lunedì 10 aprile 2023

Da Newlyn a Milford Haven


 

8 aprile 2023


Milford Haven Galles


51 42.4820 N 005 02.2661 W


Questa volta la corrente ci ha fregato.


Ma cominciamo dal principio, inizialmente dal sud della Cornovaglia volevamo muoverci a piccoli balzi nella Cornovaglia del nord attraverso il canale di Bristol, poi abbiamo controllato meglio il meteo a venire e ..arriva la fine del mondo, per mecoledi 12 nella nostra zona si aspettano 64 nodi di vento, frutto di una grossissima depressione che poco piu' a nord portera' venti a 95 nodi.

Nel nord della Cornovaglia ci sono giusto un paio di ancoraggi aperti da nord e un porticciolo molto all'interno dove attraverso un gate ci si ormeggia ad un muro...pagando come fosse un marina.

Visti I presupposti decidiamo di farci una notte di navigazione e di arrivare nel Galles al marina di Mildford Haven, superben protetto e con accesso attraverso un lock gestito dal marina con passaggi a tutte le ore.

Dopo un attento studio delle maree , incasinate come non mai, perche' Newlyn fa' un po' da spartitraffico e da divisorio , quando entra la marea crescente una parte si infila in direzione Land End a ovest di Newlyn e una parte si infila verso est verso Lizard Point , tante' che due barche vicino a noi pur partendo per direzioni opposte sono partite alla stessa ora per prendere la giusta marea.

Noi decidiamo di partire venerdi 7 nell'ultima ore di marea calante per poter uscire dalla baia di Newlyn e girata la punta beccare la marea crescente che ci porta verso nord e passare Lands End con marea a favore.

Semplice detta cosi' ma ci siamo arrivati dopo vari calcoli e domandando ai locals.

Comunque tutto va bene e passiamo Lands End a piu' di 7 nodi con marea che spinge visto che siamo alle Sigizie.

Vento non molto e sara' cosi' anche la notte, la previsione da' un aumento a partire dalle 08:00 della mattina dopo, andando piano a piano a rinforzare da est, UKV2 dice a 27 nodi .

Nottata tranquilla con una bellissima luna piena, poi comincia il rinforzo.

Apro qui' una breve parentesi, nella pianificazione ci siamo dimenticati di mettere in conto il fatto che se arrivevamo al di fuori della marea entrante avremmo dovuto trovare un ancoraggio per aspettare l'ora.

Verso le 10:00 il vento e il mare sono montati assai, il vento a raffiche a 28/30 nodi e subito un mare vivo e ripido con ochette formate , siamo in largo anticipo per entrare , ci potremmo trovare fino a 2 nodi contro, cominciamo a scandagliare la cartina per trovare un posto dove ancorare, non c'e' molto , sopravento all'entrata praticamente nulla, rimane una baietta sottovento all'entrata , quindi a ovest dell'entrata.

Ci dirigiamo verso la baietta con un mare gia' grosso e il vento che spinge parecchio, si somma anche la marea uscente.

Arrivati nei pressi della baietta, guardando con il binocolo scopriamo essere un cul de sac, con scogli affioranti intorno, non ci azzardiamo neanche ad avvicinarci piu' del dovuto, proviamo a virare per allontanarci ma non c'e' verso tra la corrente il vento e il mare non riusciamo a far virare la barca.

Accendiamo motore e ammainiamo la trinchetta e con randa e motore finalmente riusciamo a virare, ci dobbiamo allontanare al piu' presto da sto posto, troppi scogli a farci la posta.

Proviamo a fare bordi contro il mare con randa e motore, nulla da fare , bordi piatti e ci ritroviamo sempre allo stesso punto , anzi peggio perche I tre elementi congiunti cercano sempre piu' di sbatterci a scogli.

C'e' un altra barca a vela piu' o meno nella nostra stessa situazione, un locals, ed ad un certo punto ammaina trinchetta e randa e solo a motore cerca di dirigersi verso l'entrata del porto.

Sul momento ci sembra strano, ma poi ci rendiamo conto che con le vele non riusciamo a fare nessun progresso, decidiamo anche noi di ammainare randa e andare solo di motore, contro vento mare e corrente.

Procediamo a 1.5 nodi , ma piano piano ...molto piano cominciamo a fare progressi verso il capo.

Andiamo avanti cosi per un oretta, poi la corrente comincia a cambiare e si va' con 3 nodi, man mano che ci avviciniamo al capo la situazione peggiora con il mare , sembra che il capo defletta mare e vento e acceleri il tutto.

Il problema che per entrare in questo enorme porto ,uno dei piu' grandi porti naturali esistenti , sono stati creati due canali d'ingresso e uscita, quello piu' a ovest solo e unicamente per traffico commerciale, quello piu' piccolo a est solo e unicamente per piccole barche.

Per arrivare al canale est dobbiamo tagliare il canale ovest sperando che non ci sia traffico, perche' con la bassissima velocita' che abbiamo sarebbe una tragedia.

