domenica 21 luglio 2024

Le "vacanze" a casa

By Angelo

Foto e commenti by Antonella

8 luglio 2024

Da Lezardrieux a Roscoff 43 NM

48 43 05.375 N   003 57 46.833 W

Per uscire dal bacino del marina di Lezardrieux bisogna aspettare che la marea salga sufficientemente in maniera da passare il sill e permettere al gate di scendere e poter accedere al fiume.

Alle 07:20 il semaforo sul sill diventa verde, ma per sicurezza aspettiamo le 08:00 in maniera di avvicinarci più che possiamo alla stanca per poter manovrare dentro a questi sempre più piccoli marina.

Una volta nel fiume siamo quasi in stanca e si procede spediti fino al mare, dove in buona compagnia di barche procediamo verso Roscoff. Vento da nord est in rotazione per arrivare a sud ovest con  una ventina di nodi  in aumento. Siamo preoccupati perché all’arrivo picchierà duro, un'altra di quelle alzate di asticella che rendono la vita cosí interessante.

Abbiamo deciso, come altri pazzi come noi, di muoverci con un fronte in arrivo e andarlo ad impattare. La cosa più complicata è che all’arrivo ci troveremo con 30 e passa nodi e andare all’ormeggio con corrente di marea che anche spinge sarà davvero un grosso challenger.

Si va’ più o meno di conserva con altre barche, sbandati come matti, inizialmente con randa piena e fiocco, ma poi costretti a prendere una mano per la tendenza del vento ad aumentare, ciliegina sulla torta, visibilità ridotta e una pioggerella fetente.

Arriviamo davanti a Roscoff e siamo sempre più preoccupati, le raffiche diventano selvagge e anche se per brevi momenti leggiamo fino a 40 nodi, ammainiamo e ci prepariamo ad entrare. Chiamiamo al VHF, perché Roscoff di sti tempi può essere già superballonato, essendo meta di moltissimi inglesi che traversano la Manica, in più arrivando anche il traghetto dall’UK è usato come porto per cambio equipaggio. Ci risponde una ragazzina, e ci dice che ci aspetta fuori per scortarci, ma, penso io, speriamo bene, dalla voce non mi sembrava molto convinta.

Arriviamo davanti alla stretta e alta entrata del marina e c’è un RIB (gommone)  del marina con due ragazzine a bordo, ci accostano e gli diciamo se ci indicano il posto e, cosa più importante, che ci diano una mano con il gommone all’ormeggio.

Ci precedono ci indicano il posto, per fortuna il vento dentro viene un po’ frenato e le raffiche sono ora sui 25 nodi, ci infiliamo nel finger con vento di prua, bene, ma corrente di poppa, male.

Scendo al volo e con lo spring di mezza barca freno l’avanzata della barca verso il pontile, le ragazzine ci danno una mano a tenere allineata la poppa e in 10 minuti siamo in salvo.

Per noi sembra il finimondo, per i locals “another boring day in the office” , brave comunque le due ragazzine, ma si sa’, da ste parti a zero anni sono già in barca a beccarsi dei ventacci.

Ormai abbiamo preso il ritmo delle navigazioni nel nord della Bretagna, con zero vento si sta’ in porto, con qualsiasi altro vento e da qualsiasi direzione provenga si va’ e si naviga godendosi la veleggiata.

 


Track da Lezardrieux a Roscoff


Il fronte in arrivo su Roscoff (modello meteo UKV)



Lezardrieux, lanterna del faro Triagoz



Lezardrieux, lanterna del faro Triagoz


Lezardrieux, lanterna del faro Triagoz, in funzione dal 1925 al 1981 alimentata inizialmente a gas di petrolio e poi elettrificata, visibile a 15 miglia nel settore bianco e a 11 nel settore rosso.



Lezardrieux, aerogeneratore del tipo "Sette Isole", potenza 5 KW e 120 Volts. Macchina del 1960 che ha funzionato al faro delle Sette Isole ( piccolo arcipelago a Ovest dell'imbocco del fiume Trieux)  fino al 1985, dopo una revisione sarà installata al faro de Les Roches Douvres e funzionerá fino al 1999.




