mercoledì 6 agosto 2014

Rio Paraguaçu - Baia di Todos Os Santos

02-Agosto-14 
Maragogipe






Risaliamo il fiume Paraguaçù e come al solito all'imbocco, il re dei  groppi; riusciamo ad allinearci alla meda verde di entrata, ma l'acqua a catinelle riduce la visibilità a poche centinaia di metri, davanti sulla dritta un Saveiro (i barconi da lavoro a vela particolari di questo fiume) che fa bordi per entrare, altri due in uscita...siamo quasi nella stanca di marea, si può quindi entrare o uscire. Poi di colpo a prua un affare grande scuro che ci punta , non si capisce che roba sia...è grande ma non ha AIS, (nel braccio principale del fiume c' è un immenso cantiere dove riparano e costruiscono piattaforme di trivellazione) anche con pioggia battente prendo il binocolo e finalmente riesco a dare un senso a quell'accrocco, un rimorchiatore che traina un mega pontone a velocità folle.
Poggiamo a dritta e ci passa ad un centinaio di metri sulla sinistra.
Sotto al bimini che offre un minimo di protezione dall'incessante pioggia ci siamo messi le mantelline che avevamo acquistato 8 anni fa per escursioni con zaino, sono tipo poncho, ma vanno bene, coprono fino a metà gamba e non fanno troppo caldo...sono solo color dei sacchetti della spazzatura...ma va beh, non è che dobbiamo sfoggiare nella foresta.
Al momento di girare a destra per imboccare il braccio secondario appare a poppa un gran motoscafo che era già con noi a Cabedelo e poi a Itaparica, ci chiediamo da dove vengono, per un motivo o per l'altro non abbiamo mai avuto maniera di scambiare due chiacchiere, a parte che li abbiamo soprannominati "Durbans" perché ogni volta che ci incontrano fanno sempre dei gran sorrisi.
Ci precedono fino all'isoletta Do Monte Cristo, ci sono due ancoraggi utili, loro decidono per il secondo, noi ci fermiamo nel primo.
Un sogno, una pace, un silenzio che era tantissimo che non sentivo, piovicchia ancora ed è nuvolo, ma sembra dare ancora più peso a questa atmosfera da fuori del mondo.Montiamo la tenda nel bagno e ci regaliamo una doccia calda...ma calda veramente, mi sa' che era dal marina di Capo Verde che non facevamo più una vera doccia calda.
Du fili, e ci godiamo poi questo spettacolo della natura.
La mattina Antonella avvista un branco di delfini da fiume, sono un grigino più chiaro...non credo sia quelli rosa come nel Rio delle Amazzoni.
Partiamo, passiamo il motoscafo di Durbans...ma mi sa che dormono ancora.
Appena ricongiunti al braccio principale apriamo genoa e spegnamo  il motore...se dobbiamo risalire il fiume è giusto farlo come ancora lo fanno quelli che ci abitano: a vela.
Passiamo davanti ad un Saveiro tutto invelato che poi ci passa da poppa, per un po' gli teniamo testa, ma poi quelli hanno su una randa che fa impressione e non è che fanno tanti bordi, sfiorano le rive a pochi metri, essendo praticamente piatti.
La mappa del computer di bordo ci assiste fino ad un certo punto...poi non ce n' è più.
Ci aiutiamo con l'iPad. Prima dell'ultima curva ecco che ci risupera Durbans con tutte e due che si sbracciano e il sorriso a trentadue denti.
Arriviamo al lungo jetty, lo superiamo e ancoriamo in 4.5 metri in bassa marea...50 metri di catena per star dalla parte del sicuro.
A Itaparica mi hanno raccontato di un francese che aveva messo poca catena - e probabilmente aveva un'ancora fetente - che ha dovuto rincorrere in piena notte con il dinghy la sua barca perche aveva spedato l'ancora.
La mattina ci alziamo presto, ormeggiamo il tender al lungo jetty e ci incamminiamo per raggiungere il mercato. E' il mercato del sabato, dove si radunano i produttori agricoli del circondario ed è come una festa, la gente arriva con le piroghe vestita bene dai villaggi vicini. Il mercato è ricco, tantissimi ortaggi e frutta , tantissimi ortofrutticoli che vendono i prodotti, al centro un piccolo edifico dove vendono la carne, e la carne affumicata, ne assaggiamo un pezzetto ed è deliziosa, ne prendiamo un gran pezzo. Poi ci dedichiamo alla frutta e verdura. Ce ne torniamo in barca carichi come somari, tanta frutta fresca