Arriviamo al traverso del capo, e se all'arrivo scerzavamo sul suo nome ora ne capiamo il perche' , si chiama Vomit Point, e c'e' davvero da vomitare nel mare incredibile che ci si forma davanti, la barca sembra impazzita, fortuna che il serbatoio del gasolio e' stato ripulito recentemente e cosi' prefiltro e filtro, ma abbiamo paura del terribile rollio che alternativamente ci porta a mettere la falchetta in acqua a sinistra e poi a destra, paura che il motore rimanga senz'olio e si bruci tutto.

Piano piano riusciamo a passare la corsia del commerciale e virando cominciamo ad entrare nel canale est, lentamente tutto si calma, finche' arrivando alla meda cardinale ovest si piega decisamente verso est e ci si immette nel canale e tutto si tranquillizza .

Mamma mia che bordello , non ce la siamo vista molto bene, non c'e' tempo da perdere, sistemare I parabordi, le 4 cime d'ormeggio e contattare via VHF il Marina di Milford Haven.

A dir la verita' contatto il Pier Head , la torre di controllo che gestisce il lock per andare al marina, mi rispondono subito e mi chiedono se abbiamo gia' una prenotazione perche' il marina e' bello pieno, accidenti alla settimana di Pasqua.

Non abbiamo nulla, e ci dice quindi di rimanere in linea che contattera' lui il marina per vedere se c'e' posto.

Aspettiamo una ventina di minuti mentre ci addentriamo nel canale stando ben lontani dalle mega super tank e cargo agli ormeggi ai fianchi del canale.

Non avendo nessuna risposta cominciamo ad essere preoccupati, con il pessimo meteo in arrivo vorremmo trovare un posto sicuro dove aspettare e quel marina e' davvero bullet proof.

Avanti 5 miglia c'e' un altro marina, diviso in due parti , la wet e la dry, nella wet non c'e' nessuna possibilita', forse ci sarebbe qualcosa nella parte che va' in secca appoggiando la barca.

Ma chi ne ha voglia di andare in un marina per poi appoggiarsi nel fango e pagare come se fosse un marina normale, al telefono gli dico che ci pensiamo su e magari richiamiamo.

Quello del primo marina non si e' fatto piu' sentire, riprendo la radio e lo richiamo e tutto arzillo mi dice che ci ha trovato un posto al D 16 e ci da' le indicazioni per come entrare nel lock.

Con l'inglese me la sono sempre cavata abbastanza bene , I miei ultimi 4 anni di carriera nell'oilfield me li sono fatti in una delle due scuole internazionali della ditta ad insegnare ai nuovi ingegneri il lavoro, 8 ore al giorno parlare, pensare solo in inglese, pur con tutto questo quando si arriva in Inghilterra la storia cambia, non c'e' piu' la bella parlata da telegiornale della BBC, ma un miscuglio di idiomi e antiche lingue che alterano l'inglese, da considerare che anche il Galles e' bilingue gallese e inglese, tutto cio' si sente perfettamernte nella comunicazione via radio con il Pier Head.

Praticamente tra me e Antonella riusciamo a capire a meta' quello che l'harbormaster cianfruglia, ci sembra di capire che tra un po' il lock sara' pronto per l'ingresso al marina e che deve arrivare una barca a motore che entrera' con noi.

Ci sembra di aver capito, ma non ne siamo mica proprio sicuri, comunque sia ci dirigiamo lentamente verso il lock uscendo dal canale principale e immettendoci in un minuscolo canaletto con tre boe allineate rosse.

Vediamo arrivare un barchino a motore e dirigersi con passo deciso verso il lock, via che ci buttiamo all'inseguimento, se entra lui entriamo anche noi.

Arriviamo al lock e vediamo il barchino che si e' gia' ormeggiato a sinistra , richiamo via radio e chiedo dove dobbiamo ormeggiarci , ci dice a destra e cosi' facciamo, tempo di mettere due cime sulla passarella che chiudono I due immensi portoni alle nostre spalle, e comincia ad entrare acqua a tonellate, fuori si e' ancora in bassa, per raggiungere il livello del marina devono riempire il lock molto in alto.

Finito il riempimento aprono I due portoni di ingresso , abbiamo il vento che spinge da dietro e sarebbe impossibile partire a marcia avanti senza scontrarsi con il pilone del portone, solita tecnica, Antonella a prua con il doppino, do' marcia avanti, la poppa si stacca dalla passarella, marcia indietro e siamo al centro, via doppino a prua ed entriamo nel marina, troviamo il nostro finger , ci ormeggiamo e siamo stravolti, specialmenter le ultime 4 ore sono state davvero complicate.

Non so' ancora come faccia Antonella che e' stata ininterrottamente al timone durante le ultime quasi 4 ore con il freddo vento sulla faccia, e le braccia indolite per gestire il cavallo impazzito di Stranizza . CHAPEAU..

