venerdì 20 dicembre 2024

Gijón. Il sentiero della Playa de la Nora.


By Angelo

Una delle ragioni per cui scegliemmo di vivere a Gijon nelle Asturie fu anche la sua folta rete di sentieri che dipartono dalla città per addentrarsi lungo le coste e verso l’interno, visto che oltre che navigare amiamo anche fare lunghe passeggiate.

Abbiamo così cominciato a studiare le possibili scarpinate, abbiamo trovato un sito su Wikiloc con tutti i sentieri, o almeno molti con le apposite cartine, molto comodo, ma naturalmente c’è il trucco, se si vogliono utilizzare le cartine georeferenziate con GPS bisogna pagare una quota annuale, del resto una cartina senza GPS oggi come oggi può essere complicato da seguire su Google Earth.

Per non pagare la “tacchina” mi è quindi venuta l’idea di utilizzare il sistema cartografico che utilizziamo in barca, crearsi la carta georeferenziata attraverso SAS Planet e gestirla con OpenCpn.

Una volta creata la carta Google Earth con SAS Planet e importata su OpenCpn ho tracciato la rotta copiando il sentiero da Wikiloc usando due schermi.

Una volta finita la rotta, non ho fatto altro che copiare il tutto, cioè la carta SAS Planet, con estensione mbtiles e la nuova “rotta” su OpenCpn installato sul telefono, ed ecco che abbiamo un comodo sentiero georeferenziato che possiamo seguire tranquillamente e goderci delle gran belle passeggiate.


Il sentiero su Wikiloc


Il sentiero georeferenziato su OpenCpn


By Antonella

Lunedì 16 dicembre, dopo che Angelo ha studiato bene il percorso e fatto la mappa sul tablet utilizzando OPEN CPN per i percorsi terrestri anziché marittimi -trovando anche un "merendero" in un punto strategico sulla via del ritorno- in una splendida giornata di sole, siamo partiti dalla Playa di San Lorenzo in direzione Est lungo la costa con destinazione Playa de la Nora, località molto famosa e di cui avevamo sentito parlare molto e che ci avevano consigliato, per un totale di 14 km. circa con ritorno in autobus.

Lungo la costa da Gijón verso Est ci sono molte spiagge quasi tutte raggiungibili a piedi del sentiero costiero. La playa de la Nora è l'ultima prima del confine del comune di Gijón con  quello di Villaviciosa. La playa della Nora prende il nome dalla ria che sfocia sul mare e anche il paese di Villaviciosa costeggia un'altra ria con sbocco sul mare e che costituisce il canale d'ingresso al porticciolo di Villaviciosa. 

Le rias che si trovano lungo la costa settentrionale della Spagna sono quasi tutte soggette alla marea il che significa che il mare entra e segue il corso d'acqua all'interno. Il percorso indicato nelle immagini lo abbiamo scaricato dal sito Wikiloc  apportando alcune modifiche e tagliando il tratto che costeggia il Capo San Lorenzo, come si vede nella seconda cartina. Nonostante seguissimo il percorso con il GPS del tablet, in alcuni passaggi abbiamo dovuto chiedere ai passanti perché il percorso non corrispondeva alla mappa. Tra gli altri, in prossimità della playa, nell'incertezza se proseguire fino alla spiaggia o deviare per il parcheggio evitando la salita, chiediamo a un signore con il bastone sopraggiunto  in senso opposto. Lui ci consiglia di andare avanti ancora una cinquantina di metri fino al belvedere per godere del panorama e della vista (eravamo in mezzo agli alberi) e ci dice che proseguendo lungo la ria c'è un bel sentiero che passa da un vecchio mulino ma che al momento non è molto consigliato per via del fango. Chiaccherando un po' all fine ci dice che ha 90 anni !!! Angelo gli chiede dove bisogna firmare per arrivare a quell'età in quelle condizioni e lui risponde candidamente che è una questione di genetica! 

Proseguiamo fino al belvedere e guardandoci intorno e sulla mappa vediamo che il sentiero lungo il fiume si ricongiunge al nostro percorso di ritorno facendoci risparmiare un bel po' di strada e la faticosa risalita sull'altro versante della valle. Quindi procediamo nonostante il fango per un sentiero meraviglioso nel silenzio del bosco. Dopo il mulino arriviamo alla strada ormai affamati e finalmente al "merendero" La Cabaña, quei posti semplici sperduti nella collina dove i principali avventori sono operai  e il menu molto semplice a soli 24 euro con una bella birra fresca alla spina. Crema di marisco, fideo con langostinos e almeja, un piatto di carne con patate fritte e la torta al formaggio. Poi a pochi metri la fermata dell'autobus e in pochi minuti siamo di nuovo a casa nel primo pomeriggio. 


