sabato 26 luglio 2025

La lunga Olanda

By Angelo

Photos by Antonella 

15  luglio 2025. Da Esbjerg a List:  36 miglia.

55º 01.0089 N            008º 26.4106 E

La previsione chiama vento da ovest inizialmente forza 5, poi passando da 6 e infine a 7, mare da 1.5 a 2.4 metri.

Usciamo dal marina per immetterci nel lunghissimo canale di Esbjerg che passa tra i bassi fondali, partiamo con randa piena e genoa a fiocco.

Sarà tutta bolina cippa e quando è bolina cippa il nostro vecchierello di autopilota non ce la fa’ a tenere una rotta costante e lo sfarfallamento di 5-6 gradi da una parte all’altra tendono a far andare all’orza e troppo alla poggia, quindi si timona a mano. Per fortuna sono solo 36 miglia e con turni di un' oretta a testa ce la caviamo. Man mano che procediamo il vento rinforza e prendiamo una mano alla randa. Naturalmente il mare  va’ dietro all’aumento e ci troviamo delle belle onde da 2.5-3 metri aumentate anche dai bassi fondali onnipresenti.

L’entrata per List segue un canale segnalato da boe con un percorso a zig zag, cosa non facile, in particolare il tratto in cui ci troviamo controvento e contro mare solo con il motore che riesce a malapena a spuntare 1.9 nodi. Una volta però passata la boa e con un andatura in poppa, voliamo.

List è uno dei due villaggi dell’isola di Sylt, situato nel nord, ha un mini marina, ma con ormai i 30 nodi di reale che picchiano non abbiamo nessuna intenzione di avventurarci all’interno del minimarina. Scegliamo un ancoraggio in 9 metri a 3-400 metri a sud dell' ingresso, caliamo 40 metri di catena e per la notte siamo a posto.

Già da qua cominciano ad esserci correnti di maree abbastanza importanti, in special modo all’interno di questi posti complicati  tra isole, quindi la Rocna si trova a battagliare contro 30 nodi di vento e una corrente laterale, per noi il peggio perché la barca si posiziona al traverso del mare e del vento e la prua contro la corrente, insomma una guerra di forze che fanno tremare la barca. Per fortuna la sera cala il vento e la situazione si normalizza.

L’indomani mattina con mare piatto e assenza di vento contattiamo l’harbour master del mini marina che con l’aiuto di un suo collega ci trovano un posticino ad un pontile flottante.

Questo è un marina fatto principalmente per i pochi residenti e qualche turista tedesco, quindi facciamo sensazione, velisti italiani con barca francese. Essendo un club privato il costo e’ minimo, le docce belle e pulite, l’isola molto bella con le sue passeggiate infinite.

 Piccola visita all'isola di Fano da Esbjerg






 





                                  Segnale di allineamento in uso nel secolo scorso 











                              Fano, l'antico porto di Sonderho, a sud dell'isola, ripristinato.

 


Si ritorna a Esbjerg con Fenja il traghetto con il nome di una delle due gigantesse di una leggenda (Fenja e Menja)






Il tortuoso canale di entrata a List



                                                               List. Tramonto all'ancora

 

                                                    Stranizza ormeggiata in  porto a List 

 

Il traghetto che collega Romo, l'ultima isola della Danimarca a List, Sylt prima isola della Germania.











17 luglio 2025. Da List all’isola di Helgoland; 65 miglia

54º 10.5811 N            007º 53.6947 E

Un giorno di sosta a List, un po’ per godersi qualche bella passeggiata e perché il vento era completamente assente.

Teniamo un occhio ai vari modelli di previsione meteo per il 17 luglio, sono abbastanza tosti tutti e tre, ci si aspetta vento forza 7 con mare da 1.5 a 3 metri da nord ovest che per la nostra rotta vorrebbe dire un andatura sui 108 gradi, da traverso a lasco, fosse stato più verso la poppa sarebbe stato meglio per il mare. Controlliamo tutti gli aggiornamenti, ma normalmente i vari modelli la sera prima si allineano, a questo punto la palla passa a noi, andare e beccarsi un marone fastidioso e potrebbe anche essere pericoloso, ma con la prospettiva di filare come fulmini, che in una tappa lunga fa’ comodo, oppure non partire e aspettare il giorno dopo con vento debole e con intervento sicuro del motore. Naturalmente alle 08:00 partiamo.

Facciamo il canale di uscita sud a motore, già contro  il vento bello arzillo sui 25 nodi reali, giriamo l’ultima boa e per il primo tratto saremo al traverso, poi dopo una ventina di miglia riusciremo a guadagnare una decina di gradi a sinistra e potremo andare quasi al  lasco.

