sabato 24 agosto 2013

Grecia 2013


08 Luglio ore 12:00 Malta > Zacinto

Partenza strana (per l’orario) da Malta per Zacinto...poi neanche cosi’ strana considerando che ci aspettano 339 miglia, circa tre giorni e mezzo di navigazione. Decidiamo di fare un dritto su Zacinto invece di ripassare per l’ennesima volta da Siracusa (controvento) per poi dirigersi verso Rocella Ionica (controvento) e quindi passare a Zacinto.
Ci piace l’idea di testarci in tre giorni pieni di navigazione e forse piu’, il meteo ci da’ venti leggerissimi da NW per il primo giorno e mezzo per poi rinforzare fino a 15 nodi sempre da NW.
Partiamo e riusciamo a fare portare randa e genoa con il motore al minimo ...1200 RPM, sufficente per caricare le batterie e anche perche’ non abbiamo gasolio sufficente per fare tutta la traversata...quindi sto vento ha da’ entra’. Stranamente anche con il motore al minimissimo e con le due vele aperte riusciamo a fare il primo giorno una media di 4.3 nodi, ci chiediamo come mai, forse la carena appena fatta o qualche corrente benigna. 
Prima notte, indecisi se fare turni fissi o improvvisare, decidiamo per l’improvvisazione e la prima notte paga, riusciamo a dormire un oretta a testa in pozzetto senza essere svegliati dal partner, dopo un ora bang svegli e pronti al cambio. Abbiamo due lenze di poppa; una un vecchio rapala’ arruginito ...che pero’ l’ultima volta aveva beccato un tonno, e una esca strana fatta una decina di anni fa’ con delle piume rosse e bianche. Se mi avessero detto che probabilita’ avevo con due lenze simili avrei detto zero e sotto zero. Nella mattinata verifico il rapala’, ma durante la notte qualche grosso predatore se l’era magnato, mazza che fame,  spero non gli sia venuto il tetano cosi’ arruginito. Poi guardo l’altra lenza e mi sembra in tensione, e si’ il solito tonno tonto del Mediterraneo c’e’ cascato. Preparazione... fucile subaqueo carico, secchio, coltellaccio del pane, tagliere , tutto posizionato a poppa. Comincio a tirare la lenza per avvicinare il tonno per infilzarlo con il fucile, appena lo avvicino vedo con piacere che non e’ troppo grosso, lo avvicino a tiro di fucile, sparo ...mancato , riprovo la seconda volta e lo becco, questa volta pero’ non lo isso subito per non trovarmelo che saltella su tutta la barca, lo lascio li in acqua alla traina finche non si muove piu’, poi lo isso e gli taglio subito la testa , messo in fresco nel secchio con un po’ di acqua di mare. Ci regalera’ poi la sera delle belle braciole ai ferri ...una squisitezza.


 Il tonno

Seconda notte: proviamo ancora il metodo dei turni improvvisati e sembra che funzionino ancora, cielo stellato impressionante, senza luna.
Secondo giorno la mattina come da programma si fa’ vivo il vento, prima piano poi incrementa, la barca fila che e’ una meraviglia tra i 5 e i 6 nodi, vento al traverso forza 4/5. Andando avanti nella giornata il vento comincia a fare montare il mare, ci troviamo quindi un onda  pronunciata al traverso, che non e’ proprio un bell’andare. La rotta ci porterebbe a passare da sud di Zante  per poi risalire l’isola per 19 miglia controvento. Per arrivare a Zacinto, decidiamo di passare da nord di Zante per poi discendere fino a Zacinto col vento in poppa, in piu’ questo cambio di rotta ci fara’ stringere circa 15 gradi il vento in maniera da procedere di bolina larga ...molto piu’ confortevole per il mare. Durante la notte il vento rinforza, proviamo varie combinazioni di vele , alla fine quella che sembra piu’ adeguata e’ una mano alla randa e trinchetta, la barca sembra abbastanza stabile. Purtroppo di notte con tutti gli ultimi aggeggi elettronici  aggiunti, l’eolico non ce la fa’ piu’ a tenere le batterie cariche, dobbiamo quindi accendere motore senza ingranare la marcia per tenere la carica. Penso che sia arrivato il tempo di procurarsi un idrogeneratore, purtroppo questa e’ l’escalation nelle barche a vela, piu elettronica significa piu’ energia richiesta, alla fine e' un gatto che si morde la coda.

La terza notte, vuoi per via del vento fresco e le continue regolazioni, vuoi  che l’improvvisazione dei turni non ha funzionato sta’ di fatto che siamo stravolti. Basta,  da ora in poi turni fissi e buona notte, proveremo con due ore a testa e vediamo come va’.
Arriviamo a Zacinto a mezzogiorno , 72 ore per 339 miglia , una media di 4.7 nodi, niente male davvero.Un ormeggio di poppa con ancora a prua impeccabile, diamo i documenti a Marino e pasteggiato con la solita birre patatine e olive degli arrivi, ci stracolliamo a letto in un sonno letargico, tante’ che Marino salira’ a bordo per lasciarci i documenti firmati e non lo sentiremo assolutamente. Proviamo la soluzione della doccia appesa col sacco nero dentro il bagno, tutto bene a parte diverse infiltrazioni che arrivano in sentina... fortuna che hanno inventato il Sicoflex.



  Ormeggio a Zacinto

Sera giro in paese, puzza casino rumori, luci ....tutto sembra avere attrito....ma come si sta’ bene in mezzo al mare, se non fosse che dobbiamo sistemare un po’ la cambusa, fare gasolio e altri cioppini ce ne scapperemmo subito.

14 Luglio Zacinto > Messolonghi

Finalmente abbiamo fatto tutto, si riparte, destinazione Messolonghi, nel golfo di Patrasso, di primo acchito non siamo molto convinti del posto,  una laguna che per raggiungerla bisogna risalire un canale non troppo largo segnalato da mede per circa 2.5 miglia, a detta del portolano ...”un posto triste” Quando arriviamo invece ci piace tantissimo, sembra di essere nel delta del Po (meglio direi).Vedo le prime due mede di ingresso, e vedo in mare una boa rossa , mi chiedo che ci a fare sta boa rossa, dirigiamo verse le mede, quando Antonella con un grido mi avverte che ce ne e’ anche una verde che io non avevo visto assolutamente, vuoi per i colori del mare che sono un po’ verdini , vuoi perche’ ero troppo fisso alle due mede di entrata e mi ero dimenticato le due mede di allineamento, manovra veloce e prendiamo le due mede verde a dritta rosso a sx.

   le due boe


Canale di Messolongi


Proseguiamo la navigazione nel canale, dove sulle rive c’e’ gente che fa’ il bagno. Qualche capanno da pesca di legno molto ben tenuti, il canale ha una profondita di 6/7 metri , ma guai a uscirne , a 50 metri dal canale vediamo persone che camminano in 50 centimetri di acqua.

cammina sull'acqua....  