Guardando verso Ovest, la playa di San Lorenzo e Gijón.







Si intravede la playa de la Nora

Playa de La Nora dal belvedere.

Playa de La Nora

imbocchiamo il sentiero lungo il fiume






il mulino

il merendero La Cabaña










domenica 1 dicembre 2024

Motore nuovo, elica nuova.

 Gijón  1 dicembre 2024

By Antonella

A seguito del cambio motore e dopo varie prove ci siamo resi conto che l'elica a due pale che avevamo non andava piú bene con il nuovo motore meno potente del precedente. 

Dopo aver chiesto ai vari cantieri e a varie ditte per sapere le dimensioni e il passo dell'elica adatta al nostro motore e alla nostra barca ci siamo resi conto che ognuno dava misure differenti con il rischio che una volta acquistata e provata non andasse bene. Studia e ristudia non ne venivamo a capo anche perché chiedendo i vari preventivi non ci dicevano mai le dimensioni esatte impedendoci di avere termini di paragone. Abbiamo scoperto che nei preventivi delle eliche non danno mai l'esatta misura del passo.

Ci siamo quindi consultati con il nostro amico di Malta che ci ha indicato la sua scelta. Un'elica di fabbricazione tedesca con le pale orientabili e con il passo regolabile, cosí nel caso quello impostato dalla ditta non vada bene, si puó modificare. Chiaramente il costo è molto maggiore delle altre ma la disponibilitá e la professionalitá del nostro referente ci ha fatto scegliere questa soluzione, elica Variprop a tre pale diametro 16 pollici.

Dovendo mettere la barca in secco per cambiare l'elica, ne abbiamo approfittato anche per sistemare il pistone del timone e modificare l'asse creando la sede per la chiavetta del mancione che collega l'asse all'invertitore e aggiungendo un grano per impedire all'asse di andare avanti e indietro. Per la  modifica all'asse siamo dovuti andare da un tornitore nella zona industriale. 

In pratica tutto questo lavoro è stata l'ultima fase della saga del motore. Venerdí 29 novembre abbiamo messo la barca in acqua e siamo usciti dal porto per provare come si comportava l'elica aumentando i giri motore (RPM). Il massimo di giri da raggiungere era max 3200 che con l'elica precedente non era possibile visto che giá a 2500 vibrava tutto e faceva anche uno strano odore. 

Usciti dal porto provato gli RPM da 2000, 2500, 3000, 3200 con un aumento progressivo della velocitá fino a piú di 7 nodi per i 3200 giri, ma giá con 1500 RPM la velocitá era di 4,5 nodi. 

Solo al rientro all'ormeggio abbiamo notato che il cambio marcia non ha effetto immediato e bisognerá farci la mano.

Dopo più di due mesi di stress, dubbi e contorcimenti, le buone notizie sono che dopo anni alla ricerca del fantomatico Leak, (leggi dispersione di elettricità nello scafo), che appariva  e spariva random, finalmente non appare piú che significa che il motore è ben isolato. Pensiamo inoltre che tutti il problema dell'invertitore e quello relativo al freno dell'asse erano dovuti a una errata valutazione del sedicente "guru delle eliche" che a Trinidad nel 2014 ci aveva consigliato di mettere un'elica a tre pale che evidentemente sforzava sia motore che invertitore e che molto probabilmente ha determinato la rottura dell'invertitore a Horta nel 2019.  Successivamente ad Arzal nel 2021, avevamo rimesso quella a due pale originale. 

Adesso con l'elica con le pale orientabili dovrebbe andar meglio anche quando si va a vela perché non fa attrito e non sforza l'invertitore.

 

 

L'elica a tre pale montata a Trinidad (Caraibi) nel 2014 e smontata ad Arzal (Francia) nel 2021.

 

L'elica originale a due pale fisse


Elica nuova e modifica asse

dal tornitore per le modifiche all'asse.

