mercoledì 30 luglio 2014

Itaparica


24-Luglio-14
Itaparica   
12 53.47 S038 41.28 W
Partiti verso le 9 di mattina da Salvador, dopo aver espletato tutte le pratiche burocratiche per il cambio di stato.
Usciti dal porto con 4 occhi aperti per individuare galleggianti vaganti, all'imbocco del porto un barchino a remi fregandosene del traffico marittimo, stende la sua bella rete tutto attraverso l'entrata, diamo gas per passarlo di poppa e non incappare nella rete, in questa maniera ci spostiamo però al centro dell'imbocco, manco a farlo apposta un cargo in uscita attacca le trombe fino a farci rincitrullire, nello stesso istante all'incrocio con la barca pilota in entrata e con una barca passeggeri in uscita, zig zag e riusciamo a evitare tutti…il barchino completamente al centro dell' entrata continua imperterrito, il cargo raddoppia le trombe, con un coraggio da leone il pescatore con  gesti del braccio fa segno al cargo di spostarsi sulla dritta e passare tra il barchino e il rosso...naturalmente il  cargo non se ne puo' fregar de meno e tira dritto, vista la male parata il pescatore comincia a remare come un disperato verso il rosso e riesce ad evitare per un pelo il cargo....buon giorno e che partenza da sto casino.
Ci dirigiamo al vicino marina dove ci hanno detto che c'è un distributore per le barche, per avere la sicurezza di beccare il famoso diesel marino, l'unico adatto alle barche.
Bel marina completamente bullet-proof , appena entrati un groppazzo della madonna con acqua a catinelle...ma si sa siamo a Bahia in inverno.
Trovato il distributore, fatto i pieni e via verso Itaparica, appena fuori dal jetty aperto genoa e facendo la gimcana tra le innumerevoli navi all'ancora (vedi traccia AIS, sul track) arrivati a Itaparica nel primo pomeriggio.
Gran bel posto, molte barche all'ancora, qualche motoscafo ai due pontili del marina.
Ci riposiamo finalmente in posto tranquillo, a Salvador la risacca ci aveva distrutto, finalmente all'ancora, protetti dal SE. Dal secondo giorno cominciamo a studiare la possibilità di spiaggiare Stranizza per dare una pulitina sotto e per sostituire l'anodo dell'elica ormai andato. Facciamo diversi survey e prendiamo way point col iPad, più allineamento con punti cospiqui.
Questa mattina il 27, dovevamo muoverci e andare ad ancorare sul sand bank  alle 5.30, due ore dopo l'alta marea per poi aspettare la bassa delle 10, svegliati alle 5...ma il vento contrariamente alle previsioni ha girato da SW, mentre la marea defluisce da SE, l'idea è di mettersi al vento e alla marea, se no ci si trova un onda poco simpatica sulla fiancata….ce ne siamo tornati momentaneamente a letto sperando nel domani.
In mattinata sono andato in testa d'albero con l'aiuto di Antonella, per un controllo generale, ho rivisto la crocetta alta di dritta più piegata verso il basso di quella di sinistra, cazzando la sartia alta, invece di scorrere ha fatto attrito e si è trascinata un po' la crocetta. Sceso, tirata una cima dalla testa d'albero a dritta e mollata la sartia alta, risalito sull'albero e fatto scorrere in alto la crocetta, ridisceso, ricazzata la alta, risalito in testa d'albero per un controllo finale...molto meglio.
Non fidandoci al 100% dei way point dell'iPad quando siamo scesi a terra ci siamo fregati una pietra e un pezzo di polistirolo bianco, che poi siamo andati a mettere con una cimetta sul top del sand bank, dove vorremo mettere l'ancora e indietreggiare poi di una ventina di metri per essere in piano con la barca sulla sabbia.
