martedì 10 marzo 2015

Guadalupa, Maria Galante a colori

Vista la lunga e insolita permanenza a Maria Galante e l’incoraggiamento a mettere del mio nelle foto, mi sono sbizzarrita  su vari soggetti, di conseguenza è indispensabile una breve introduzione sul luogo.


Premetto che, dopo essere stati in Guyana francese, le province d’oltremare hanno molti tratti in comune, primo fra tutti la tela Madras gialla e rossa  che si ritrova nelle tovaglie e nei costumi tradizionali in  Guyana, Martinica e Guadalupa.


Il secondo elemento che distingue queste isole – Antille francesi - dal resto dei Caraibi è l’architettura coloniale che crea una identità legata alla madrepatria o “metropole” ( come si chiama la Francia nelle colonie), in particolare per gli edifici istituzionali – comune  e palazzo di giustizia – che si mescolano con le casette di legno colorate vivacemente  presenti in tutte le Piccole Antille.

Le piazze comunali sia a S. Pierre in Martinica che a Maria Galante sono dello stile Ali Tur degli anni Trenta e risentono dell’influenza di modernismo e razionalismo.



L’altro elemento caratteristico è la lingua creola, un misto di dialetti francesi con altre lingue, che si ritrova in molte scritte nei luoghi pubblici e sui muri.


L’influenza francese si ritrova in qualche modo nel gusto dell’abbigliamento, soprattutto delle donne più anziane con i loro ampi vestiti colorati e i cappellini di paglia.


Maria Galante  fa parte dell’arcipelago della Guadalupa insieme a Les Saintes e altre piccole isolette, tutte visibili all’orizzonte da Maria Galante.

Ci sono 3 città importanti che sono S. Louis, Capesterre e Grand Bourg che è la capitale dove siamo ormeggiati al porto.


S. Louis è il principale ancoraggio dell’isola per le barche a vela, anche se non molto protetto dal rollio del Nord Est.


Capesterre è situata a sud est, ha un piccolo porto di pescatori riparato dai reef, che quando siamo passati era completamente invaso dalla stessa alga che avevamo incontrato nella traversata dell’Atlantico e che abbiamo scoperto essere i famosi Sargassi che danno il nome al Mar dei Sargassi che corrisponde a una particolare zona dell’Oceano Atlantico.

L’alga in decomposizione faceva una puzza terribile.


L’isola vive di turismo, agricoltura, allevamento e pesca. In passato era chiamata l’isola dei cento mulini che servivano per la lavorazione della canna da zucchero. Sono ancora attive un paio di distillerie di rum e uno zuccherificio. Recentemente è stata costruita una centrale eolica che rifornisce di energia l’isola.


Abbiamo affittato un motorino e abbiamo fatto un giro, incontrando molti bovini che sono anch’ essi un simbolo dell’isola.
Gli animali d’allevamento come capre e galline sono molto comuni anche nelle altre isole francesi. E’ normale vedere scorrazzare in giro chiocce con pulcini e galli che si mettono a cantare sulla pubblica piazza.


Tra le molte cose che mi hanno affascinato, ci sono le scritte e le decorazioni di alcuni negozi e ristoranti e i graffiti.  Sono un miscuglio di naif e fumetti, e la loro bellezza sta nella spontaneità con cui sono realizzati. Mi sembrano come piccoli racconti a colori.





La spiaggia di Grand Bourg


Lezione di nuoto

La sede dei sub








La Dominica all' orizzonte


Lambi , le conchiglie


Grand Bourg il porto






Scrivano pubblico




Nassa artigianale



Fregata, grande uccello che ruba il pesce agli altri perche non puo atterrare in acqua
qui piu frequente  dei pellicani



GIRO DELL' ISOLA

Capesterre


Capesterre il porticciolo invaso dai Sargassi







I mulini







Guele Grand Gouffre a Nord dell' isola

L' alga e Si intravede Desirade  all' orizzonte




L' Isolotto del vecchio forte costa Ovest prima di  S louis


Sulla spiaggia..... Il soffio di Dio

S Louis  Ristorante vista mare



GRAND BOURG






La piazza del comune  e gli edifici Ali Tur









ormeggiati al molo





























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