domenica 24 maggio 2015

Piccola analisi di una traversata Atlantica west to east

La rotta classica per la traversata di "ritorno" cioe' quella da ovest verso est, per capirci quella che pochi fanno, quella che chi fa' charter dopo aver fatto pagare le persone per traversare verso i Caraibi, si trovano ora nella condizione di dover pagare qualch'uno per accompagnarlo in traversata.
Come dicevo la rotta considerata classica riportata anche da diversi portolani delle lunghe rotta e' quella di arrivare a Bermuda e verso fine Aprile primi di maggio navigare dritti se possibile sulle Azzorre o continuare a salire di latitudine fino anche a 40 per cercare i venti giusti.Questa e' ed e' stata la rotta da sempre per barche a vela con piccoli motori e poco gasolio, ci sono molti rischi ad alzarsi cosi' tanto di latitudine di beccarsi perturbazioni mica tanto piacevoli.
Da anni pero' anche con l'avvento di barche con motori piu' performanti, si tende a scegliere la rotta diretta da San Martin o da Antigua, gli svantaggi sono che bisogna smotorare un po', i vantaggi che si sta' bassi di latitudine e si e' piu' al riparo dalle perturbazioni atlantiche.
Noi abbiamo scelto quest'ultima, Antigua > Azzorre, quest'anno pero' la stagione e' in ritardo e l'anticiclone delle Azzorre ai primi di maggio non si e' ancora stabilizzato bene, permettendo cosi' alle perturbazioni di scendere di latitudine fino a quasi 20 gradi.Noisiamo partiti con un favoloso SE da Jolly Harbour da Antigua, che ci ha permesso di navigare la prima settimana alle portanti, dopo una settimana navigando verso nord ci siamo trovati ad un bivio,sulla destra in arrivo una brutta perturbazione che si centrera' sulle Azzorre, sulla sinistra una alta pressione, l'idea sarebbe stata di infilarsi nella parte bassa della bassa e farsi prortare verso est piu' che si poteva poi pero' per risalire bisognava infilarcisi dentro, una barca vicino a noi Shaule 3 di Danilo ha scelto questa strategia ed e' arrivato in 16 giorni alle Azzorre ...un po' sbatacchiato ma intero, noi complice anche un male di schiena terribile che mi aveva praticamente inginocchiato dal dolore, e con la rotaia del tangone divelta abbiamo deciso di continuare verso nord e di entrare per un paio di giorni nella alta e smotorare, per riprendermi un po' dal mal dischiena...che per fortuna tra voltaren e massagi e' scomparso.In cima alla alta ci siamo poi abbrancati alla parte di una bassa e per un paio di giorni col vento al traverso abbiamo filato , passando pero' una notte dura con venti fino a 40 nodi col mare formato al traverso con un buio che non vedevamo nenache il timone dal pozzetto.Riduci e riduci ci siamo trovati alla fine con trinchetta e tre mani di randa..ma la barca partiva comunque ancora all'orza, abbiamo tolto trinchetta e solo con randa a tre mani la barca si e' stabilizzata e rispondeva meglio ai frangenti laterali.Poi c'e' stato un susseguirsi di poco vento per delle alte pressioni, finche' gli ultimi 6/7 giorni il vento dapprima sul naso che ci ha costretti a fare bordi per non salire troppo di latitudine perche' sapevamo che il vento avrebbe continuato a girare.Cosa che alla fine ha fatto e di bolina larga/traverso siamo arrivati a Horta come dei fulmini toccando per una attimo la favolosa velocita' di 8.7 nodi.L'arrivo e' stato outstanding, un panorama impressionante, la cordialita della gente di Horta, trovarsi attorniati da barche e navigatori che avevano vissuto la stessa intensa esperienza di una traversata atlantica...da commuoversi.Poi i graffiti su tutti i moli e muri didponibili delle barche passate di li; il mitico Peter's bar ...insomma non si puo' descrivere interamente tutto cio' ,le emozioni sono piu' grandi delle parole.
