venerdì 11 agosto 2023

Da Benodet (Fr), a Gijon (Es) attraverso Biscaglia

Da Benodet (Francia) a Gijon (Spagna) 267 miglia

06/07/08 agosto 2023

43 33.0644 N 005 39.7901 W

By Angelo
Photos by Antonella

 

Benodet, come gia' detto nel post precedente da Antonella, per fortuna e' un gran bel posto con una gran possibilita' di muoversi e fare lunghe passeggiate, dico per fortuna perche' causa meteo siamo dovuti rimanere ben 11 giorni fermi, penso la piu' lunga attesa in questi 5 mesi di navigazione in una stagione in cui l'alta pressione l' avrebbe dovuto fare da padrona.

Avevamo pensato a tutte le possibili strategie per cercare di minimizzare l'attesa e ridurre la rotta per Gijon, ma le finestre troppo strette e il periodo dove tutti sono in giro in barca e quindi la difficolta' di trovare posto nei vari marina, alla fine ci ha fatto desistere e abbiamo atteso la giusta finestra a Benodet.

Per fortuna i marina francesi come quelli irlandesi e inglesi hanno un tariffario oltre che giornaliero anche settimanale con un grosso sconto, se pagavamo 34 euro giornalmente, con la tariffa settimanale siamo scesi a 25 euro giorno, che non e' mica male per essere in alta stagione. Marina davvero a 5 stelle, per i servizi, l'organizzazione e la gentilezza delle persone, di sicuro un marina dove torneremo.

Per 11 giorni c'e' stato un continuo susseguirsi di basse pressione provenienti dall'Atlantico, di cui 2 particolarmente violente.

Abbiamo atteso e atteso finche' all'orizzonte del forecast si e' preannunciata l'entrata di un alta pressione centrata nel mezzo del Golfo di Biscaglia, che sarebbe durata pochi giorni.

Decidiamo la partenza per il 6 agosto, a dir la verita' era la terza possibile partenza dopo due tentate ma poi abortite per un cambiamento del meteo all'ultimo minuto; sembra piu' difficile prevedere l'andamento delle basse che delle alte.

La previsione ci delizia con venti da 20 nodi da NW alla partenza, prendendo cosi' la circolazione di aria della parte alta della alta, il giorno dopo vento praticamente zero perche' saremmo al centro dell'alta e il terzo giorno beccando la circolazione della parte bassa dell'alta venti da NE e poi da est, abbastanza sforzati, chiamati come forza 5, ma sara' poi di piu' come capita sempre. Il mare: si comincia con 2.5 di onda da ovest, frutto della bassa pressione passata due giorni prima per poi calmarsi un po' man mano che si procede, c' e' pero' l'inghippo dell'arrivo, quando il vento fresco da est sollevera' onda da est che si scontrera' con la risacca residua da ovest.

Partiamo alle 09 :00, non perche' siamo pigri, ma perche' essendo in un fiume anche abbastanza grandino ci sono correnti davvero forti, alle 09 abbiamo la stanca di marea in alta, che ci aiuta moltissimo a uscire dal marina senza fare danni.

La giornata e' bellissima, un sole splendente come non si vedeva da settimane, il cielo bluissimo senza una minima traccia di nubi, la previsione ci azzecca alla grande e con il nord ovest ce ne filiamo tranquilli a vela, poi la bazza finisce e si smotora.

Per le prime trenta miglia dalla costa incontriamo delle vere e proprie isole di alghe, molte volte difficili da evitare, tant'e' che ne peschiamo una quintalata tra deriva, timone e elica. Le solite prove di issare e calare deriva e timone, qualcosa va' via, ma non tanto, attaccate al timone ce n' e' un tot che si allungano per un paio di metri dietro a poppa.
Diverse volte abbiamo fermato  completamente la barca, con una risacca da 2.5 metri, mica tanto piacevole, io a poppa con un mezzo marinaio ad uncino tirarle su e poi a mano tirare come un matto per sfilarle. Andando a vela non sentivamo piu' girare l'elica, provando l'asse a mano era avvolto nelle alghe, riuscivo a ruotare un po' e poi si fermava, con coraggio o disperazione, visto che con quella risacca di immergersi non se ne parlava proprio, abbiamo acceso e messo la marcia, prima avanti e poi indietro, per fortuna si sono tranciate e l'asse si e' liberata.

Tutto il lunedi 6 come da previsione motore, anche se teniamo su genoa pieno, randa e trinchetta per aiutare il possibile e permetterci di tenere bassi i giri del motore.

Come al solito la prima notte passa un po' da scassati, lo swelling da nord ovest continua a disturbarci al traverso. E non aiuta certo a passare la notte, anche se bellissima, col sereno, mezza luna e un milione di stelle a guardarci, essendo anche periodo, avvistamento di varie stelle cadenti.

Il martedi 7 inizia a girare il vento ed ad entrare prima da nord est poi sempre piu' da est.

