sabato 25 maggio 2024

Il passaggio a Finistère e l'entrata nella Manica

By Angelo

Photos by Antonella

21 maggio 2024

Da Morgat a Aber Ildut 

48 28 17.675 N   004 45 21.089 W

Si decide la partenza alle 07:00 con marea uscente, per poter essere verso le 11:00 all’ingresso del Canal du Four quando comincia la marea a muoversi verso nord ed aiutarci nella navigazione.

In teoria ci doveva essere poco vento da nord, invece appena usciti dal marina anche se coperti dalle colline, ci si trova il vento al traverso e via che si va’ con randa e genoa al traverso.

Ci si aspetta che girato Cap de la Chevre e con rotta 313 T, ci si possa trovare col vento sul naso, invece stringi, stringi e allarga un po’ la rotta e riusciamo a veleggiare di bolina.

Nel frattempo la stazione di Cap de la Chevre, annuncia sul 16 avvisi ai naviganti speciali, con prove di sottomarini nella zona, ma oltre che parlare solo e unicamente francese parlano alla velocità della luce che è praticamente impossibile capirne le coordinate.

Fortuna che Antonella se la cava alla grande col francese, richiama Cap de la Chevre e per sicurezza e non commettere errori con le coordinate li informa della nostra rotta, dove siamo al momento e dove saremo a mezzogiorno.

Però, mi chiedo, ma un povero cristo che non parla francese, come fa’ a districarsi con questi avvisi ?

Ma non lo potrebbero ripetere anche in inglese, possibilmente tradotto con voce elettronica, perché quando i francesi parlano inglese sembra sempre che comunque continuino a parlare francese.

La tipa ci mette in stand by, si consulta, dopo poco ci richiama e ci informa che le esercitazioni cominceranno nella zona verso l’una UTC, noi per quell’ora dovremmo già essere all’ormeggio. Ringraziamo la gentilissima interlocutrice e continuiamo nella nostra andatura sempre piú sbandata dal fatto che siamo sotto groppo e il vento continua ad aumentare. Sventiamo randa, per ritardare il piú che si può l’avvolgimento del genoa che ci porterebbe a dover allargare ulteriormente l’andatura perdendo preziosi gradi verso la meta. 

Nel frattempo, l’AIS si riempie di bersagli. Stanno transitando a Pointe du Raz i partecipanti della regata Mini En Mai della classe mini 650, una settantina, partiti da Trinité sur Mer, attraversamento del Pointe du Raz, poi su verso nord est fino a doppiare la boa cardinale sud Base du Lis di fianco a noi, per tornare giú di gran carriera sotto gennaker, rifare Pointe du Raz, doppiare Île de Re di fianco alla Rochelle e arrivare a Trinité sur Mer dopo 500 miglia. Regata del circuito dei classe mini.

Vediamo un mare di barche intorno, ma solo uno fa’ un bordo abbastanza lungo da impensierirci  e ce lo troviamo all’incrocio, numero 979 Experience Immobilier.

Noi mura a dritta con falchetta in acqua, lui mure a sinistra falchetta in acqua, CPA 6 mt …gulp!!

Regata o non regata, abbiamo la precedenza e per non combinare casini teniamo la rotta, anche se pronti a poggiare nel caso le cose si mettano male.

Anche lui tiene la rotta e, beh la regata è regata, alla fine ci incrocia davanti davvero a 6 metri, grandi saluti e grandi complimenti al regatante, fila per un po’, vira con mura a dritta e tiene un angolo al vento che per noi è fantascienza. Nel frattempo arriva il grosso della flotta e si trovano a ruotare intorno alla meda cardinale in un guazzabuglio.

Noi teniamo il bordo finché possiamo, ma poi se vogliamo prendere il canale e andare verso nord dobbiamo rollare il genoa e accendere il motore al minimo. A dir la verita’, la corrente ha girato e si fila a 7 nodi.