I fondali sono bassissimi, sui 7 metri, ma da ste parti il massimo che arrivano saranno 20 metri a Helgoland, quindi le onde vengono accentuate.

Una mano alla randa da subito e il genoa ridotto a fiocco, il mare spinge da matti e ogni tot di tempo arriva quello che noi chiamiamo il treno di talebane (onde) che cercano di stenderci.

È il momento in cui la barca spinta da una parte, parte all’orza inclinandosi ancor di più, l’autopilota in questi frangenti fa’ quello che può ma è sempre in ritardo in questo tipo di dinamiche e allora lo aiutiamo con il comando wire less dandogli 3-4 gradi a sinistra per aiutarlo a riprendere velocemente la rotta.

Il cielo è grigio, ma per fortuna non piove, il vento è al traverso e quindi reale arriva a punte di 30 nodi per poi riassestarsi sui 25, 26, ogni tanto la falchetta va’ sott’acqua sotto la spinta delle talebane.

A parte quei momenti per il resto ce la si gode, punte di 8 nodi, alla fine su 65 miglia faremo una media di 5.8 nodi.

Arriviamo nel porto di Helgoland, isola stranissima con una gran storia, non per ultimo il posto dove è stata detonata dagli inglesi la più grande bomba della storia,  (a parte quella atomica) per radere al suolo tutte le istallazioni militari tedesche della seconda guerra mondiale.

C’è praticamente solo un pontile galleggiante, dove ci si mette all’inglese anche a 7,8 barche in andana, tant’è che al momento siamo i primi sul pontile con altre quattro barche addosso.

È un porto busy per via che primo è un duty free port, quindi alcool e gasolio a prezzi stracciati, ma poi perché è ad un crocevia, le barche che entrano nel Kiel Canal, le barche che ne escono, quelle che dall’Olanda vanno verso nord e quelle che da nord vanno verso l’Olanda. Approdo ideale in questa parte di mondo.

L’isola in se’è molto bella ed abbiamo avuto modo di ammirare le Sule (Morus) con i loro pulcioni da pochi metri di distanza, veramente una cosa splendida.

 

                                               Helgoland in vista, sempre nella bruma.

 

                                                  L'ormeggio a Helgoland, al mattino 

 


 

 

 





















Barca turistica con la bandiera di Helgoland nel canale tra Helgoland e Dune.

 

                                La sera prima della partenza, le cinque barche in andana.

19 luglio 2025. Da Helgoland a Den Helder: 150 miglia.

52º 57.7631 N            004º 46.8828 E

L’idea iniziale era di fare 4 tappe invece di una, ma questa è la peggior stagione in Europa, tutti in ferie e tutti i marina superballonati.

Siamo partiti sulle 08:30 da Helgoland, avremmo voluto partire prima, ma eravamo i primi sul pontile e avevamo 4 barche su di noi in andana.

Fortunatamente tutti puntuali e alle 08:30 eravamo già in rotta verso Norderney  a circa 35 miglia.

Poi in navigazione abbiamo scoperto che l’altro Ovni 345 Ambrym  di amici francesi che avevamo rivisto in Norvegia, era uscito dal Kiel Canal e anche loro cercavano di risalire la complicata costa dell’Olanda dal mare aperto.

Abbiamo cominciato a ciattaere via whatsapp e siamo arrivati entrambi alla conclusione che tutte le isole del Wadden Sea sarebbero state super affollate con poche speranze di trovare posto da qualche parte.

Cosa poi confermata da diversi marina che già alle 10 sui loro siti  davano il marina superpieno, da qui l’idea di tirare dritto passando tutte le varie isole e arrivare a Den Helder, la più grande base navale olandese, che ha dato metà del marina in gestione.

Così abbiamo cominciato a navigare di conserva, anche se loro erano una decina di miglia dietro, con un bellissimo vento alle portanti di poppa piena e via a farfalla con genoa tangonato.

La bellezza di avere barche simili è che ci si può confrontare sulle performance in tempo reale.

Siamo andati avanti così tutta la notte, ma non c’è stato verso di chiudere occhio, un traffico navale e da diporto davvero pesante, allarmi AIS continuamente accesi, poi una miriade di boe luminose, pozzi petroliferi e cambi di wind farm. Insomma da stare sempre con gli occhi spalancati. 

La notte ha da passa' e finalmente passa, avremo dormito si e no un' oretta a testa. Piano piano il vento gira, leviamo il tangone e ruotando col vento si passa dal gran lasco, al traverso e poi bolina larga.

Arriviamo alla cosiddetta scorciatoia per andare a Den Helder, un canale strettino delimitato da boe, si fila di bolina stretta, Antonella al timone.