La giornata tiene e per il terzo giorno consecutivo sole splendente e cielo bluissimo, merce rara per noi; i passati 5 mesi in navigazione di sole se ne e' visto davvero poco e per tempi brevi.

Piu' ci avviciniamo alla costa spagnola e piu' il vento rinforza e il mare naturalmente non fa' da meno, i bollettini chiamano forza 5, ma noi ne viviamo un forza 6 tranquillamente, vento al traverso con una media di 26/27 nodi, raffiche fino a 31, mare un paio di metri con ogni tanto le famose talebane che cercavano disperatamente di farci andare in straorza.

Con le vele siamo partiti con fiocco e trinchetta e randa piena, per poi prendere una mano alla randa quando si e' fatta piu' dura.

Lo scenario, bellissimo: sole cocente, vento teso cielo blu e il mare con frangenti bianchi, veramente uno spettacolo. Non la pensava cosi' il poveretto del vecchiarello del nostro autopilota, pur essendo equilibrata la velatura, ogni qualvolta che un frangente ci colpiva al giardinetto di sinistra, la barca partiva all'orza e prima che potesse tornare in rotta ci metteva un pochino, abbiamo pero' avuto fiducia nel vecchiarello e non ci ha tradito.

Siamo un po' preoccupati per l'arrivo anche se siamo davvero emozionati di tornare a casa dopo 5 mesi di navigazione, sarebbe molto peggio se buffava da nord ovest, perche' Gijon e' praticamente aperto al NW, ma anche da est non e' che abbia una gran protezione e le onde arrivando nei bassi fondali aumentano in altezza.

Poco prima di Gijon sentiamo via radio un PAN PAN di un avvistamento di razzi rossi lanciati in mare, qualcuno in difficolta', e te credo con sto mare e sto vento!

Prima della partenza, un amico ci aveva inviato un post di un avvistamento di orche nella zona di Luarca, a poche miglia da Gijon, ma e' solo un avvistamento che va' ad alimentare la paranoia del momento, sono orche Cantabriche ed e' abbastanza normale vederle, sono di queste zone. Comunque sia, in un recondito angolo del cervello, il pensiero che potessero essere le “mangiatrici di timoni”, per sicurezza, prima di partire, a Benodet abbiamo prelevato un bel saccone di sabbia, ho letto da qualche parte che lanciare la sabbia a poppa gli confonderebbe il sensore ad ultrasuoni, come si suol dire se l'imbianchino rischia di cadere l'unica e' appendersi al pennello.

Arriviamo al penultimo WP di fianco alle mede cardinali davanti al porto commerciale, a circa 1 miglio dall'entrata del marina, Antonella prende in mano il timone che tira come un matto.

Si avverte un piccolo ridosso dall'onda e accendiamo il motore, rolliamo il fiocco e proseguiamo sotto trinchetta e randa, finche' non arriviamo al miglior ridosso della penisola di Cimavilla, rolliamo trinchetta, Antonella va' al vento e facendo un po' di equilibrismo vado all'albero e ammainiamo randa.

Entriamo tra il verde dei bassi fondali e gli scogli, virata a sinistra e siamo dentro, mare piatto, ma il vento ancora arzillo.

Conosciamo bene il marina, ma avevamo telefonato prima per avvisare e ci avevano detto che i transiti sotto l'ufficio sono pieni e di andare nei pontili estivi sulla sinistra dell'entrata. Anche li' un bell'affollamento, sembra quasi che Gijon d'estate diventi una colonia francese, praticamente al 90% sono francesi.

Troviamo un posticino in testata con un ormeggio non proprio da manuale contro il vento, ma siamo arrivati, siamo a casa, un momento che era gia' da un po' di tempo sognato e desiderato.

Siamo arrivati alle 20:30 di martedi, avevamo fatto un possibile arrivo da worst case scenario il mercoledi verso le 05 di mattina, invece grazie al ventone preso che ci faceva filare a piu' di 6 nodi, siamo in pozzetto all'imbrunire con finalmente una temperatura mite con un cielo ancora bellissimo a goderci le meritate birre olive e patatine e la consapevolezza di avere fatto davvero un grande viaggio tra le genti celtiche, con grandi incontri,conoscendo persone fantastiche.

Come si sara' capito non abbiamo nessuna intenzione di starcene in giro ad agosto, quando tutto e' un problema, faremo ora le nostre “ferie” a casa nostra.

Ferie per modo di dire, perche' gia' la settimana prossima aleremo la barca e la terremo in secca probabilmente per un paio di mesi per una serie di grossi lavori, ma va' bene, la mia passione a lavorare sulla barca e' ancora molto viva e mi fara' passare un gran bell'inverno a preparare e a sognare nuove avventure e destinazioni.


Due parole su questi cinque mesi intensi di navigazione: siamo partiti decisamente troppo presto, il 4 di marzo ad attraversare Biscaglia non e' stato uno scherzo, in piu' i fronti arrivavano davvero violenti e a trenino, tante' che anche se a marzo abbiamo navigato 420 miglia delle 2311 totali navigate, siamo dovuti stare ben 21 giorni rintanati per l'impossibilita' di muoverci causa brutto tempo.