Nel frattempo che eravamo a terra abbiamo trovato un posticino dove fanno la cioccolata fatta in casa, ne abbiamo acquistato duecento grammi, e la abbiamo degustata assieme al caffe brasiliano in barca....una meraviglia, mai assaggiato cioccolata più buona in vita mia...questa sera la proviamo col whiskey...beh si' in effetti  considerando che a mezzogiorno ci siamo offerti un pranzetto al ristorante sul marina,a pochi passi riempita la tanichetta da 10 lt dalla fontana pubblica di una fonte di acqua minerale,  sembra proprio che cominciamo ora a goderci il Brasile e questo giro in barca.
28-luglio-14 Itaparica
Oggi 28 sempre sveglia alle 5, per essere pronti a muovere alle 5:30 con le prime luci , 11/12 nodi di vento da SE, dovremmo farcela, issiamo ancora e con l'aiuto dell'iPad seguiamo il track per allinearci al waypoint dove gettare l'ancora.
Dovrebbe esserci il famoso pezzo di polistirolo attaccato alla pietra messo ieri sera, ma magari la corrente si è portata via tutto, proseguiamo con il track e finalmente una ventina di metri dal punto alto del sand bank individuo il polistirolo, ci andiamo su con la prua, giù di ancora una ventina di metri ...in un metro di acqua per indietreggiare fino al waypoint dove spiaggiare.
La barca si mette al vento, ora carichiamo sul tenderino  la seconda ancora una CQR da 17 kg (è quasi più grande l'ancora del tender) e con una quarantina di metri di cima la porto a poppa, getto e recuperiamo con un winch dalla barca...settata.
Visto che nel frattempo il vento ha girato da SW , decidiamo per una terza ancora CQR da 10 kg, da mettere giù a poppa ma più sopravento dal SW per contrastare le onde che arrivano al traverso, settata anche quella e ora....l'attesa, avremo ancora un paio di ore prima della secca.
A parte qualche botta sul fondo per via delle ondine , alla fine la barca si ferma immobile sulla spiaggia mentre l'acqua finisce di defluire, noi cominciamo subito la pulizia della carena...una gran fatica per via della posizione, cambio dell'anodo dell'elica completamente scomparso.
In un paio di orette stanchi morti finiamo la pulizia, ci facciamo due uove scramble con la pancetta e attendiamo ora l'alta marea.
Era 14 anni che pensavamo di fare questa prova, ma non avevamo mai trovato le condizioni ideali per farlo, finalmente a Itaparica in questo piccolo pezzo di paradiso abbiamo trovato tutte le condizioni ideali.
La barca ricomincia a galleggiare appena Archimede fa la magia di darle una spinta verso l'alto uguale al peso del  liquido spostato (se me la ricordo bene), appena abbiamo una cinquantina di centimetri sotto la chiglia, cominciamo a lascare la catena a prua e a cazzare le due cime di poppa, fino a spedare prima la CQR da 10 kg, poi quella da 17 kg, tirate entrambe a bordo , cominciamo ora a recuperare catena a prua per spedare l'ancora di prua...molto lentamente , perché sotto abbiamo un metro di acqua ma ad appena 2/3 metri in avanti dell'ancora c'è la parte più alta del sand bank dove ci saranno massimo 40 cm di acqua.
Tutto bene, spedata l'ancora, Stranizza prende un po' di vento e si allontana dalle basse. Pronti per ancorare di nuovo dove eravamo prima ma ....problemi col timone, non vuole girare più di tanto, tant'è che sotto groppo non riusciamo nenache a mettere la prua al vento, continuiamo in retromarcia e quando decidiamo che siamo nel posto giusto , ferma motore giù ancora con 40 metri di catena, la barca si gira al vento e l'ancora fa' finalmente presa.
Nel frattempo scopriamo che la deriva non ne vuole più sapere di scendere.
Ci troviamo all'ancora col timone mezzo operante e senza deriva.
