By Angelo
Foto by Antonella
7 aprile 2025 da
Le Havre a Fecamp: 33 miglia.
Una
settimana passata a Le Havre, vuoi per riposarsi un po’, vuoi per visita
dentistica, vuoi per visitare la bella città, naturalmente complice anche il
prezzo accattivante settimanale del marina e last but not the least vedere se
il meteo cambia un po’ a favore.
Ormai da una
settimana è centrata sull’Inghilterra
una alta pressione che ci regala venti da nord est…praticamente sul naso se si
vuole risalire le coste della Normandia verso est.
Le previsioni
continuano a predire venti da nord est, la conformazione particolare di questa
zona della Manica, dove il restringimento tra Calais e Dover fa’ si che il vento
proveniente dal mare del nord una volta passato il restringimento aumenta in
modo esponenziale, direi quasi una rappresentazione del principio di Bernoulli.
Come viene
rappresentato bene nel print screen tratto dal modello UKV, (con cui ci
confrontiamo continuamente avendo visto nel medio termine che UKV è
normalmente molto accentuato, ma alla fine ci prende, ECMWF è più blando e
ottimista, mentre Arome sta’ in mezzo ai due) abbiamo da un po’
deciso di dare retta a UKV, anche se alle volte sembra esagerato, ma meglio
guardare il peggio per avere il meglio.
Il problema è che il vento una volta passato il restringimento di Calais, quando arriva
tangente a Cap Antifer, forse per lo slittamento con la costa, tende ad
aumentare ulteriormente e ha un suo ritmo, accelera nel pomeriggio per poi
calare durante la notte.
Da un paio di
giorni studiamo la cosa, ma oltre al vento c’è da far combaciare l’arrivo a
Fecamp con l'alta marea per via del canale di ingresso che in bassa scende a 0.8
mt.
Domenica 6 aprile
vediamo un leggero calo durante la giornata, decidiamo di fare una prova e
vedere come si progredisce con vento sul naso di bolina dura e corrente
trasversale.
Partiamo alle 8
di mattina, anche se sono solo 33 miglia dovremo fare una montagna di bordi e
cercare di arrivare a Fecamp per le 17:30 per prendere la marea.
Il giorno prima,
per ovviare al problema di far passare il genoa o fiocco senza che rimanga
incastrato nello strallo di trinchetta, avevo preso una vecchia cima con calza
che usavamo per la Jordan Drogue, che ora abbiamo smantellato non facendo più
transatlantiche, e avevo provato a fare un occhiello scalzando la cima, ma non c’è stato
verso, vuoi perché la cima era stata stirata, vuoi che non fosse proprio una
cima al top, la comprammo in Argentina, insomma ho provato tutto un pomeriggio,
ma non c’è stato verso.
Alla partenza
poco vento essendo a ridosso, poi piano piano comincia a salire, proviamo il
primo bordo verso il largo, poco dopo dobbiamo già ridurre il genoa a fiocco, vento apparente sui 25 nodi, barca sbandata ma ancora controllabile.
Fatte 5/6 miglia
proviamo a virare col bordo a perdere verso terra, ora abbiamo implementato la
virata, prima di virare apriamo trinchetta, viriamo e rimettiamo dentro la
trinchetta, ora con i grilli in tessile scorre tutto benissimo e anche con
fiocco al 110%, non abbiamo nessun problema nella virata, mentre prima con le
gasse d’amante sulle scotte si impigliavano dappertutto.
Facciamo un paio
di bordi, ma gli angoli sono drammatici, il vento nel frattempo danza sui 29/30
nodi apparenti, abbiamo anche preso una mano alla randa e ridotto ulteriormente
il fiocco, ma tra i due angoli facciamo 140 gradi…una vergogna, ma più che
altro non riusciremmo ad andare da nessuna parte.
Proviamo un paio
di volte, ma il vento e il mare si fanno davvero sentire, e ancora non siamo
arrivati al capo, dove normalmente ci si aspetta un aumento, considerando poi
che sulla manica la corrente filerà verso est contro il vento, alzando
ulteriormente il mare, non è proprio una passeggiata.
Alla fine
molliamo e decidiamo di tornare in porto, le condizioni sono davvero troppo
dure, in più abbiamo la preoccupazione che non siamo riusciti a cambiare il
rigging quest’anno e non sia mai che ci molli proprio ora.
Ritorniamo al
marina e contrariamente alle altre volte che siamo tornati indietro, questa
volta non ci sentiamo cosi abbattuti, ci abbiamo provato, abbiamo visto come si
comportava la barca e abbiamo deciso che era troppo, in compenso le
impiombature e le virate sono state davvero al top.
