sabato 25 giugno 2016

Finalmente tornati in acqua

Piriapolis 23/06/16  inizio inverno Australe

Dopo lo shock termico del passaggio dall’estate europea all’inverno Uruguaiano, ci siamo rimboccati le maniche (si fa’ per dire perche’ con 8 gradi di giorno c'e' poco da rimboccare) e tutti e due con un raffreddorone come non ne avevamo da secoli abbiamo cominciato I lavori su Stranizza .
L’anno scorso a Trinidad avevamo inalzato la linea di galleggiamento di 14 cm, quindi avevamo steso il primer nella fascia esposta di alluminio, dopo pochi mesi il primer se ne e’ sparito portandosi dietro anche l’antivegetativa  esponendo ancora l’alluminio.
Quest’anno non trovando rivenditori International in zona siamo andati a Montevideo a procurarci del primer bicomponente della Hempell.
Scartavetrato con la rotorbitale la fascia eliminando ogni piccola parte del residuo e alla fine scartavetrato con carta vetrata grossa per creare un fondo ruvido per poter far aggrappare meglio il primer .
Tutto semplice a parole...ma nei fatti , lavorare con 7/8 gradi non e’ proprio piacevole , in piu’ se si ha posizionata la barca a solo 60 cm d’altezza , diventa tutto piu’ complicato.
Il motivo dei 60 cm e’ che avendo una deriva mobile senza peso ma tutto il peso in sentina il cantiere (giustamente) prescrive di mettere le barche con deriva mobile piu’ basse possibili, per via dei famosi Pamperos che quando soffiano a 40/50 nodi non hanno nessuna pieta’.
Le altre barche con deriva fissa sono posizionate sulla deriva e poi sostenute da tronchetti di eucalipto, che alla fine vengono tutti collegati tra loro con assi inchiodate per renderli solidali...sembra che il sistema funzioni bene visto che ad oggi non hanno mai avuto dei problemi di ribaltamento.
Date quindi 4 mani di primer...una mano al giorno , per dargli modo di asciugare, alla quarta mano con il primer ancora appicicaticcio abbiamo cominciato a stendere l’antivegetativa . Bene sui fianchi...ma quando e’ stato ora di andare sotto sdraiato in quel bel pavimento freddo con il rullo a pochi centimetri dalla faccia ...non e’ stato piacevole , la sera ero un mascherone di puntini bianchi in faccia .
Assistiti un po’ dal meteo ...almeno non piove ...anche se i nostri nasi sono fontane , siamo riusciti a stendere due mani di antivegetativa e tre sulla linea di galleggiamento e sul primer.
Bene finito tutto fatto informiamo il cantiere nella fattispecie del direttore Walter che siamo pronti a varare, ok per martedi ...forse... , sti Uruguasci mi fanno impazzire, comunque lunedi’ andiamo alla prefettura dove pagando 450 pesos inviano il nullaosta al cantiere via fax dando il via libera per il varo.
Martedi’ tutto pronto , provano con il travell lift ad arrivare alla nostra barca...ma non passano, hanno fatto casino e hanno posizionato dei motoscafi in maniera che il travell non passa, semplice si sposta uno dei motoscafi e via...ma qua’ non e’ cosi semplice, il cantiere e’ governativo, e Walter non si fida molto delle sua capacita’ di guidatore di travell...bisogna aspettare Rene’ che arrivera’ mercoledi’, a me gia’ comincia a salirmi la pressione , gli suggerisco che almeno il motoscafo lo possono rimuovere, ma...si...forse ...insomma nulla si muove.
In piu’ mercoledi’ devono venire a montare un mostro di carrello trasportatore di barche ...qualcuno si e’ fatto prendere la mano e ne hanno ordinato uno da 80 tonnellate ...un mostro, tante’ che parlando poi con il tecnico americano che lo e’ venuto a montare diceva che neanche in America hanno un siffatto mostro, non so’ come si muoveranno in sto piazzalino, ma questi sono altri problemi, il fatto e’ che per l’occasione vengono ad assistere di tutto e di piu’ , il dealer che lo ha venduto dal Cile, alcuni pezzi grossi governativi, il montatore dal Wisconsin...insomma mezzo mondo in piazzale ...proprio quando dovremmo mettere in acqua la nostra barchetta, tra le altre cose tutta tecnologia italiana , costruito da un certo Geminiani .
Arriva mercoledi’ e anche Rene’ tenta di passare con il travel lift ...ma non ce la fa’, nel frattempo cominciano il montaggio del mega carrellone, provo in tutte le maniere di parlare con Walter per muovere quel ca...zo di motoscafo...ma non c’e’ verso ..come sbattere su un muro di gomma, ho il sangue gia’ alla testa e tra poco esplodo, ho in mente di andare in Prefettura e denunciarli per rapimento della barca ...magari anche dalla polizia,,insomma fare un casino della madonna, per fortuna Antonella , Diego (un bravissimo meccanico locale .che sa come funzionano ste cose) e Mario un Italiano che vive in Uruguay da 30 anni , mi suggeriscono la calma e ponderazione...molto difficile per me, pero’ mi sforzo e facendo buon viso a cattivo gioco cerco in vari momenti della giornata di parlare con Walter in termini educati (che fatica !!!!) dopo vari tentativi la sera prima di andarcene con Antonella lo ribecchiamo e con un sorriso ci assicura chi il giorno dopo andremo in acqua, speregna.