Arriviamo alla laguna ed e’ un paradiso, silenzio vegetazione bassa palustre, ci piace cosi’ tanto che decidiamo di stare un altro giorno.


Panoramica della baia di Messolongi. A sinistra il marina, al centro e a destra la banchina.

16 Luglio Messolonghi > Lepanto

Ripartiti da Messolonghi direzione Lepanto ...quello della famosa battaglia navale che pero’ leggendo la guida scopriamo che invece la battaglia navale si disputo’ da ben altra parte...la storia ..che cosa misteriosa.
 Il vento langue , si smotora al minimo che ci regala comunque 4 nodi di crociera. 
Avvistiamo il grande ponte di Patrasso, quattro enormi campate che segnano il confine tra il Golfo di Patrasso e il Golfo di Corinto. Intravvediamo sotto al ponte una gran macchia scura....vento e mare in arrivo. 
Ci investe, noi pero’ dobbiamo andare dritto e manteniamo solo randa ma e’ un andare controvento sotto al ponte,  appena passato poggiamo e via che si fila a vela , per un attimo ci era venuta una mezza idea di dirigerci verso Trizonia, ma poi visto il cielo che si rannuvola e le nostre stanche condizioni fisiche, con un paio di bordi arriviamo a Lepanto, dove ci ancoriamo  
appena fuori dal porto medievale, vicino alla spiaggia, una gran bella vista del paese. 






Ponte nel golfo di Patrasso (che congiunge lo stretto dei piccoli Dardanelli)


Lepanto



Siamo gia 5/6 barche all’ancora, appena finito l’ancoraggio arriva il temporale...piu’ rumore che pioggia, nel bel mezzo del temporale ecco che ti arriva un ketch con bandiera americana che con un estensione di almeno 4 chilometri di spiaggia a disposizione per l’ancoraggio dove si va’ ad infilare? tra noi e una barca francese, finito di stendere la sua catena si vedeva chiaramente che girando alla ruota ci saremmo toccati, ma sta’ americano continuava a ripetersi “is ok, should be
ok” al che sentendo il sangue ribollire da tale ignoranza sono uscito e gli dico che e’ meglio che cambi posizione se no andiamo a sbattere, gli dico che con 4 chilometri di spiaggia doveva proprio ficcarsi in quel posto, lo mando quasi a cagar... e me ne torno di sotto per la cena...fortunatamente le mie lamentele servono a qualcosa e poco dopo vedo che si spostano.


17 Luglio Lepanto >Trizonia

Ci alziamo con calma, sapendo che ci aspetta una tappa corta di sole 18 miglia, facciamo in tempo a mollare l’ancoraggio, che arriva il vento ...tanto vento 22/23 nodi di reale con raffiche a 25/26, anche il mare si da’ da fare, ci troviamo a bolinare contro forza 5/6, la nostra rotta sta’ proprio per SE, quindi cominciamo gli zig zag, facciamo alcune prove fino ad armare la randa con una mano e la trichetta a prua, la barca fila e non e’ eccessivamente sbandata.

Arriva il vento

Antonella si fara’ 6 ore ininterrotte di timone a guerreggiare con vento e mare e a gestire ogni singola raffica, io continuo ad andare su e giu’ per controllare gli zig zag della rotta e a gestire le vele.


E ops la raffica.... (25-32 nodi)

Arriviamo a Trizonia che siamo letteramente sbudellati, dulcis in fundu , rimane da fare l’ormeggio.
 Le notizie che abbiamo provenienti da un portolano vecchio di 12 anni non corrispondono alla realta’, c’e’ comunque un porticciolo che non esisteva prima, c’e’ poi una baietta con bassi fondali dove ci dovrebbero essere buoni fondali. Arriviamo in 3 metri di acqua , e proviamo a gettare l’ancora, proviamo a farla prendere, ma ara, issiamo e ci sara’ una tonnellata di poseidonia attaccata all’ancora. Cerco di libereare l’ancora e Antonella di tenere la posizione con la barca....naturalmente i 20 e passa nodi ci investono di continuo.
Riusciamo a infilarci nel porticciolo, ma tutto e’ super pieno ...tutti ormeggiati all’inglese, giriamo un po’ intorno quando alla fine sentiamo fischiare uno dalla sponda, ci sono due barche a vela ormeggiate all’inglese e tra la poppa di una e la prua dell’altra 4/5 metri liberi, deciso, si va’ di poppa filando l’ancora. Cinque minuti di preparazione poi Antonella a prua a filare catena e io a manovrare all’indietro contro vento (per fortuna). Ormeggiamo con l’aiuto dei proprietari di entrambe le barche, uno Del New Zeland e l’altro Svedese. A terra due/tre taverne e un bar locale dove ci godiamo una birra alla spina al tramonto.


Trizonia: il porticciolo - con  barche abbandonate-


Trizonia: il porticciolo e il paese



18 luglio Trizonia > Itea


Partiti con niente vento, passati il capo ancora 23/24 nodi da SE, ripassati un altro capo , zero vento....qua’ non ci si annoia. 
Avendo ancora il portolano del 1994, abbiamo scarse notizie sugli approdi e porticcioli, ci aspettiamo come da portolano un piccolo moletto e niente altro. Col binocolo vedo da lontano il moletto con ormeggiata una grande nave, penso che siamo in trouble e dovremo cercare qualche soluzione alternativa. 





Trizonia: calma piatta e tutti ripartiti.


Ci avviciniamo ulteriormente e Antonella vede un altro porticciolo con alcune barche a vela all’interno.Procediamo e entriamo ...un grande marina mai finito di costruire, un sacco di spazio all’interno , ci ormeggiamo all’inglese vicino ad una barca di svizzeri.

Vista di Itea


 Itea Porto



Itea: aspettando l'autobus per Delfi


19 Luglio Itea

Visita col bus alla vecchia Delfi. Facciamo conoscenza con una coppia di Inglesi,  Ginny e Ted anche loro all’ ormeggio con un catamarano. Li invitiamo  per una birra in barca nel pomeriggio e per regalare a Ted, OpenCpn piu’ CM93...e’ contento come un bimbo.



 
Delfi: il sito archelogico dall' alto.



Delfi: il sito archeologico dalla strada.

20 luglio Itea

Rimaniamo ancora un giorno per finire alcune regolazioni all’albero e per riposarci un po’.


