martedì 10 gennaio 2017

Da Ct. Alakush a Ct. Emelita visitando il ghiacciaio Garibaldi

-gennaio-2017
Da Ct. Alakush a Ct. Emelita visitando il ghiacciaio Garibaldi
54 52.95 S 070 22.92 W

Sveglia alla solita fredda ora del mattino…le 6, mettiamo subito in moto il motore per poter dare una svampata con il Webasto e non morire congelati mentre facciamo colazione, poi si prepara il "carrozzone".
Togli camino della stufa ripiega il telo raccogli proggia, rimuovi la cima della catena, infilarsi le cerate da pescatore e stivaloni , mettere il motore in retromarcia per mantenere la posizione, varare il dinghy e cominciare a sciogliere le cime da terra, raccogliere le cime nei cesti a poppa, issare l'ancora…o almeno provarci , perche' viene su con una tonnellata di kelp e alghe , anche volendo il salpaancora non ce la fa' a issrla a bordo.
Prendo il lungo bastone con legato in cima il segaccio da rami e a prua comincio a segare tutto quello che avvolge l'ancora…ci sono anche dei pezzi di ferro dal fondo !!.
Finalmente liberi, dopo poche miglia ci infiliamo nel Seno Garibaldi, niente a che vedere con l'eroe nazionale…o quantomeno non si sa' bene da dove derivi il nome, ma penso che il Cile e' uno dei pochi posti dove l'eroe nazionale non abbia messo piede, anche se ci sono state dure lotte di indipendenza…questa se le e' persa.
Il seno Garibaldi e' stretto e lungo circa 8 miglia, a circa 3 miglia dal ghiacciaio cominciano i pezzi di ghiaccio galleggianti…piano piano si intensificano fino a dover procedere con il motore al minimo, cercando di evitare almeno i pezzi grossi.
Uno potrebbe pensare che visto uno di ghiacciai …visti tutti, ma non e' cosi', ognuno ha la sua peculiarita', ed e' sempre una grande emozione trovarsi a pochi metri da questa immensita'di ghiaccio su un piccolo guscio galleggiante.
I colori del ghiaccio poi sono incredibili e cambiano ad ogni piccola variazione di luce, Antonella ormai fa foto al quintale , non piu' a numero, avra' quindi un gran lavoro da fare una volta raggiunta internet per pubblicarle.
Andando verso il fronte del ghiaccio a poche centinaia di metri sentiamo gli inconfondibili ruggiti dei leoni marini, ma non riusciamo a vederli, al ritorno facciamo una deviazione e ci avviciniamo alla riva, scoprendo una colonia di leoni marini considerevole…che posto strano per una colonia…poche centinaia di metri dal ghiacciaio.
Mentre ci avviciniamo alla riva, vediamo involarsi un condor….magnifico, ci passa sopra la testa con i suoi tre metri di apertura alare, una volta sopra di noi vira permettendoci di vederlo appieno con il suo piumaggio bianco e nero…bellissimo, pur essendo raro da vedere , a noi e' gia' la seconda volta che ci capita l'occasione.
Si fa' mezzogiorno e in teoria potremmo ancorare all'interno del Seno Garibaldi…ma gli ancoraggi ci sembrano un po' precari e c'e'in giro anche un sacco di ghiaccio che potrebbe accumularsi addosso alle cime di ormeggio, decidiamo di riuscire per andare ad ancorare a C.t Emilita distante una ventina di miglia, anche perche' li c'e' la possibilita' di andare a terra a farsi qualche camminata.
Naturalmente fatti i conti senza 'l'oste", appena fuori dal Seno Garibaldi dove ci dava vento da NW, fuori ci arriva l'ovest…dapprima gentile, poi …si annuvola la vallata, davanti a noi un nero della madonna, e dopo poco ci arrivano 30 nodi sul naso , l'onda cresce e inversamente proporzionale la velocita' diminuisce, fino a 1.3 nodi, naturalmente l'autopilota non ce la fa' a gestire la situazione e allora via con i turni al timone sotto una pioggia scrosciante con pezzi di ghiaccio che ci accompagnera' fino all'ancoraggio alle sette di sera.
Siamo ben equipaggiati per il freddo…ma comunque stare poi sotto l'acqua e il gelo dopo un po' viene comunque freddo.
Antonella per rallegrare la situazione cucina pasta con pane grattugiato e acciughe…slurp…una bonta', e poi via con beveraggi caldi a go-go, il problema che per ogni beveraggio bisogna poi fare una visitina in bagno e ogni volta tra svestirsi e rivestirsi e ' praticamente un lavoro.
Passiamo al traverso il Controller di Timbales che finalmente riusciamo a contattare con il VHF di bordo.
Arriviamo all'ancoraggio in questa piccola baietta ben riparata pero' da ovest e sud ovest, dentro cavi da tutte le parti, lasciati li' dai pescatori.
Questa volta non vado giu' a levarlo, ci metttiamo all'ancora e poi indietreggiamo con la poppa al cavo trasversale dove andiamo a legare le due cime di poppa.
Il sistema non e' male…ma per noi …no buono, in qesta maniera abbiamo la barca in undici metri di fondo, quindi abbastanza distanti dalla riva, dove invece con la deriva mobile potremmo andare veramente vicini e proteggerci meglio dal vento.
Vento che oggi 10 gennaio c'e' tutto, tutto il giorno di continuo 20-30 nodi, vediamo infatti il mare fuori abbastanza disturbato, e ci arrivano addosso i famosi Williwaws o Rachas …o catabatici come si suol chiamarli, l'ancoraggio ..no problem, ma la stufa non gradisce, quando arriva la straventata il vento schiaccia il fumo dal camino e spegne la stufa, dopo pochi secondi essendo tutto il metallo incandescente la stufa si riaccende da sola….ma facendo una puzza di gasolio bruciato tremenda.
Sto sperimentando alcune protezioni per il camino…qualcosa che ho fatto gia' funziona al 90%...ma ogni tanto arriva la folata fetente, essendo catabatica aumenta in velocita' e arriva giu' con 40 e passa nodi e la valvola barometrica della stufa non e' veloce abbastanza a compensare.
Anche con questi "piccoli" problemi siamo pero' ben contenti di questi ancoraggi, legati bene, niente onda…ci sembra un sogno dopo i 50 e passa nodi della Patagonia Argentina con baie piatte senza ridossi, qua' almeno si dorme come ghiri.
Staremo qui….non so'quanto, dipende da tanti microfattori, l'idea di massima e' pero' di fare l'ultimo ghiacciaio della parte nord ovest e poi con molta calma ritornare a Puerto Williams, visiteremo i ghiacciai del Brazo Sudovest a quando cominceremo la risalita dei canali Cileni.

BV Angelo e Antonella on S/Y Stranizza via radio SSB.

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