Andiamo in uffico del marina per le pochissime pratiche necessarie , qua' si da' credito alle persone, non chiedono nessun tipo di documento ne personale ne della barca, solo un foglietto da compilare e alla fine firmare dichiarando che e' veritiero quello scritto, naturalmente se uno scrive il falso e poi lo beccano gli fanno un mazzo come una campana, giustamente.

Tornati in barca, tempo per una birretta intanto che si cucinano uova scramble con bacon, e alle 20 siamo stecchiti in letto.

Col senno di poi e per imparare qualcosa di nuovo

Avremmo dovuto pianificare meglio l'arrivo considerando anche l'aumento del vento del mare e della associata corrente alle Sigizie, forse se ci fossimo infilati dritti nel canale senza preoccuparci troppo della corrente uscente , ce l' avremmo fatta comunque senza passare dalla tortura e lo sbattimento di risalire vento mare e corrente.

Parlando poi con I locas siamo venuti a sapere che quella zona e' un bordello di incroci di correnti che la gente quando puo' cerca di evitare.

Come gia' detto stiamo riimparando ad andare in vela con cosi' tanta corrente, associata a tanto vento e a tanto mare, ma siamo giovani e prima dei 90 anni siamo sicuri che ce la faremo 😁


Dai 50 latitudine sud ai 50 latitudine nord.

7 anni fa' eravamo ancorati a Caletta Sara nella Patagonia Argentina, una caletta all'interno di una grande riserva naturale, in riva alla caletta una sottospecie di mini resort , per mini resort intendo una sala che fa' da cucina e sala da pranzo e un paio di container arrangiati per poter ospitare qualcuno di passaggio.

Posto che era stato abbandonato per anni e proprio quell'anno l'aveva preso in gestione l'harbourmaster del porto di Camarones a una quarantina di chilometri di distanza.

Felipe era l'unico operaio multipurpose, cuoco, idraulico elettricista meccanico eccc.Che doveva gestire quel posto senza luce , ma solo generatore e senza acqua corrente che veniva portata una volta alla settimana attraverso uno sterrato da un camion proveniente da Camarones.

Scendendo a terra per scoprire se ci potevano dare qualcosa da mangiare ed eventualmente riempire un paio di taniche di acqua, scopriamo con stupore che c'e' una coppia di giovani italiani Alessia e Daniele con una minitendina , sono in giro in Sud America spostandosi con quello che capita, autostop, bus a piedi ecc..

Sono in anno sabbatico e arriveranno giu' fino a Ushuaia per poi risalire tutto il continenete sud americano per arrivare fino in Messico, un viaggio incredibile.

Un gran bell'incontro con due persone coraggiose , mica facile girare il Sud America con una minitendina.

Per festeggiare l'avvenimento Felipe ci fa' una pizza a sua detta all'italiana , onestamente e in assoluto era una pizza un po' triste, ma in quel momento in quel luogo e con le giuste persone ci e' sembrata una pizza a 5 stelle , e ce la siamo gustata innaffiandola con un paio di bottiglie di birra.

Il giorno dopo per noi e' arrivato il giusto vento per continuare verso sud e loro hanno ripreso la loro

escursione in quel grande continente.

Negli anni ci si e' sentiti sporadicamente, loro nel frattempo si sono trasferiti ad abitare e lavorare nel centro dell'Inghilterra, quando dalla Cornovaglia abbiamo deciso di andare verso nord in Galles, li abbiamo contattati, anche se abitano a circa 5 ore di auto dal posto del nostro arrivo a Milford Haven.

Venerdi in partenza da Newlyn li abbiamo avvisati che saremmo arrivati in Galles il sabato prima di Pasqua, con la considerazione che se non avevano altri impegni ci avrebbe fatto piacere riincontrarci.

Detto fatto , la domenica di Pasqua come due persone speciali che sono sono balzati sulla loro moto e con una temperatura oscillante tra gli 8 e I dieci gradi si sono sciroppati 5 ore di andata in moto.

Ci siamo incontrati ad un ristorante che avevamo prenotato , ed e' stato davvero un grande incontro, come se ci fossimo visti il giorno prima.

Dopo pranzo un breve giretto su Stranizza per un caffettino e poi via di nuovo verso casa loro in moto, partiti alle 17 del pomerigio e arrivati alle 22 di sera , degli eroi , dal nostro punto di vista.

Che bello riincontarre amici conosciuti in posti improbabili alla fine del mondo e dopo anni ritrovarsi in un tranquillo ristorante a fare chiacchiere sulle proprie esistenze.


Il track della traversata del canale di Bristol

La lotta contro il mare il vento ma sopratutto un grande incrocio di correnti

Finalmente si entra nel canale

Si passa il lock e finalmente al finger del marina

Altro uragano in arrivo



Da noi "solo" 62 nodi





In partenza da Newlyn


Il famoso faro di Lands End





Arrivo nel canale di Milford Haven





Anche entrare nel lock puo' essere un problema con vento e corrente



L'ingresso al lock con ondina fetente

Passato il lock ...la pace








Stranizza unica barca straniera nel marina con la bandiera di cortesia a riva




Con gli amici dei 50 lat Sud/50 Lat Nord


 







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