07 aprile 2021
By Angelo
Col meteo non vedevamo la luce in fondo al tunnel, le perturbazioni ancora stranamente per il periodo si susseguono ininterrottamente senza pause intermedie, ed e’ quindi difficile trovare una finestra abbastanza ampia per navigare le 140 o 190 miglia dipende su che isola si vuole arrivare.
A dir la verita’ ci sarebbe piu’ vicina a sole 50 miglia l’isola di Sao Miguel che permetterebbe salti piu’ brevi, ma al momento avendo un aeroporto internazionale e’ un focolaio di Covid 19, e chiunque arrivi ad un'altra isola da Sao Miguel deve fare il tampone 72 ore prima di partire, all’arrivo secondo tampone e dopo 12 giorni terzo tampone.la cosa non ci attira di certo .
Per poter risalire verso nord da St.Maria che e’ l’isola piu’ a sud dell’arcipelago bisogna per forza cercare di cavalcare l’inizio di una depressione che ruotando in senso antiorario porta venti da S,SE .
Aspetta che aspetta alla fine individuiamo una breve finestrella tra due fronti di una depressione in avanzamento. Che pero' ci assicurerebbe vento sufficiente per il viaggio. Pianificando una partenza all’alba verso l’isola di Terceira a circa 142 miglia con rotta 320 T, ci troveremmo all’arrivo del giorno dopo verso le 10 con 28 nodi di raffica , ed essendo il marina di Terceira esposto a SE non e’ proprio il massimo, decidiamo di sfalsare la partenza alle 10 di mattina in maniera da prendere il rinforzo verso la mattinata del giorno dopo e atterrare poi con venti piu’ miti.
Si puo’ vedere nel print screen sotto come passato il primo fronte che picchiera’ per quasi 3 giorni con venti a 30 nodi e alzando un mare importante, alla partenza avremo venti da SE 10/15 nodi fino ad incocciare il secondo fronte con raffiche a 28 nodi sempre da SE , che e' quello che dovremmo prendere noi.
Alla mattina con un apparente sui 175 gradi decidiamo di partire tangonati di genoa senza randa per via del maraccio residuo , la giornata e’ splendida, bella brezzina e il mare una volta messo di poppa non e’ cosi’ terribile.
Andiamo avanti tutto il giorno con una velocita’ di 4 nodi di media , ma una navigazione davvero piacevole, poi verso sera , piano piano il cielo si copre interamente di nuvole intere, non si distingue una nuvola dall’altra ma e’ una cappa scura senza confini, ci prepariamo alla botta.
Cosi’ dialogando ad un certo punto Antonella si chiedeva se il vento al rinforzo avrebbe girato piu’ da est, ma poi riguardando bene le previsioni non c’era nulla che lo potesse fare pensare, convinti di questo decidiamo di lasciare su il tangone e all’evenienza ridurre QB il genoa alla bisogna.
La notte cala, ci dovrebbe essere l’ultimo quarto di luna, ma c’e’ una cappa cosi spessa e nera che non si vede nulla, calata la notte praticamente non riusciamo a vederci l’uno con l’altro seduti in pozzetto, una notte davvero buia come la pece.
Arriva il vento e comincia a montare , riduciamo e filiamo, il problema e’ che continua a montare passando ben oltre le fatidiche 28 di raffica, cominciamo a leggere 30,32,35, per poi assestarsi sui 37/38 quasi fissi, con saltuarie punte fino a 45 nodi per brevi secondi…per fortuna.
Il problema e’ che ad un certo punto il vento gira da est e il fiocchetto tangonato comincia a sbatacchiare che sembra voglia tirare giu’ l’albero.
Si dovrebbe togliere il tangone, ma sulla nostra barca con genoa al 150% e armo di vecchio tipo con crocette dritte e quattro basse, il tangone che abbiamo e’ un normale tangone da spinnaker e quindi corto per tangonare un genoa al 150% tenendo il tangone a prua della bassa piu’ appruata.
E’ diverso tempo che ho in mente o di acquistare un tangone piu’ lungo tipo whisker pole o di farne uno telescopico, ma non avuto ancora il tempo ne per l’uno ne per l’altro anche perche’ all’albero abbiamo ancora la canaletta del tangone rappezzata alla bene meglio di quando ci si ruppe in traversata atlantica e bisognerebbe come prima cosa rimpiazzarla interamente.
Quindi al momento per fare lavorare al meglio il genoa l’unica soluzione adottata anche da altri navigatori e’ quella di infilare il tangone tra le sartie , bisogna avere il tangone in posizione orizzontale inizialmente per collegarci con il braccio , il caricabasso e la scotta del genoa , una volta preparato buttarlo fuori perpendicolare all’albero tra le sartie, fissarlo alla campana e cazzare braccio e basso per mantenerlo in posizione tra le sartie.
Cosa fattibilissima di giorno e con mare abbordabile, ma purtroppo cosa non troppo fattibile con mare formato e la notte cosi’ buia da non vedersi le mani.
