martedì 15 aprile 2025

Dal meridiano di Greenwich fino all'ingresso del Mare del Nord

 By Angelo

Foto by Antonella

7 aprile 2025 da Le Havre a Fecamp: 33 miglia.

Una settimana passata a Le Havre, vuoi per riposarsi un po’, vuoi per visita dentistica, vuoi per visitare la bella città, naturalmente complice anche il prezzo accattivante settimanale del marina e last but not the least vedere se il meteo cambia un po’ a  favore.

Ormai da una settimana  è centrata sull’Inghilterra una alta pressione che ci regala venti da nord est…praticamente sul naso se si vuole risalire le coste della Normandia verso est.

Le previsioni continuano a predire venti da nord est, la conformazione particolare di questa zona della Manica, dove il restringimento tra Calais e Dover fa’ si che il vento proveniente dal mare del nord una volta passato il restringimento aumenta in modo esponenziale, direi quasi una rappresentazione del principio di Bernoulli.

Come viene rappresentato bene nel print screen tratto dal modello UKV, (con cui ci confrontiamo continuamente avendo visto nel medio termine che UKV è normalmente molto accentuato, ma alla fine ci prende, ECMWF è più blando e ottimista, mentre Arome sta’ in mezzo ai due) abbiamo da un po’ deciso di dare retta a UKV, anche se alle volte sembra esagerato, ma meglio guardare il peggio per avere il meglio.

Il problema è che il vento una volta passato il restringimento di Calais, quando arriva tangente a Cap Antifer, forse per lo slittamento con la costa, tende ad aumentare ulteriormente e ha un suo ritmo, accelera nel pomeriggio per poi calare durante la notte. 

Da un paio di giorni studiamo la cosa, ma oltre al vento c’è da far combaciare l’arrivo a Fecamp con l'alta marea per via del canale di ingresso che in bassa scende a 0.8 mt.

Domenica 6 aprile vediamo un leggero calo durante la giornata, decidiamo di fare una prova e vedere come si progredisce con vento sul naso di bolina dura e corrente trasversale.

Partiamo alle 8 di mattina, anche se sono solo 33 miglia dovremo fare una montagna di bordi e cercare di arrivare a Fecamp per le 17:30 per prendere la marea.

Il giorno prima, per ovviare al problema di far passare il genoa o fiocco senza che rimanga incastrato nello strallo di trinchetta, avevo preso una vecchia cima con calza che usavamo per la Jordan Drogue, che ora abbiamo smantellato non facendo più transatlantiche, e avevo provato a fare un occhiello scalzando la cima, ma non c’è stato verso, vuoi perché la cima era stata stirata, vuoi che non fosse proprio una cima al top, la comprammo in Argentina, insomma ho provato tutto un pomeriggio, ma non c’è stato verso. Alla fine mi sono arreso e ho fatto un' impiombatura alla vecchia, cucendola e facendo due giri all’occhiello per avere una più ampia superfice che tiri sul grillo tessile in Dynema. L’impiombatura andrebbe poi finita con una copertura in pelle, che al momento non abbiamo, quando torneremo a Gijon andremo da "Curtidos Carrasco", un negozio che vende ancora ogni tipo di pelle. Ho deciso di fare questo tipo di impiombatura perché abbiamo 80 metri di quella cima e mi va’ di riutilizzarla al posto di spendere altri soldi in scotte nuove. Quindi avevamo anche questo esperimento da testare.

Alla partenza poco vento essendo a ridosso, poi piano piano comincia a salire, proviamo il primo bordo verso il largo, poco dopo dobbiamo già ridurre il genoa a fiocco, vento apparente sui 25 nodi, barca sbandata ma ancora controllabile.

Fatte 5/6 miglia proviamo a virare col bordo a perdere verso terra, ora abbiamo implementato la virata, prima di virare apriamo trinchetta, viriamo e rimettiamo dentro la trinchetta, ora con i grilli in tessile scorre tutto benissimo e anche con fiocco al 110%, non abbiamo nessun problema nella virata, mentre prima con le gasse d’amante sulle scotte si impigliavano dappertutto.

