e allineati con un po’ di socialdemocrazia, come scopriremo facendo il pagamento con il QR code, non importa quanto è lunga la barca, il costo è sempre uguale, 21 euro al giorno.

Dopo aver pagato online inviano un codice che da’ accesso alle docce e alla Club House, dove ci si può fare da mangiare o farsi un caffé o rilassarsi nelle comode poltrone, il codice serve anche per attivare la corrente dalla colonnina, dove c’è un tastierino, si digita il codice e si illuminano le prese ancora disponibili, si clicca su una a piacere e la corrente è attivata, inclusa nel prezzo per i visitors.
Tra parentesi, per risparmiare sul costo del gas, che da queste parti è caro, da tempo ci siamo attrezzati con un fornello elettrico che usiamo per cucinare, abbiamo già incontrato altre barche che usano lo stesso sistema.

Due parole su Esbjerg a me molto cara.
Ci ho lavorato dal 1997 fino al 2002, nel settore petrolifero sulle piattaforme nel Mare del Nord, con una ditta americana, passo che feci dopo che mi ero disgustato di lavorare in Italia principalmente per ENI, con un sistema di lavoro a sicurezza zero, una gestione degli alloggi sulle piattaforme addirittura vergognoso, così decisi di cambiare sperando di trovar di meglio.

Arrivai in Danimarca e mi si aprì un mondo, piattaforme con una sicurezza incredibile, alloggi da hotel a 4 stelle, 20,30% di personale a bordo femminile, dagli ingegneri, gruisti, al catering, ci si muove da piattaforma a piattaforma con gli elicotteri come fossero degli autobus. Insomma, mi fece tornare voglia di continuare a lavorare in questo settore, cosa che feci fino al 2012, ma mai più in Italia e mai più abitando in Italia, una volta scoperchiata la pentola e visto cosa offre il mondo è difficile rimettere il coperchio. Spero ora di ritrovare qualche amico di 23 anni fa', sara' dura, ma ci si prova.


I tre diversi canali da e per Hornum, il giallo da sud che abbiamo fatto all'arrivo, il verde quello per sud ovest semiufficiale, il magenta la scorciatoia che abbiamo fatto



La rotta magenta era la diretta, quella blu, è quella che abbiamo fatto allargando per incocciare il nord ovest al momento giusto per entrare.


Le foto
Oudeschild, Isola di Texel (NL)
 
Usciti da Oudeschild, improvvisamente un traghetto esce dal terminal poco distante dal porto. e ci passa molto vicino .... la barca a vela dietro di noi, che forse sapeva della manovra rallenta per farlo passare. Stranamente non ci suona dietro.
 



Il canale d'ingresso tra Den Helder e l'isola di Texel
 
 
Oost Vlieland, isola di Vlieland
 
Vlieland, lato Nord
 
Uccello delle ostriche,"Ostrero" in spagnolo
 
 

 
 








28 aprile. Partenza da Oost Vlieland all'alba, l'ingresso del porto.
 








Poco vento, mare olio  e schiuma di dubbia provenienza visto il traffico di cargo, però divieto di scaricare le acque scure in mare per le barche a vela!

Piattaforme in vista

 

         Verso Borkum, parte tedesca delle isole Frisone. Passaggio del confine tra Olanda e Germania

 




                                                                       Borkum in vista

 

 

Borkum




Si intravede al centro la cabina bianca dell'Harbourmaster con le info  e le buste per il pagamento


Il contenitore delle buste







Il locale "Mackie Messer" dal nome del protagonista dell' "Opera da Tre Soldi" di Bertolt Brecht

Il peschereccio "AVALON" da Greetsiel, ormeggiato dall'altra parte del pontile, che è partito con noi all'alba.
 
Nella parte tedesca delle isole Frisone, i porti sulla terraferma al di là della rete di canali e bassifondi hanno tutti un nome che finisce per "siel".
AVALON è il nome di un'isola leggendaria legata al mito di Re Artù.   "Aval" in bretone "afal" in gallese, significa mele, quindi isola delle mele, e le mele secondo la tradizione druidica sono il frutto dell'aldilà e quindi AVALON rappresenta l'aldilà.
 


29 aprile, in navigazione da Borkum a Helgoland
 

Helgoland appare dalla nebbia.

 
Helgoland è un arcipelago di due isole, di cui una sola abitata, che si trova a metà strada tra la foce del fiume che viene da Brema  e la penisola dello Jutland, (parte sud-orientale del Mare del Nord).
Il nome significa in tedesco "terra sacra". L'isola apparteneva in origine alla Danimarca, poi passata al Regno Unito e infine alla Germania che aveva provveduto a fortificarla per proteggere i porti tedeschi. Le fortificazioni sono state fatte saltare dagli inglesi dopo i due conflitti mondiali con un quantitativo enorme di dinamite e  un'esplosione controllata considerata la più grande non nucleare. 
A Helgoland il fisico tedesco Werner Heisenberg, Premio Nobel per la fisica 1932, ha l'ispirazione per la teoria della meccanica quantistica.
Il fisico Carlo Rovelli dedica a lui un libro dal titolo Helgoland (Adelphi 2020).


La tall ship olandese Gulden Leeuw, incontrata prima a Horta nel 2022 e poi a Scheveningen, ormeggiata a Helgoland
 

Helgoland, l'ingresso.


 
30 aprile, partenza da Helgoland. così come siamo arrivati con la nebbia, partiamo di nuovo con la nebbia fitta come entrare e uscire da un'altra dimensione.




Da Helgoland a Hornum, il porto sulla punta meridionale della lunghissima isola Sylt (più di 40 miglia), ancora nelle isole Frisone tedesche.

 







Dietro la boa verde del canale, i cosiddetti "withies" arbusti di segnalazione.
Sullo sfondo i pali delle coltivazioni di mitili.
 
Hornum, isola di Sylt
 
Gita a Helgoland dal porto di Hornum
 













Hornum, il soccorso in mare, Seenotretter.

 




Hornum, il marina , Stranizza a destra, più grande delle altre barche.

 








Guardando verso nord est, bassa marea.
 
3 maggio, arrivo a Esbjerg
 




 

 
 

 
 


 Esbjerg in vista, a destra il profilo dell'isola di Fano
 
Fano, l'isola davanti a Esbjerg
 
 



L'ingresso del marina tra i due edifici bianchi.
 
 

Esbjerg

 









il Maritimt Center al centro


 

In quest'area è stata creata un'isola artificiale con il canale intorno con un progetto di sviluppo come centro di sport acquatici e altro, più trecento posti barca per il diporto.

I bunker tedeschi della seconda guerra mondiale nell'area di fianco al marina verso nord




 In cittá


                                                                       La piazza













Vicino al porto commerciale


 

 La sede della Schlumberger

 

 ingresso della Schlumberger 


Coil tubing, atrezzature delle piattaforme petrolifere

 

Norme di sicurezza
 
 

Ristoranti tipici danesi e piatto tipico danese " Stjerneskud" a base di pesce.

Aspettando l'autobus davanti all'albergo dove Angelo alloggiava 23 anni fa'.


 

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