Per tirare qualche riga finale, sicuramente consigliamo qusto tipo di rotta , in fin dei conti abbiamo consumato circa 200 lt di gasolio, ma non abbiamo corso dei rischi...almeno non troppi, non come quel gruppo di velisti in rotta dalle Bermuda alle Azzorre che colpiti da una perturbazione , dieci barche sono state abbandonate al mare e una bimba di 6 anni e' morta di ipotermia.
Pensavamo che 23 giorni fosse un esagerazione per questa traversata , ma poi una volta arrivati abbiamo scoperto che la media per un 40 piedi e' di 20 giorni...noi con la nostra piccola ma onesta 34 piedi siamo perfettamente in linea.
In questa traversata abbiamo avuto modo di capire un po' meglio il meteo ...anche se parlando con Roberto del Branca ci rendiamo conto che siamo ancora dei perfetti ignoranti...non se ne sa' mai abbastanza.
La bellezza di incontrare gli amici navigatori all'arrivo, appena arrivati c'era Danilo che ci aveva "fumato" lungo la rotta ed era gi'a una settimana che ci aspettava, appena Danilo ha rimollato gli ormeggi per dirigersi verso Pico, abbiamo visto arrivare il "carrozzone" di uno Swan 57 con a bordo Roberto del Branca come skipper piu' altri 4 italiani che trasferivano per conto terzi la barca dalle coste americane verso Gibilterra.Con Roberto ci conosciamo "virtualmente" da un paio di anni, comunicato cioe' sempre via e mail e mai visti, poi la coincidenza di noi che partivamo da Antigua e loro che partivano dall'America , due rotte coincidenti e arrivati a Horta con due giorni di scarto.E' stato davvero un gran bell'incontro anche con i due Franceschi a bordo , Marino e Fabio ,e le loro avventure a bordo di quello scassatissimo ed esagerato Swan che ormai e' diventato una paperella.
Le lunghe traversate sono proprio lunghe, nel senso che dopo 2 settimane si cominciano a fare sentire, specialmente il sonno, in due facciamo turni di 3 ore on duty e tre ore off duty, ma di solito non si riesce quasi mai a dormire 3 ore , 1 ora massino 1 e mezza, poi gli occhi si sgranano, quindi si continua a fare dei power nap, che sul momento danno il senso di essere riposati, ma dopo un paio di ore torna prepotente il sonno.Quindi si comincia a sognare un bel letto fermo e dormire 6/7 ore, anche la vita a bordo ...dipende dall'andatura , puo'essere molto scomoda, naturalmente la piu' scomoda in assoluto e' la bolina, dove sbandati di 30/40 gradi , sotto bisogna lottare contro gravita' e forze centrifughe potenti, e ogni piccolo movimento costa preparazione ed esecuzione, dall'andare in bagno al cucinare dove bisogna essere vigili che non voli qualcosa.Antonella e' stata bravissima, ha praticamente fatto sempre lei da mangiare (per sua scelta, e non perche' "e' una donna") io panificavo, focacce e ciambelle.All'ormeggio sembra di essere in una altra dimensione, tutto si ferma, si puo' anche tranquillamente appoggiare una bottiglia sul tavolo che non cadra', i primi giorni ci si sente tutti indoliti, i muscoli finalmente si possono rilassare, perche in navigazione tendono a lavorare di continuo anche a nostra insaputa.Si sente una grande spddisfazione di avercela fatta al meglio, dopo che per mesi ci si pensava e ci si preparava , ogni volta va' meglio sia nella conduzione della barca , sia nell'organizzazione del cibo e del sonno, rimane comunque dura, dopo 4 giorni siamo ancora un po' sbalestrati, contiamo di metterci una settimana a riprenderci completamente in questo posto magico che e' Horta.

Inviato via radio SSB, a breve le foto di Antonella.

4 commenti:

  1. Bravo for the successful crossing - well done!

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  2. che meravigliosa avventura, una svolta nella vita...
    Gabri

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    1. Ciao Gabri, grazie per I tuoi sempre preziosi commenti, ci entusiasmano.

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  3. Thanks Blake, was tough but we enjoy it..a preparation for the next one.

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