Facciamo un paio di bordi, ma gli angoli sono drammatici, il vento nel frattempo danza sui 29/30 nodi apparenti, abbiamo anche preso una mano alla randa e ridotto ulteriormente il fiocco, ma tra i due angoli facciamo 140 gradi…una vergogna, ma più che altro non riusciremmo ad andare da nessuna parte. Normalmente con genoa ridotto  riusciamo a fare 120 gradi da un bordo all’altro, oggi forse la corrente trasversale incasina ulteriormente.

Proviamo un paio di volte, ma il vento e il mare si fanno davvero sentire, e ancora non siamo arrivati al capo, dove normalmente ci si aspetta un aumento, considerando poi che sulla manica la corrente filerà verso est contro il vento, alzando ulteriormente il mare, non è proprio una passeggiata.La cosa peggiore sarà poi entrare a Fecamp, dove l’ingresso è molto particolare. 

Alla fine molliamo e decidiamo di tornare in porto, le condizioni sono davvero troppo dure, in più abbiamo la preoccupazione che non siamo riusciti a cambiare il rigging quest’anno e non sia mai che ci molli proprio ora.

Ritorniamo al marina e contrariamente alle altre volte che siamo tornati indietro, questa volta non ci sentiamo cosi abbattuti, ci abbiamo provato, abbiamo visto come si comportava la barca e abbiamo deciso che era troppo, in compenso le impiombature e le virate sono state davvero al top.

Ci interroghiamo sul fatto che di notte il vento cali e ci viene l’idea di ripartire la notte stessa, fare a motore sotto costa a quasi ridosso, arrivare al capo e di lì gestirla al meglio.

Ricontrolliamo il tutto, l’alta marea a Fecamp sarà alle 08:00, da portolano l’entrata è molto consigliata a  -2 HW fino a + 1 , cioe’ fino a due ore prima dell’alta marea e un ora dopo l’alta marea.

Decidiamo per la partenza alle 23:30, ci sarà cielo sereno e stellato e mezza luna che ci illuminerà.

Non riusciamo a dormire praticamente nulla e alle 23:30 dello stesso giorno ripartiamo per Fecamp.

La nottata è bellissima con luna e stelle, ma il vento è Artico.

Ad un certo punto dovremmo attraversare il canale di navigazione del terminal commerciale di Le Havre Antifer che ha una miriade di luci, e ci mettiamo un po’ a capire che la miriade di luci lampeggianti rosse erano sullo sfondo appartenenti all’immenso campo eolico che fornisce luce elettrica a praticamente il 60% degli abitanti della regione.

Al capo il solito incrocio di correnti, quella della Manica girerà in una mezz’oretta verso est, quella che porta su da Le Havre ci è già girata contro, per fare l’attraversamento del canale ci troviamo quindi due correnti contro e il vento che ormai buffa ai soliti 25 nodi, morale, per una buona mezzora si va’ a 2 nodi scarsi di velocità, poi si poggia, la corrente della Manica comincia a spingere e si comincia a pedalare.

Sono le 6 di mattina comincia male a pena il crepuscolo nautico, vogliamo però entrare a Fecamp con la luce, i porti sulla Manica sono complicati, tra barre di sabbia all’ingresso, onde, vento e corrente.

Rallentiamo la barca e ci presenteremo davanti all’ingresso alle 7, c’è già abbastanza luce anche se i fanali vanno ancora, per entrare non bisogna dare retta al verde e il rosso dei due moli, ma posizionarsi per 82 gradi allineando il verde con un rosso lampeggiante a terra messo apposta per creare una linea di allineamento che impedisca di finire nei bassi subito a est dell’entrata.

All’ingresso c’è anche una corrente trasversale che ci costringe ad entrare a granchio e l’entrata non è molto larga.

Entriamo, troviamo il pontile C dei visitors, ci ormeggiamo in testata, tempo di farci due uove scramble, scrivere un biglietto con su scritto che siamo appena arrivati dopo una notte di navigazione e passeremo nel pomeriggio in capitaneria, lo attacchiamo all’oblo laterale nel caso quelli del marina ci volessero svegliare e finalmente crolliamo a letto risvegliandoci verso mezzogiorno.

Nel frattempo abbiamo attraversato il meridiano di Greenwich e siamo entrati nell’est Europa.