Entriamo ad Alber Ildut, lo conosciamo per esserci stati l’anno scorso durante la burrascona del 22 luglio che mise in ginocchio la regata del Fastnet.

La differenza è che l’anno scorso eravamo al gavitello, essendo il piccolo molo visitatori ballonato, e quest’anno, essendo presto di stagione con un ormeggio al fulmicotone da capelli bianchi siamo ormeggiati all’inglese.

Dico ormeggio complicato perché era rimasto solo un piccolo slot tra una barca a vela e la grossa lancia della SNS, la marea entrante e vento laterale che spingeva dal pontile in fuori.

Siamo andati in fondo eabbiamo  girato la barca per essere controcorrente , poi abbiamo cominciato l’approccio con un angolo per entrare nello slot, quando abbiamo pero’ avuto un angolo la corrente ha cominciato a farci derivare verso la barca a vela e il vento tentava di contrastare, ma era difficilissimo trovare un equilibrio tra le due forze, alla fine siamo passati dalla fiancata dell’altra barca a vela proprio per millimetri e finalmente all’ormeggio.

Da dire che in tutto cio’ abbiamo fatto tutto da soli senza nessun aiuto sul pontile, qualche ora dopo un GS 40 ha tentato la stessa manovra dietro , ma ha calcolato male la corrente e si sono impattatati con la fiancata con l’altra barca a vela, a quel punto un gran bordello, perche’ la barca ha derivato indietro ed e’ andata a scontrasi con la poppa con un'altra barca dietro.

Alla fine ha rifatto la manovra, ma questa volta in tre dal pontile l’abbiamo tirato dentro di forza.

Questo ci ha reso fieri di aver fatto un ormeggio davvero coi fiocchi.

Praticamente dovunque si ormeggia in Bretagna c’e’ la possibilita’  di farsi delle gran passeggiate sfruttando il lunghissimo sentiero della GR 34 che praticamente fa’ il giro di tutta la Bretagna , partendo da sud fino ad arrivare a Saint Malo nel nord, centinaia e centinaia di sentiero.

Per noi una bellezza, visto che ci piace moltissimo camminare .

 

23 maggio 2024

Da Aber Ildut a Aber Wrac’h

48 35 59.438 N   004 33 37.178 W

Il meteo prevedeva per il 23 vento da nord sforzato sui 20 nodi con 2 metri di onda, avevamo visto poi che il 24 il vento calava e si posizionava da ovest.

Inizialmente avevamo pensato di partire il 24 con calma e sotto gennaker sperare di riuscire a muoverci verso est.

Cosi’ il 23 mattina alzati di buon ora ci siamo sciroppati 6 chilometri a piedi sul bellissimo sentiero G 34. Tornati al marina la situazione ormeggi era la seguente, davanti a noi la grossa motovedetta della SNS con in andana un Amel posizionato li’ dal cantiere per fare vari lavori, dietro di noi un GS 40 con di fianco un Ovni 395, insomma tappati che piu’ non si puo’.

Arriviamo sul pontile verso le 11:30 e vediamo attivita’ sul GS, due chiacchiere e si stanno preparando a partire all’una con destinazione Aber Wrac’h, la nostra medesima.

Ci dicono che l’indomani il vento e’ proprio sparito e ne approfittano oggi anche se il vento sara’ sul naso.

Mumble, mumble, non abbiamo voglia di smotorare l’indomani, ma siamo stanchi della passeggiata e non abbiamo neppure mangiato, ma la giornata è splendida e la tentazione è grande.

Brevissimo briefing e via che decidiamo di andare, soffriremmo troppo a rimanere e perdere questa bella giornata di sole e vento, in piú ci libereremmo del tappo di ormeggio.

In fretta, prepariamo la barca, ci vestiamo, anche se abbiamo ancora le gambe doloranti per la passeggiata. All’una in punto l’Ovni 395 si sposta, il GS parte e noi dietro.

