giovedì 16 giugno 2016

I “piccoli ostacoli” del rientro a Piriapolis

Da circa due mesi pensavano gia’ al rientro in Uruguay per riprendere Stranizza e ricominciare a navigare.
Prima di partire dall’Italia avevamo pensato di passare tre giorni a Bologna per gli ultimi saluti ai parenti, spulciando su Booking.com avevamo trovato un simpatico (almeno sulla carta) monolocale con cucinotto in affitto al Pratello...il centro piu’ centro di Bologna.
Gia’arrrivando il taxista ci scodella davanti al numero dell’appartamento ci ritroviamo davanti un portone di legno graffittato e apparentemente abbandonato , tante’ che alla nostra vista smarrita una vigilessa ci si avvicina e ci chiede se ci serviva qualche aiuto, le chiediamo se sa’ se sopra c’e’ qualche appartamento , lei ce lo conferma, suoniamo e ci dicono di salire al terzo piano ...senza ascensore ...God dam...abbiamo due valigioni da 20 kg l’una ...la mia schiena non ringrazia.Va beh saliamo e l’appartamento non e’male...a parte che l’edificio e’ del 1400 e quindi l’odore e’ quello del 1400 ...un po’ vecchiotto.Il materasso a prima vista mi sembra ultra sottile...come poi si rivelera’ schiacciandomi tutte le ossa...pero’ vuoi mettere essere nel centro di Bologna , proprio nel crocicchio con piu’ ristoranti per metro quadro che in tutta Bologna.E ce ne accorgiamo appena cala la sera, quando cioe’ tutti i locali si sovrariempiono all’inverosimile alimentati da fiumi di birra e vino , tante’ che la gente per comunicae tra di loro devono urlarsi nelle orecchie a piu’ di 120 db , soglia in cui facendo un qualsiasi lavoro per legge dovresti indossare le cuffie antirumore ..se non doppia barriera con tappi e cuffia.Per me non ci sarebbe problema ,nel senso che se due vogliono comunicare urlandosi nelle orecchie ...padroni di farlo...ma...il problema che stanno proprio sotto le nostre finestre e la zona ha strade strette che amplificano qualsiasi rumore.Gia’ alle 7 di sera entra in casa un casino della madonna, proviamo a chiudere gli scuroni esterni e le finestre a doppi vetri, il rumore si attenua un po’...ma mica poi tanto.La baldoria va’ avanti fino alle 2 di notte ...tutte le notti ...sono costretto a ficcarmi i tappi antirumore (fortunatamente, ci ho fatto l’abitudine nel mio lavoro di prima, Antonella ha avuto sempre difficolta’ ad usarli e praticamente dormira’ poco o niente), ma anche con quelli riesco a dormire un paio di ore per essere poi svegliato da qualche urlo particolarmente acuto...insomma , Bologna in centro ...bellissima, ma dormire e’ bandito.
Con le borse sotto gli occhi e le ossa massacrate riusciamo ad arrivare alla domenica mattina e procedere verso l’aereoporto dove dopo mesi di prove e pesate con l’ausilio di una piccola bilancia elettronica portatile verificheremo se siamo riusciti a stare dentro i fatidici 23 kg per valigia per non dover pagare delle fucilate di euro per il sovrappeso.46 kg di poco vestiario di cui la maggior parte di paile per il freddo , ma la maggior parte di componenti e parti di ricambio per la barca, da un pistone idraulico per il timone all’Epirb, l’accordatore per l’SSB, anodi vari, tubi , grasso bozzelli, estrattore eccc.. in una lista infinita che come spieghero’ poi ci portera’ all’ultimo livello di difficolta in questa marcia verso l’Uruguay.Per il momento arriviamo al banco accettazione e con 22.7 e 22.6 passiamo le forche Caudine del check-in, altra preoccupazione del bagaglio e che richiamino dopo aver fatto lo scan alle valigie, non siamo del tutto sicuri che si possa imbarcare un EPIRB in stiva per via delle batterie al litio...anche se piccole .Ci aspettiamo un annuncio di convocazione per il ritiro della valigia...ma per fortuna non arriva.
Partiamo e arriviamo a Madrid ...altro livello da superare...otto ore di attesa per l’altro volo, fortunatamente all’aereoporto di Madrid hanno installato delle postazioni dove ci si puo’ collegare con con la 220 volt ed accedere al wi-fi dell’aereoporto abbastanza veloce ...sei ore incatenati al computer ...ma alla fine ci imbarchiamo .