Da Lezardrieux passeggiata a piedi fino a Paimpol (circa 7 kilometri) e ritorno in autobus.

Paimpol si trova sul lato est della penisola formata dal fiume Trieux, nella baia di St. Malo. E`una delle  varie cittadine di carattere come vengono chiamate insieme a Treguier a Roscoff e altre per la conservazione dell'architettura tradizionale. L'accesso al bacino portuale regolato da una chiusa, va in secco con la bassa marea come la maggioranza dei porti della zona. E`una delle sedi della scuola dei Glénans. Da qui nei secoli scorsi pescatori e marinai partivano per la pesca in Islanda e sulle coste di Terranova, per questo il caffé è intitolato agli islandesi.

 

Il fiume Trieux

Il fiume Trieux



Lavori in corso sul ponte








Campo di carciofi



Paimpol

Paimpol

Paimpol

Paimpol, il porto

Paimpol, caffè degli islandesi



La stazione ferroviaria di Paimpol





davanti alla stazione in attesa dell'autobus 





Passeggiata lungo le rive del fiume Trieux verso l'estuario.

... e dove si scopre che Georges Brassens aveva una casa qui.



faro di allineamento



Rovine del mulino azionato con il flusso e riflusso della marea, XVIII secolo.

Verso Roscoff, le Sept îles in vista.

La spinta della corrente sulla meda cardinale sud davanti a le  Sept îles


Roscoff, il traghetto per l'Inghilterra.


L'Etoile du Roy fregata corsara costruita nel 1997 su disegno del 1745, arriva in porto. https://www.etoile-marine.com/notre-flotte/etoile-du-roy/




Altre barche d'epoca arrivano in porto, probabilmente con destinazione Brest per la festa del mare.



Barca norvegese

La Cancalaise, https://www.lacancalaise.org/

La Cancalaise, aperitivo a bordo.


Sainte Jeanne


10 luglio 2024

Da Roscoff a Aber Wrac’h  34 NM

48 35 59.438 N   004 33 37.178 W

Rimasti un giorno in più a Roscoff, un po’ per riprenderci un po’ dalla sventolata dell’8 e un po’ perché c’è una comoda lavandería all’interno del marina e un comodo supermercato dove il proprietario riaccompagna al marina, gratis con il suo furgoncino, i navigatori che fanno la spesa.

Previsione, vento da ovest sul naso, una ventina di nodi. Partiamo e dobbiamo decidere se fare la scorciatoia nel canale tra l’ Île de Batz e la terraferma o aggirare l’isola da nord.

La marea è giusta e a favore, il vento sul naso, ma con un altro bel numero di navigatori si decide di fare il canale a motore e randa.

Siamo in alta marea e non ci sono grandi problemi per fare il canale, sempre seguendo le numerose mede cardinali. Appena usciti dal canale si comincia il balletto dei bordi, bolina cippa e un tot di bordi a dritta e un altro tot di bordi a sinistra, fino a che l’ultimo bordo ci deposita davanti all’ingesso di Aber Wrac’h, che ormai conosciamo bene per esserci stati all’andata.

Arriviamo e il solito ragazzino ci viene incontro e ci trova un ormeggio all’inglese all’interno del marina. Sono super organizzati perché poco dopo arriva una ragazzina con un altro gommone a farci pagare direttamente senza dover andare in ufficio.

Poco dopo arriva una barca dietro di noi di nome Paganini, barca che avevamo già incontrato ad Horta e l’anno scorso era di fianco a noi in cantiere a Gijon, piccolo il mondo degli alturieri.

 


Track da Roscoff a Aber Wrac'h





Il faro de l'Île Vierge alto più di 80 metri.

Scogli all'ingresso di Aber Wrac'h

Ingresso Aber Wrac'h



Aber Wrac'h all'ormeggio davanti a "Paganini"



Aber Wrac'h





11 luglio 2024

Da Aber Wrac’h a Pen Hir 35 NM

48 15 25.864 N   004 36 57.849 W

Prendiamo il giusto tempo con le maree per girare intorno al naso della Bretagna e navigare il Chenal du Four, un altro di quei passaggini che è meglio non sbagliare con la tempistica.