21 luglio Itea > Dobrena

Poco o niente vento tutto il giorno, arriviamo in questa stranissima baia isolatissima, l’ancoraggio e’ in poca acqua 4 metri ma con la riva vicina, troppo vicina. 
Controlliamo l’ancora e sembra che tenga, andiamo anche a vederla ed e’ immersa parzialmente, non e’ il massimo ma dovrebbe tenere. Non siamo comunque tranquilli, forse il posto e’ anche un po’ inquietante. Viene scuro e vediamo arrivare un temporale molto lentamente, grandi fulmini, tuoni , il vento sale a 10/15 nodi da N N/E. Ci spinge verso costa che non e’ davvero lontana. Stiamo alzati e preoccupati fino alle 23, poi vedendo la situazione stabile proviamo ad andare a letto. Lasco due drizze all’albero in maniera che se il vento aumenta dovrebbero mettersi a fare rumore sbattendo all’albero. In qualche maniera riesco a pisolare fino alle tre, mi alzo e controllo, Antonella e’ stata sempre all’erta e dal tambuccio di prua sbirciava di continuo, avra’ dormito si e no un ora. Mi dice che secondo lei il vento ha rinforzato. Mi alzo, vado in pozzetto e il vento soffia sui 16/17 nodi spingendoci verso riva, sembra che l’ancora tenga, ma il fondo e’ a 3,2 mt. In caso l’ancora molli, non c’e’ molto spazio di manovra. Antonella prova a stendersi un po’ ma e’ abbastanza agitatata, io rimango di guardia in pozzetto guardando di continuo l’indicatore del fondo.


Baia Dobrena







Ancoraggio a Baia Dobrena 


22 luglio Dobrena > Korinto > Salamina

Verso le quattro il vento gira da SE, bene dico almeno tendera’ a spingerci verso il centro della baia. Continuo a monitorare la profondita’, prima passa a sei metri...mi fa’ setire piu’ tranquillo....ma poi continua ad aumentare, 16/17 metri. Un po’ assonnato ci metto un po’ a realizzare che non puo essere che con un giro di ruota ci sia un fondale cosi’ profondo...poi ...flash.. porca put...abbiamo messo giu’ solo 15 metri di catena, quindi stiamo arando.Faccio un giro a prua e seppure con vento vedo la catena andare giu a picco...l’ancora non tocca neppure piu’ il fondo. Chiamo Antonella , che in un baleno si prepara, ora che cominciamo ad issare siamo gia’ a 25 metri di profondita’ con la barca che se ne va’ tranquillamente a spasso per la baia. Issiamo e partiamo, siamo all’interno di un dedalo di isolotti , la luna e’ coperta dalle nubi e non si vede tantissimo, riposiziono la barca sul track sul computer e seguiamo esattamente la stessa rotta, cosi’ anche se c’e’ qualche errore nel cartografico (e c’e’, perche’ in alcuni casi abbiamo visto errori di 0.28 miglia, circa 500 metri) andiamo tranquilli. Usciamo dal dedalo e Antonella puo’ andare a riposare, la decisione e’ di farsi 20 miglia fino al canale di Korinto, passarlo per poi farsi altre 20 miglia fino al prossimo ancoraggio a Salamina.
Man mano che ci avviciniamo a Korinto comincia  a rinforzare il vento al traverso da NE e ad ingrossare il mare. Decido di andare trinchetta e motore per tenere una rotta costante, abbiamo avvisato Korinto control che saremo all’imboccatura in un ora. Ci avviciniamo e a circa 2/3 miglia il vento rinforza a 30/40 nodi, il mare al traverso un delirio. Antonella al timone a guerreggiare, bagnata dalle continue onde che entrano, togliamo trinchetta e andiamo solo a motore, speriamo di trovare ancora il canale aperto, perche’ in queste condizioni, sarebbe dura stare in stand by. A meno di un miglio , la faccenda si fa’ sempre piu’ dura, cerchiamo di stare sopravento ai due moli di entrata, ma e’ dura. Discutiamo di dargliela su e di andare a ridosso (se ce ne e’) a Loudraki. Quando ci chiama Korinto control ci dice che possiamo procedere all’entrata. Giriamo la barca e al gran lasco con onde che fanno rotolare la barca come una palla riusciamo ad infilarci tra i due brakewater.




 Corinto Ovest: dentro il breakwater in attesa di imboccare il canale.

Il ponte di ingresso e’ pero’ ancora chiuso con il rosso. Una barca prima di noi a vela sta guerreggiando per tenere la posizione, control la chiama in continuazione al VHF di liberare l’entrata. Facciamo anche noi una gran fatica a mantenera la posizione, non c’e’ molto spazio all’interno dei moli e anche se non c’e’ molto mare il vento spinge da matti. Finalmente aprono il ponte e danno verde al semaforo ci chiamano al vhf, via possiamo andare, siamo i primi. Uno spettacolo che passera’ in un baleno, ci sono ancora cose da preparare, parabordi, cime per ormeggiarci all’inglese all’uscita per andare a pagare il pedaggio. Antonella riesce a fare qualche foto, passiamo un paio di ponti con la gente sopra che ci saluta, sembra una festa.


 Canale di Corinto


Canale di Corinto
Anche se ha resistito stoicamente alle raffiche da 40 nodi il bimini va chiuso intanto che non c'è vento


Canale di Corinto, saluti dal ponte.


 Ormeggiati pagato il pedaggio, 154 euro...mica poco, molliamo gli ormeggi e procediamo sempre sotto rafficoni verso Salamina. 

Entriamo nel baione, ancora raffiche ma senza mare, arriviamo in fondo e entriamo in un porticciolo da diporto, tutto pieno di barche locali con corpi morti, non c’e’ verso di ormeggiare. Usciamo e seguendo l’indicazione del portolano (questa volta il nuovo) ci ancoriamo vicino alla sponda, liberi dalla zona portuale, in 5 metri di fondo, questa volta pero’ forti di tanto spazio filiamo 8 lunghezze di catene, 40 metri in 5 metri di fondo.L’ancora tiene anche se siamo spazzati da raffiche da 20 nodi, bagnetto, melanzane ai ferri con gorgonzola, wischetto in pozzetto e finalmente il letto...crollati come due pietre...buona not....zzzzzz.

23 luglio Fermi a Salamina

Giorno di riposo a Salamina, si fa’ per dire, bucato , risistemato la barca e tre viaggi a terra per cercare negozio Wind per ricarica telefono, spesa al supermercato e negozietto di frutta e verdura con il primo viaggio col tender.
Antonella prende la sua prima lezione di guida al tender, anche se ha qualche difficolta’ con la messa in moto a tiro, per il resto se la cava molto bene. Secondo viaggio per riempire la tanica del gasolio e della benzina, terzo viaggio per provare a riempire un paio di taniche di acqua, per un misunderstanding finiro’ in una taverna dove due ragazze gentilissime proveranno a riempire due taniche da 30 litri sotto al lavandino, riusciremo poi a riempirle solo entrambe a meta’, piutost che gnit , le mei piutost. La serata bellissima in pozzetto con la luna e tutte le luci del paese.