Dentro tutto calmo e tranquillo, appena imbocchiamo il canale di uscita ci rendiamo conto che il meteo era molto ottimista, il mare c’è tutto e il vento sui 23/24 nodi reali.

Il GS con i due omarelli issano randa con una mano e preparano la trinchetta con strallo tessile e frullino. Noi issiamo randa con una mano e genoa ridotto a fiocco 110%.

Si comincia a pedalare, ma le condizioni sono molto peggio delle aspettative, in questa equazione avevamo si considerato la marea a favore, ma non avevamo considerato il vento contro la marea.

La corrente è forte, quà ci sono già 7 e rotti metri di marea, siamo quasi alle sizigie, il coefficiente è alto, sugli ottanta e lo scontro tra vento e corrente è importante.

Per un micro attimo pensiamo se sia il caso di continuare o tornare, ma si sa, tornare è sempre un po’ una sconfitta, si va!

Traccio una rotta a zig zag tra scogli, fari, basse e quant’altro, vedo che ci azzecco, perche il GS davanti a noi coi due omarelli bretoni va’ per la stessa rotta. Bolina cippa, o al meglio che si può con genoa rollato.

Il primo bordo per 310 gradi, a parte lo scontro imponente con le onde che spazzano tutto il ponte è gestibile, alla prima virata dopo gli scogli di Les Lineu cominciamo a preoccuparci, il vento intanto è salito a 30 nodi apparente, ma quello che piú ci preoccupa è avere sti mostri di onde al traverso, già si fila con falchetta in acqua, quando arriva l’onda la barca sbanda ulteriormente e paurosamente a dritta.

Antonella è impeccabile, un coraggio da leoni e tiene la barca in rotta perfetta e naturalmente ruggisce alle richieste di darle il cambio o di passarle qualcosa da mangiare o bere, concentrazione assoluta.

All’arrivo guarderemo i track e sono dritti e lineari meglio di un autopilota, considerando il maraccio. Comunque il bordo con mura a sinistra era poco bello.

Fatto il primo bordo torniamo mura a dritta e se pur scontrandosi con le onde almeno si è un po’ piú tranquilli.

Le vele sembrano adeguate al vento e ci danno abbastanza potenza da proseguire con 5/6 nodi di velocità, è il mare come al solito che fa’ la differenza.

Passiamo il faro ed è ora di rimettersi  mura a sinistra, sempre peggio, il mare spinge da matti, poi con lo scontro vento corrente è tutto amplificato e dei due metri iniziali si passa tranquillamente a 3/4 metri che presi al traverso in una piccola barca come la nostra fanno paura, considerando anche il fatto che con mure a sinistra abbiamo sempre scogli sottovento.

Il GS fila bene loro tra bordo e bordo tengono circa 85 gradi, noi 100, ma si sa le derive mobili non sono cosí smart controvento, in piú abbiamo vele combattute, il genoa ha 10 anni di battaglie con venti importanti e il dacron anche se di 10 once ha ormai mollato e diventato un mutandone, va beh si fa’ con quello che si ha.

Finalmente finisce il bordo mura a sinistra, si vira e si aspetta per fare l’ultimo bordo lungo per arrivare davanti al canale di Aber Wrac’h, non poco preoccupati.

Cominciamo il lungo bordo con mure a sinistra, si ballonzola sempre, nel frattempo il vento si è dato una regolata e si stabilizza sui 27/28 di apparente, il mare sembra in leggero calo.

Nel frattempo la corrente di marea gira da direzione nord verso direzione est infilandosi nella Manica, si poggia un pochino e si pedala a 8.5 nodi, una meraviglia.

Abbiamo ora un passaggio tra due mede cardinali ovest, una a dritta e una a sinistra, va’ beh, pensiamo noi, siamo per est non c’è problema anche se vedo che sulla carta i fondali si abbasseranno.

