sabato 7 febbraio 2015

Another boring day in the office





Dopo Carriacou e la gita giornaliera nella laguna sopravento all’isola con Stranizza a fare slalom tra i reef , ci muoviamo su Union Island parte dello stato di St. Vincent.

Cerchiamo riparo finchè possiamo da Carriacou, poi ci troviamo nel canale tra le due isole...come al solito corrente est > ovest e vento teso 15/18 reale da est nord/est, bolina stretta stretta e guadagnarsi ogni millimetro verso il sopravento.

Decidiamo di arrivare a Clifton, l’unico punto dove si possa sdoganare e poi vedere; se c’è troppo casino muoverci su Chatam Bay.

Ancora qualche bordo ed entriamo ...nel  quarto girone dell’inferno; il posto in se’ è molto bello circondato da reef appena sotto la superfice con acqua turchese, ma all’interno del cosidetto porto praticamente un reef sopravento che spezza l’onda anche se non interamente e un reef nel mezzo del porto...naturalmente non segnalato che fa’ da rotonda, non a caso si chiama roundabout. In giro gavitelli di tutti i tipi dal pallone arancione al parabordo bianco fino alle bottiglie...non si capisce una madonna, charter giornalieri che partono a busso sfiorandoti la prua....insomma il regno del CHARTER...un bordello veramente da inferno dantesco.

In qualche maniera ci incuneamo tra tre gavitelli e il reef rotonda, di fianco ...penso.. a l’unica altra barca non da charter. Riusciamo a mettere giù appena tre lunghezze di catena , di più non si può, se non finire addosso ai gavitelli, il vento continua a picchiare , facciamo diversi test col motore e sembra che tenga. Subito mettiamo in acqua il tender, prendiamo gli zainetti chiudiamo la barca e in cerca dei doganieri.

Al passaggio chiediamo agli inglesi dell’altra barca come fare a trovare gli uffici, gentilmente ci danno tutte le indicazioni. Ormeggiamo il dinghy e a piedi arriviamo all’aeroporto dove in un quarto d’ora ci fanno tutte le pratiche.

Lungo il porto in prima fila, tutto carino e “Caraibico” o almeno quello che l’immaginario collettivo si aspetta dai Caraibi, bei bar, bei ristoranti...cari naturalmente, appena si varca la prima fila...BANG..la povertà...e sì è ancora lì, nessuno nel frattempo la sradicata. Questo è un po’ il ricorrente dei Caraibi, la ricchezza in mare o li vicino ma all’interno si fatica per il pane quotidiano.
La schiavitù è stata abolita ...ma la povertà ancora no. Ci si meraviglia degli attacchi e delle rapine sempre più frequenti sulle barche a vela, ma la differenza è enorme se si  paragona anche solo quello che c’è a bordo anche di una piccola barca come la nostra e quello che ha sta gente..non tutti ...ma tanti. Risaliamo in barca e ce la filiamo come avessimo il diavolo alle calcagna.

Giriamo da sud ovest l’isola e ci troviamo in un immenso baione dove pensavamo di trovare il massa monti e invece solo alcune barche, il fondo tiene bene e si è ben riparati dalla risacca, il fondo è costellato di enormi stelle marine.
Volevamo stare un paio di giorni...ma poi un po ’il meteo favorevole un po’ la smania ..il giorno dopo via che si va. 

Poche miglia per arrivare a Mayreau nella baia a sud, anche qui vorremmo rimanere un paio di giorni e farci qualche giro a terra...ma durante la notte entra una risacca terribile, si rolla da matti, in più si sono accumulate berche su barche ...un pollaio. La notte non si chiude occhio, aspettiamo le luci dell’alba per andare, anche se il meteo è un po’ rough, vento 20/25 nodi da est nord/est..mare da 6 a 8 piedi. Una mano alla randa e genoa rullato a fiocco, falchetta in acqua e comincia il combattimento per l’angolo. Ogni onda va gestita per non farci trascinare verso ovest, la corrente che spinge ...in più  stanchi di sti Caraibi da polli in batteria decidiamo di andare sopra sopra vento all’isola e ficcarci in una baietta contornata da reef...non certo la meta ideale del navigatore medio. Vediamo un sacco di barche in giro...facendoci un po’ più caso..poche che stanno risalendo verso nord, molti catamarani e barche charter che vanno verso sud, normalmente le barche vengono affittate in Martinica o Guadalupa così i prodi velisti possono scendere col vento da dietro, poi come si vede ora i prodi skipper della compagnia riportano ste brutture di catamarani a motore a secco di vele su in Martinica...questo è  il charter ai Caraibi...desolante.
Non voglio dire che TUTTI i catamarani sono obrobriosi...ma questi da charter sono una vergogna in terra, si distinguono dalle house boat solo perché’ hanno l’albero...che non so’ cosa se ne facciano, ci sono anche catamarrani un po’ carini (pochi a dire la verita) , ma in questi non ci si puo’ certo caricare la lavastoviglie e la lavatrice, perché uno sviluppo così massiccio ai Caraibi ? Primo per gli spazi, quando si sale a bordo sembra di entrare in una hall di un albergo , secondo si rolla meno e non si sbanda...in quanto a qualità marine, io stenderei  un velo pietoso. Continuiamo nel frattempo  con la lotta con gli elementi su una rotta dove non troviamo nessuno, arrivati a circa 6/7 miglia dalla punta ovest dell’isola facciamo un gran bordo a dritta, io e Antonella ci cambiamo al timone ogni oretta, abbiamo le spalle e braccia indolenzite; 3 miglia di bordo e poi di nuovo mure a dritta, ci riavviciniamo alla costa ...ma non passiamo, altro bordo a dritta e sempre 20/25 nodi di vento il mare che copre la capottina...per fortuna che abbiamo esteso lo sprayhood...se no’ che docce. Questo bordo  lo facciamo abbondante ...siamo stanchi e vogliamo arrivare e quindi con l’utimo bordo vogliamo essere giusti.E lo siamo; ci porta proprio ad un miglio dell’entrata della pass tra i reef...che non si vedono e non sono segnalati...quindi solo cartografico, piano piano entriamo con gli occhi incollati al profondimetro...appena prima il putiferio delle onde...dopo pochi secondi la pace ...il mare si cheta ...siamo dentro.

Ci guardiamo intorno e vediamo una gran bella spiaggia, palme, acqua turchese poche case...e solo un altra barca all’ancora...un paradiso...beh almeno il po’ di fatica nel risalire ci compensa di questa meraviglia, scopriremo poi il giorno dopo andando a Port Elizabeth -
 che sarebbe poi la baia ufficiale dei portolani-  col maxitaxi, che c’è una tale calca di barche ai gavitelli e all’ancora che quasi non si muovono; siamo veramenti contenti della nostra veleggiata e della scelta del posto...ma siamo stravolti dalla fatica e dal sonno, ci facciamo una mega frittata e alle 18:00 siamo già  a letto.

Partenza da Carriacou


Union Island, Clifton







Union Island, Chatam Bay







 Partenza da Union Island

 verso Mayreau


MAYREAU  Saline Bay




Union Island sullo sfondo 



VERSO BEQUIA


Bequia in vista

Bequia,  Friendship Bay dalla strada


BEQUIA PORT ELIZABETH







Friendship Bay lato SE 

Friendship Bay lato NE

All'ancora a Friendship Bay


Gli scogli e le isole davanti alla baia


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