Nel frattempo il vento aumenta , ma per fortuna il mare sotto la spinta da giorni del SE continua a provenirci da dietro , pensiamo alle diverse opzioni, la prima sarebbe di poggiare e di andare di poppa, ma questo ci porterebbe molto distante dalla meta e in piu’ col tempo il mare avrebbe preso il sopravvento sull’est e a quel punto ci saremmo trovati a dover risalire vento e mare per tornare in rotta.la seconda , e abbiamo anche provato , di aprire trinchetta , ma solo con quella velina di prua e con il mare la barca scodinzolava come non mai e l’autopilota vedeva i sorci verdi, poi analizzando meglio la situazione abbiamo visto che anche grazie alla forte pioggia battente e alle onde ancora da poppa , la barca non rollava eccessivamente , abbiamo allora acceso il motore al minimo per mantenere la barca in rotta fino ad arrivare alla non lontana alba per permetterci cosi’ di aggiustare le vele di prua.
Intanto il vento e la pioggia facevano a gara a chi picchiava piu’ forte , la barca non sbandava eccessivamente e a parte tenere incollati gli occhi alla stazione del vento per preoccuparci ancora di piu’., non c'era molto altro da fare se non resistere, arrivare alle prime luci dell’alba e sistemare le cose.
Finalmente l’alba arriva , e con ancora 37 nodi di vento legato come un salame vado all’albero previo briefing con Antonella per come gestire l’ammainata del tangone.
Col fatto che abbiamo il dinghy rigido sulla prua alla fine va’ meglio di quello che pensavo, riuscendo a fare tutto il lavoro praticamente seduto sulla poppa del dinghy.
Una volta sistemato il tangone , apriamo ora a fiocco e finalmente la barca respira e noi con lei spegnendo il motore, anche se piano piano il mare si e' allineato al vento, ora anche se il vento gira da lasco/traverso il mare si mette definitivamente dal traverso.
Si continua cosi’ ballando ora davvero molto con onde stimate sui tre metri e diversi frangenti che collassano sull’hard top (santo hard top) evitandoci bagni a profusione ma non evitandoci delle belle paure quando il frangente picchia incazzato sulla struttura di alluminio rimbombando come una cannonata, ma siamo supercontenti di essere all’asciutto.
Piano piano il vento come da previsione cala e si assesta sui 24 nodi, noi si fila ora a tutto genoa e recuperiamo il tempo perso, a 10 miglia grazie al cellulare contattiamo il marina di Angra de Heroismo a Terceria per chiedere come e’ l’entrata e se ci possiamo fidare ad entrare , se no dovremmo dirottare su Praia dell Victoria sulla costa Est ma con un entrata da navi commerciali per qualsiasi tempo.
Il mare e’ calato e possiamo tranquillamente entrare ad Angra, ci aspettano per guidarci ad un bel posticino all’interno del marina per essere piu’ protetti dallo swelling , super gentili, ma ormai cominciano a conoscerci qua’ in giro, siamo gli unici che navighiamo d’inverno, solo questa volta considerando anche Faial ci siamo fatti 4 isole, ormai ci si conosce tutti per nome.
Tutto bene, anche se la mattina dopo con Antonella facciamo una sorta di de briefing per imparare e capire cosa avremmo potuto fare meglio.
La previsione non e’ stata cosi’ accurata , ma non e’ che ci potessimo fare molto, il GFS sempre molto ottimista chiamava raffiche a 22 nodi , noi abbiamo preso quello che consideravamo il peggiore, l’ECMWF che ne dava 28 , aspettando 2/3 nodi in piu’ , ma non certamente quasi 10.
La cosa che riteniamo avere cannato e’ il non aver tolto il tangone prima di notte, in special modo quando Antonella aveva accennato al fatto che il vento rinforzando avrebbe girato piu’ da est, questa cosa ci avrebbe dovuto far pensare “e se davvero il vento gira da est che si fa’?”
Invece abbiamo ignorato questo mini avvertimento e abbiamo confidato di piu’ sulle previsioni , forse perche’ molte volte si prendono decisioni “piu’ facili” , dove c’e’ da lavorare meno, un po’ come l’acqua che scorre che tende a seguire i passagi piu’ agevoli, e in qualche maniera il nostro cervello in determinati momenti pensa alla stessa maniera.
Comunque end of the day, abbiamo gestito la cosa al meglio delle nostre possibilita’ considerando una serie di opzioni pur essendo sonno deprivati e in condizioni non proprio ottime, abbiamo considerato e riconsiderato molto il fatto di accendere il motore e in base al mare del momento ci siamo fidati del rollio non esagerato, io penso che a meno di non avere un rollio da falchetta a falchetta il motore essendo situato quasi a livello mare non risente moltissimo delle oscillazioni a meno che non siano davvero esagerate da vuotare la coppa dell’olio da un lato verso l’altro, in fondo abbiamo a bordo un Perkins, notoriamente motori da trattori agricoli, e quando un trattore si piega per arare con ruote dentro al solco, probabilmente piega molto di piu' di una barca a vela , considerando poi che il motore e' molto piu' alto del terreno.
Alla fine siamo contenti, abbiamo imparato tanto e siamo contenti di aver provato a navigare tra due fronti cosi’ ravvicinati, arrivati alle 16:00 come da previsione, riassettata un po’ la barca , antipastino, due fili e alle 18:30 a letto stecchiti fino a questa mattina alle 08:00, una gran tirata di fatica ma questo fa’ apprezzare ancora di piu’ le piccole cose quotidiane e ancora una volta di avercela fatta.
Bv Angelo
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