Ultimo livello da superare e il piu’ tosto...la dogana di Montevideo, un mesetto fa’ un nostro amico francese ha provato a portarsi nella valigia un pezzo della caldaia del riscaldamento della barca, lo hanno fermato e per cosi' dire ..crocifisso, all’inizio volevano che pagasse il 50% del valore della caldaia che ha un costo di 4000 euro, naturalmente si e’ incazzato e in francese (visto che di spagnolo non sa’ una parola) ha cominciato ad inveire contro tutto l’Uruguay... a momenti l’arrestano, poi dopo averlo fatto sfogare un po’, gli hanno offerto la seconda alternativa, pagare 300 $ cash un agente per fare importare la caldaia...naturalmente tutta una mafia per fregucchiare i velisti.
Purtroppo non aveva scelta, ma non aveva nenache la possibilita’ di prelevare i soldi in aereoporto cosi’ ha dovuto lasciare il bagaglio in aereoporto prendere l’autobus farsi due ore di viaggio per arrivare a Piriapolis.Il giorno dopo fatto il prelievo ritornare in aereoporto pagare l’agente e finalmente sdoganare la caldaia...ma non e’ ancora finita, perche’ i solerti doganieri volevano essere sicuri al 100% che la caldaia andasse a finire nella sua barca ...e piu’ che altro non credevano nenache che avesse una barca, quindi l’hanno caricato su un auto della dogana e come autista una donna oversize che con musica a tutto busso finestrino aperto con gomito fuori continuava a fumare come una turca.Finalmente arrivano alla barca e dimostrato che la effettivamente aveva una barca la oversize se ne torna felice e contenta in quel di Montevideo a tartassare qualch’unaltro.
Visti i precedenti ...tremavamo per il passaggio della dogana considerando che avevamo davvero una montagna di roba,siamo pero’ due persone che imparano presto e reagiscono di conseguenza, ancora a Malta Antonella con fotoshop aveva “aggiustato” un po’ le fatture d’acquisto facendole sembrare vecchie di un paio di anni, io avevo camuffato alcuni componenti sporcandoli co vernice e olio in maniera da farli sembrare usati...insomma eravamo pronti al peggio.Durante il volo ci eravamo prefissati di rimanenre calmi e sorridenti sotto qualsiasi circostanza in maniera da non irritare i gia irritati funzionari.Sbarchiamo e ritiriamo i bagagli , fatti pochi passi ecco ad attenderci le forche Caudine...lo scan delle valigie, infiliamo tutto dentro e passiamo dall’altra parte...per un attimo sembra tutto a posto...poi una doganiera ...gentile ...ci chiede se quella e’ la nostra valigia perche’ ha visto all’interno un oggetto metallico grosso, dico di si’ e se vuole controllare non c’e’ problema con un sorriso “durbans” come da copione.
Apre la prima valigia e...mi affretto a rimuovere personalmente le scarpe da ginnastica dove all’interno abbiamo infilato 10 anodi per l’elica e il bullone dell’asse, coperti da calzini ...poco puliti J.Bisiga un po’ e  a parte L’EPIRB e l’accordatore d’antenna ..che sembra non interessarla per nulla...e’ sempre alla ricerca dell’oggetto metallico grosso...che io so’ bene essere nell’altra valigia sotto forma di pistone idraulico per il timone...mi guardo bene dal dirglielo e aspetto che mi chieda di aprire anche la seconda , apriamo e balza subito agli occhi il lavandino in inox per il bagno...ecco finalmente e’ contenta di aver trovato l’oggetto metallico ...ci sorride dice che va tutto bene e che possiamo richiudere ...non crediamo alle nostre orecchie ...ce l’abbiamo fatta...passati senza spendere un soldo, probabilmente avra’ pensato che il lavandino era per casa nostra e non per la barca ..se no’ ci martellava.
Usciamo ben contenti dall’aereoporto sono le 7 di mattina e siamo investiti da una folata aria fredda a 6 gradi che ci taglia, a Malta c’erano 28/30 gradi ...qua’ 6 ...un freddo birino, un ora di attesa per il bus fuori coni piedi belli freschi , due ore di bus super comodo e riscaldato che quasi ci addormentiamo e siamo arrivatoi a Piriapolis, tempo di lasciare le valigie all’appartamento e giu’ in picchiata ad arieggiare Stranizza.
Pensavamo di trovare muffe e umidita’ all’interno ma invece e ‘ tutto bello asciutto, passata la grande emozione del ricongiungimento subito viene in mente la sequenza delle centinaia di lavori da fare , cercheremo di prendercela con calma ...come diciamo sempre ...ma poi ...

 L’indomani ci concediamo un bel pranzetto al ristorante davanti al cantiere con vista Stranizza per festeggiare il nostro nono anno di matrimonio ...quale posto migliore per farlo.

BV Angelo

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