La mattina alle 8:30 arriviamo in cantiere ed hanno gia’ cominciato la smobilitazione del motoschifo, bene si procede, dopo poco via anche il secondo motoschifo che stava davanti alla nostra prua ...e verso le undici finalmente si imbraca Stranizza, si arriva davanti alla buca a la facciamo sollevare per poter dare gli ultimi ritocchi di antivegetativa alla deriva e ai punti dove poggiavano i legni.In un oretta faccio il lavoro, pronti per meterlla in acqua, cerca che ti ricerca Rene’ ...alla fine lo trovo in riunione plenaria con i pezzi grossi per il carrello...e va beh...finira’ sta riunione, la barca e’ appesa a pochi metri dall’acqua ...ma non si puo’ fare nulla.Passa mezzogiorno e finalmente escono dalla riunione fiume, lo avvicino e gli chiedo se andiamo in acqua ...e no...ora deve seguire i test del mostro - carrello..., come dei pirla ci sediamo a guardare questi che montato il giocattolo nuovo se lo scorrazzano su e giu’ per il piazzale facendo guidare tutti i partecipanti alla riunione...ZEN ...ZEN...provo tutte le tecniche di rilassamento concepibili, basterebbero 15 minuti e la barca sarebbe in acqua, nel frattempo sale la nebbia e il vento...noi poi dovremmo andare all’ormeggio sempre con il sistema barbaro della boa di poppa e prua al molo di cemento...e naturalmente vento di traversia.Ci mettiamo visibili nel gruppetto che segue i tests...in maniera che non si dimentichino di noi, sono gia le 14:30...questi alle 15:00 anche sotto bombardamento smettono di lavorare...HELP !!! Forse la nostra azione di “visibilita’” funziona perche ad un certo momento Walter semba risvegliarsi e ricordasi che noi abbiamo ancora la nostra barca appesa al travell lift, ci chiama e organizza con Rene’per il varo, via che si mette in moto il travel si va’ sopra la buca e comincia a fare scendere Stranizza, la deriva e gia’ quasi sommersa quando sentiamo uno strombazzamento e il dealer Cileno che si sbraccia dicendo di fermarsi...che cosa vorra’ mai ora, arriva alla buca con il mostro e dice che vuole fare una foto con la nostra barca appesa e il mostro poco lontano....God dam..sembra un incubo...riusciremo mai a mettere sta barca in acqua ?
Finite finalmente le foto di pramattica , Stranizza in acqua , tempo di spurgare la cuffietta dell’asse , mettere in moto e via che ci dirigiamo al pontile...questa volta Antonella a fare la manovra...io a cercare di infilare due cime nella boa di poppa e poi correre subito a prua, scendere al volo sul molo di cemento e fissare le due cime di prua...naturalmente con 10 nodi di vento al traverso.Va’ tutto bene, e come un grande team finalmente fissiamo Stranizza all’ormeggio...non ci sembra quasi vero, di essere di nuovo in acqua ..una bellezza.
Davanti a noi dall’altra parte del molo incontriamo John su un barcone di legno che si e’ fatto 7/8 volte la Patagonia e South Georgia, dobbiamo portargli i saluti di Suzanne ..la navigatrice solitaria che si e’ fatta Canarie New Zeland senza scalo, ci ha mandato un e mail dicendo di salutare il suo amico...sti navigatori solitari  J.
Ora che siamo in acqua e’tempo di issare qualche bandiera, a dritta la bandiera dell’Uruguay, a poppa quella di Malta, a sinistra partendo dall’alto il tricolore italiano, sotto il guidone ADV appartenente a un socio ADV che  ci ha spedito, con l’intenzione di “fargli respirare il salso di terre lontane”...e noi anche se al momento ancora non siamo molto in alto di latitudine ...ma in compenso aria fresca quanta se ne vuole ...lo accontentiamo e lo ringraziamo.
Sotto ancora il guidone del circolo nautico G.Migliori di Giulianova che ci hanno donato in occasione della conferenza che abbiamo tenuto al loro circolo sui nostri due tour atlantici.
Ora riassettiamo un po’ la barca, facciamo passare una bassa pressione e poi sperando in un giorno senza nebbia navigheremo verso Montevideo, altri navigatori incontrati a Piriapolis stivano le barche per l’inverno in secca , per poi tornare in primavera e riprendere la navigazione verso sud, noi abbiamo deciso di navigare anche nel freddo inverno del Rio della Plata e visitarci l’Uruguay e risalire anche il fiume Uruguay fin che’ ne abbiamo voglia.Abbiamo incontrato velocemente un altra coppia lui canadese e lei australiana che partiti una settimana fa’ da Piriapolis stanno facendo il nostro stesso giro...speriamo di riuscire a raggiungerli da qualche parte...non c’e’ molta gente di questa stagione che naviga nell’inverno Australe.

Scritto da Angelo


BV Angelo e Antonella



Stranizza posizionata a 60 cm da terra



 
Come vengono  fissate le barche a deriva fissa





Carenaggio da contorsionista con 9 gradi di temperatura





 
Ci si avvia finalmente verso la buca


Immobili a pochi metri dall'acqua in "attesa"


Finalmente in acqua


Il giorno dopo si prova il "mostro" con una barca storica 



Una volta in acqua si issano le bandiere di cortesia e di appartenenza


Bandiera di poppa

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