di Antonella
Qui di seguito una serie di personaggi incontrati durante questo viaggio, catturati dalla mia mente poi tornati fuori sulla carta attraverso la mia mano. Non sono tutti, e alcuni sono solo passanti.
Sciacca
Cominciamo dall'inizio: il primo della serie è il proprietario del ristorante alla Lega Navale di Sciacca, colto mentre ci spiega il succulento menu.
Si passa poi a Caleta de Velez, in Andalusia
Nel piccolo ma accogliente marina avevamo un vicino proprietario di un motoscafo che sembrava uscito da una balera di flamenco degli anni settanta, soprannominato dentino perchè nonostante la cura maniacale con cui teneva la barca e il suo abbigliamento aveva pochi denti di cui uno solo visibile, quando parlava o sorrideva. Gli altri due a fianco sono turisti vacanzieri teutonici, sempre a Caleta de Velez, nelle due versioni di Biker e tedesco sandalo con calzino.
Gibilterra
Qui le vicine e i passanti mentre ci gustavamo il nostro fish & chip a Gibilterra. Il signore a destra era basso ma superelegante anni 50 o 60 con tanto di foulard al collo
Canarie
IL LEAK Il folletto dispettoso che si divertiva a far scattare le spie dei contatti elettrici -rosso-..... e poi a spegnerle - verde- prima che noi riuscissimo a capire quale era il problema.
( Leak in inglese vuol dire perdita, in questo caso di elettricità)
La Graciosa e Gran Tarajal.
La signora a sinistra è la tipica turista inglese, la durezza dei lineamenti in contrasto con la frivolezza del cappello.
Il signore a destra uno dei tanti personaggi misteriosi incontrati; solo in un barcone di 40 o 45 piedi insomma enorme sulla sessantina ma perfettamente abbronzato, con abiti di lino molto eleganti e zainetti high tech. Non abbiamo mai capito se aspettava qualcuno, dove andava etc. sappiamo solo che doveva sistemare il motore.
La signora a sinistra è la tipica turista inglese, la durezza dei lineamenti in contrasto con la frivolezza del cappello.
Il signore a destra uno dei tanti personaggi misteriosi incontrati; solo in un barcone di 40 o 45 piedi insomma enorme sulla sessantina ma perfettamente abbronzato, con abiti di lino molto eleganti e zainetti high tech. Non abbiamo mai capito se aspettava qualcuno, dove andava etc. sappiamo solo che doveva sistemare il motore.
Qui siamo a Capo Verde
Anche qui il primo a sinistra è il nostro vicino in quel posto infernale di Mindelo. Angelo non aveva molta simpatia per lui e in effetti aveva un'aria inquietante, l'aspetto fragile e malaticcio si muoveva a fatica e la barca non era proprio in buone condizioni, diceva di venire dal Sud Africa e di voler tornare la ma aveva uno strano accento francese, anche se non voleva parlarlo.Di simpatico aveva solo il cane di nome Tin Tin.
A fianco a lui Veronica , skipper professionista romana con la sua piccola barca" Brivido" anche lei con un cagnolino e anche lei ferma per riparare l'autopilota messo fuori uso da un barca stoppista.
Lei diceva del nostro vicino che era un guru della navigazione ma noi non abbiamo avuto quell'impressione.
Arrivo in Brasile, nel Rio Paraiba a Jacaré
appena arriviamo vicino all'ancoraggio vediamo una piccola barca a vela rossa che arriva quasi insieme a noi, salutiamo ma vediamo solo due facce stravolte. Poi faremo conoscenza con Andy e Loris e andremo con loro alla dogana e capitaneria e scopriremo che venivano dal Sud Africa dopo aver preso di tutto e con il boma scassato da un 'onda, Avevano la faccia stravolta. lasceranno li la barca e si faranno un giro a terra per riprendersi. Il caso vuole che li riincontreremo ai Caraibi a Marie Galante sulla barca di un francese poco simpatico.
Attilio è il tuttofare di Jacaré, romano, sposato a una brasiliana, parla sempre . A noi sembra un personaggio di Asterix.
Brasile, Maceio, il passaggio alla nostra barca sulla lancia del pescatore, con le taniche di gasolio e la spesa e dopo aver perso il telefono.
BAHIA
Baia di Todos os Santos, Itaparica
Il solitario bretone Frank che riincontreremo in varie parti fino a Horta che ci ha seguito nel nostro primo spiaggiamento e poi il mitico CRISPIN che io non sono riuscita a fotografare , che ci ha tolto dai pasticci liberando con grande sforzo sott'acqua, la deriva che si era incastrata e che quando l'abbiamo pagato ci ha fatto un sorriso da un'orecchio all'altro.