Ci interroghiamo
sul fatto che di notte il vento cali e ci viene l’idea di ripartire la
notte stessa, fare a motore sotto costa a quasi ridosso, arrivare al capo e di lì
gestirla al meglio.
Ricontrolliamo il
tutto, l’alta marea a Fecamp sarà alle 08:00, da portolano l’entrata è molto
consigliata a -2 HW fino a + 1 , cioe’
fino a due ore prima dell’alta marea e un ora dopo l’alta marea.
Decidiamo per la
partenza alle 23:30, ci sarà cielo sereno e stellato e mezza luna che ci
illuminerà.
Non riusciamo a
dormire praticamente nulla e alle 23:30 dello stesso giorno ripartiamo per
Fecamp.
La nottata è bellissima con luna e stelle, ma il vento è Artico.
Ad un certo punto
dovremmo attraversare il canale di navigazione del terminal commerciale di Le
Havre Antifer che ha una miriade di luci, e ci mettiamo un po’ a capire che la
miriade di luci lampeggianti rosse erano sullo sfondo appartenenti all’immenso
campo eolico che fornisce luce elettrica a praticamente il 60% degli abitanti
della regione.
Al capo il solito
incrocio di correnti, quella della Manica girerà in una mezz’oretta verso est,
quella che porta su da Le Havre ci è già girata contro, per fare
l’attraversamento del canale ci troviamo quindi due correnti contro e il vento
che ormai buffa ai soliti 25 nodi, morale, per una buona mezzora si va’ a 2 nodi
scarsi di velocità, poi si poggia, la corrente della Manica comincia a
spingere e si comincia a pedalare.
Sono le 6 di
mattina comincia male a pena il crepuscolo nautico, vogliamo però entrare a
Fecamp con la luce, i porti sulla Manica sono complicati, tra barre di sabbia
all’ingresso, onde, vento e corrente.
Rallentiamo la
barca e ci presenteremo davanti all’ingresso alle 7, c’è già abbastanza luce
anche se i fanali vanno ancora, per entrare non bisogna dare retta al verde e
il rosso dei due moli, ma posizionarsi per 82 gradi allineando il verde con un
rosso lampeggiante a terra messo apposta per creare una linea di allineamento
che impedisca di finire nei bassi subito a est dell’entrata.
All’ingresso c’è
anche una corrente trasversale che ci costringe ad entrare a granchio e
l’entrata non è molto larga.
Entriamo,
troviamo il pontile C dei visitors, ci ormeggiamo in testata, tempo di farci
due uove scramble, scrivere un biglietto con su scritto che siamo appena
arrivati dopo una notte di navigazione e passeremo nel pomeriggio in
capitaneria, lo attacchiamo all’oblo laterale nel caso quelli del marina ci
volessero svegliare e finalmente crolliamo a letto risvegliandoci verso mezzogiorno.
Nel frattempo
abbiamo attraversato il meridiano di Greenwich e siamo entrati nell’est Europa.
6 aprile, primo tentativo Le Havre Fecamp, partenza alle 7.
Le Havre in lontananza
... guardando verso nord est, raggiungeremo il capo?
6 aprile. Sulla via del ritorno
Fécamp
| La chiesa di St. Etienne |
Abbaziale della Santa Trinità, l'orologio delle fasi lunari e delle maree del 1667
L'orologio a maree del 1667, uno dei primi orologi a due lancette. Indica i 29 giorni e mezzo del ciclo lunare, le ore e la forza della marea di Fécamp. interamente forgiato da un orologiaio di Rouen.
| La segnalazione del sentiero dei marinai (matelots) per salire alla cappella di Notre Dame du Salut |
| La cappella de Notre Dame du Salut |
| La cappella de Notre Dame du Salut |
| Capo Fagnet |
Fecamp, l'ingresso del porto dalla spiaggia
| Fecamp, dalla spiaggia guardando verso ovest al tramonto |
11 aprile 2025 da Fecamp a Dieppe. 32 miglia
Tappa tranquilla
di avvicinamento verso est senza vento per avere l’indomani un miglior angolo
con il vento da est direzione Boulogne, quindi motore.
Ad un certo punto
ci viene anche la balzana idea guardando la previsione di poter fare un dritto
su Boulogne, ma il vento non si fa’ vivo e a breve la corrente girerà contro e
siamo intorno alle sizigie, quindi non è il caso e ce ne andiamo a Dieppe.