Partenza da Salamina

24 luglio Salamina > Varkisa
Partenza di buon ora, nella baia calma piatta, non ci aspettiamo del gran vento, guardati tutti i diversi bollettini compreso Windguru con previsioni a 9 km, tutti concordano con venti da NE max 10 nodi...ma ormai abbiamo capito che qua’ i bollettini ci vanno a spannella e bisogna aspettarsi di tutto un po’. Passiamo un paio di capi prima di entrare nell’enorme baia del Pireo, gia’ il vento comincia a fare capolino con punte di 14/15 nodi, attraversiamo la baia passando da dietro alla zona d’ancoraggio dove a perdita d’occhio sono all’ancora ogni tipo di nave.










Navi all'ancora davanti al Pireo.

Quando siamo dritti di poppa alle navi dobbiamo pero’ coprirci il naso con mascherine per via del puzzo di diesel bruciato dai motori delle navi. Passiamo quindi l’autostrada della separazione di traffico per entrare e uscire da Atene. Il vento diventa gagliardo, 18/20 nodi , continuiamo a modificare le vele, apri e chiudi genoa, issa trinchetta eccc...


Arrivati alla baia di Varkiza dove Windguru aveva pronosticato 10 nodi, ne troviamo 25 e passa, con onda che si fa’ sentire. Procediamo per arrivare vicino alla spiaggia per trovare un minimo di ridosso e fondo sabbioso. Non ci si puo’ avvicinare a piu’ di trecento metri alla riva, mettiamo giu’ l’ancora in 5 metri, raffiche a 22/23 nodi, il mare un po’ meno ardimentoso. Faccio fare testa all’ancora con 40 metri di catena, poi una volta testata ne calo altri dieci , 50 metri in 5 metri , 10 lunghezze..per fortuna che abbiamo messo gli 80 metri di catena a prua...una gran sicurezza. Proviamo con dei rilevamenti e sembra che tutto tenga, faccio partire l’allarme ancora e sembra che siamo fermi dentro un cerchio di 50 metri...speriamo bene. Nel frattempo e’ arrivato anche uno yacht all’ancora di qualche rich bastard, 37 metri di lunghezza, un albero a 5 crocette immenso, da lontano vedo che il genoa ha un rollafiocco elettrico che ha la stessa altezza di uno della crew....fortuna che si e’ messa sottovento.

25 luglio Varkiza > Kithnos (Aprokiosis)

Notte infame in una baia infame, l’unico pregio, fondo buon tenitore, per il resto tutto e di piu’ che sfecciava alla velocita’ della luce e la nostra barca usata come boa di: windsurfer, sci nautico, quelli trascinati sulle ciambelle, a terra moto e auto smarmittate tutta la sera e parte della notte, tunci tunci fino a tarda notte, finalmente le luci dell’alba e via a scappare a gambe levate. Siamo scappati pero’ cosi’ in fretta che ci siamo dimenticati dell’unico giorno di calma piatta in Egeo. Poi sempre ancora ai fumi della fuga invece di spezzare la tratta su Sounion abbiamo tirato dritto fino a Kithnos , ci siamo beccati una gran smotorata e un gran caldo senza aria per respirare. Le prime due baiette sono stracolme, conto 18 barche, che se deve cambiare la direzione del vento non so’ proprio come faranno a ruotare. Tiriamo innanzi e andiamo nella baia di Aprokiosis, bella con giusto un paio di barche e  molte raffiche. L’ancora sembra che tenga egregiamente 7/8 lunghezze di catena per sicurezza.


Kithnos, in lontananza le baie affollate.



Apokriosis

26 luglio
Sempre a Aprokiosis, dovrebbe essere una giornata di riposo ma ...c’e’ la barca da pulire, bucato da fare e un migliaio di altre cose. Comunque riusciamo a goderci il pomeriggio in ozio.

27 luglio Merika
Finito vettovaglie e abbiamo bisogno anche di un po’ di acqua, decidiamo di andare nel paese nella baia vicina. Fortunatamente troviamo posto in banchina dove con anche una ventina di nodi riusciamo a fare un onesto ormeggio con ancora di prua. Piano piano il posto si riempie...direi si stracolma.

In serata siamo stretti tra un Lagoon 450 ...una montagna e una barca a vela , parabordi che stridono, l’aria manca per via del ridosso, casino di umanita’.
Un paio di cose belle, la passeggiata serale tra le mille taverne, e l’incontro con una coppia di vecchiarelli con un bel HR , in giro per il mondo da 20 anni. Una bella coppia con cui e’ stato un piacere dividere una mezzoretta in serata seduti sulla panchina di fronte alle nostre barche.






Al molo di Merika



28 luglio Merika > Koutala

Partiamo prestino, sulle otto, tutti dormono dopo i bagordi del sabato sera, nella barca vicina c’e’ uno che dorme in pozzetto e non si sveglia neanche quando partiamo. Per fortuna abbiamo l’ancora libera senza altre catene addosso. Appena usciti dal porto apriamo genoa e con 20/25 nodi di poppa filiamo come razzi fino a Serifos. La baia e’ a sud, quindi doppiato il capo dobbiamo andare controvento a 30 nodi...anche a motore e’ dura. Arriviamo alla baia e ormeggiamo vicino alla spiaggia in 5 metri con 20/25 nodi di vento. Sembra che l’ancora vada subito in presa, per sicurezza smotoriamo indietro. Bagnetto e controllo, mi sa’ che siamo su una porzione rocciosa e sabbiosa, l’ancora è di traverso e prende solo con la punta, provando e riprovando non ne vuole sapere di penetrare. Piccolo consulto con Antonella, vogliamo essere tranquilli, ci si aspetta rinforzo di vento fino a 30 nodi e oltre. Disancoriamo e rifacciamo tutto da capo, gran tirone prolungato e sembra tutto ok. Secondo bagnetto, l’ancora e’ completamente sommersa nella sabbia, anche se ho l’impressione che sotto lo strato di sabbia ci sia del duro.In 6 metri scarsi do 40 metri di catene ...quasi 7 lunghezze. Nel pomeriggio rinforza a 30/32 nodi, sembra che tutto tenga, altro bagnetto per vedere come lavora il sistema sotto raffica, fortunatamente l’acua color cobalto e’ limpidissima. L’ancora sembra che non si sia mossa, i primi 10/15 metri di catena lavorano in verticale, ma i restanti sono belli stesi sul fondo e sembra che non trasmettono troppo tiro all’ancora. Sono ora le 19:30 e ancora buffa a 22/24 nodi...speriamo che ci dia un po’ di tregua per la notte. Continua a buffare anche con raffiche a 30 nodi, poi verso le 21 scende un po’ , decidiamo di andare a dormire anche se non siamo proprio convinti dell’ancoraggio dati dal fatto che il vento tende a spingerci verso gli scogli a poppa. Verso le 1;30 sia io che Antonella non riusciamo a dormire per la preoccupazione, decidiamo di fare un po’ di turni, io provo a dormire per un altra oretta ...ma senza grandi risultati, alle 3 do’ il cambio ad Antonella. Alle 6 stravolti decidiamo di partire con il vento che buffa ancora a 20 e passa nodi.

