mercoledì 3 luglio 2024

4 giorni per doppiare la penisola del Cotentin


 

29 giugno 2024

Da Ouistreham a San Vaast ancoraggio 45 NM.

49 34 07.536 N   001 16 45.496 W

Dopo una tranquilla e riposante settimana a Ouistreham tanto da sembrarci quasi una vacanza, visitato un interessantissimo museo (https://www.musee-4commando.fr/ ) sullo sbarco degli inglesi nella spiaggia di Sword a Ouistreham nel 1944  e esserci sciroppati un lungo viaggio in autobus fino a Le Havre per andare a incontrare Eiasu con il suo catamarano Wharram da 28 piedi che si apprestava ad entrare nei canali francesi per raggiungere il Mediterraneo, alla fine ripartiamo con slancio.

Tanto slancio che decidiamo di fare 4 giorni full immersion di vela per toglierci di mezzo queste complicazioni non da poco del navigare intorno alla penisola di Cotentin.

Studiamo  sempre venti e correnti, ma la notte decidiamo di passarla all’ancora, anche se ancoraggi scomodi e aperti a quasi tutto, però con il vantaggio di poter calibrare meglio i tempi per affrontare al meglio le 4 Race che ci attendono e non dovendo sottostare alle tempistiche dei vari sill, gate e lock .

Il 29 giugno sveglia alle 5 alle prime luci dell’alba, colazione e alle 06:15 ci presentiamo davanti al lock per uscire in mare, aprirà alle 06:30 ma è richiesto di essere in agguato 15 minuti prima.

Alle 06:30 il gate apre e con noi entrano altri 4, 5 barchini di pescatori, ci attracchiamo ai cavi verticali in banchina per fare scorrere la barca in giù, se non che nel agganciare il cavo di poppa con il mezzo marinaio telescopico mi si sfila tra un pezzo e l’altro e un pezzo mi cade in acqua, per fortuna Antonella con il suo mezzo marinaio fisso si era già agganciata a prua, ma nel frattempo la poppa spinta dalla corrente se ne sta’ andando in mezzo al lock. Con la cima di prua collegata, do’ marcia indietro e usando la cima come spring riesco ad riavvicinare la poppa e collegarmi al cavo della banchina, poi riusciamo a ripescare il pezzo del mezzo marinaio ancora galleggiante.

Beh, a parte un po’ di spettacolo per i presenti non paganti ci è andata bene, non sono infrequenti gli incidenti o i danni che si fanno nei lock.

Usciamo in mare, e vento, anche se nella direzione giusta non ce ne è molto, per fortuna la corrente ci aiuta.

Una bella giornata di sole, vele e aiutino del Volvo. Arriviamo a Saint Vaast proprio all’ora che apre il gate e ci sono almeno una decina di barche in attesa di entrare, non abbiamo voglia del casino e vogliamo essere liberi per l’orario di partenza.

Ci ancoriamo nello stesso punto dell’andata, posto molto bello, ma sicuramente poco tranquillo, per via che il fondo cala velocemente e costringe a mettersi lontano da costa e a parte la protezione da ovest e nord ovest il resto è tutto aperto e abbastanza vicino al passaggio nella Manica del grosso traffico commerciale e quindi risacca a non finire.

 

da Ouistreham a Saint Vaast La Hogue


Ouistreham, il pontile visitatori vicino al piccolo bar sulla riva

Le spiagge dello sbarco

Saint Vaast, il castello La Hogue nella baia dell'ancoraggio. Il barattolo giallo è il nostro grippiale.

Saint Vaast all'alba



Saint Vaast, La torre Vauban nell'isola Tatihou davanti al lock.


 

30 giugno 2024

Da Saint Vaast a Omonville 38 NM.

49 42 19.503 N   001 50 02.068 W

Sveglia alle 5 anche se la notte è stata dura, in particolare dopo aver perso un po’ l’abitudine di stare in baia all’ancora e quindi una gran fatica a dormire.

Partenza alle 06:00, vento robusto sui 24 nodi da nord ovest, quindi la risalita verso il capo Pointe de Barfleur, su di bolina per poter passare le prime due Race, purtroppo con corrente verso nord ovest ma mare contro da nord ovest, la prendiamo larga a circa 3 miglia dal capo, in piú il coefficiente basso ci aiuta e non passiamo  in mezzo al ribollire del mare.

Tiriamo il bordo lungo per prendere acqua e poter poi virare per poter dirigerci verso Omonville dopo Cherbourg, tiriamo un altro bordo verso ovest, ma appena la corrente gira contro, a circa 5 miglia dall’arrivo, andiamo di motore perché nella Manica la corrente spinge.

Arriviamo a Omonville, un piccolo paese di pescatori con un molo che in teoria dovrebbe riparare dal nord ovest e vari pescatori al gavitello e 4 gavitelli liberi a disposizione dei visitatori,  ne prendiamo uno e prima di sera arriveranno altre due barche a vela, il grosso delle barche naturalmente si infila nel mega marina di Cherbourg, cosa che noi non vogliamo fare.

Il posto è molto carino e isolato, ma proprio sulla Manica con conseguente traffico che crea una grande risacca, in piú la sera continua a buffare da nord ovest e contribuisce ad alzare onda, dentro si rolla da matti, alle volte penso che mettiamo la falchetta in acqua, praticamente impossibile dormire.

Da Saint Vaast a Omonville La Rogue.


 

Il faro della Pointe de Barfleur


Omonville La Rogue



Omonville La Rogue


Omonville La Rogue

Omonville La Rogue



01 luglio 2024

Da Omonville a Fermain Bay in Guernsey  38 NM.