L'idea dopo l'attraversamento della Manica era di fermarci alle Isole Scilly e di li' saltare poi in Irlanda e di li' decidere se circunavigarla in senso orario o antiorario in base al meteo.

Anche il passaggio della Manica non e' stato proprio nice and smooth, con un est tirato, con in piu' l'impossibilita' di atterrare alle Scilly per il mare troppo formato, quindi il primo cambiamento di piano e atterrare a Newlyn in Cornovaglia.

A quel punto vista anche la situazione meteo a dir poco drammatica, la decisione di proseguire sulla costa ovest dell'Inghilterra per trovare un qualche tipo di ridosso navigando nel mar Celtico.

Arrivo quindi a Milford Haven in Galles e di li' salto su Dublino per cominciare il giro antiorario dell'Irlanda.

Arrivati nel Nord dell'Irlanda, l'idea di fare un salto nel sud della Scozia ed a un certo punto ci era venuta l'idea di proseguire verso nord verso le Shetland, ma abbiamo desistito per vari motivi, il pricipale che non avevamo studiato bene le varie rotte prima e studio accurato dei portolani, cosa che normalmente facciamo tempo prima per essere sicuri di considerare tutte le variabili, ma anche il fatto che si sarebbe fatta troppo lunga e non avremmo potuto concentrarci nella navigazione dell'Irlanda ovest che non e' proprio a piece of cake.

Quindi giretto molto bello nel sud di Scozia che ci ha fatto venire una gran voglia di approfondire la cosa, poi ritorno nel nord dell' Irlanda dove nel peggior marina ever di Portrush, abbiamo conosciuto una coppia di velisti English/Scottish, con un piccolo barchino di 8 metri senza frigor e poco altro, abbiamo percorso insieme quando ce ne era occasione la parte selvaggia dell'Irlanda, mantenendoci sempre in contatto, con suggerimenti e informazioni.

Chapeau a Debby e Gary del Josi, che ci hanno fatto apprezzare l'idea che anche con una piccola barca e poco altro si possono fare cose eccezionali, in questa follia generale contemporanea dove se non si ha minimo un 45 piedi sembra che non ti puoi muovere.

La discesa della parte ovest dell'Irlanda, di solito terribile per via della basse pressioni che sembrano essere attratte come un magnete, stranissimamente con l'entrata di una alta pressione che e' stata stazionaria per molto tempo, ci ha fatto navigare alla grande con molti giorni sotto gennaker.

La costa e' bellissima, con rarissimi velisti, che molti arrivano in Irlanda ma per fermarsi poi nella parte sud ovest e pochi risalgono verso nord.

Siamo poi scesi a sud passando il Fastnet Rock, o almeno abbastanza vicini da vederlo bene, per poi riprendere la via di casa, sfiorando le Scilly ma senza fermarci neppure questa volta perche' volevamo pedalare e arrivare in Francia prima dell'ingresso della bruttissima bassa pressione arrivata il 22 di luglio che ha messo in grande difficolta' i partecipanti della regata del Fastnet.

Dall'ovest della Bretagna poi nel sud della Bretagna con varie soste tattiche, per poi arrivare a Gijon l'8 di agosto.

A giorni sara' il ventitresimo anno di Stranizza, lo festeggera' in cantiere con un grande refitting che andra' avanti un paio di mesi, se lo merita tutto, in qualche maniera ci ha sempre riportato a casa.

Un viaggio per noi bellissimo, studiato prima a tavolino nei minimi particolari, una manutenzione che si e' rivelata vincente, con l'unico grosso problema che con il freddo tenevamo troppe stufe elettriche nei marina mentre all'ancora usavamo la Reflex, questo ci ha bruciato qualche filo e ha fatto saltare tutto il circuito a 220 volt e abbiamo continuato bypassando il tutto ed entrando direttamente in cabina con il cavo elettrico, questo ci metteva pero' alla merce' di salvavita dei marina perche' il nostro era bypassato, a parte questo il resto e' andato tutto bene.

Insomma, un viaggio pensato e sognato e poi relizzato, che cosa ci puo' essere di meglio se non realizzare i propri sogni e nel momento che si realizzano scoprire di essere andati ben oltre le aspettative.



Partenza da Benodet di domenica con tutti i velisti in movimento dopo tanto brutto tempo



Il track giallo l'andata un po' sofferta, il track magenta scuro il ritorno , una linea retta
 
 

Domenica 6, partenza da Benodet











Partiamo insieme ad altre barche, un RM ci supera ma poi andranno solo a vela a 2.5 nodi.


 Poco vento, vela e motore.


Non tanti incroci, qui un cargo e una tagger boat che traina una piattaforma.


... e barche a vela senza AIS.


7 agosto, verso sera





8 agosto

8 agosto, si vede la costa spagnola!!!

Gijon, ormeggiati al marina, ci godiamo birra olive e patatine in pozzetto.



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