Vado sotto la barca  e controllo il timone, non sembra ci sia nulla di strano a parte che parte della pala lavora molto vicino ad un rilievo di alluminio e probabilmente spiaggiando e appoggiandoci su 6/7 tonnellate il gap si è ristretto di un paio di micron, sufficienti a fare atrito ed impedire il corretto funzionamento del timone. Smonto il settore e poi a mano facciamo anfare su e giu il timone finche non si ricrea la sua sede ...da una parte ancora non va' interamente, forse un paio di gradi, ma penso che a forza di usarlo si risistemera'.
Altra storia per la deriva, ma ormai è tardi e siamo esausti, anche se ci sono 34 gradi fuori e il sensore dice 30 gradi nel mare, il vento è fresco e abbiamo rischiato l'ipotermia per lo stare troppo a mollo, domani si vedrà.
Notte agitata per la preoccupazione della deriva, immaginando scenari terribili, la mattina dopo colazione provo ad andare sotto la barca, ma tra tutte le cose che so' fare, immergermi non rientra nella categoria, sono un pessimo apneista, e ancor peggio con la bombola, in particolare a fare lavori sotto lo scafo.
Piccolo meeting con Antonella e decidiamo di sentire col marina a 200 metri se hanno un sub.
Ne trovano uno di nome Crispin, e parla anche un pochino di Italiano...meglio di così…
Scende una prima volta e ci dice che la deriva è completamente dentro la scassa , a questo punto so che ho scappellato a tirarla su e l'ho tirata su troppo, avrei dovuto lasciarne un fazzolettino fuori. Prova in diverse maniere con vari attrezzi....ma ci vuole un lungo palanchino da inserire e poi fare leva per farla uscire.
Torniamo a terra e trova un pezzo di ferro lungo un paio di metri pieno con un gran peso. Crispin riesce a portarselo sotto, e aiutandosi con un pezzo di legno come fulcro riesce finalmente a sbloccare la deriva che lentamente scende.
Gli offriamo un caffe brasilero fatto nella moca...buonissimo, meglio di tanti caffè italiani, assieme a due biscottini, breve chiacchierata, gli chiedo il prezzo ed è molto easy going, mi dice di fargli un offerta, non ho la minima idea, ma sembra non assatanassato di denaro, nel frattempo ci spiega che è originario del Senegal...i suoi avi magari deportati qua come schiavi dai portoghesi, ride sempre ed è veramente simpatico, ci racconta delle due falangi mancanti dalla mano destra perse a 10 anni quando andava a pescare con le bombe (ancora in uso da ste parti, purtroppo) e una bomba gli è scoppiata in mano , e non ha perso completamente la mano per miracolo.Gli faccio una prima offerta di 50 real , lui dice che non c'è problema e che non litigheremo per il prezzo, va' beh , ha fatto un gran lavoro e si è fatto un gran mazzo, ci ha risparmiato di andare nel marina a Salvador e di tirare in secca Stranizza con il travel lift ...ben altre spese, gli offro 100 real (30 euro) vediamo ora il viso illuminarsi e un sorriso da orecchia a orecchia, ora si' che è contento, lo siamo anche noi per il lavoro che ha fatto e del fatto che sia contento, quel sorriso è davvero magico. Lo riaccompagno a terra, passo a prendere Antonella e proseguiamo col tender al sand bank dove il francese solitario della Bretagna  (non ne sappiamo il nome ) ha spiaggiato anche lui per pulire la carena.
Come ieri ci sono venuti a trovare diversi velisti quando eravamo in  secca, anche noi lo andiamo a trovare per fare due chiacchiere. E' coperto a chiazze di azzurro dell'antivegetativa economica brasiliana che aveva applicato, pulendo ne è rimasto praticamente senza sullo scafo ma chili addosso alla pelle.
Anche lui direzione Caraibi ...ci ritroveremo lungo la strada.
Torniamo in barca dove, grazie al suggerimento di Antonella (che santa donna) decidiamo di restare un altro giorno per recuperare le forze di tutto sto lavoro fisico e mentale. C'è ancora l'idea di risalire il fiume, se non interamente almeno in parte...ma come disse Rssella O'ara "domani è un altro giorno"

























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