Il primo tentativo con bordi folli contro i 30 nodi di bolina e corrente trasversale



Il secondo tentativo la notte 




L'impiombatura cucita con doppio anello per distribuire lo sforzo sul gambetto tessile



Testata in mare e funziona alla meraviglia, quando ci sarà occasione faremo la copertura in pelle per renderla un po' più gradevole alla vista.


6 aprile, primo tentativo  Le Havre Fecamp, partenza alle 7.

Le Havre in lontananza

 

... guardando verso nord est, raggiungeremo il capo?


6 aprile.  Sulla via del ritorno

 


 

Si ritorna  a Le Havre, l'ingresso del marina.
 
 

 Fécamp

 
Fécamp: in alto a sinistra la cappella du Salut, a destra il grande edificio bianco è l'antica pescheria e fabbrica delle conserve ora museo della città. Stranizza ormeggiata in testata si intravede.
 
 

Il castello dei duchi di Normandia 

La chiesa di St. Etienne



  Abbaziale della Santa Trinità, l'orologio delle fasi lunari e delle maree del 1667
 



L'orologio a maree del 1667, uno dei primi orologi a due lancette. Indica i 29 giorni e mezzo  del ciclo lunare, le ore e la forza della marea di Fécamp. interamente forgiato da un orologiaio di Rouen.

 


La segnalazione del sentiero dei marinai (matelots) per salire alla cappella di Notre Dame du Salut

La cappella de Notre Dame du Salut

La cappella de Notre Dame du Salut



Le block houses costruite dai tedeschi sul capo Fagnet, vicino alla cappella de Salut


Capo Fagnet


Vista dal Capo Fagnet verso nord est

Fecamp, l'ingresso del porto dalla spiaggia 


Fecamp, dalla spiaggia guardando verso ovest al tramonto



11 aprile 2025 da Fecamp a Dieppe. 32 miglia

Tappa tranquilla di avvicinamento verso est senza vento per avere l’indomani un miglior angolo con il vento da est direzione Boulogne, quindi motore.

Ad un certo punto ci viene anche la balzana idea guardando la previsione di poter fare un dritto su Boulogne, ma il vento non si fa’ vivo e a breve la corrente girerà contro e siamo intorno alle sizigie, quindi non è il caso e ce ne andiamo a Dieppe. Dieppe ha all’entrata due moli enormi, quasi inquietanti, molto traffico di pescherecci di altura.

12 aprile 2025 Da Dieppe a Boulogne 55 miglia

Partiamo alle 07:00 da Dieppe, alle 07:10 c’è la bassa , ma qui non c’è problema di fondo, alle 07:30 fuori la corrente comincia a filare per nord.

Ci aspettiamo un vento fresco da est e non ci delude, il primo segmento di rotta ci porta per 33 gradi per una quindicina di miglia per evitare una zona interdetta per la costruzione di un nuovo campo eolico, poi potremo poggiare per 20 gradi.

Inizialmente si va’ di bolina stretta molto rafficato e Antonella guerreggia al timone, abbiamo su randa piena e fiocco al 110%, vento apparente sui 25 nodi.

La giornata è grandiosa, sole e cielo abbacinanti, sempre grazie alla enorme alta pressione stazionaria ormai da settimane sul nord Europa, molto strano per questa stagione, di solito in questo periodo si cavalcano le basse pressioni verso est con venti alle portanti, mentre ultimamente è sempre nord est cioè bolina.

Alla poggiata per 20 gradi la barca respira meglio, si fila per bolina larga/traverso e anche il nostro vecchierello di autopilota riesce tranquillamente a gestire il track.

Andiamo bene a vela, ma piano piano il vento cala, fino a quasi sparire completamente, la corrente però continua a spingerci  e continuiamo a vela anche con pochi nodi, ma siamo in anticipo per l’entrata a Boulogne, dove farà la bassa marea alle 20:08, la stima di arrivo è verso le 17:00, malissimo, ci troveremmo ad entrare con marea contro ai 3/12esimi, il massimo della corrente di marea contro.