Montaggio dell'elica nuova

qui si vede la scanalatura della chiavetta nell'asse

Elica inserita





 


 

 

Elica con anodo

Al ritorno del giro di prova

Un grande studio e operazione realizzata con successo dal prodigioso 

MAGO OLEGNA !!!! 👏👏👏

 

mercoledì 20 novembre 2024

La saga del motore e altre storie



By Antonella

 


Gijón  14 novembre 2024

Dopo 24 anni e 8000 ore,  dopo tutti i problemi avuti col motore che ci hanno fatto cambiare i piani di navigazione di quest’anno  (vedi post), dopo aver valutato le varie possibilità di riparazione e dopo aver chiesto vari preventivi e anche se alla fine eravamo riusciti a farlo andare bene, ci siamo decisi a cambiare il motore.  Così abbiamo optato per un’officina Volvo di Bilbao che ci aveva assicurato di sapere come installare il motore sulla nostra barca di alluminio.

L’appuntamento era fissato per il 16 settembre a Bilbao e per l’occasione avevamo pensato di fare una navigazione tranquilla lungo costa verso Est, partendo  da Gijón con una decina di giorni di anticipo, il 6 di settembre.

Visto il meteo, la prima tappa è stata Santander con una notte di navigazione e già qui ci siamo presi un temporale con fulmini e raffiche a 40 nodi la sera verso le 11 con pioggia battente e zero visibilità, ma soprattutto una gran paura dei fulmini con arrivo sempre di notte al marina, cosa mai semplice.

la sera della partenza, vista da poppa


il temporale si avvicina


 Santander: marina del Cantabrico

Da Santander  a Laredo, dove non eravamo mai stati. 

Posto molto carino con un bel marina protetto. 

Arrivo nella baia di Laredo-Santoña

Laredo

Laredo, centro storico

Laredo, "pescatori" lungo la spiaggia

Monumento ai pescatori di Laredo

Laredo: la spiaggia

 

Poi il 13, siamo arrivati a Bilbao accolti dal gommone della dogana in assetto controlli che ci ha accostato nell’immenso  bacino portuale di Getxo Bilbao.  Le autorità di controllo marittimo di qualunque tipo sia spagnole che francesi rimangono sempre perplesse quando scoprono che siamo italiani con bandiera e barca francese e viviamo in Spagna.  Il motore non ha dato problemi  durante la navigazione e i dubbi continuano a girarci in testa.

In accordo con il cantiere ci siamo ormeggiati nel pontile del salvamento in attesa di tirar la barca in secco il 16 lunedì. Il 17 viene estratto il vecchio motore con il sistema preparato da Angelo che ha preventivamente fatto una apertura sul tetto dell’hardtop per poter infilare la catena da agganciare il motore, ma anche per vedere il segnavento in testa d’albero in navigazione da sotto l’hard top. Durante l’operazione siamo entrambi un po’ tra il commosso e l’emozionato con mille dubbi sul cambio, ci dispiace lasciare a terra un pezzo della nostra storia sul quale Angelo ha lavorato tantissimo. Ma si sa “chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che perde ma non sa quello che trova”.  In linea di principio visto le facce che fanno i meccanici quando abbiamo detto 8000 ore pensiamo che qualcosa bisogna fare ma il futuro  ci sembra incerto anche perché il nuovo motore è un 30 HP rispetto ai 40 HP del vecchio. Angelo ha trattato il vecchio motore come un bambino e nonostante i problemi non ci ha mai lasciato a piedi – anche se io penso grazie al talento di Angelo per i motori- anche per questo  il pensiero del nuovo motore ci toglie il sonno.

Verso Bilbao



Getxo, Bilbao, il pontile del salvamento vicino al travel-lift


 
 

Angleo toglie il plexiglas dell'apertura sull'Hard top in preparazione dell'estrazione del motore.








Il vecchio motore VOLVO PENTA MD 2040





Il vecchio invertitore



Il nuovo invertitore

Il nuovo motore VOLVO PENTA D1 30

L'isolamento acustico nuovo sulle parti intorno al motore

Il vano motore con il nuovo isolamento.

Arrivo del nuovo motore

Il nuovo motore più piccolo su due lastre di alluminio aggiuntive sui silent blocks. Iniziano qui gli errori di misurazione .

Primer sull'elica


Nonostante la buona impressione che ci hanno fatto inizialmente  i meccanici del centro Volvo, i dubbi rimangono anche per quel che riguarda il nuovo invertitore e il suo posizionamento  all’interno del vano motore.