e succosa, carne, anche una torta...ci sembra festa. Pranzo a base di carne di maiale affumicata, cipollotti freschi come pinzimonio, e due pannocchie abbrustolite in padella, per finire il dolce acquistato che non  abbiamo la più pallida idea di come si chiami e di cosa ci sia dentro, non è dolcissimo ma è gradevole, che magnata. Dopo la pennichella, visto che il tempo si è messo un po' a buono...c'è anche il sole e una brezza di vento decidiamo di ammainare il genoa con l'ennesimo strappo...ormai è più pezze che tela. Abbiamo deciso di issare quello nuovo e di fargli mettere l'ennesima pezza dal velaio quando arriveremo a Trinidad.
Ammaina genoa, abbirrutalo al meglio, caricalo sul tender più io e Antonella -sto tender è davvero piccoletto- andiamo al jetty e lo stendiamo tutto per piegarlo adeguatamente, torna in barca, issiamo quello nuovo ...che eleganza !!
3 Agosto
Avevamo intenzione di continuare a risalire il fiume ...senza carte !!! fino al prossimo villaggio, ma stranamente si è levata una nebbia da Marina di Ravenna ai tempi d'oro delle nebbione; consideriamo che non deve essere un grande spasso navigare in un fiume senza carte dove i sand bank si muovono giornalmente e non poter vedere le rive e i banchi di sabbia. Decidiamo di tornare a Itaparica, in totale assenza di vento... poti poti, motore al minimissimo e la corrente che ci aiuta essendo in uscita, filiamo a 4 nodi senza sforzi, in questo lato di fiume stranamente c'è il sole, mentre andando a nord ..nebbia, che "qualcuno" ci voglia indicare la via ? Ci godiamo questa gita domenicale tranquillissima, torniamo dal braccio principale passando davanti al mega cantiere dei rig petroliferi ..."casa" stranamente proprio ieri ero stato contattato dalla mia ex ditta  per andare in Kazakistan come consulent a fare un audit su un rig semisommergibile, se fossi stato a casa a girarmi i pollici non ci avrei pensato due volte, ma siamo in Brasile in sto paradiso, e chi ne ha voglia di stressarsi ancora con l'oilfield.
Usciti dal fiume si fa viva una bella brezza, decidiamo di aprire solo genoa..un po' per lazyness e un po' per vedere le prestazioni della nuova vela.
Una bellezza di bolina stretta ..ma proprio stretta, il nuovo genoa porta alla grande e ha un bel profilo, ce ne andiamo via così con mare tranquillo, una brezzina di una decina di nodi e il sole, il sogno del velista della domenica, beh oggi è domenica no?
Arriviamo a Itaparica
...alcuni che c'erano prima sono partiti, altri sono ancora placidamente all'ancora come Green Nomad e Johan ...è una gran fatica lasciare sto posto, come mi aveva accennato Roberto di Branca "qua si sa quando si arriva, ma non quando si parte".
Approfittiamo di internet veloce in barca gentilmente donata (naturalmente senza che loro lo sappiano) da un albergo qua vicino, la password passata da amici velisti, per ricominciare a pianificare il nostro viaggio futuro.
Abbiamo un sacco di documentazione per andare a sud ...ma per andare a nord poca roba.
Io scandaglio i web Inglesi e Antonella quelli Francesi, nel frattempo ho trovato un sito che fa guide per i Caraibi gratis on line, con un sacco di informazioni.
Il più sarà arrivare a Trinidad, il paradiso dei velisti ( per spendere soldi e far fare lavori), li troveremo tutto e di più, abbiamo già una lunga lista di spese e di lavori da fare aspettando la fine della stagione degli uragani.
Ma prima ci sono ancora più di 2600 miglia da navigare per arrivare a Trinidad, dopo il Brasile del nord, passeremo nella Guyana Francese...non mi voglio perdere la famosa prigione di Papillon, poi il Suriname, ex colonia Olandese , e di li in un salto unico verso Trinidad, insomma tutto un nuovo mondo da scoprire.

Le foto:

1e 2  I  Saveiros  con la pioggia
3 ancoraggio nel fiume 
4 Il pontile/ jetty  dall'ancoraggio al paese 
5e 6 il mercato; nella foto numero 6   sulla destra ci sono dei ragazzini con la carriola che aspettano le massaie per portare la spesa. Sono venuti anche da noi a chiedere.























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