Il vento è da nord ma debole, si va’ di motore e randa, ma vogliamo essere per questa sera all’ancoraggio di Pen Hir, perché domani tappa lunga di 53 miglia con un bel nord ovest che non vogliamo perderci.

Poti poti  e si va’, nel frattempo c’e’ una festa del mare a Brest e ci sono una marea di barche di tutti i tipi, fino ad arrivare ai galeoni, che si dirige verso la rada di Brest, benissimo per noi che ci permetterà di avere l’ancoraggio semideserto. E cosí è, arriviamo al bell' ancoraggio su fondo sabbioso di Pen Hir e passeremo la notte belli tranquilli in compagnia di altre tre barche, un lusso di sti tempi.



Track da Aber Wrac'h a Pen Hir


Partenza da Aber Wrac'h




Il faro del chenal du Four (da nord)

Chenal du Four, ingresso del porto di Le Conquet.


Il faro di Saint Mathieu, all'estremitá sud del Chenal du Four, prima della baia di Brest.




girato il capo di Saint Mathieu

La baia di Brest


La baia di Brest al centro e  la penisola di Crozon a destra.


Veliero che ritroveremo ancorato all'ingresso di Benodet.

Primo incontro con Bel Espoir 2 che sarà all'ancora con noi nella baia di Pen Hir

All'ancora a Pen Hir, Bel Espoir 2 a sinistra.



Bel Espoir 2


12 luglio 2024

Da Pen Hir a Benodet  53 NM

47 52 51.111 N   004 07 07.327 W

Abbiamo il passaggio a Pointe du Raz, ultima Race per quest’anno, vogliamo passarlo in stanca perché il vento sarà bello arzillo e non vogliamo sorprese di mari ribollenti.

Nel frattempo siamo in contatto con Viatrix, HR di 47 piedi, equipaggio lui italiano e lei danese, conosciuti l’anno scorso in Galles e poi rimasti in contatto.

Loro sono in risalita dalla Galizia direzione Olanda e abbiamo deciso di riincrociare le nostre rotte a Benodet. Alle 09:00 c’è la stanca a Pointe du Raz, ci servono circa 3 ore di navigazione da Pen Hir, sveglia alle 05:30, partenza alle 06:00.

Abbiamo il vento da nord ovest bello spinto sui 25 nodi reali, rolliamo genoa ma anche se scarrellata e un po’ lasca la randa, riusciamo a navigare alla grande tra una bolina larga e il traverso. Naturalmente l’orizzonte anche se è cosí presto è  già pieno di vele, tutti per passare la Pointe du Raz.

Pedaliamo da matti e abbiamo il privilegio di passare la Pointe per primi  alle 09:00 senza patemi di onde o altro.

Girato il capo siamo ora di poppa piena con 25 nodi di reale, apriamo le vele a farfalla e dopo un attimo di indecisione lasciamo il timone all’autopilota che se la cava alla grande.

Dietro, è uno spettacolo, tutti con le vele a farfalla, solo un paio con spinnaker, il sole, il mare calmo uno spettacolo di navigazione per circa una ventina di miglia.

Ad un certo punto ci troviamo in rotta di collisione con un grosso veliero di legno che ci entra da dritta e non capiamo bene cosa vuole fare, noi avendo randa a dritta abbiamo mure a sinistra e lui sta scendendo mure a sinistra di gran lasco però sottovento rispetto a noi, quindi ha la precedenza però, per sicurezza anche perché loro hanno manovrabilità limitata, li chiamiamo con il VHF per metterci d’accordo sulla strategia.

Ci risponde che lui non può poggiare più di così e che stringerà e ci passerà da prua, vediamo che stringe, ma che ci passi è solo una sua opinione, in più ha un bompresso in legno lunghissimo che ci da’ l’impressione che faremo la fine dello spiedino.