Baia Koutala, Serifos

 Baia Koutala, Serifos, la barca degli svizzeri con la vela di brandeggio che la tiene immobile.


29 luglio Koutala >Vathy

Bella navigazione con i soliti 20/25 nodi con rinforzi sottocosta, con vela e motore riusciamo a passare lo stretto passaggio di ingresso, ancorati con raffiche a 20 nodi che crescono fino a 25, controlliamo l’ancora ed e’ completamente sommersa nella sabbia con 7 lunghezze di catena....stanotte si dorme. Non avevamo calcolato i soliti cretini col charter, verso le 16 arriva il solito cat Lagoon (mai visto niente di piu’ orribile e meno marino in vita mia) come al solito super ballonato, come da copione non rispetta la pur minima etichetta di ancoraggio e si va’ a piazzare davanti, limitato pero’ dalla lunghezza della catena, per il momento puo’ anche andar bene se non cambia direzione del vento. Naturalmente dopo un’ oretta cambia la direzione del vento, ci si avvicina pericolosamente , non c’e’ spazio per ruotare, vedo un paio di ragazzine a bordo e chiedo dove’ lo skipper, in un inglese stentattissimo (scopriamo poi che anche se avevano bandiera canadese parlavano solo francese essendo del Quebec) rispondono che non c’e’ nessuno a bordo, probabilmente sono alla taverna. Cominciano a girarmi i gabazizi, vento a 25 nodi , direzioni variabili catena corta e questi se ne vanno alla taverna....mah ...non capisco proprio se non che le assicurazione dei charter prosperano per coprire le malefatte di sti cretini. Passa mezzoretta  e infine tornano gli uomini, siamo ancora molto vicini, Antonella in francese gli urla che sono troppo vicini e che andiamo a sbattere, questi con faccia da cul.. rispondono che loro sono in vacanza e non e’ un loro problema. Non voglio stare a discutere, non c’e’ possibilita’ di farlo con tale ignoranza davanti, incazzato come non mai, vado a cercare il manarino che ho in cabina di prua, sono decisissimo, se durante la notte andremo a toccarci giuro che gli do’ un accettata sulla fiancata, poi vedranno loro come giustificare alla assicurazione un accettata sulla fiancata. Il nostro avviso e la mia determinazione a colpire di accetta forse hanno fatto breccia in quell’ammasso poltiglioso del loro cervello  da turismo becero e “ci dobbiamo divertire ad ogni costo” e prima di buio issano ancora e se ne vanno, dimenticavo ... la sera bisogna andare da qualche parte a passeggiare e mostrare profumi e vestiti, se no’ che vacanza e’ ?

Sifnos Baia Vathy


In rotta verso Milos alle portanti

30 luglio Vathy >Milos


Non ne possiamo piu’ di sta’ marmaglia che c’e’ in giro, Luglio e Agosto non sono piu’ i mesi del navigatore, ma del charterista da facebook. Rimpiango le navigazioni sotto burrasca di Maggio su Pantelleria, e trovare all’ormeggio barche di francesi che gentilissimi ti prendono le cime all’arrivo.
Ce ne andiamo dalle Cycladi, quindi direzione Milos, ultima isola a SW, poi salteremo al Pelopponeso. Arriviamo al porticciolo molto ben organizzato di Milos, due francesi ci prendono le cime da poppa, e una volta ancorati di poppa, ci regalano due trancioni di tonno appena pescato, che cuciniamo subito e ce lo pappiamo.
Milos, Adhamas il porto




Milos  vista di Plaka (sulla collina)

31 luglio fermi a Milos

Prendiamo l’autobus e la mattina arriviamo su fino al villaggio di Plaka , abbarbicato su una montagna, arrivati nella piazzetta, ci facciamo poi una buona mezzoretta di cammino inerpicandoci su per la montagna fino alla chiesetta, da dove si ha una vista bellissima , mare da tutte le parti. 








Usiamo la sosta per fare spesa, gasolio e per stufarci un po’ di questa umanità cacialona, puzzona , sbraitante ecc...Si rinforza sempre piu’ l’idea di partire verso destinazioni dove non sia ancora arrivato nessun intrattenitore. 

Insieme ad una coppia di inglesi vicini di barca guardiamo con incredulita’ come riempiano due o tre barche a vela con 15/20 persone e le trasportano tutto il giorno per l’isola.