Man mano che i lavori procedono iniziano a sorgere problemi. Il primo è la posizione dei bulloni  dei silent blocks che essendo più stretta necessita di un aggiustamento. Aggiustamento che viene fatto in maniera approssimativa  e Angelo deve intervenire per mostrare l’errore e trovare una soluzione per risolverlo. Il secondo problema  sono i bulloni dell’invertitore che sono in pollici  rispetto a quelli in centimetri dell’attacco sulla barca e anche qui Angelo interviene per spiegare la differenza tra pollici e centimetri. Si trovano i bulloni in pollici che vengono adattati e fissati.

Continuiamo a non dormire e ad avere dubbi perché si rafforza sempre più l’impressione che il lavoro venga fatto in modo approssimativo senza aver preso le misure. Dopo grandi sforzi e correzioni il motore è fissato e il 24 il meccanico lavora fino a tardi per finire i collegamenti elettrici  per rispettare l’appuntamento  dell’indomani 25 settembre con il travel-lift per mettere in acqua la barca e fare la prova in acqua. 

24 settembre: di corsa tre mani di antivegetativa  prima di tornare in acqua il giorno dopo

Stranizza all'interno


25 settembre: in acqua!

Ormeggiati al pontile del Puerto Deportivo di Getxo

 

Il 25, una volta in acqua  - con vento da 25 a 40 nodi di raffica- si fa un giro di prova e sembra tutto ok fino all’ormeggio provando una velocità massima  contro vento di 7 nodi.

La scadenza del 25 era per noi importante perché avevamo prenotato un appartamento per il periodo della barca in secco, che si è rivelato una gran fregatura, sia per l’odore terribile di muffa sia per il muro della camera da letto confinante con una strada trafficata, quindi oltre al pensiero del motore, la notte non riuscivamo a dormire per il rumore e non vedevamo l’ora di andarcene.

L’indomani, 26 settembre, proviamo ad accendere il motore e suonano tutti gli allarmi più l’indicatore della dispersione con un rosso al massimo livello che significa che il motore non è isolato! 

Chiamati a raccolta i meccanici, ci rendiamo sempre più conto che non hanno mezza idea dell’installazione su barche di alluminio perché sostengono che la dispersione di elettricità viene dal pontile. Anche in questo caso Angelo studia il problema e trova la soluzione nel far ordinare un pezzo dalla VETUS che isola motore e asse dell’elica. Per fortuna il cantiere lo ordina senza fare troppe storie. La tensione inizia a calare e ci sembra di vedere la luce.

30 settembre

Siamo ormai a Getxo,Bilbao da 17 giorni e non per fare i turisti. Siamo andati solo domenica 22 a visitare il Ponte di Biscaglia, il resto passato tra cantiere, officina, appartamento puzzone  e ora finalmente su Stranizza. Nel frattempo ho imparato qualcosa in più su Euskadi,( Paese Basco) Euskera, (lingua basca) e Ikurriña la bandiera dei Paesi Baschi.

Domenica 22, giorno di riposo e gita al Puente Vizcaya

Vista verso il mare dalla cabina mobile del ponte

Sosta tecnica con cioccolata e churros

Sulla passerella in alto del ponte



Vista verso la cittá

Vista verso il porto industriale e il mare

 

L’ampliamento del porto di Bilbao e la costruzione del ponte vengono realizzati alla fine dell’ottocento sotto la direzione di vari ingegneri tra cui Evaristo Churruca che progetta i grandi moli esterni che risolvono il problema della formazione di banchi di sabbia all’imbocco della Ria. Tutta la zona di Getxo diventa residenziale alla fine dell’ottocento con lo sviluppo dell’industria mineraria e la costruzione delle grandi ville di industriali e politici sul lungomare. Nella zona del porto turistico ci sono solo bar e ristoranti e negozi di articoli nautici, per fare la spesa bisogna addentrarsi  nell’abitato e o risalire la scarpata. Vicino al marina c’è un enorme terminal dove attraccano le navi da crociera che scaricano stuoli di anziani. In giro s’incontrano varie nazionalità, arabi, pakistani,come quelli di uno dei bar del marina,  sudamericani che spesso gestiscono piccoli negozi di alimentari, anche africani che vendono paccottiglia o chiedono l’elemosina. Ad un’ osservazione attenta si percepisce che qui la vela è un hobby da benestanti a giudicare anche dai prezzi dei marina  abbastanza alti anche in bassa stagione.