Facciamo due conti e decidiamo di essere all’entrata verso le 18:30, un ora e mezzo prima della bassa e a circa 1.5/12esimo della corrente, considerando che alle 17:00 dovrebbe essere 4.2 nodi di corrente, stimiamo alle 18:30 circa 1.5 nodi contro.

Alle 18:15 siamo davanti all’entrata dell’immenso porto di Bolougne dove è obbligatorio contattare Port Control sul canale12 della radio VHF, per il permesso per entrare, visto il grande traffico in entrata e in uscita. Contattiamo e ci danno l’ok, del resto sabato pomeriggio anche sull’AIS non si vede nessun movimento.

Arriviamo al marina che ha solo tre pontili, più che un marina è uno Yacht Club, ci ormeggiamo sempre con l’aiuto di qualche vicino di barca volenteros , visto che arriviamo al finger contro corrente e ora che scendiamo la barca si è già fatta prendere dalla corrente, per fortuna il vicino cazza la cima di prua e siamo a posto.

Sfruttiamo la bellissima giornata e dopo anni luce che non lo facevamo ci sediamo in pozzetto con le fatidiche birre e patatine, una meraviglia, per fortuna i venti hanno girato ora dai quadranti 2 e 3, regalandoci un po’ di tepore.



Il track per Dieppe

11 aprile, partenza da Fecamp alle prime luci dell'alba. La bruma esce dall'ingresso del porto.

 


Il semaphore di Fecamp in cima alla scogliera

 





L'ingresso di St. Valery en Caux, uno dei più grandi marina del nord a poche miglia da Fecamp. Ingresso al porto regolato da una chiusa.

Ingresso di Dieppe

13 aprile 2025 Da Boulogne a Dunkerque: 47 miglia

Studia che ti ristudia le previsioni meteo, alla fine il quadro è molto chiaro, domenica 13 un gran colpo di vento da sud ovest nell’ "imbuto", leggi strettoia tra Calais e Dover, con forza 5 e raffiche a 6…ma poi saranno molto di più, o lunedì 14 con poco vento inizialmente e di direzioni variabili per poi assestarsi nel pomerigio da nord est, quindi sul naso.

Ci si pensa un nanosecondo e la decisione è presa, si va’ domenica a prenderci un bel colpo di vento.

La corrente va verso nord inizialmente e poi comincerà verso est a mezzogiorno circa. Alle 11:45 molliamo gli ormeggi già con 23 nodi di vento anche dentro al marina.

Il primo tratto verso capo Gris-Nez è al traverso/lasco, già con una bella onda. Discutiamo se vale la pena issare la randa per 8 miglia per poi ammainarla quando, girato il capo, saremo poi di poppa piena, ma decidiamo che non ne vale la pena, considerando che con solo fiocco, il vento e la corrente ci fanno già filare a 6 nodi, e in più ammainare la randa al capo, dove sicuramente ci sarà un bell' incrocio di mare, non è proprio una cosa da fare.

Il mare entrando dal traverso con la marea che spinge già verso nord crea un onda confusa e importante, siamo un po’ preoccupati del rinforzo di vento che verrà verso le 15;00 quando avremo passato il capo, la previsione mette 30 nodi a raffiche, ma ormai non ci crediamo più, le condizioni normalmente sono molto influenzate dalla orografia del luogo e qui il vento striscerà il capo e sarà di sicuro molto di più, ma contiamo sul fatto che saremo di poppa con il vento, con il mare e con la corrente, tris vincente tutti d’accordo nell’andare nella stessa direzione..finalmente.

Arriviamo al capo e appena cominciamo ad aggirarlo le onde si danno un senso e una direzione, altezza stimata dal metro e mezzo a due metri.

Siamo ora in poppa piena, issiamo completamente la deriva e Stranizza finalmente si trova nel suo elemento, solo col fiocco filiamo già tranquillamente a 7 nodi, barca stabilissima, l’autopilota fa’ davvero poca fatica a tenerla in rotta, non ci sono straorze, grazie alla deriva issata e la barca sciiiivola via.

Appena passato il capo, intravediamo un barchino a vela che tira bordi di gran lasco, scopriremo all’arrivo che è un mini 650 Pogo che erano anche loro a Boulogne. Questi vanno come treni, sono in due a bordo e hanno su randa piena e fiocco.