Milos Barca turisti

1 agosto Milos > Elafonisos


Le previsioni meteo sono un po’ rough , nel senso che si aspetta un N/NE da 20 nodi con raffiche a 30, il NE ci sta’ bene con un lasco/gran lasco, il N un po’ meno perche’ ci tocca al traverso. 
Siamo gia’ pieni di umanita’ e il paese, a parte sandali di cuoio e cappelli di paglia come souvenir non e’ che offra poi molto, anche se molto carino, decidiamo che si va’, e’ una tappa discretamente lunga di 75 miglia.
Visti i precedenti dei forecast che qualche abbaglio l’avevano preso , stimiamo una velocita’ media di 4 nodi con un tempo di circa 18 ore e un arrivo di notte alle 23. 
La baia e’ grande e aperta da sud, quindi niente problemi anche col buio. Partiamo alle 6 con sveglia alle 5, per fortuna siamo liberi dalle altre catene all’ancoraraggio, usciamo a motore con gia’ il meltemi che si fa sentire con i suoi 20 nodi, decidiamo di uscire dal grande golfo prima di issare vela, le direzioni somo ancora molto variabili. 
All’uscita del golfo ci aspetta un marone e un ventone, continuiamo a motore finche’ siamo liberi dall’ultima punta e poi issiamo a vela, la vita a bordo migliora un po', quando si e’ a motore sembra che la barca sia completamente disconnessa dal mare e salta e traballa da tutte le parti (non so come facciano i motoscafari a sopravvivere ....ma forse e’ per quello che sopra i 15 nodi non se ne vedono in giro) appena issata vela, la barca prende il suo passo con il mare e trasmette il moto vero a noi in coperta. 
E’ comunque poco confortevole, marone da un paio di metri al traverso e vento 24/25 nodi con raffiche a 30 .  Si va’ avanti, poi piano piano ci si abitua, anche se ogni tanto investiti dalle famose “fetenti” ondazze che arrivano non so’ da dove alte un tot, e al traverso creano un sacco di problemi di straorza. Andiamo sotto trinchetta con il genoa rullato a fiocco senza randa, continuiamo a ridurre o aprire il genoa seconda della bisogna , si fila ...si fila davvero, a 7,80 nodi decido che ‘ e tempo di ridurre, una straorza con quella velocita’ sarebbe problematica. 
Vediamo in lontananza una vela, che bello che c’e’ ancora qualc’uno che la usa sto pezzo di tela bianca. Fino ad ora statisticamente abbiamo sempre visto il 90% delle barche a vela ad andare sempre a secco, con qualsiasi vento, una vergogna, ma perche’ la gente non si compra un bel mototscafo ....ah gia’ non fa’ trend.
 Il peggio del peggio e’ quando abbiamo visto con 22 nodi di vento, noi alle portanti, una barca a vela cercare di risalire contro vento e contro mare a motore con il fiocco a collo e senza randa. Siamo contenti di non essere soli in questo mare ondoso e con ste raffiche a 30 e passa nodi. 
Con l’aiuto dell’AIS ci accorgeremo che andiamo nello stesso posto e in qualche punto le rotte si intersecheranno, beh passato il primo momento di contentezza di non essere da soli, ecco fuoriuscire il secondo istinto dell’uomo...la competizione. 
Continuo a monitorare la velocita’ di Wikie 111, questo e’ il nome assurdo della barca a vela di un metro piu lunga della nostra, penso che orginariamente la barca si chiamasse Wikie III, ma come al solito non tutti sanno leggere gli antichi numeri romani, quindi e’ venuto fuori 111.
Butto su tela e cominciamo a guadagnare acqua, noi filiamo con punte di 7.5  nodi, mentre loro piu’ conservativi viaggiano a 5.5. In poco tempo li sfiliamo e li vediamo di poppa, un gran bel andare ...specialmente se i e’ davanti. Ora il vento ha girato un po’ piu’ da NE, riusciamo a viaggiare al gran lasco, una meraviglia, non si scende mai sotto i 6 nodi. 
Il mare si fa’ sentire e bisogna lavorare parecchio al timone, timone che e’ ormai diventato una protesi di Antonella, in tutta la navigazione penso si sia fatta almeno 10 ore attanagliata alla ruota, e’ brava, sente la barca e la barca sente lei, filano come dei treni, io faccio la bassa manovalanza , continuo a tirare nei rullafiocchi per aggiustare le vele, mi faccio 2000 scalini al giorno per controllare rotta e AIS...pero’ mi diverto da matti. 
Proviamo ad issare deriva per comparare i risultati, come al solito la barca comincia  a filare dritta con piccolissimi aggiustatementi al timone, una bellezza. Arriviamo al temuto capo Maleas uno dei peggiori della Grecia, lo passiamo e non ci sembra nulla di terribile, continuiamo a pedalare a piu’ di sei nodi , passiamo il bellissimo ed enigmatico monastero del capo,





Peloponneso, capo Maleas e il monastero

poi vediamo in lontananza sulla dritta delle specia di trombe d’aria che sollevano l’acqua, un po’ preoccupati ma si procede, poi BANG...arriva giu’ tosto il vento 30/35 in un soffio, leviamo fiocco e procediamo solo con trinchetta, ma non ne vuole sapere di rallentare 40/45 , poi punte di 50 ....poi non so’ eravamo troppo impegnati a gestire la barca (da notare che queste letture le facevamo all’apparente non avendo il reale da molto tempo, quando ci ha beccato eravamo ancora al lasco e con quelle punte leggevo sulla SOG punte di 8 nodi , questo porta il reale a circa 55/56 nodi di vento). 
Nel frattempo ho rollato la trinchetta a tormentina, siamo solo a un paio di miglia dall’arrivo dove avremo ridosso...almeno dal mare, quindi procediamo al traverso, sembra di essere in una centrifuga , il vento e’ cosi forte che tende ad appiattire il mare, ma non a sufficenza da non farci arrivare secchiate in pozzetto, siamo fracidi,  Antonella realizza che non abbiamo portanza per manovrare col timone, non possiamo aprire di piu’ la vela perche’ aumenteremmo solo lo sbandamento, accendo motore e con trinchetta rollata e motore raggiungiamo la sospirata baia. 


 Dopo i 50 nodi.....



Elafonisos

 E’ un incanto,  baia enorme, non troppe barche, colori dell’acqua dal turchese al cobalto, una spiaggia con dune con sabbia bianchissima ...un sogno, ma piu’ che altro una gran soddisfazione di aver fatto viaggiare la barca al suo meglio. Bagnetto, birra, olive e patatine e la sorpresa di aver navigato 77 miglia ad una media di quasi 6 nodi in 13 ore, ci sembra un sogno, siamo un trio eccezionale.

2 agosto fermi ad Elefonisos.

3 agosto Elafonisos > Githyon

Partiamo dalla baia per dirigerci all’estremo  nord del golfo di Laconia, l’idea e’ di raggiungere Githyon dove al porto vorremmo ormeggiarci, eventualmente fare acqua, provviste e fare un giro a Mitras con l’autobus. Appena usciti dal ridosso ci aspetta un NE vigoroso, dopo alcune prove andiamo su di randa, trinchetta e pezzetti di fiocco quando serve. E’ una bella navigazione, si fila 5/6 nodi, ma come al solito rafficato, da 15 a 30 nodi in pochi secondi, quindi molto impegnativa. Andiamo avanti finche’ a 7/8 miglia dall’arrivo il vento molla completamente. Ci avviciniamo al porto a motore, quello che doveva sembrare un bel villaggio si rivela un ammasso di costruzioni a tre quattro piani orribili. Entriamo in porto dove probabilmente una decina di anni fa’ avevano cominciato la costruzione di un molo di sopraflutto, ma messi giu’ un tot di massi hanno mollato tutto , e meta’ del molo in origine riservato agli yacht e’ ingombro di draghe, pontoni ecc.. il resto dei moli e’ super ingombro di barchette locali con corpi morti dappertutto, cime e cimette che ballonzano in giro.Vediamo un paio di barche a vela ormeggiate all’inglese, e un paio di poppa.Passiamo vicino ad una barca francese dove pensiamo che stringendoci ci possiamo stare. Nel frattempo esce il proprietario e ci fa’ segno di ormeggiarci proprio li’. Prepariamo la manovra, giu’ ancora  e all’indietro ci infiliamo tra la barca a vela francese e un piccolo barchino locale, diamo le cime al francese, ma ci accorgiamo che c’e’ solo una anella dove poter attraccare, gentilmente si offre di ormeggiare alla sua bitta di poppa. Ha un 47 piedi, quindi no problem.Siamo con la poppa direttamente sulla strada, le macchine ci passano a 4/5 metri, il posto sembra dismesso, anche se pieno come al solito di ristoranti. Non ci piace per niente, decidiamo di ripartire l’indomani mattina e tanti saluti a Mitras.