L'edificio (1920) della direzione del porto di Getxo e della Croce Rossa che si occupa del salvamento marittimo

Getxo,  vista della passeggiata e della zona residenziale dal pontile del marina. In primo piano biciclette galleggianti in affitto.

 

Finalmente arrivano i pezzi della Vetus e vengono montati con Angelo che va sott’acqua per far entrare l’asse nel mancione a colpi di martello. Una volta montato tutto il pezzo facciamo un giro di prova, tutto ok fino a 1500 RPM poi il rosso della dispersione lampeggia. Last but not the least, Angelo si accorge che nel nuovo pezzo manca un distanziale e lo costruisce con una chiave.

A questo punto, vista la situazione, abbiamo ormai l’idea che questa officina VOLVO non abbia idea del montaggio su barche di alluminio. Telefoniamo alla direzione generale VOLVO in Belgio per sapere se c’è un protocollo per le barche di alluminio e ci indicano un’officina VOLVO a La Rochelle.  Telefoniamo e ci confermano che lavorano anche per Alubat.  Il 4 ottobre decidiamo di partire subito per La Rochelle anche perché il 7 arriva una depressione, andiamo in cantiere a pagare e lì abbiamo l’ultima conferma che non avevano idea perché il capo dice chiaramente  “che le barche di alluminio hanno la piastra porosa per la dispersione elettrica”  cosa che hanno solo le barche in vetroresina, mentre le barche di alluminio hanno dei relex che isolano lo scafo, cosa che abbiamo imparato in seguito.

Così la sera del 4 partiamo da Bilbao che non ne potevamo più e con mare incrociato e temporali all’arrivo con nebbia che non si vedeva niente arriviamo in una notte buia e tempestosa, sfiniti  al Port de Minimes de La Rochelle alle 6 del mattino del 6 ottobre, ormeggiati al pontile del distributore perché non distinguiamo quello di transito. 

4 ottobre ore 19, in fuga da Getxo Bilbao per La Rochelle.

4 ottobre, tramonto sulla costa Cantabrica

... dopo una notte buia e tempestosa

 

La Rochelle: Port de Minimes

 

A La Rochelle, dopo aver contattato l’officina Volvo, viene il meccanico per un’ispezione del motore e constata che per isolare ulteriormente il motore bisogna installare i relex, parti che devono essere ordinate, in più ci dicono che proveranno il tutto su un alternatore che hanno in officina per essere sicuri. Noi ormai non ci fidiamo più di nessuno e andiamo a farci spiegare esattamente cosa devono fare. Nel frattempo approfittiamo per andare alla HYDROEM a sistemare il pistone idraulico del timone, contattiamo la veleria per ricucire alcuni punti del genoa – che ci dice anche che la vela è ancora buona e non ha bisogno di essere cambiata- l’asta YOR nuova  e il salvagente nuovo. Poi dopo ben 24 anni montiamo anche lo specchio in bagno.

Giro turistico per velisti alla Hydroem per regolazione pistone del timone


 
La nuova asta IOR e la borsa con la cima e il salvagente

Catamarani di lusso e barchette stanziali

Qui in Francia si vede che la vela fa parte della cultura, scuole di vela ovunque e ben attive, barche che escono con qualsiasi tempo e soprattutto prezzi bassi al marina.  La domenica del nostro arrivo c’era il Gran Pavois (fiera della nautica e delle barche) ma noi eravamo troppo stanchi per visitarlo.

Lungo tutto il pontile del transito, dove ci siamo spostati, e a perdita d’occhio intorno a noi, una marea di catamarani nuovi enormi, la maggioranza Fountain Pajot, più alcune barche “stanziali” più modeste di gente che vive a bordo in condizioni precarie. Insomma dalle stelle alle stalle. 



Un parabordo che costa come un rene ...

Gli stanziali....

Gli stanziali....

Gli stanziali....


I cani degli stanziali.



S/Y "EVASION"

Barca trainata in porto da SNSM  (Sauveter en Mer)  a cuasa di una avaria al motore. Abbiamo sentito il PAN PAN mentre arrivavamo a La Rochelle nella notte buia e tempestosa.