49 26 01.704 N   002 31 47.708 W

Pur con ormai due notti praticamente insonni, sveglia alle 05:00 per poter partire alle 06:00 con ancora due ore di corrente contro nella Manica, ma che alle 08:00 girato il temuto angolo di Cap de la Hague ci si dovrebbe trovare in stanca di marea prima che la marea cominci a filare verso sud.

Questi i calcoli, naturalmente la realtà non li rispecchia sempre.

Usciamo dal misero ridosso di Omonville e ci troviamo una ventina di nodi da nord ovest contro la corrente e le onde si fanno sentire, proviamo ad andare a vela in parallelo alla costa, ma non ce n'è per nessuno, il mare è montato parecchio causa la corrente e tende a spingerci a terra.

Con vela e motore ci dirigiamo verso nord per passare la meda nord minacciosa di La Plate a guardia di bassi e scogli, quando ci sentiamo un po’ piú tranquilli, continuiamo a dirigerci verso ovest sempre con sto maraccio.

Una volta passato il capo, poggiamo e via che si va’ per 220 gradi, passiamo le due brutte Race in stanca che comincia a correre verso sud ovest, il vento a favore di marea  appiattisce il mare, via di randa piena, genoa al 120 % e si vola, in poco tempo filiamo a 9 nodi cavalcando questa bellissima corrente.

Abbiamo intenzione di rimanere solo una notte a Guernsey, non abbiamo nessuna intenzione di fare le pratiche di entrata e siamo un po’ indecisi su che baia scegliere. Ce ne se sono 3 nella parte sud, ma non ci sconquifferano molto, in piú la notte bufferà da ovest e potrebbero non offrire una gran protezione, ce n'è un'altra vicino al porto e vicina alla città, ma non ci ispira molto, alla fine scegliamo la baia di Fermain sul lato est dell’isola, quindi ben protetta da ovest, una bella spiaggia, unico neo non è molto larga e in piú ci sono 3 paia di gavitelli per ormeggiarsi prua/poppa con su scritto a lettere cubitali “PRIVATE”.

Non ci azzardiamo a prenderli nel caso tornasse di notte il proprietario, ci incuneiamo tra una coppia di gavitelli, un inglese local all’ancora e un catamarano in un'altra coppia di gavitelli.

Piú tardi arriverà una barca di tedeschi, una francese e una olandese, siamo preoccupati della risacca, la terza notte senza dormire sarebbe davvero troppo.

Alle 20:00 siamo già stecchiti a letto e faremo tutto un sonno fino alle 5 della mattina dopo, finalmente una baia seria, un paradiso, tranquilla, e la mattina svegliarsi con il cinguettio degli uccellini.

Da Omonville a Fermain Bay in Guernsey

Partenza da Omonville, il mare si calma finalmente.

 

L'isola di Alderney, quella piú a nord delle Anglo Normanne al limite del Alderney Race

 

 

 

In lontananza il Capo La Hague, l'altro limite del Race.

l'isola Sercq (Sark) a est di Guernsey


l'isola Sercq (Sark) a est di Guernsey


Le isole Herm e Jetou a est di Guernsey

Vista del porto di Guernsey tra le isole Herm e Jetou







Guernsey, Fermain Bay

Guernsey, Fermain Bay

Guernsey, Fermain Bay



Guernsey, Fermain Bay

 

Guernsey, Fermain Bay, guardando verso Nord Est

 

02 luglio 2024

Da Guernsey a Lezardrieux 48 NM.

48 47 17.284 N   003 06 06.093 W

Alle 06:00 issiamo àncora, bella affondata nella sabbia e via con vento al traverso da ovest, inizialmente abbiamo la corrente a favore, poi non l’avremo proprio contro ma al traverso.

C’è un po’ di onda del buffare la notte da ovest, continuiamo per un bel tratto al traverso per passare poi gran lasco con il giro di vento.

Navigazione tranquilla, vento bello fresco e cosí da dietro è una bellezza avere l’hard top chiudibile anche dietro, noi controlliamo le vele, l’autopilota fa’ il suo mestiere anche se scodinzola un po’ e comunque ci insegna sempre come equilibrare la barca con le vele.

Lezardrieux è circa 6 miglia all’interno di un fiume che speriamo sia bello tranquillo. All’arrivo, con onda e vento fresco, all'ingresso del canale, facciamo una gran fatica a distinguere l’entrata del fiume, anche perché ci sono vari rami con mede cardinali e laterali in abbondanza.

Finalmente troviamo la “nostra verde”e di lí diventa tutto  piú semplice seguendo le varie laterali ben segnalate.

Il marina ha due possibilità, o stare nei pontili sul fiume e quindi senza impedimenti di barriere, oppure entrare nel bacino riparato da un sill e un gate che si apre automaticamente 3 ore prima e tre ore dopo l’alta marea.

Questa volta, reduci dai vari rollii delle scorse notti decidiamo di entrare nel bacino dove non c’è neppure la piú piccola increspatura, un paradiso. Quando il gate chiude rimaniamo con 2 metri di fondo sotto, come dicono in Francia “ l’Ovni c’est  formidable”.

Abbiamo perso qualche ora di sonno nelle notti rollose, ma alla fine ci siamo anche divertiti e ripreso un po’ il vecchio ritmo di pedalare e fermarsi solo per la notte all’ancora e fare tanta vela .

Da Guernsey a Lezardrieux


Lezardrieux, il marina nel bacino chiuso in alto a destra

Bassa marea

 

Lezardrieux, il centro del paese.

 

 

Lezardrieux, il centro del paese.








 

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