Githyon in vista

4 agosto Githyon > Kayo
Il giorno prima avevamo discusso con i francesi (che stranamente parlano un buon inglese) la possibilita’ di ancorare a Kayo, nel  nostro portolano, vecchio, non sembrava un gran posto. Partiamo per primi per via della cime che ci collegavano all’altra barca, fuori il vento langue...o meglio non si fa’ proprio vedere.  motore fino a Kayo. Nel frattempo i francesi Daniel e Sylvie forti del loro 47 ci superano a motore. Arriviamo , e il posto sembra molto bello e nello stesso tempo un po’ inquietante per via di queste antiche torri che ne circondano le alture.


 All'ingresso della Baia di Kayo si vedono gli antichi borghi con le case torri.


Kayo, la spiaggia e iil monastero sullo sfondo

Porto Kayo, la barca dei francesi

All’ancora c’e’ solo D &S, buttiamo l’ancora poco distanti da loro , ma ara....brutto segno, quando la Rocna ara alla prima botta, vuol dire che c’e’ qualche problema di fondo. Fermiamo la barca e riproviamo, dopo aver arato ancora un pochetto finalmente fa’ testa. Smotorata e doppia smotorata all’indietro , sembra che abbia veramente preso. Maschere e pinne e controllo visivo.Si l’ancora ha preso ma e’ su sabbia su fondo di roccia , quindi piu’ di tanto non puo’ penetrare, diciamo che e’ un ancoraggio da bel tempo e non da 30 nodi. Mangiamo e poi col tender ci spostiamo sulla barca di D&S dove ci  hanno invitati per un caffe’. 
Caffe’, un po’ di vinello e un paio di ore vanno tra chiacchiere e racconti.
Durante la prima parte della notte sentiamo la brezza da SW e e’ tutto tranquillo, poi verso le 4/5 di mattina gira e comincia il NE, ci troviamo con la barca girata in 6 metri di acqua, e con vento e mare che cominciano ad entrare. Non ci piace per nulla, pensando alla’ancora con solo un po’ di sabbia sulla marra. Facciamo colazione velocemente, aspettando nel frattempo un po’ di chiarore del giorno. Spediamo e via.

5 agosto Kayo > Porto Longo
Partiti con vento al gran lasco fino al capo, poi proviamo a stringere, ma solo genoa non ce la fa’ piu’, al vento su di randa con una mano, e proviamo diverse combinazioni, ma siamo ancora sotto costa all’isola e arrivano raffiche terribili da 15 a 34 nodi in un baleno, Antonella se la cava bene al timone sotto raffica, io continuo ad aggiustare la configurazione delle vele.Trinchetta sempre presente, poi lavoro con l’aggiunta del fiocco quando serve. Le braccia si fanno sentire. Dopo tre ore de guera, calma piatta, non c’ e’ piu’ un alito di vento. Proseguiremo cosi’ fino circa all’arrivo dove apriremo le vele per l’ultima ora. Ammainiamo le vele, o meglio Antonella presa da un giustificato entusiasmo ammaina genoa e randa, e’ bravissima,







 randa ammainata

 la randa sembra una scultura da quanto e precisa e ordinata in confronto a quando ammaino io che sembra un sacco di farina buttata sul boma.
L’atterraggio alla baia si presenta un po’ critico, primo non abbiamo il pianetto sul portolano ma solo una sommaria descrizione, tipo attenti agli scoglietti e alle secche ...mica subito comprensibile. Sul cartografico ho la baia in dettaglio, pero’ abbiamo gia’ verificato che qualche volta ci sono errori fino a 0.3 miglia, e quando ci si deve infilare tra scogli e secche puo’ fare una gran differenza. Traccio due WP, uno di avvicinamento e uno di entrata. Antonella segue pari pari il cartografico attraverso l’XTE del ripetitore, io tengo d’occhio il cartografico dal pozzetto e col binocolo ne verifico la correttezza. Entriamo, punta con secche di 2 metri a sinistra, prima serie di scoglietti aguzzi sulla dritta, sembra che tutto coincida, proseguiamo seconda serie di scoglieti aguzzi sulla dritta, siamo in 9 metri di acqua,  e’ ora di virare di 90 gradi a dritta, viriamo e cominciamo ad entrare nella baia. Il cartografico precisissimo fino ad ora molla alla fine, stiamo navigando nella baia e lui ci mette direttamente a terra, comunque ora andiamo a vista, ci sono gia’ due barche all’ancora, e dopo poco una se ne va’ , rimaniamo solo in due in questa bellissima baia , dove non ‘c’e’ ombra di civilta’.
Ci aspettavamo come al solito la baia piena di barche, dapprima siamo rimasti stupiti e ci interroghiamo sul motivo, la baia e’ ridossata, fondo buon tenitore, bel paesaggio...poi forse abbiamo capito...non ci sono taverne o ristoranti, evidentemente la gente non riesce piu’ a vivere nel buio, ha bisogno sempre di compagnia, luci sfavillanti, rumore eccc. Meglio cosi’, almeno ci possiamo godere le ultime baiette senza civiltà.



Peloponneso, Isola Sapienza, Baia Porto Longo

6 Agosto fermi a Porto Longo

7 agosto Porto Longo >Methoni

Partiamo e subito bolina cippa, una mano e trinchetta, sempre rafficato piu’ che mai. 
Arriviamo nella grande baia di Methoni, andiamo all’ancora proprio di poppa a nostri amici Andrea e Annamaria col loro Elan 40...riconoscibilissimi dalla bandiera della Sicilia che sventola alla crocetta di sinistra. Dopo poco ci vengono a salutare ed e’ una gran festa. Serata in taverna ad assaggiare finalmente l’agnello greco.





Tatu, la barca di Andrea e Annamaria a Methoni


 Gli amici ritrovati su Stranizza



8 agosto fermi a Methoni, giretto turistico al castello molto bello.






Methoni Castello e porto sullo sfondo


Il leone di San Marco sulle mura del castello di Methoni

9 agosto Methoni >Pylos

Noi salpiamo in direzione nord mentre Andrea e Annamaria direzione sud, ci rivedremo poi a Marzamemi o a Malta in autunno. Appena usciti dall’ancoraggio isso randa e sento un leggero tiramento alla schiena, tiramento che piano piano diventa uno srappo stratosferico. Andiamo di bolina con randa piena e genova tutto aperto, ma io sono immobilizzato, non mi reggo neppure in piedi dal dolore. Decidiamo di avvolgere genoa, mettere in moto e andare a motore con solo randa.
Antonella fa’ tutto il lavoro. L’idea era di ormeggiare all’inglese nel porticciolo di Pylos per fare i vari rifornimenti, ma io sono proprio out of order. Antonella ammaina randa e ci dirigiamo verso la parte NE della baia per andare all’ancora. Il posto e’ magnifico, ampio e con bellissime spiagge per nulla affollate. 
Io a letto con voltaren per cercare di recuperare le forze.