La draga nel vecchio porto


Spiaggia a La Rochelle con vista sul Faro della Fin del Mundo (riproduzione di quello dell'isola de los Estados) https://youtu.be/gnUGtxsY-BA?si=IcPdQz1Qo8vth7LB

Facciamo anche qualche giretto nel sempre spettacolare centro storico di La Rochelle, dove nel vecchio porto vediamo in anteprima due IMOCA della Vendée Globe,  Maitre Coq del vincitore della scorsa edizione e Human Immobilier di Antoine Cornic un nuovo partecipante , visione esclusiva senza bisogno di andare a Les Sables d’Olonne all’affollatissima partenza.

L'IMOCA  "Maitre COQ" di Yannick Bestaven



L'IMOCA a deriva senza foils "HUMAN IMMOBILIER" di Antoine Cornic


Il 16 ottobre finalmente viene il meccanico a fare il montaggio dei relex e a controllare il tutto. Si accorge che il filo dell’acceleratore era messo male e faceva contatto e Angelo sistema poi anche il filo dell’invertitore che era storto e impediva alla leva del cambio di funzionare bene. Finalmente sembra che sia tutto a posto e ci mettiamo a studiare il meteo per il ritorno.

Il 23 decidiamo di muoverci da La Rochelle a St. Denis  a l’Île d’Oleron, che si trova a dieci miglia e che ci accorcia un po’ la distanza per il ritorno verso Gijón.  

Molto contenti della scelta. St. Denis è un villaggio molto carino, sicuramente più umano di La Rochelle, con una bella pescheria e un mercato tutti giorni sulla piazza poco distante. Approfittiamo facendo mangiate di ostriche e una bella camminata fino al faro di Chassiron che delimita l’ingresso al canale che va a La Rochelle. 

Partenza da La Rochelle con nebbia fitta

nebia fitta che pian piano si dirada

Il marina di St. Denis d'Oleron, Stranizza all'inglese nel pontile di transito

 

St. Denis d'Oleron

St. Denis, le case basse che ci ricordano un po' Marina di Ravenna



St. Denis, La piazza del mercato

St. Denis,  il sistema di pesca che sfrutta la marea, gestito in collettivo.


Ostriche e cozze a volontá!
 

Gita al faro

Un vecchio mulino nel centro del paese

 





 



Il "semaphore", di fianco al faro, che gestisce  il traffico del canale d'ingresso a La Rochelle

Il giardino botanico alla base del faro

In cima al faro vista verso Est, con la balisa di segnalazione dei bassi fondali

Vista verso Nord

Vista verso Sud Ovest

 

A St. Denis siamo ormeggiati all’inglese e siccome l’ondina fetente entra dal canale e ci batte sulla poppa, proviamo lo “SPROGGING” una manovra per ruotare la barca di 180 gradi senza staccarsi dal pontile, legati con solo una cima alla bitta di poppa. In questo modo abbiamo la prua all’ingresso e l’ondina non ci da più fastidio.

"SPROGGING" 






Stranizza ormeggiata con la prua verso l'uscita, si dorme tranquilli.


Dopo qualche giorno si ormeggia davanti a noi un SIRIUS vecchio modello con bandiera austriaca. Siamo super incuriositi perché la SIRIUS viene pubblicizzata per la razionalizzazione degli spazi e per avere la dinette allo stesso livello del pozzetto. È stata per un po’ il nostro ideale soprattutto quando dobbiamo tirare fuori mezza barca per le parti di ricambio o semplicemente per gli attrezzi.  Conosciuta la coppia di proprietari la visita a bordo ci fa cambiare idea. I gradini ci sono, ma nei posti sbagliati che ci fanno apparire tutto ancora più scomodo!

Finalmente il 31 ottobre vediamo una buona finestra meteo per fare una diretta su Gijón, con poco vento e mare calmissimo. Arriveremo a GIjón il 2 novembre alle 4 di notte dopo una smotorata sotto un cielo stellato incredibile che si rifletteva in un mare calmo e scintillante. Il motore non ha più dato problemi di dispersione  è più silenzioso grazie al nuovo isolamento  e incredibilmente il problema di dispersione che appariva ogni tanto durante i 24 anni  è scomparso!

Rimangono ancora molti lavori da fare, primo da tutti la sostituzione dell’elica che va adattata al nuovo motore. Alla fine siamo contenti di aver risolto molti problemi  e di essere andati a La Rochelle  e di essere finalmente a casa.


 

Verso casa: tramonto

Verso casa: alba

PICCOLO  RIASSUNTO IN VIDEO