Il vento rinforza, riduciamo genoa, ma poco dopo non è sufficiente e dobbiamo prendere una mano alla randa, vediamo davanti un nero enorme, dall’orizzonte fino ad alta quota, speriamo che segua il vento di superficie, ma naturalmente il groppone ha ben altre idee.

Ci arriva addosso proprio mentre siamo nella parte più stretta del canalino, rolliamo fiocco, e mettiamo in moto mantenendo la randa con una mano. Arriva il vento a 40 nodi, per fortuna ha un angolo rispetto alla randa e solo con randa filiamo a 7 nodi, non si vede una fava, navighiamo praticamente in strumentale, ogni tanto riusciamo a vedere qualche boa. Dura una mezz’oretta, ma è bello intenso, la pioggia batte violenta sopra l’hard top e ci assorda. Alla fine del canalino smette di piovere e il vento cala a valori accettabili.

Siamo in contatto con il marinaio del marina di Den Helder, che ci aspetta al pontile, entriamo nello stretto passaggio dell’ingresso e in pochi minuti grazie anche all’aiuto di vari velisti internazionali siamo ormeggiati al finger.

Ci preoccupiamo per Ambrym che non vediamo piu’ sull’AIS, proviamo a chiamarli con il telefono, ma sicuramente hanno altre gatte da pelare che rispondere. Dopo una mezz’oretta ci chiama e ci conferma che è tutto a posto e che a minuti sarà nel marina.

Lo aspettiamo insieme al marinaio per prendergli le cime e dopo poco sono finalmente ormeggiati ad una barca di distanza da noi. Fa’ un po’ impressione vedere due Ovni praticamente uguali così vicini.

Con Dominique e Nathalie ci siamo conosciuti due anni fa a Benodet in Francia, per poi rivederci in Norvegia e ritrovarci ora in Olanda, strana la vita degli alturieri.

 

 




Ambrym con genoa tangonato a farfalla




Stranizza con genoa tangonato a farfalla










Il groppo in arrivo, tempo di ridurre tela




la previsione solo su un modello su 4




                                                     Prendiamo le cime all'arrivo di Ambrym 

 

 

 



                                     Den Helder. Museo marina militare, visita al sottomarino.






                                                                     Il porto di Den Helder


 

24 luglio 2025 da Den Helder a Ijmuiden  34 miglia

52º 27.4599 N            004º 33.6625 E

Gli amici di Ambrym sono partiti  ieri, noi indugiamo un giorno in più per incontrare degli altri amici arrivati a Den Helder con il camper.

Partiamo alle 7 di mattina, vento da ovest leggero, ma che ci permetterà di arrivare di bolina a Ijumiden, insieme ad altre barche, il mare ne è ormai pieno.

Il marina di Ijmuiden che in aprile era una cattedrale nel deserto è ora diventato bello pieno. Per fortuna ormai la stragrande maggioranza delle barche va’ dai 12 metri in su, così che ci lascia il pontile fino a dodici metri abbastanza vuoto.

Si pone la problematica della prossima tappa che a logica sarebbe Scheveningen, che pur essendo un porto abbastanza grande, ha un marina ridicolo e il posto disponibile per i transiti è a dir poco osceno da quanto risicato. L’alternativa sarebbe saltare Scheveningen ed atterrare a Bresken, ma sono più di 80 miglia e infilare maree e correnti non è cosi semplice.

Decidiamo di prenderci una piccola vacanza a Ijmuiden, con le sue immense spiagge e le sue dune di sabbia. Aspetteremo 2 giorni per avere vento da nord e fare un dritto su Dunkerque a 120 miglia, saltando cosi a piè pari anche il Belgio e finalmente rientrare nella agognata Francia. Il nord è bello, ma i paesi a carattere latino sono molto meglio.

Ci aspetta una notte dura in questo dedalo di indicazioni, ma in questa stagione è davvero un terno al lotto trovare marina disponibili e in questa parte di mondo ancoraggi non ce ne sono.

Tant' è che Ambrym, per evitare sto casino, ha deciso di entrare nei canali olandesi da Ijmuiden e uscire a Bresken.

A noi i canali in genere non piacciono, ma ci rendiamo conto che abbiamo davvero idee strane visto che tutti quelli che incontriamo non fanno che osannarne la bellezza. Cosa ci sia di bello con una barca a vela ad andare a motore in canali con un grande traffico, mi sfugge, ma ormai accettiamo il fatto che abbiamo idee non proprio convenzionali. Quanto meno i canali li farei anche, ma con una bella barca da canali e non con una barca a vela.


                                      Partenza da Den Helder, il capo verso il mare aperto.

 

                                                   Ijmuiden, l'ingresso al porto. 

                                               Ijmuiden. Il lungo molo lungo  il canale di uscita. 




Cigni e airone.




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