Arrivo a Pilos


Pilos, ancoraggio in fondo alla baia

10 agosto fermi a Pilos

Dopo un bellissimo bagno alla mattina con acqua limpida e ferma, tutto sembra un paradiso, quando gli dei beffardi ci hanno preparato una bella sorpresa, due barche una di Salerno e una di Napoli vengono ad ancorarsi vicinissimi tra noi e la riva. Al solito buttano l’ancora...un po’ di catena (poca secondo i miei parametri) senza fare nessuna prova o test, via subito a fare il bagno....la vergogna della marineria, sogno posti lontani con ampie baie senza rompicoglioni che sappiano come ancorarsi senza rompere i cosidetti al prossimo.


Vicini invadenti

Decidiamo di muoverci, un po’ per i rompicoglioni e un po’ perche’ e’ sabato e dovremmo fare spesa.
Andiamo alla banchina dove troviamo posto scaracollandoci tra un mostro di motoscafo ormeggiato all’inglese con dei sub che gli stanno cambiando un elica, il restante l’ha lasciata su dei blocchi di cemento in un marina, e una barca di francesi. Riusciamo ad ormeggiare all’inglese con vento che ci spinge via dalla banchina, Antonella fa’ un lancio di cima degno da premio nobel o da “vikinga” come dice lei. 

Pilos: Stranizza ormeggiata in banchina

Facciamo acqua, gasolio, la spesa, un giretto alla fortezza turca gia’ chiusa alle tre del pomeriggio !!! 


La fortezza turca

Birretta al net caffe per aggiornamento meteo. Saremmo quasi decisi di restare attaccati a sto pezzo di cemento anche se l’attivita’ si comincia a fare convulsa, con motoscafi sempre piu’ grandi che vengono all’ormeggio per la notte.




Pilos, motoscafi in banchina



Il business del gasolio



Per farla breve e non stirarla per le lunghe una barca a vela in mezzo a sti mostri da’ un gran fastidio, noi abbiamo fatto 40 litri di gasolio da uno dei molti camioncini avvoltoio che bazzicano sul molo, sti mostri parlano di tonellate di gasolio. All’inizio non ci volevamo muovere, poi questi hanno chiamato la cost guard per farci sloggiare, il businness del gasolio e’ grande.


Ce ne siamo andati all’ancora davanti ad un paesino sull’altra riva, per fortuna riusciamo ad ancorare pochi minuti prima del buio totale, sembra un paradiso, tutto calmo, le luci del paesino, si sente qualcuno cantare in una taverna, ce ne andiamo a letto sicuri di una nottata riposante.

Non l’avessimo pensato neanche per sbaglio, all’una comincia una discoteca con il solito tunci tunci, con un volume improbabile, che andranno avanti fino a mattina. Una notte da incubo.

11 agosto Pylos
Ci rimuoviamo e andiamo all’ancora in 4 metri di fondo, speriamo di riuscire a stare qua’ un po’ tranquilli.


12 agosto Pylos

L’idea iniziale era di risalire fino a Katakolon per guadagnare in altezza per la traversata con il NW, riguardiamo i bollettini che danno un sacco di N e poco NW, decidiamo anche se saremo sempre di bolina stretta ....strettissima di tentare la traversata da Pylos l’indomani.


13 agosto da Pylos a Malta 350 NM


Pilos. Partenza all'alba


Partenza alle 6 di mattina, appena fuori poco vento, questa volta siamo determinati a fare i turni da subito giorno e notte. 3 ore di giorno e due ore a testa di notte. Nel pomeriggio rinforza, NW 4/5 di bolina cippa, anche il mare si fa’ sentire, riusciamo ad aggiustare abbastanza bene le vele, barca sempre super sbandata, come primo giorno si soffre un po’ nel mangiare e ogni discesa sottocoperta e’ difficile. Andiamo avanti anche con i turni regolari, la notte molla un po’ ma rimane abbastanza mare, riusciamo ad andare un po’ conservativi ma a filare a vela sempre sopra i 4 nodi. La notte tantissime stelle cadenti e la luna che comincia a fare capolino.

14 agosto da Pylos a Malta 350 NM

Si procede , si vive ora molto meglio a bordo e ci muoviamo molto meglio, vento difficile, e noi che lottiamo per guadagnare ogni millimetro per stare sopra la line di rotta.

15 agosto da Pylos a Malta 350 NM

In mattinata poco vento e si smotoricchia , quando decidiamo di issare il genoa per provare qualcosa vedo uno spruzzo dal mare a circa 4 /500 metri, guardiamo e riguardiamo, pensiamo che siano delfini...ma non ne vediamo saltare. Insospettiti ammainiamo genoa e a motore cominciamo a dirigerci verso gli spruzzi , man mano che ci avviciniamo ci accorgiamo che con grande sorpresa che e’ una balena....e che balena...grande , lei naviga tranquilla in superfice, riusciamo a metterci in parallelo e a seguirla per un po’.
La balena si intravede


Gli spruzzi


E’ un emozione grandissima, qua’ soli in mezzo allo Ionio, con quasi 4000 metri di profondita’ sotto di noi ...un incontro con una balena!!!!! Antonella continua a fare foto, e nel momento che comicia un video vediamo la balena forse stanca di sti scocciatori, con una perfetta evoluzione immergersi e impennare la coda perfettamente verticale in aria e senza uno spruzzo immergersi nell’infinita’ di questo Ionio.
Uno spettacolo meraviglioso, ci sentiamo eletti per avere avuto la fortuna di assistervi, e nello stesso tempo increduli di aver visto tutto cio’. Credo che non lo dimenticheremo mai.





15 agosto tramonto-sul mare-olio ( forza 3-4?!)


16 agosto arrivo a Malta

vista Malta

Dopo 3 giorni e mezzo arriviamo a Malta, con poco vento e poco mare contariamente a tutti i bollettini che annunciavano cose disastrose.Ormeggio ai gavitelli , si torna nel mondo degli attriti delle puzze e del rumore ...welcome a terra.
Riflessioni :
In 39 giorni abbiamo navigato piu’ di 1200 miglia, circunavigato il Peloponneso, passati attraverso le Cycladi in Egeo, con condizioni di vento e mare molto diverse, dai 40 nodi con un mare da paura all’imbocco della strettissima entrata del canale di Korinto, ai normali 25/30 nodi all’ancora in Egeo, e ai 50 e passa nodi al temuto capo Maleas. Abbiamo testato noi stessi e la barca, tutto sembra tenere, ci amalgamiamo sempre piu’ con Stranizza e ne apprezziamo sempre piu’ le sue doti. Ancora un sacco di cose da aggiungere, ma sembra che siamo su una strada che ci portera’ lontano.





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