Guyana Francese, Saint Laurent du Maroni
All'ancora eravamo insieme a una barca di danesi li ormai da sei mesi.
Sul pontile per arrivare a terra sembriamo tutti in divisa, cappello a tese larghe, pantaloni corti, sandali sportivi, occhiali da sole, polo e zainetto.
Trinidad, Chaguaramas
All'immigrazione. Gli uffici di dogana e immigrazione sono molto formali. Hanno fuori un cartello con l'elenco dell'abbigliamento vietato.
In particolare alcuni velisti hanno un concetto molto personale di eleganza e si coprono come credono e possono.
KIKKA e ANDREA di MAISTRACC
Abbiamo conosciuto Kikka e Andrea che venivano a riprendere la loro barca dopo aver lavorato come crew in una barca di lusso.
Qui Kikka che mi ha chiesto di ritrarla alle prese con montagne di roba da lavare.
Chaguaramas , Port of Spain,
Accompagnati da Jesse James a sentire gli steel pan ( bande musicali che suonano bidoni di metallo) , in un circolo popolare a Port of Spain. In questo giro abbiamo ritrovato un'altra coppia inglese incontrata in Brasile nel mitico Jacaré Village. Marcus e Margie con Island Kea, con la quale ci ritroveremo a Grenada.
Qui sotto la presentatrice e animatrice dello show.
Bequia, ( Saint Vincent and Grenadines)
Bequia è un'isoletta accanto alla più grande Saint Vincent, famosa per il diving e le spiagge. Noi per evitare la massa di barche e turisti e anche il rischio di aggressioni, abbiamo cercato una baia isolata. L'atterraggio con il tender è stato un po avventuroso per via dell'onda e della mancanza di un pontile.Una volta a terra abbiamo raggiunto la strada per prendere il minibus o maxitaxi per raggiungere il centro abitato Port Elizabeth per fare provviste, e qui mi cimento nella descrizione dei passeggeri pigiati nel pulmino.
Wallillabou ( Saint Vincent)
Wallillabou è un un altro luogo mitico, descritto come una baietta paradisiaca dalle guide e dai portolani, in realtà infestato da barche,catamarani charter, e turisti da terra anche perché qui hanno girato il primo Pirati dei Caraibi, e tutti si fanno le foto. Poi all'arrivo c'è una serie di indigeni col barchino - uno anche con una semplice tavola da surf e la pagaia, che vengono a offrire i propri servigi, aiuto nell'ormeggio- o a venderti qualcosa.
In teoria ce n'è uno solo autorizzato dal ristorante per l'ormeggio, ma è troppo lento e non ha il motore, mentre quello che si accaparra più ormeggi è un ragazzotto magrissimo e scattante con un potente motore da noi soprannominato lo smilzo. Infine gli skipper da charter- molti francesi o francofoni - con l'aria scocciata per la routine dei turisti da scarrozzare in giro e le pratiche doganali da espletare.
In teoria ce n'è uno solo autorizzato dal ristorante per l'ormeggio, ma è troppo lento e non ha il motore, mentre quello che si accaparra più ormeggi è un ragazzotto magrissimo e scattante con un potente motore da noi soprannominato lo smilzo. Infine gli skipper da charter- molti francesi o francofoni - con l'aria scocciata per la routine dei turisti da scarrozzare in giro e le pratiche doganali da espletare.
Marie Galante, Guadalupa
A Grand Bourg di Marie Galante siamo rimasti a lungo per vari motivi.
L'acqua la prendevamo al rubinetto del mercato del pesce che consiste in una serie di banchi e lavandini all'aperto protetti da una tettoia. Il rubinetto dell'acqua viene chiuso alle 4 del pomeriggio e riaperto al mattino presto. Per cortesia noi chiedevamo sempre il permesso di riempire le taniche ai pescatori, neri, nerboruti e con espressioni minacciose, quando andavo io il contrasto tra la mia gentilezza, il mio colore e loro era evidente.
Le donne di Marie Galante,
mi hanno colpito per la loro grazia e a volte eccentricità.
La prima è la commessa di un negozio di abbigliamento che vendeva anche le ricariche del telefono, sempre gentile, sorridente e disponibile.
La seconda è una signora che stava appoggiata a un muro di una via che vendeva la verdura con la sporta ai suoi piedi, cercando di non dare troppo nell' occhio. La prima volta che l'ho notata pensavo si fosse fermata per una pausa e si guardasse intorno poi l'ho rivista sempre nello stesso punto e ho capito che vendeva gli ortaggi della sua borsa.
Le ultime due infine sono, l'impiegata dell'ufficio del turismo con il copricapo tradizionale che sembrava una bambolina, la seconda una gigantessa con tanto di tacchi alti e vestiti leopardati che si è rivelata essere l'impiegata della farmacia.
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