Va beh, bando alle ciance, facciamo passare la randa a sinistra, orziamo di brutto e li passiamo da poppa. Una volta passati riprendiamo la nostra rotta a farfalla, Antonella scoprirà poi una storia molto interessante su quella barca di nome Bel Espoir 2.

Naturalmente gli arrivi sono sempre problematici, sapevamo che verso sera il vento sarebbe salito sui 30 nodi e così appena passato Pointe de Penmarc’h e cominciato a stringere il vento, dobbiamo prendere una mano e ridurre genoa per poter dirigerci poi su Benodet di bolina cippa.

Entrati nel fiume Odet, per fortuna la cosa si tranquillizza un po’, arriva il solito ragazzino, però questa volta avevamo prenotato per stare 4/5 giorni per prepararci per la traversata, quindi ci scorta direttamente al finger dove un altro ragazzino ci aspetta per aiutarci nell’ormeggio. Che lusso sti marina atlantici. Scegliamo Benodet, anche se bisogna entrare nel golfo e allungare la tratta, ma ha i prezzi più bassi degli altri marina, il marina è super protetto e supertranquillo e con una bella passeggiata nel bosco di un quarto d’ora si arriva ad un Hyper mercato Carrefour, insomma tutti gli ingredienti per preparare una traversata.

Al passaggio nel fiume passiamo davanti a Viatrix, che hanno preso un gavitello, grandi saluti e invito sulla nostra barca per una birra, il giorno dopo ricambieranno con un invito a pranzo sulla loro reggia.

 


Track da Pen Hir a Benodet

Verso Pointe du Raz

In rotta di collisione con Bel Espoir 2

 Bel Espoir II 

 
 A differenza delle altre barche d'epoca che abbiamo incontrato a Roscoff che sono utilizzate per turismo, crociere ed eventi come matrimoni, compleanni o altro, la goletta  a tre alberi Bel Espoir 2 ha una storia e un uso particolare. Costruita da un cantiere danese nel 1944 per il trasporto di bestiame tra Copenhagen e Amburgo, acquistata nel 1968 dall'associazione AJD fondata nel 1951 dal Padre gesuita Michel Jaouen ( 1920- 2016), bretone nato a Ouessant che da Cappellano del carcere decide di utilizzare la barca a vela per riabilitare giovani delinquenti, tossicodipendenti e persone in difficoltá. La goletta è stata restaurata inizialmente nel 1973 e poi nel 2017 quando è stata rifatta la carena sostituendo il legno con acciaio ma  mantenendo le strutture del ponte e dell'armo in legno come da originale. La goletta fa parte della flotta dell'associazione insieme all' altra goletta a tre alberi Rara Avis ( donata da un milionario) e altre imbarcazioni a vela piú piccole. La Bel Espoir è stata classificata come monumento storico nel 1993. L'Associazione  AJD ha sedi ad Aber Wrac'h a Parigi e a Marsiglia e organizza stage di vario tipo e formazione professionale ai mestieri del mare. Il principio guida è mescolare le persone e non creare ghetti e il motto di Michel Jaouen è « Démerdez-vous pour être heureux ». (démerdez- vous - letteralmente smerdatevi - datevi da fare per essere felici).


16 luglio 2024

Da Benodet a Gijon 267 NM

43 32 53.146 N   005 40 14.452 W

Monitoriamo il meteo attentamente, ci si presenta una finestra interessante per martedì 16, il 15 entra un fronte e buffa tutto il 15 da sud ovest, poi il 16 mattina entra l’ovest e il mare cala a 1.8 mt, poi la notte si calmerà col vento in rotazione e entrando l’alta pressione il vento girerà deciso e interessante da est.

Sulla carta sembra perfetto, i fatti però come al solito saranno diversi.

Solita ora antelucana per partire alle 06:30 con l’ultima ora di marea uscente, tutto come previsto fino a che avevamo il ridosso della penisola di Pointe de Penmarc’h, però appena  finito il ridosso, la direzione e l' intensità del vento sui 25 nodi reali corrispondono alle previsioni, ma il mare racconta un'altra storia. Piano piano si ingrossa, complice il lungo fetch da sud ovest che si infrange nei relativi bassi fondali della Bretagna, da 4000 e rotti metri di fondo a 40/50 metri, creando un onda importante.