12 aprile 2025 Da
Dieppe a Boulogne 55 miglia
Partiamo alle
07:00 da Dieppe, alle 07:10 c’è la bassa , ma qui non c’è problema di fondo, alle
07:30 fuori la corrente comincia a filare per nord.
Ci aspettiamo un
vento fresco da est e non ci delude, il primo segmento di rotta ci porta per
33 gradi per una quindicina di miglia per evitare una zona interdetta per la
costruzione di un nuovo campo eolico, poi potremo poggiare per 20 gradi.
Inizialmente si
va’ di bolina stretta molto rafficato e Antonella guerreggia al timone,
abbiamo su randa piena e fiocco al 110%, vento apparente sui 25 nodi.
La giornata è
grandiosa, sole e cielo abbacinanti, sempre grazie alla enorme alta pressione
stazionaria ormai da settimane sul nord Europa, molto strano per questa
stagione, di solito in questo periodo si cavalcano le basse pressioni verso
est con venti alle portanti, mentre ultimamente è sempre nord est cioè bolina.
Alla poggiata per
20 gradi la barca respira meglio, si fila per bolina larga/traverso e anche il
nostro vecchierello di autopilota riesce tranquillamente a gestire il track.
Andiamo bene a
vela, ma piano piano il vento cala, fino a quasi sparire completamente, la
corrente però continua a spingerci e continuiamo a vela anche con pochi
nodi, ma siamo in anticipo per l’entrata a Boulogne, dove farà la bassa marea
alle 20:08, la stima di arrivo è verso le 17:00, malissimo, ci troveremmo ad
entrare con marea contro ai 3/12esimi, il massimo della corrente di marea contro.
Facciamo due
conti e decidiamo di essere all’entrata verso le 18:30, un ora e mezzo prima
della bassa e a circa 1.5/12esimo della corrente, considerando che alle 17:00
dovrebbe essere 4.2 nodi di corrente, stimiamo alle 18:30 circa 1.5 nodi
contro.
Alle 18:15 siamo
davanti all’entrata dell’immenso porto di Bolougne dove è obbligatorio contattare
Port Control sul canale12 della radio VHF, per il permesso per entrare, visto il grande
traffico in entrata e in uscita.
Arriviamo al
marina che ha solo tre pontili, più che un marina è uno Yacht Club, ci
ormeggiamo sempre con l’aiuto di qualche vicino di barca volenteros , visto
che arriviamo al finger contro corrente e ora che scendiamo la barca si è
già fatta prendere dalla corrente, per fortuna il vicino cazza la cima di prua
e siamo a posto.
Sfruttiamo la
bellissima giornata e dopo anni luce che non lo facevamo ci sediamo in
pozzetto con le fatidiche birre e patatine, una meraviglia, per fortuna i venti
hanno girato ora dai quadranti 2 e 3, regalandoci un po’ di tepore.
11 aprile, partenza da Fecamp alle prime luci dell'alba. La bruma esce dall'ingresso del porto.
Il semaphore di Fecamp in cima alla scogliera
| L'ingresso di St. Valery en Caux, uno dei più grandi marina del nord a poche miglia da Fecamp. Ingresso al porto regolato da una chiusa. |
13 aprile 2025 Da Boulogne a Dunkerque: 47 miglia
Studia che ti
ristudia le previsioni meteo, alla fine il quadro è molto chiaro, domenica 13
un gran colpo di vento da sud ovest nell’ "imbuto", leggi strettoia tra Calais e
Dover, con forza 5 e raffiche a 6…ma poi saranno molto di più, o lunedì 14 con
poco vento inizialmente e di direzioni variabili per poi assestarsi nel pomerigio
da nord est, quindi sul naso.
Ci si pensa un
nanosecondo e la decisione è presa, si va’ domenica a prenderci un bel colpo
di vento.
La corrente va verso nord inizialmente e poi comincerà verso est a mezzogiorno circa. Alle
11:45 molliamo gli ormeggi già con 23 nodi di vento anche dentro al marina.
Il primo tratto
verso capo Gris-Nez è al traverso/lasco, già con una bella onda. Discutiamo
se vale la pena issare la randa per 8 miglia per poi ammainarla quando, girato
il capo, saremo poi di poppa piena, ma decidiamo che non ne vale la pena,
considerando che con solo fiocco, il vento e la corrente ci fanno già filare
a 6 nodi, e in più ammainare la randa al capo, dove sicuramente ci sarà un bell'
incrocio di mare, non è proprio una cosa da fare.