Poco prima di arrivarci, Antonella allarmata mi dice: -"ma ci sono scogli alla sinistra, vedo frangere!"-, siamo quasi tra le due mede, ma sulle carte non ci sono scogli, ma solo innalzamento abbastanza repentino di fondali, da 90 metri a 22. Questo crea un pandemonio, onde incrociate dappertutto, veramente preoccupante, verremo a sapere poi all’arrivo che quella zona viene soprannominata la lavatrice.

Sballottati come non mai, poi per fortuna i fondali aumentano e tutto comincia ad avere un ordine.

Arriviamo al canale di ingresso, ci allineiamo e dopo un paio di miglia nel fiordo arriviamo in prossimità del marina. Antonella prova a telefonare, ma non risponde nessuno, stiamo quasi per chiamare via VHF, ma ci arriva incontro un ragazzetto del marina con un gommone e ci scorta all’interno del breakwater del marina e ci assegna un posto di fianco al pontile, dove c’è giusto la lunghezza di Stranizza + 50 cm. a poppa e 50 a prua.

Niente di che per le barche con bow trust come sono ormai la maggioranza, ma per noi bisogna fare anche qui una manovra al millimetro, mi infilo sfiorando la barca di poppa e siamo dentro, per fortuna i soliti volenterosi vengono a prenderci le cime e siamo ormeggiati. What a day !!!

Overall  una giornata di vela bellissima, un sole bellissimo e un mare stupendo, tanta adrenalina che quando sparirà ci farà sentire tutti gli arti doloranti, Antonella per far filare la barca al meglio, io per fare passar il fiocco nelle virate e andare su e giú dalla scaletta per carteggiare e naturalemente i 6 chilometri mattutini, diciamo che l’età comincia a richiedere l’obolo.

Contentissimi della decisione presa all’ultimo minuto, anche se non avevamo considerato tutte le sfaccettature, ma non si puó rinunciare al vento .


Il track da Morgat a Aber Ildut


La flotta dei classe 650 passa il Pointe du Raz


Incroci vari



Noi ci liberiamo e loro si apprestano a girare intorno alla cardinale di 



Passaggio in boa







21 maggio ore 7 partenza da Morgat, il sole sulla baia di Douarnenez



L'incrocio con la regata Mini en Mai, 979 Experience Immobilier











 

Il faro di Cap St. Mathieu all'imbocco del Canal du Four


Canal du Four, meda e gorghi.

Canal du Four, meda e gorghi.

Gorghi 


Goemonier, il barcone con le alghe che vengono scaricate e caricate ad Aber Ildut

Aber Ildut. Passeggiata sulla riva

L'ingresso di Aber Ildut dalla riva.

L'ormeggio millimetrico al pontile di Aber Ildut


 Aber Ildut. Carena con la bassa marea.

Aber Ildut, la luna quasi piena.

Aber Ildut. Passeggiata lungo uno dei sentieri con i resti delle fortificazioni del XVIII e XIX sec.

In realtá considerando gli avvisi di esercitazioni di tiro tra Cap de la Chèvre e il faro di Saint Mathieu e l'incontro dell'anno scorso con il sottomarino, le fortificazioni non sono solo un ricordo del passato.







Antico forno per l'essiccazione delle alghe.


All'ingresso di Aber Ildut. Al centro, la roccia a forma di rospo (crapaud) simbolo del cantiere.




 

 




Le fatiche di Antonella per mantenere una rotta rettilinea nei bordi sulla rotta da Aber Ildut a Aber Wrac'h


Antonella che guerreggia al timone anche se le onde nel filmato vengono "schiacciate" e non rendono bene 'idea


Aber Wrach

 Aber Wrach, ingresso in bassa marea

le coltivazioni di mitili


Aber  Wrach marina

Aber Wrach, Stranizza al centro, incastrata tra le barche.


 

 

 

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