By Angelo,
Foto di Antonella
10 marzo 2025 Da
Port Tudy ad Audierne 55 miglia
Come da titolo
del post e come ricorda Vasco Rossi nella sua canzone del 1979 https://www.youtube.com/watch?v=Vkac3VaXmAM
Partenza alle
07:00 per lasciar partire il traghetto delle 06:50 direzione Lorient, per
non intralciarlo.
La giornata si
preannuncia con poco vento, onda lunga a 12 secondi da sud ovest, 1.5 metri e
solino, che non guasta.
Passiamo al
traverso e molto vicino all’arcipelago dei Glenan, sempre carico di emozioni,
avevamo pensato anche di fermarci all’ancora per la notte, ma abbiamo voglia di
fare delle miglia.
L’altro way point
di un eventuale fermata sarebbe Gulvinec che ci intriga abbastanza come posto,
ma visto l’orario ancora presto e l’ingresso a Gulvinec che non è dei più
simpatici, essendo aperto al sud ovest con l’entrata contornata di scogli,
decidiamo che ci sarà un'altra occasione.
Il piano generale
era di arrivare a Audierne, ormeggiarsi ad un qualche gavitello nella baia di
Sainte Evette per la notte e partire di buon ora la mattina dopo alle 06:30 per
prendere la stanca di marea a Pointe du Raz. Il vento ci avrebbe dato buono da
nord est con raffiche a 24/25 nodi e il piano era di fare un bordo unico
sull’isola di Ouessant.
I solerti militari hanno invece altre idee con
esercitazioni su larga scala e con zone molte grandi per il giorno dopo 11
marzo, impedendoci così di fare un
dritto su Ouessant.
Cambio di piani,
anche se comincia a diventare sempre più complicato aggiustare questo puzzle,
oltre al vento, il mare, le maree, le correnti di marea, ora dobbiamo anche
tenere conto di sti militari che si preparano a fare la guerra in Europa …na
follia, da considerare poi che gli avvisi sono stati dati alle 15:30 del 10 per
l’ 11, ma io dico non lo potete dire prima così ci si organizza un po’.
Decidiamo di
fermarci per un giorno per dare modo di esaurire ste quattro cannonate ed
entriamo al marina di Audierne, per stare un po’ più comodi rispetto ai
gavitelli molto rolli di Sainte Evette.
Una delle
bellezze di Audierne è che se alle 18:30 si va’ in pescheria, arriva il
pescato fresco, compriamo delle belle langostino ancora vive che useremo per
farci una mega spaghettata.
12 marzo 2025: da
Audierne a Alber Ildut, 45 miglia.
Anche il 12 marzo
i solerti continuano a sparare, impegnano due zone chiamate R157 e R154 che
individuiamo bene sulla app Nav&Co, visibili nel print screen sotto.
Ouessant ci viene
ancora preclusa dalla zona R 157, mentre con l’idea di andare ad ancorarci per
la notte a Pen Hir, ce la possiamo fare insinuandoci tra la zona R 154 e la
penisola di Cape de la Chevre.
Il 12 mattina
dobbiamo sincronizzarci con il passaggio a Pointe du Raz, dove ci sarà stanca
di marea alle 08:30, da Audierne servono almeno due ore per arrivare al capo,
quindi sveglia alle 06:00 e uscita con i
pescatori alle 06:30 col buio.
Alle 08:30 siamo
al capo e passiamo senza problema.
Il vento varia da
nord est a nord, molto instabile, con groppi, facciamo rotta per 100 gradi,
che ben presto diventano 120 mandandoci verso terra.
Viriamo e con
l’altro bordo si va’ dai 330 gradi a 340, dipende dall’intensità del vento e dalla
velatura che riusciamo a tenere, con un apparente di 22/23 nodi riusciamo a
tenere su tutta randa e genoa al 150%, ma quando sotto groppo arriviamo a 32/33
di apparente e prendiamo una mano alla randa e riduciamo il genoa al 100%, ecco
che stringere il vento si fa’ più complicato e dobbiamo poggiare.
Tutto il giorno
sarà comunque un alternarsi di groppi, sempre con sto vento artico che gela le
ossa, anche se coperti come palombari.
Facciamo un po’
di conti e ci accorgiamo che con il bordo dei 340 gradi ci porterebbe dritti
all’inizio del Chenal du Four, la corrente di marea porta verso nord almeno
fino alle 17:00, via che si va’ e si cambia destinazione, direzione ora Aber
Ildut, per macinare un po’ di miglia verso nord.
L’unico problema
che dovremo entrare nella zona R154, ma rifacciamo i conti e dovremmo tagliare
la linea di perimetro sud esattamente alle 12:00 ora in cui finiscono i divieti.
Ci organizziamo e
come fosse una linea di partenza di una regata, tagliamo la linea ai 12:02, non
male.
Pedaliamo a vela
e districandoci nei vari groppi, Antonella ..non molla il timone.
Poco prima di
entrare nel Chenal du Four siamo all’incrocio con una nave da guerra francese,
ha un segnale AIS a spot, finché ad un certo punto sparisce e lo schermo si
riempie di una raggiera viola, immagino un sistema per non farsi vedere.
Lei viene da
dritta a circa 90 gradi da noi, noi siamo a vela, ma chi va’ a chiedere ad una
nave da guerra magari in operazione se ci da’ la precedenza o chiedere via
radio che intenzioni abbia…magari ci risponde che vanno a bombardare la Russia!
La traguardiamo e
vediamo che siamo proprio in collisione, Antonella prova a sventare il genoa
per rallentare, ma il genoa finisce a collo, facciamo una strambata, ora che
finiamo la manovra i prodi militi si sono tolti dai gabazizi.
Imbocchiamo il
Chenal du Four, sappiamo che avremo dei problemi, corrente in pieno vigore
verso nord e vento contro, ma siamo appena a dieci miglia dall’arrivo e
decidiamo di provare.
All’inizio non ci
sono troppi problemi, ma a metà ci becchiamo ancora le “race”, non terribili
come quelle dell’anno scorso, ma comunque abbastanza importanti.
Resistiamo per un
miglio circa poi si danno una calmata, arriviamo dentro alla chicca del
villaggio di Alber Ildut, pontile transiti completamente vuoto, una meraviglia.
Alba su Île de Groix |
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Il faro di Penfret, arcipelago Glenan |
L'isolotto con fortino e faro di Cigogne, Arcipelago Glenan |
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Penfret, Glenan |
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le zone di tiro sull'app Nav&Co |
Pointe du Raz, il faro "La Vieille" e la meda Ovest |
La nave militare in uscita dalla rada di Brest |
Il faro di St. Mathieu all'ingresso del Chenal du Four |
Vento contro corrente nel Chenal du Four |
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Ingresso Aber Ildut |
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Aber Ildut |
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