Ad una decina di miglia dalla partenza riceviamo via radio VHF un PAN PAN ( messaggio di urgenza con richiesta di aiuto),  a sole circa dieci miglia di distanza sopravento verso ovest, riguarda una richiesta di traino di una barca a vela  causa ingovernabilità della barca per problemi al timone.

Scherzando tra di noi accenniamo al fatto che non possono essere le orche così lontane dalle coste portoghesi. 

Poi all'arrivo un amico ci invia il link di un articolo dove si parla del fatto, due giovani orche hanno attaccato il timone della barca a vela, smangiucchiandolo e rendendolo inservibile, qui l'articolo per chi se la cava col francese https://www.letelegramme.fr/finistere/treffiagat-lechiagat-29730/au-large-du-guilvinec-deux-jeunes-orques-endommagent-un-voilier-6628218.php

Questa volta ci è andata grassa, non mi sarei davvero voluto trovare in quel maraccio senza governabilità. Ormai il popolo delle orche spazia da nord a sud, ormai è intrinseco nel loro DNA la smangiucchiata del timone, per gioco ? per cattiveria ? Mah, va' te a sapere, forse sono solo diventate misantrope e si sono stufate di tutto questo affollamento in mare.😄

Continuiamo per  3 - 4 ore soffrendo e con la vita a bordo proprio miserabile, stimo l’altezza delle onde sui 3.5 metri, ad un certo punto cominciavamo a pensare anche a tornare indietro, perché continuando cosí fino a notte sarebbe stata veramente dura.

Poi ci troviamo all’incrocio con un tanker  Danese proveniente da dritta, siamo proprio all’incrocio secco, lo chiamo via VHF  e gentilissimo, visto anche la nostra situazione poco felice, dice che poggerà e ci passerà da poppa. Poi continuo a chiacchierare, visto che anche lui mi sembra in vena e gli chiedo anche se ha aggiornamenti sulla previsione meteo, ci dice che ha appena ricevuto da pochi minuti l’aggiornamento e ci conferma che piano piano calerà e che nel  pomeriggio sarà tutto tranquillo, gli chiedo anche una sua stima dell’altezza delle onde e mi conferma che dal suo punto di vista sono sui 3.5 / 4 metri.

Bene, siamo un po’ rincuorati, proseguiamo e dopo un paio di ore rimane solo lo swelling, ma il maraccio si cheta.

La prima notte la passiamo a motore per assenza di vento in rotazione, con il mare che continua nella sua discesa.

La mattina del 17 è entrata l’alta pressione, piano piano il cielo si è schiarito e fatto blu, il sole soleggia e l’est entra al traverso con 24/25 nodi, il mare si è calmato anche se ora l’onda da est si scontra con la risacca da sud ovest, però tutto ben gestibile e piacevole.

Con il vento da est riprendiamo la nostra galoppata ora al traverso di sinistra.

La seconda notte il vento si affievolisce ancora per riprendere arzillo in mattinata.

Con la nostra media teorica avevamo previsto di arrivare intorno alle 18:30 del terzo giorno, invece alle 11:00 siamo già in entrata a Gijon, alla fine abbiamo fatto una media di 5.2 nodi.

Ci fermiamo al pontile di transito, andiamo in ufficio accolti da gran saluti degli ormai amici del marina, sempre allegri e passionali che ci assegnano un posto fisso per l’inverno.

Siamo arrivati a casa molto presto in stagione, ma abbiamo diverse incombenze da risolvere e onestamente non ci costa poi così tanto farci le “vacanze" a casa, anzi ... piuttosto che in marina o ancoraggi dove ormai a luglio ed agosto si guerreggia per l’ultimo posto disponibile, meglio essere nella tranquillità della propria casa.



 Track da Benodet a Gijon
 
 

Barche di legno a Benodet


 
 
 
Benodet, la passeggiata verso il supermercato


Terra in vista, Gijón !!!

 





Casa!







 


 

 

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