Al contrario di noi che con deriva alzata possiamo tenere una poppa piena senza problemi, loro devono fare bordi, ma vanno come treni, ci passano di poppa e Antonella riesce a fotografarli. Arriveranno a Dunkerque un ora prima di noi, ma questi hanno il manico da regatanti sfegatati.

Una altra cosa che ci preoccupava non poco è tagliare perpendicolarmente il canale di accesso a Calais, dove ci sono traghetti ininterrottamente e questi filano a 20 nodi.

Il vento rinforza e leggiamo raffiche a 30 nodi a cui vanno aggiunti gli 8 nodi di velocità porta il reale a circa 38 nodi.

Al momento di attraversare il canale di Calais il vento da’ il suo meglio e rinforza ulteriormente, ciliegina sulla torta ci troviamo un traghetto in arrivo con una CPA ( Close Point Approach) molto vicina, al momento passiamo noi, ma non è che ci sconquiffera molto passare davanti ad un traghetto che fila a 18 nodi.

Apriamo tutto genoa, la velocità sale a 9.5 nodi...una follia per i nostri parametri, l’apparente sale a 35 nodi + 9.5 = 44.5 nodi, sono solo raffiche, ma fanno timore.

Con l’aumento della velocità e grazie al fatto che il traghetto Isle of Inishmore deve dare la precedenza ad un cargo, passiamo il canale e siamo liberi, appena passato riduciamo il genoa perché con le onde e la velocità la stabilità si era ridotta e ce ne andiamo ai tranquilli 8 nodi.

È una giornata bellissima. Il sole è tornato e il cielo blu, ma ogni tanto arrivano gruppi di nuvole che accentuano il vento. Si fila e ci si diverte, in giro solo noi e il Pogo, che consideriamo dei professionisti che fanno regate e una miriade di cargo e traghetti.

Abbiamo ora il passaggio del canale del porto industriale di Dunkerque che si raccorda col canale che entra a Dunkerque, anche qui incrocio con un cargo e un traghetto, ma grazie all’AIS  tutto va’ bene e siamo liberi.

Ci si presenta il problema ora dell’entrata al porto, dovremmo entrare con il vento al traverso, davanti all’entrata intravediamo già un incrocio di corrente importante, perché all’interno la corrente è in uscita ai 3/12 esimi, non sappiamo esattamente quanta intensità avrà all’interno.

Il vento ora è sui 25 nodi reali visto che siamo al traverso, mettiamo in moto il motore, ma non abbiamo intenzione di usarlo per l’entrata, ci fidiamo di più della vela, riduciamo un po’ il genoa e tenendoci stretti sul verde, Antonella timona Stranizza all’interno dell’avanporto, ci infiliamo sul canale che costeggia il molo est e arriviamo al marina dove c’è un lungo pontile dove si attracca all’inglese.

Appena ormeggiati, ci passano e si fermano due persone che riconosciamo per i velisti del Pogo, grandi complimenti per la loro performance, ma anche loro si complimentano con noi e negli occhi di tutti e quattro il luccichio di chi ha vissuto una giornata straordinaria di vela in mare.



Questa la previsone di UKV


Possibile incrocio con il traghetto Isle of Inishmore


Possibili incroci con il cargo e il traghetto


la rotta per Dunkerque


 12 aprile, partenza da Dieppe per Boulogne 

 



 

Boulogne en mer

                                                    Boulogne en Mer, l'ingresso al porto

   Boulogne en Mer, l'ingresso al porto



13 aprile, verso Dunkerque con vento in poppa.

13 aprile Cap Griz Nez in vista
 
 
 

Passato il capo Gris Nez, scorgiamo una barca a vela.

 








Verso Dunkerque, a sinistra si vede la boa verde del canale d'ingresso

 

 

 







Dunkerque, la storica spiaggia e lo stabilimento balneare sul lungomare

 

Il monumento in memoria del maggio 1940
 
 
Operazione Dynamo, maggio 1940.
 






Si risente dell'influenza dell'architettura razionalista che caratterizza il Nord Europa.
 
 


l'angolo del marina Port Grand Large e il grande capannone FRAC, museo di arte contemporanea e design
 
 

 
 

 

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