Il mare entrando
dal traverso con la marea che spinge già verso nord crea un onda confusa e
importante, siamo un po’ preoccupati del rinforzo di vento che verrà verso le
15;00 quando avremo passato il capo, la previsione mette 30 nodi a raffiche, ma
ormai non ci crediamo più, le condizioni normalmente sono molto influenzate
dalla orografia del luogo e qui il vento striscerà il capo e sarà di sicuro
molto di più, ma contiamo sul fatto che saremo di poppa con il vento, con il
mare e con la corrente, tris vincente tutti d’accordo nell’andare nella stessa
direzione..finalmente.
Arriviamo al capo
e appena cominciamo ad aggirarlo le onde si danno un senso e una direzione,
altezza stimata dal metro e mezzo a due metri.
Siamo ora in
poppa piena, issiamo completamente la deriva e Stranizza finalmente si trova
nel suo elemento, solo col fiocco filiamo già tranquillamente a 7 nodi, barca
stabilissima, l’autopilota fa’ davvero poca fatica a tenerla in rotta, non ci
sono straorze, grazie alla deriva issata e la barca sciiiivola via.
Appena passato il
capo, intravediamo un barchino a vela che tira bordi di gran lasco, scopriremo
all’arrivo che è un mini 650 Pogo che erano anche loro a Boulogne.
Al contrario di
noi che con deriva alzata possiamo tenere una poppa piena senza problemi, loro
devono fare bordi, ma vanno come treni, ci passano di poppa e Antonella riesce
a fotografarli.
Una altra cosa
che ci preoccupava non poco è tagliare perpendicolarmente il canale di accesso
a Calais, dove ci sono traghetti ininterrottamente e questi filano a 20 nodi.
Il vento rinforza
e leggiamo raffiche a 30 nodi a cui vanno aggiunti gli 8 nodi di velocità
porta il reale a circa 38 nodi.
Al momento di
attraversare il canale di Calais il vento da’ il suo meglio e rinforza
ulteriormente, ciliegina sulla torta ci troviamo un traghetto in arrivo con una
CPA ( Close Point Approach) molto vicina, al momento passiamo noi, ma non è che ci sconquiffera molto
passare davanti ad un traghetto che fila a 18 nodi.
Apriamo tutto
genoa, la velocità sale a 9.5 nodi...una follia per i nostri parametri, l’apparente
sale a 35 nodi + 9.5 = 44.5 nodi, sono solo raffiche, ma fanno timore.
Con l’aumento
della velocità e grazie al fatto che il traghetto Isle of Inishmore deve dare la
precedenza ad un cargo, passiamo il canale e siamo liberi, appena passato
riduciamo il genoa perché con le onde e la velocità la stabilità si era
ridotta e ce ne andiamo ai tranquilli 8 nodi.
È una giornata
bellissima. Il sole è tornato e il cielo blu, ma ogni tanto arrivano gruppi di
nuvole che accentuano il vento.
Abbiamo ora il
passaggio del canale del porto industriale di Dunkerque che si raccorda col
canale che entra a Dunkerque, anche qui incrocio con un cargo e un traghetto,
ma grazie all’AIS tutto va’ bene e siamo
liberi.
Ci si presenta il
problema ora dell’entrata al porto, dovremmo entrare con il vento al traverso,
davanti all’entrata intravediamo già un incrocio di corrente importante,
perché all’interno la corrente è in uscita ai 3/12 esimi, non sappiamo
esattamente quanta intensità avrà all’interno.
Il vento ora è
sui 25 nodi reali visto che siamo al traverso, mettiamo in moto il motore, ma
non abbiamo intenzione di usarlo per l’entrata, ci fidiamo di più della vela,
riduciamo un po’ il genoa e tenendoci stretti sul verde, Antonella timona
Stranizza all’interno dell’avanporto, ci infiliamo sul canale che costeggia il
molo est e arriviamo al marina dove c’è un lungo pontile dove si attracca all’inglese.
Appena ormeggiati, ci passano e si fermano due persone che riconosciamo per i velisti del Pogo, grandi complimenti per la loro performance, ma anche loro si complimentano con noi e negli occhi di tutti e quattro il luccichio di chi ha vissuto una giornata straordinaria di vela in mare.
Dunkerque, la storica spiaggia e lo stabilimento balneare sul lungomare
l'angolo del marina Port Grand Large e il grande capannone FRAC, museo di arte contemporanea e design






















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